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Autore: HeavenMayBurn    01/04/2008    4 recensioni
-Trick, a te la parola, raccontaci una vera storia di sesso-
Patrick si calò ancora di più il cappellino sulla fronte. –Ecco… io non ho mai… sì, insomma… non l’ho mai fatto-
Adam squittì mentre Brian si accese una sigaretta. –Ma.. prendi per il culo?- chiese incazzato.
-Io… io non.. non ti prendo per il culo, Bri…- rispose lui sempre più imbarazzato.
-Oh- sussurrò Gerard.
-Oh- ripeterono in coro Adam e Bert.
-Bhe- cominciò Gerard bevendo un sorso di birra. –Bisognerà fare qualcosa-
-Decisamente- concordò Bert mentre Adam annuiva.-Non preoccuparti. Ora ci siamo noi-
Ennesima ff demenziale, ispirata al film 40 anni vergine.
Patrick è vergine, che cosa succede quando i suoi colleghi lo scoprono e decidono di aiutarlo a trovare l'anima gemella? E se la persona che lui stesse cerando fosse proprio davanti a lui?
Genere: Romantico, Parodia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Avenged Sevenfold, Fall Out Boy, The Used
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The 24 Years-old Virgin

The 24 Year-old Virgin.

By Niamh

 

(N.b. "Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e non mi appartengono, gli eventi non sono accaduti realmente e questa storia non è scritta a scopo di lucro")

 

CAPITOLO UNO.

 

Patrick si alzò dal letto.

La sveglia segnava le sette e mezza, doveva prepararsi per andare al lavoro.

Odiava i lunedì.

Nutriva per loro un odio così profondo e radicato che se mai avesse avuto una rock band l’avrebbe chiamata IHateMonday!

Ok, no, questo era esagerato.

 Ma comunque non gli stava sicuramente simpatico.

Pete non era in casa, ma la cosa non lo stupiva più di tanto. Il giorno prima era uscito con il suo amico Travis, quindi non lo sorprendeva trovare il suo letto ancora fatto.

L’avrebbe incontrato al lavoro.

Si lavò i denti, si preparò, fece colazione (perché, davvero, come si può affrontare una dure giornata senza frittelle?!) e uscì di casa, dirigendosi dove lavorava.

Uno stupido negozio di hobbistica, bricolage e oggetti per la casa.

House of Birch.

Era nato a Chicago. A diciotto anni si era trasferito a Los Angels, perché a chi non attira la vita che fanno vedere su E! entertainment ?!

Voleva fare qualcosa di grande e Los Angeles era il posto adatto.

E’ solo che aveva imparato presto che la vita non è affatto come la fanno vedere sulla tv satellitare.

Si era dovuto trovare un lavoro come commesso. E la cosa in se non era male se non fosse stato per i suoi colleghi psicotici, per il suo capo vittima di un esaurimento nervoso perenne e una macchinetta del caffè che serviva una sostanza non identificata ma dal sapore simile a quello dell’acqua e del detersivo che si usano per pulire le piastrelle del pavimento.

Pete era il suo migliore amico, nonché collega, nonché coinquilino.

Forte, ne?

Praticamente erano come Cip e Ciop.

Parcheggiò, mise l’antifurto alla macchina (ok, avrebbe anche potuto risparmiarselo, a dir la verità. Quella macchina ormai era diventata un cimelio da passare alle generazioni future per quanto era vecchia) e entrò nel magazzino.

Appoggiò la giacca sul tavolino in plastica del retro e vide Bert seduto sui gradini del piazzale dove scaricavano le merci. 

Esatto, Bert McCracken era uno dei suoi colleghi psicotici.

E ora se ne stava seduto fuori con una lattina di Red Bull vicino e quella che aveva tutto l’aspetto di una canna in mano.

Patrick sperò, pregò, implorò che non l’avesse visto.

-Ehi, Trick!- esclamò l’amico. –Come va?-

Le sue preghiere non erano state ascoltate.

Ecco perché era così restio ad andare in chiesa la domenica.

-Ehi, Berty! Bene, grazie. E tu?-

L’altro annuì. –Non c’è male. Sai che cosa ho fatto nel weekend?-

-No- scosse la testa Patrick. –Non eravamo insieme… Vuoi raccontarmelo comunque?-

Bert sorrise aspirando un altro tiro. –Ok, se insisti. Allora… Sabato pomeriggio io e Quinn abbiamo preso la macchina e siamo andati a Las Vegas. Avevamo una camera e tipo 40 $ di erba. Ok, non la suite all’Hard Rock, ma l’importante non era quello… l’importante è che lui aveva due biglietti per David Copperfield! Ce ne siamo fumati più della metà e siamo andati allo show. Dio, non mi sono mai sentito così… Ci crederesti che quelli stupidi giochetti mi facevano salire la botta vertiginosamente?! Tutte quelle luci e quell’atmosfera… Dio! E tu, invece? Che hai fatto?-

