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Autore: RiceGrain    02/04/2008    3 recensioni
Ero stata costretta a fuggire. Costretta non da qualcuno in particolare, ma da tutta una serie di cose che mi avevano profondamente convinta che la "vita fa schifo", o meglio "life sucks"...rende decisamente meglio. La banalità dello scorrere dei giorni tutti uguali, uno identico all'altro mi stava soffocando, e sapevo che non avrei retto ancora per molto. Così la decisione di fuggire, provare a ricominciare tutto d'accapo in un altro posto...sì, ma quale? Ely e Gerard...due persone così lontane eppure così vicine...le loro vite sono destinate ad intrecciarsi e a restare unite per sempre...through it all...
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gerard Way, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ed eccoci con il 16 capitolo…spero vi piaccia

Ed eccoci con il 16 capitolo…spero vi piaccia! Scusate oggi sono di fretta e non posso ringraziarvi a dovere, comunque grazie lo stesso a tutte e tre le mie lettrici e commentatrci ShiningFog, BlueAndYellow e SadSong, e anche a chi legge e non commenta ^_^

 

 

Ebbene sì…in un modo o nell’altro io e Gerard riuscimmo ad arrivare indenni ad Ottobre.

Indenni si fa per dire…

Alla fine, dopo la nostra “nottata” avevo deciso di partire in tour con loro…del resto come avrei potuto tirarmi indietro a quel punto? Decisi perciò di soffocare quella stranissima sensazione che provavo ogni volta che mi guardava, o che mi toccava…era qualcosa di sbagliato, che non avrei dovuto provare, e per questo motivo facevo di tutto per ignorarla. Eppure c’era…le cose non erano più come prima, era inutile nasconderlo.

In Giappone, Gerard toccò il picco della disperazione.

Io non riuscivo a credere ai miei occhi. Dopo quello che mi aveva detto a casa sua non credevo fosse più possibile vederlo in condizioni disastrate, ed invece ancora una volta mi sbagliavo…

E’ proprio vero che non c’è mai limite al peggio, e Gerard me lo fece capire in mille modi.

Come se ciò non bastasse, cominciarono problemi anche all’interno della band. Ray e Matt non facevano altro che litigare, ormai era impossibile provare, perché due volte su tre si dovevano interrompere per insultarsi reciprocamente.

Ray gli urlava che era un buono a nulla, incapace e che se il tour fosse andato a puttane, sarebbe stata esclusivamente colpa sua.

Matt, a sua volta, gli rinfacciava di essere un “capellone smidollato” e da qui cominciava una serie di epiteti poco gentili che si interrompevano, grazie al Cielo, solo quando Frank si incazzava. E quando Frank si incazzava, nessuno fiatava più.

Ma la situazione era diventata insostenibile, era palese, e così nel bel mezzo di un sound-check pre-concerto, Matt, sbattendo rabbiosamente le bacchette della batteria, se n’era andato. “Fanculo voi e la vostra cazzo di band” aveva gridato, prima di scomparire definitivamente.

E così ci lasciava nella merda…

“Bravo Ray! I miei complimenti!” Gerard battè le mani ironicamente “Adesso come cazzo facciamo? Matt poteva anche essere un incapace, ma almeno era un fottuto batterista. Adesso non abbiamo più neanche quello!”

Ray si alterò “Ah, adesso è colpa mia? Ma se sono l’unico con le palle qui dentro…l’unico che ha avuto il coraggio di dirgli in faccia la verità. Voi sparlate tanto alle spalle e poi quando è il momento, vi nascondete…”

“Basta ragazzi…” intervenne Alicia, che essendo ormai a tutti gli effetti la ragazza di Mikey si era aggregata a noi. Era proprio una grande. Lei viveva così, un giorno era l’addetta delle chitarre degli Avenged Sevenfold, il giorno dopo la ragazza del bassista dei My Chemical Romance…non si faceva problemi, sapeva che in un modo o nell’altro se la sarebbe cavata.

“Ve lo ricordate Bob Bryar?” aggiunse, salendo sul palco dal backstage.

Gli altri annuirono con un’aria decisamente scocciata. Ovviamente non era il momento per i ricordi. Bob era il tecnico del suono dei The Used, l’avevamo conosciuto al Warped insieme al resto della band, e adesso era insieme a noi in Giappone.

“Beh…” continuò lei “dicono che sia straordinario alla batteria!”

“Alicia, non abbiamo tempo da perdere! A noi serve un batterista vero…” esclamò Gerard.

Alicia si scaldò. “Ma fatelo provare! Insomma peggio di così non può andare, no? Vi manca un batterista, e tra meno di due ore avete un concerto…pensate di trovarne uno per tempo? E poi Bob sa già tutte le vostre canzoni!”

