Anime & Manga > Ao no exorcist
Segui la storia  |       
Autore: Astrea_Shinsengumi    06/10/2013    1 recensioni
Una ragazza ricca di 16 anni è al suo ultimo anno di liceo alla True Cross Academy. Sarà la sua ultima possibilità di smascherare il Preside.
*****
"Signorina Shinsengumi, che piacere riascoltare la sua dolce voce”
“P-Preside Pheles, c-che sorpresa…perché mai mi ha chiamata?”
“Sembri agitata, Astrea. Qualcosa non va?”
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mephisto Pheles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Entrai lentamente nell’edificio con sguardo freddo e calcolatorio. Da come mi aveva riferito la segretaria, Mephisto era andato in vacanza lasciando nelle mani della vicipreside tutti i poveri studenti. In quel momento pensaii che forse Mephisto era il preside più magnanimo di tutti.
Entrai nell’ufficio dirigendomi verso lo scaffale che avevo adocchiato il giorno prima e mi piegai.
I libri erano molti ma preferii prendere i primi due, il 17 e il 18, e gli ultimi due che erano lì.
Quando li presi in mano notai con meraviglia che quelli non erano semplici libri, ma veri e propri diari scritti forse proprio da Mephisto. Tutti però…possedevano un lucchetto ma la chiave non vi era da nessuna parte.
Poggiai i 6 diari dentro la borsa che mi ero portata e passai a vedere se trovavo una chiave. Rovistai su tutta la scrivania aprì 4-5 cassetti ma ancora nessuna chiave.
Vidi un ritratto che giorni prima non avevo mai notato così tanto. Mi avvicinai e presa da uno strano istinto lo spostai notando che dietro vi era una specie di porticina larga e lunga circa 50 cm.
Allungai la mano e toccai la maniglia. Una strana elettricità mi attraversò il braccio e come un lampo spalancai la porticina che rivelava solamente un piccolo libro ma senza chiusure…o così credevo.
“Che cosa può esserci qui dentro di così importante da chiuderlo in una specie di cassaforte con la scossa?” mi chiesi ad alta voce.
Decisi di aprirlo ma appena toccai la copertina e cercai di tirarla, sfogliando, questa non si mosse di un millimetro. La guardai stupita. Presi a cercare di aprire le pagine di quel maledetto libro ma queste sembravano come incollate tutte insieme.
“C-Che sia una cosa finta?” ragionai girandomela tra le dita quando dietro notai una specie di lente di ingrandimento a cupola e all’interno vi era scritto:
“Quando nasce ha quattro zampe, quanto cresce 2, quando invecchia 3. Chi è?” rimasi spiazzata a quel rompicapo e prima che vi potessi rispondere sentii dei passi veloci raggiungere l’ufficio e l’unica cosa che fui in grado di fare fu quella di prendere di corsa la borsa con i libri e nascondermi dietro alla porta che mi venne lanciata contro coprendomi.
“Guarda te se deve venirmi a rompere anche quel razza di buono a nulla di Faustus. Tsk! Non ci posso credere che quel malato di Mephisto mi abbia lasciato l’intera scuola tra le mani. IIIIIIH che nervi!!!” borbottò esasperata una donna che identificai come la Mariottini.
Con la stessa furia si richiuse la porta alle spalle uscendo mentre foglie svolazzavano a destra e sinistra. Ridacchiai vedendola in difficoltà da dentro l’ufficio e mettendo tutto in ordine presi di nuovo la borsa e mi defilai velocemente. Dall’ufficio, dall’edificio, dal cancello.
 