Patrick alzò le spalle. –Io e Pete abbiamo affittato SuperBad… E’ divertente, sai?-

Bert rise. –Dio, quand’è che vi sposerete voi due?-

Patrick scosse la testa. –Credo non molto presto, magari nel prossimo millennio. Comunque, dopo lui è uscito con un suo amico e io sono andato a dormire…-

-Oh..- sussurò Bert aspirando un ultimo tiro e spegnendola sotto la suola delle scarpe. –Oh.. bhe, divertente-

-Ma che cazzo!- esclamò Jared Leto, il padrone del negozio, uscendo fuori. –Perché ogni santa volta che vi cerco siete in pausa? Chi pensate che farà il vostro lavoro? Eh? I nani da giardino esposti nel reparto sei?!-

Patrick abbassò lo sguardo mormorando uno –Scusa- al suo capo.

Anche Jared abbassò gli occhi e vide la canna appena spenta da Bert. –E quella cos’è?! Una canna?! Oh mio dio! State fumando erba nel mio negozio?!-

-Dio, Jared, ma sei stato assegnato a me?!- urlò Bert alzandosi in piedi. –Ogni santa volta che mi rilasso giro lo sguardo e… sorpresa.. chi c’è? Ci sei tu! Non salti fuori quando Adam ruba i sottovasi  dal magazzino, o quando Brian porta la tequila e la versa nel boccione dell’acqua per farti ubriacare. No, e sai perché?! Perché sei impegnato a stressare me!-

Jared strinse gli occhi. –Andate. A. Lavorare. Subito.-

Bert alzò le mani in segno di resa e tornò dentro.

-Alla buon’ora- mormorò Adam spostando una trave di legno e cercando di metterla sul ripiano senza cadere. –Si può sapere dove eravate finiti? Io sono qui da solo mentre Pete è sparito, Gerard sta flirtando con Frank e Brian dorme sul divano! Ho dovuto mandare Jared a cercarvi!-

Patrick spostò lo sguardo attraverso la porta vetri fino a vedere un ragazzo dai capelli neri, seduto davanti al tavolo di plastica rossa della stanza che usavano quando erano in pausa, dove lui aveva appoggiato la giacca qualche minuto prima, sorridere ad uno più giovane e Brian dormire a bocca aperta, probabilmente alle prese con i postumi della sbornia del weekend.

Patrick c’era abituato visto che lo stesso spettacolo si ripeteva più o meno tutte le settimane.

-Che cosa? L’hai mandato tu? E dove è finita la solidarietà tra colleghi?- urlò Bert alzando le braccia.

Adam strinse gli occhi. –Se ne è andata nel momento in cui mi è arrivato il mal di schiena cronico. Sei tu il magazziniere, dovresti spostarla tu questa merda!-

-Ah!- esclamò l’altro avvicinandosi. –Ora facciamo anche gli spocchiosi?! Bene, bene signor Lazzara-

In quel momento Brian si svegliò per colpa del baccano prodotto dai due, si guardò in torno e capì di essere di troppo, così si stropicciò gli occhi e si avviò verso gli altri.

-Dio, potete fare meno casino? La gente vuole dormire qui dentro!-

Adam e Bert si girarono, fulminandolo letteralmente con lo sguardo. –Vaffanculo, Haner!- esclamarono insieme.

Lui alzò le spalle e prese un caffè dalla macchinetta.

-Che diavolo ci trova secondo voi a venire tutti i pomeriggi, le pause pranzo e le sere prima della chiusura?- chiese Adam accendendosi una sigaretta e sedendosi su una sedia.

Lanciò il pacchetto a Bert, che ne tirò fuori una per se e una per Brian e poi domandò a Patrick se ne voleva. Lui scosse la testa e Bert alzò le spalle, rilanciando il pacchetto al suo proprietario.

-Chi? Frank?- domandò dopo, aspirando un tiro. –E’ innamorato-

-Si, ma dico… tutti i giorni, prima di andare a lezione al college, passa di qui. Io pagherei per non passarci le mie giornate!-

Brian alzò le spalle buttando la cenere nel posacenere. –Almeno lui scopa-

-Perché?- chiese Adam avvicinando la sedia. –Tu e Zack? Nisbe?- 

-No, è che… ultimamente è tutto più strano… anche il sesso non è come prima… è più.. lento e più strano…-

-Sai, certe volte è un bene non comportarsi come due animali in calore, sapete io e… - cominciò Adam.

Bert grugnì. –Non ricominciare con le storie tue e di John! Non eravate perfetti, lui ti ha messo le corna, era un vero stronzo!-

-Come ti pare- mormorò Adam aspirando un altro tiro.

Patrick rimase zitto, perché, davvero, che cosa poteva dire?!

Tutto quello scopare, fottere e roba varia non era il suo argomento forte.

Non era mai riuscito a, come dire.. consumare.

Solita vecchia storia.

Interessava solo a persone che non gli interessavano e quelli che gli interessavano non erano interessati a lui.