Tutti gli altri si voltarono a fissare Gerard con un’aria della serie “non ha poi tutti i torti”.

E così fu…

E così si scoprì che Bob Bryar era formidabile alla batteria, e non fece solo quella serata come rimpiazzo, no…fece tutte le serate del tour e gli fu chiesto di diventare il nuovo batterista ufficiale dei My Chemical Romance.

 

Il tour in Giappone, segnò come la caduta e la rinascita di Gerard.

Io feci veramente tutto ciò che era in mio potere per aiutarlo, per superare quel momento. La parte più difficile per lui, fu rendersi conto effettivamente di avere un problema. Prima che riuscisse ad interiorizzarlo passò del tempo.

Adesso non era più soltanto il bere e il drogarsi.

Una terribile sera l’avevo trovato che si tagliava, subito dopo un concerto e lì credetti veramente che niente sarebbe mai più stato come prima, e soprattutto capii che da sola non ce l’avrei mai fatta.

Brian lo aiutò moltissimo. Gerard si confidò con lui, gli disse che aveva cominciato a tagliarsi, che aveva tentato il suicidio, della cocaina. Per Brian fu un duro colpo. Aveva sempre saputo delle tendenze di Gerard, ma non immaginava di certo che fosse arrivato a questi livelli.

Così, Gerard grazie al nostro aiuto, riuscì a trovare la forza per rinascere dentro se stesso. Quando tocchi il fondo così tanto, senti improvvisamente dentro di te una forza incredibile che ti spinge a risalire…ecco per Gerard fu così. La forza di noi tutti, che gli facemmo capire che non l’avremmo mai abbandonato gli dette la spinta finale per risollevarsi dalle ceneri in cui era sprofondato.

La cosa più importante che aveva era la band, i fans sparsi per il mondo, e non avrebbe mai mandato a puttane tutto quanto…mai.

L’11 agosto 2004, fu il primo vero giorno della rinascita di Gerard Way.

Da lì le cose migliorarono decisamente. La band tutta assunse un altro aspetto, soprattutto con l’aggiunta di Bob, che adorai nel momento stesso in cui mi sorrise la prima volta chiedendomi se fossi io la ragazza di Gerard.

Tutto sembrava tornato alla normalità…o quasi.

 

E così ad Ottobre del 2004, fu girato il primo video di Three Cheers For Sweet Revenge, I’m Not Okay.

Io non stavo più nella pelle, emozionata quasi più dei ragazzi. Non ero mai stata prima d’ora sul set di un video, e la cosa mi eccitava moltissimo.

Il nuovo regista, Marc Webb, aveva organizzato il tutto in una High School a Los Angeles e così la sera io e Gerard tornavamo a dormire a casa nostra, anche se effettivamente ci restammo pochissimo, dato che i ragazzi facevano tardissimo sul set, per finire il video il prima possibile. In due giorni dormimmo solamente due ore a notte, andando avanti a caffè e sigarette.

 

“Mi sembra di essere di nuovo il perdente del liceo…” Gerard si sedette accanto a me sul muretto fuori la scuola, accendendosi una sigaretta. L’unico effetto collaterale di avere smesso con tutta quella merda, era stato l’aumento delle sigarette che fumava. Quello però riuscivo a tollerarlo…era l’unica dipendenza rimastagli.

Io gli sorrisi dall’alto del mio bicchiere di caffè. “Che c’è di male nell’essere perdenti?” mi spostai e mi stesi sul muretto, poggiando la testa sul suo petto.

Lui mi passò una mano attorno alla vita e mi accarezzò dolcemente.

“La cosa più bella di girare questo video sai qual è?” mi chiese buttando la sigaretta a terra e bevendo un sorso del mio caffè. Io scossi la testa senza guardarlo “Qual è?” “Avere momenti come questo…quando gli altri sono tutti impegnati, posso stare solo con te…e questo rende le notti insonni un misero prezzo da pagare…se posso passare questi momenti così…”

Io gli presi una mano e me la portai alle labbra, baciandola. Quanto mi era mancato questo Gerard…Dio se mi era mancato. Il Gerard dolce, tenero, che mi faceva fare un viaggio sulla luna con una sola sua parola o un sorriso. Il Gerard che sapeva sempre come farmi ridere anche quando non era proprio il caso…il Gerard di cui mi ero innamorata 2 anni prima.

“Mi sei mancato Gee…” gli dissi senza collegare il cervello alla bocca, esprimendo così quel mio pensiero a voce alta.

Lui mi alzò delicatamente il volto verso di sé, baciandomi poi dolcemente come non faceva da tanto.