“YATTAAA!” esultai nella mia lingua madre girando come una trottola per le strade di Parigi. “Ah, Paris, le ville de l’amour”
Guardai l’enorme albergo a 6 stelle e entrai insieme ai miei genitori e a mio fratello che mi guadava lo zaino incuriosito. “Lo sai che questo si chiama furto, vero?” disse irritato prendendo tra le dita un diario che risaliva all’1800 dopo Cristo.
“Tsk, è solo un prestito” lo rimbeccai sottraendogli dalle mani il libro. “Dovresti farti gli affari tuoi, Taki” lo rimproverai poi guardandolo fissare il retro della copertina di uno dei diari.
“Figo questo indovinello. Posso?” chiese allungando la mano e sfiorando la superficie liscia del vetro della lente. “Davvero fantastico, chissà quanto ci avrà impiegato a fare questo?! Sono sicuro che ha collegato il tasto della risposta esatta al libro così che, se la dai giusta, questo si scalda separando le pagine dalla colla. Si, dev’essere così” dichiarò mio fratello sedendosi alla scrivania e prendendo vari fogli.
“O-Ohi, che fai?” chiesi preoccupata che potesse rovinarlo o peggio, bruciarlo.
“Voglio aiutarti. Non sono minimamente interessato al contenuto ma questo meccanismo, beh…mi affascina” disse con uno sguardo folle negli occhi.
“Siii, okkk” annuii poco convinta della sanità mentale che presentava mio fratello in quel momento ma non me ne curai.
Appena avvistai il mio letto nella stanza accanto a quella di mio fratello sbuffai. Come al solito era un letto matrimoniale a cerchio. I miei dicevano che si dormiva meglio ma mi trovavo maledettamente scomoda.
La grosso vetrata metteva in mostra l’intera Torre Eiffel e proprio fuori al nostro balcone vi era una piscina con idromassaggio.
“Bah, accettabile” mormorai vedendo la mia cameriera mettere in ordine i vestiti che mi ero portata da Okkaido.
“Petra, dopo aver riordinato i vestiti nelle stampelle puoi anche andare. Il viaggio è stato lungo e dovresti riposare.” Gli sorrisi gentile mentre lei, co riverenza si inchinò e mettendo apposto gli ultimi 7 vestiti si dileguò.
Con un sospiro tirai fuori dalla cartella i 6 libri che mi ero trascinata dietro e li guardai.
Non ero riuscita a trovare la chiave per aprire quei dannati lucchetti e avevo provato presino ad aprirli con una forcina ma niente.
Annoiata accesi il mio cellulare che prese a vibrare come un matto. Chiamate, Messaggi, Notifiche su Facebook, Messaggi WhatsApp…quel telefono doveva essersi impallato solo a causa delle 67 chiamate perse e dei 200 messaggi WhatsApp.
Sospirai cominciando a leggere ogni tipo di notifica Facebook. Ignorai le richieste giochi, messaggi di amici che mi hanno contattata e richieste di amicizia appartenenti ai ragazzi entrati nell’accademia.
Riguardo WhatsApp ignorai i 3 gruppi ai quali mi avevano aggiunto riguardanti la mia scuola e gli unici messaggi furono quelli dei miei 4 migliori amici che mi auguravano buon viaggio e buon divertimento.
Le chiamate e messaggi, per lo più appartenerono a diversi agenti di lavoro e agenzie e anche hai miei sfilatori e amici. Cominciai a leggere e cancellare finchè non arrivò un messaggio in quel preciso istante. O meglio, IL messaggio.
Messaggio: Per aprire i miei diari devi usare la chiave che trovi sul retro <3 Aspetto con ansia che questi tre giorni della tua sospensione passino in fretta.
-Preside Pheles-
Mi si gelò il sangue. Come sapeva Mephisto il mio numero. Poi ragionai su tutti i miei datori di lavoro e le agenzie.
Senza perder altro tempo mi buttai di capofitto sui diari girandoli tra le mani e notando appunto un piccolo spacco nel primo dal quale tirai fuori (con una pinzetta) una microscopica chiave che aprì tutti i diari.
Quello che mi chiesi oltre a tutto fu come Mephisto sapeva che avevo preso i diari se era in vacanza. Bah, gli avranno detto che erano spariti e avrebbe collegato la mia curiosità con il prenderli in prestito.
Va beh, pensando ad altro cominciai a leggere il primo bloccandomi subito dopo però.
“Anno 0…Cooosa?!” sbarrai gli occhi. L’intero libricino era stato scritto fino all’anno 1200 d.C ma era in lingua volgare.
Presi la matita e cominciai a rosicchiarla. Quelle pagine erano talmente consumate che era quasi impossibile credere che fossero state realmente scritte da Mephisto. Dannazione, avevano 2000 anni…se non di più.
“Ero con mio fratello, Amaimon. La foresta diventava via via più luciente, segno che eravamo vicini alla fine. Era finalmente giunto l’anno 0. L’anno in cui nacque Gesù. L’anno in cui i romani cominciarono a diventare sospettosi sull’esistenza del messia. L’ennesimo anno da cui noi demoni dovevamo fuggire dalla vita sociale con gli umani perché ritenuti esseri da punire.
Il paese in cui ci fermammo io ed Amaimon era davvero povero di qualsiasi cosa.
Vivevano nella povertà, ognuno se la cava da sé. Spesso gli esseri umani invocavano Demoni come se potessero aiutarli. Molta popolazione decimò con la comparsa di questo nuovo culto, immesso da quell’imbecille di mio fratello….”

Mi stropicciai gli occhi, era notte inoltrata e avevo tradotto molto di quel libro e ogni tanto pronunciavo qualche frase ad alta voce per non perdere il segno. Quel diario era... ma ancora non riuscivo a credere…ancora non riuscivo a credere che il Preside della mia scuola fosse giunto fino alla mia era perciò o si era inventato tutto o era tutto vero.
“…io Samael,ovvero Mephisto Pheles, Re del Tempo, mi rifiuto di vivere in quest’epoca” lasciai cadere il diario dalle mani e mi buttai di schiena sul letto, esausta di tutto e tutti.
Senza che potessi accorgermene chiusi gli occhi e mi addormentai beata con centinaia di fogli, libri e diari sparsi in giro per la mia enorme camera da letto.
 
La stanza era silenziosa: l’unico rumore che si sentiva era il ticchettio dell’orologio. Le pareti color crema e rosa erano lievemente illuminati dalla luce lunare. Ero seduto sulla mia poltrona di pelle rosa a guardare la magnifica torre Eiffel che si stagliava in tutta la sua bellezza davanti alla mia villa. Con le gambe incrociate e un ghigno sul viso sorseggiavo il mio tè serale. La lancetta dei secondi dell’orologio a forma di gatto si fermò sul numero dieci: erano le undici e mezza. Inviai il messaggio con il mio decoratissimo cellulare rosa e mi alzai, posando la tazza sulla scrivania e mi avviai verso la porta indossando il mio cilindro e sistemandomelo bene.
“Quindi, Astrea. È ora di scoprire la verità” mormorai all’oscurità svanendo oltre la soglia diretto da l’unica persona che potesse aiutarmi a portare avanti il piano.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ao no exorcist / Vai alla pagina dell'autore: Astrea_Shinsengumi