E nel frattempo il tempo era passato e ormai lui aveva paura di avere perso il treno. 

-Buon giorno, colleghi. Il sole ci sorride, non ci sono nuvole in cielo ed è un buon giorno per lavorare!- disse Pete buttando la felpa sulla sedia vicino a Adam.

-Ma ti sei fatto di funghetti, Wentz?- chiese Bert socchiudendo gli occhi. –Stronzo, avresti potuto dirmelo, così me li portavo a Las Vegas! Sai che spettacolo sarebbe stato!?-

Pete sospirò. –No, Bert, non mi sono fatto di funghi. Sono solo di buon umore-

-Interessante- mormorò Brian prendendo il cellulare. –Chiamo il bar all’angolo, ho bisogno di un caffè decente. Voi prendete il solito? Così dico a Ryan di portarcelo..-      

Tutti annuirono.

Brian si voltò verso la stanza sul retro.

Gerard e Frank ormai avevano smesso di parlare e sorridere e si stavano baciando. –Secondo voi devo ordinare qualcosa per quei due?-

Pete alzò le spalle. –Non credo che vogliano un caffè visto che Gerard sta praticamente controllando le tonsille di Frank con la propria lingua-

Ryan arrivò qualche minuto dopo, con un vassoio e cinque caffè dentro.

-Ciao Ry, come va?- chiese Pete.

Ryan sorrise appoggiando le tazzine sul tavolo. –Ciao ragazzi. Pete. Tutto bene, grazie.-

-Allora- Pete gli si avvicinò con un sorriso che cresceva a vista d’occhio. –Che fai sta sera?-

Ryan prese i soldi che gli stava dando Adam e li appoggiò sul vassoio. –Esco con Brendon, come al solito. Stiamo insieme-

-Già- mormorò Pete perdendo improvvisamente il suo buon umore. –E lui è al bar?-

Ryan annuì. –Sì. Lavoriamo insieme.-

-Già- disse di nuovo.

Ryan salutò e se ne andò.

-E’ brutto quando ti respingono- sussurrò bevendo il caffè tutto d’un fiato.

-Forse dovresti smetterla di fare la puttana in giro e cercare seriamente qualcuno.- intervenne Adam.

-Perché averne accontentarsi di uno quando puoi averli tutti?- chiese Bert battendo il cinque a Pete.

-Certo- annuì Adam poco convinto. –Perché tutta la popolazione maschile di Los Angels sta aspettando voi…-

Gerard e Frank nel frattempo erano usciti dalla saletta, e il più grande stava accompagnando il suo ragazzo all’uscita.

-Allora, ragazzi…- cominciò Gerard tornando con i colleghi. –Avete impegni per domani sera?-

Spostò lo sguardo su ogni persona presente nella camera, guardando se qualcuno aveva il coraggi di parlare.

Nessuno lo fece.

-Bene, perché Frank ha organizzato una festa per il suo compleanno e, indovinate, siamo tutti invitati!- disse euforico.

Nessuno ebbe il tempo di rispondere che furono interrotti da Jared.

-Dio, avete fatto una società?! Avete intenzione di giocare a strip-poker?! Io ho il negozio scoperto, razza di protozoi informi! Che senso ha per me aprire un negozio se i miei commessi si ammutinano, eh? A lavoro!-   

 

 

TO BE CONTINUED...

 

 

[NdA: Eccomi qui ^^

Allora, la storia è sempre la stessa. “30 Giorni” sta finendo ed io ho bisogno di una storia demenziale a capitoli che mi tenga su di morale. Quindi ho pensato a questa xD

E’ una specie di rivisitazione di “40 anni vergine” (amo quel film, è uno dei miei preferiti xDD Mi fa morire dal ridere ogni volta. L’ho visto ancora ieri sera, la mia mente ha cominciato a cosare, e allora eccoci qui xDD).

Neppure io però ne sono convintissima (addirittura meno delle altre volte -.-“ ) quindi ditemi se pensate che io debba continuarla o no…

Comunque questo è solo il primo capitolo, i prossimi saranno migliori, giurin-giuretta ^^

Ricordo che questi fatti non sono mai accaduti e non accadranno mai, io non intendo dare una rappresentazione veritiera del carattere delle persone citate qui dentro (che appartengono a loro stessi e non a me).

Neppure il film The 40 year-old virgin è mio, ma è di proprietà dell’Universal e di chiunque l'ha scritto/prodotto.

Ho scritto un’ipotetica trama, e i capitoli, salvo cambiamenti dell’ultima ora, dovrebbe essere 12.

Ditemi tutto quello che pensate =)

Un ringraziamento speciale va a mia sorella perché se non ci fosse lei che mi asseconda nei miei deliri, nulla di quello che scrivo probabilmente ci sarebbe. 

Un bacio a chi ha letto e commenterà e anche ha chi ha letto solamente =* ]

Kisses.

Fede.

 

   
 
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