Non mi sarei mai stancata dei suoi baci, non sarebbero mai diventati una cosa ordinaria. Ogni singolo bacio che ci eravamo dati era stato diverso da tutti gli altri in qualche modo, portando con sé un carico sempre nuovo di emozioni e sensazioni. Era come baciarsi per la prima volta tutte le volte che le nostre labbra si sfioravano…e la cosa più bella era scoprire quanto ogni singolo bacio nella sua unicità fosse sempre perfetto in un modo o nell’altro.

 

“Ecco dov’eri finito!” a quel tono di voce beffardo ebbi un leggerissimo sussulto, prima di staccarmi dalle labbra di Gerard e di girarmi verso Frank che avanzava verso di noi con uno stupido sorriso stampato in faccia.

“Sempre in mezzo alle palle, eh?” lo apostrofò Gerard ricomponendosi.

“Ragazzi, avrete tutto il tempo per sbaciucchiarvi quando finiremo le riprese…ti stanno cercando adesso però, c’è la scena del test di scienze…” esclamò Frank, che per qualche insiegabile motivo non aveva smesso di sorridere come un deficiente per tutto il giorno. Qualcosa non mi tornava…avrei indagato.

“Forza, andiamo a prendere questa F in scienze…” Gerard si alzò dal muretto, tendendomi una mano per farmi alzare a mia volta e tutti e tre salimmo le gradinate della scuola.

Nel corridoio incrociammo Mikey con un adorabile cappellino grigio che ci precedeva dentro l’aula, camminando a passo spedito.

“Hey Mikers! Bel cappello!” gli dissi, entrando dentro la stanza e sedendomi accanto a lui e Alicia sui banchi dove la troupe aveva sisitemato le telecamere e tutta l’equipe.

“Lo prendo come un complimento per me, dato che è mio!” fece Alicia guardando Mikey con il suo cappellino. Io risi “Ti sta benissimo, comunque!”

La scena di Gerard venne girata una sola volta…non era tanto complicata. Lui doveva solo guardare il foglio del compito su cui era stampata una F e esultare col braccio.

Lo guardai mentre si sistemava attorno al collo gli occhiali speciali da laboratorio e sorrideva alle telecamere “Ero davvero bravo a scienze!” esclamò ridendo.

Tutto il contrario di me, pensai…

“Azione!” gridò Marc. “Yeaah!” fece Gerard esultando col braccio, e scoppiando a ridere l’istante successivo. “Ok, perfetto!” fece Greg, l’aiuto-regista.

 

Adoravo quel video, l’idea di Marc era veramente fantastica. Era quella di girare una specie di trailer per un teen-movie. Un’idea strepitosa perché avrebbe collimato perfettamente con l’idea che si erano fatti i miliardi di adolescenti sparsi in tutto il mondo, ascoltando quella canzone…c’era tutto, il liceo, i perdenti, i bulletti, le cheerleaders…non mancava veramente niente.

Loro quattro, (quattro perché, nonostante Bob fosse presente alle riprese, non era ancora stata ufficializzata la sua presenza all’interno della band, quindi le scene dove si vedeva erano veramente pochissime) facevano la parte di questi sfigatelli che dovevano subire le angherie dei bulletti.

C’erano un sacco di scene memorabili.

Adoravo con tutto il cuore la scena iniziale dove Frank era costretto a sorbirsi una pioggia di panini che gli finivano addosso nella pausa pranzo, e Gerard che scuoteva la testa dietro dispiaciuto era una cosa indescrivibile.

Ray che doveva mordere in modo sexy la matita per fare colpo sulle ragazze, confessandoci poi che era una cosa decisamente nelle sue corde, non tanto distante da quello che avrebbe veramente fatto Ray Toro al liceo, Mikey con il suo sorriso da bravo bambino che si intrufolava nell’ufficio del preside mettendo la loro canzone nell’interfono, ripetendo poi alle telecamere che lo intervistavano “I'm gonna play our song on the intercom, I'm gonna play our jams in the school” (questa l’ho lasciata in inglese perché la adoro!) e sopportando stoicamente i miei tentativi di fargli ripetere la parola “school”.

“Ti prego Mikers!! Ridimmi un’altra volta ‘school’…ti prego!” lo supplicavo ridendo…quanto mi piaceva, lo diceva in un modo stranissimo.

Per non parlare di Frank che doveva fare pipì nella boccia dei pesci rossi, una scena che è stata poi eliminata nonostante fosse straordinaria.

“Hey mamma. Il tuo bambino ce l’ha finalmente fatta!” esclamò ridendo, in piedi sul banco mentre teneva in mano il tubo che gli usciva dai pantaloni.

Furono i giorni più divertenti. Li passammo interamente a ridere e prenderci in giro a vicenda.

“Ecco il nostro Frodo Baggins!” esclamò Gerard, quando Frank girò la scena in cui veniva chiuso dentro l’armadietto e poi spaventava una delle fighette della scuola. “A Frank succedeva sul serio!” continuò.

Era vero, infatti Frank non si divertì molto a girare quella scena. Forse troppi ricordi sulla sua stesse pelle, e certe cose ti rimagono per sempre.

 

“Bene…abbiamo finito per ora…avete qualche ora di pausa ragazzi…poi finiremo di girare le scene con le cheerleaders…ah ecco Brian allora siamo d’accordo, farai la mascotte?” Marc si voltò verso Brian che sospirò “Se proprio devo…” ma era evidente che si divertiva da morire a indossare il costume della mascotte della scuola.

Marc annuì “Bene…poi potremo passare alla scena del portico, quella con Gerard e Ray, e in ultimo facciamo le scene nel garage, d’accordo?”

Tutti annuirono, approvando con cenni d’assenso vari e svariati, prima di uscire dall’aula come una vera e propria scolaresca impazzita.

“Andiamo a mangiare un panino?” fece Mikey “Perché no? Facciamo un giretto per Los Angeles…non ne posso più di stare a scuola…comincio a ricordarmi perché odiavo il liceo…” disse Ray.

“Ray tu odiavi il liceo perché eri una schiappa a scuola…” lo corressi io.

“Vogliamo per forza stare a sottilizzare?” mi rimbeccò lui ridendo, prima di avviarci giù lungo le scale e fuori nel cortile.

Improvvisamente un bicchiere di caffè fu svuotato interamente sulla mia maglietta, ma non feci neanche in tempo a capire cosa fosse successo che una voce limpida ed allegra mi riempì le orecchie “Oddio scusami tantissimo!” alzai gli occhi e vidi una ragazza dai morbidi capelli castani e con la divisa da cheerleader, sorridermi con un’aria estremamente avvilita. “Sono un disastro scusa…è che oggi è il mio primo giorno sul set…anzi a dirtela tutta è il mio primo giorno in assoluto…sono emozionatissima e il bicchiere era troppo pieno e….oddio, adesso è tutto sulla tua maglietta…” fece lei cominciando a parlare a raffica, senza darmi neanche il tempo di dire una parola.

“Hey, è tutto a posto!” le dissi io, quando riuscii a prendere la parola. “Non preoccuparti, ho un cambio di vestiti dietro…”

“Già, devi sapere che lei non è contenta se non si porta dietro tutto l’armadio!” intervenne Gerard sorridendo alla ragazza che si rilassò in un sorriso. “Ma smettila, non è vero!” gli detti un buffetto affettuoso sulla testa prima di presentarmi a lei “Comunque io sono Ely!” le dissi “E questi sono Gerard, Ray, Mikey, Frank, Brian, Bob…e loro due sono Alicia e Jamia…”

“Oh…che disastro! Non mi sono neanche presentata…io sono Isabel, ma potete chiamarmi Izzie…” disse lei stringendo la mano a tutti.

“Noi ci siamo già conosciuti mi sembra…” fece Frank quando lei gli porse la mano. Lo guardai e capii…in un lampo capii…ecco perché aveva avuto per tutto il giorno quel cazzo di sorriso.

Lei assunse un’aria interrogativa, evidentemente non capiva di cosa Frank stesse parlando. “Ti era caduto un foglio stamani, nel corridoio, e te l’ho raccolto…”

Lei sorrise, gli occhi verdi che brillavano allegri…era veramente carina. Sembrava proprio una liceale, specie con quella divisa da cheerleader addosso e i capelli legati in una coda.

“Ah sì…è vero…oddio ma allora eri tu…no, non ci posso credere…Frank Iero…e non ti ho neanche riconosciuto…pensavo fossi uno dello staff…” tutti si misero a ridere “Il nostro Frankie ha fallito nella sua missione da rockstar!” esclamò Alicia ridendo.

“Ah-ah…molto divertenti…” fece Frank “…comunque Izzie…” aggiunse poi “dal momento che non hai più un caffè, perché non ti aggiungi a noi? Stavamo giusto per andare a pranzare…”

Lei sorrise “Veramente? Beh…grazie mille! Accetto molto volentieri!”

Io le sorrisi e lei ricambiò…quando sorrideva le si illuminava tutto il volto.

“Non fare caso alle stronzate che sentirai uscire dalla bocca di questi individui…” la misi in guardia ridendo, poi mi voltai a guardare Frank, che stringeva la mano di Jamia…lo sguardo decisamente fisso su Izzie…

“Oh no…oh no…fa che mi stia sbagliando…” pensai prima di voltarmi e di stringere la mano a Gerard.

 

 

 

   
 
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