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Autore: Alexiel Mihawk    02/04/2008    9 recensioni
-Allora farò la principessa!! E tu un giorno mi sposerai e vivremo nel catello. Posso?-
Tiro la mano di Draco senza smettere di sorridere.
Il bambino la guardò, e poi un debole sorriso apparve sul suo viso. Era un sorriso debole, stirato. Di chi sorride per la prima volta nela sua vita.
Poi guardò la sua mano stretta in quella di quella bambina di cui non conoceva neanche il nome.
E si sentì strano. Si sentì felice.
-Si-
-Promettimelo- esclamò la bambina entusiasta
-Te lo prometto-
[Draco / Hermione, Ginny fortemente OOC]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Dopo secoli ecco il quarto capitolo. So bene che questa fic proprio come l'altra procede a rilento ma dovete perdonarmi, quest'anno ho la maturità e di conseguenza prende la maggior parte del mio tempo lo studio. Inoltre la priorità va alla scrittura della tesina. Ringrazio tutti coloro che hanno commentato e perdonatemi se non ringraziouna persona alla volta ma siete in tante e il mio tempo è poco. Questo è uno degli ultimi capitoli della storia, ne mancano ancora uno o due, vedrò come si evolverà. I vostri commenti mi fanno molto piacere, in quanto sono un'incoraggiamento costante e spronano a scrivere, quindi vi ringrazio molto. Un ringraziamento più grande a chi commenta invece di leggere soltanto.
Questo capitolo è dedicato alla mia Anima Gemella, che ancora non lo sa >.> ma presto verrà fatta ubriacare e sarà sedotta.
E alla mia MogliaH Ly che mi manca un casino e che amo un sacco.

<3 chu!

Vi amo donnette!

Al.

• ~ • ~ •

-Sei pronta?-

-Che domanda idiota Malfoy, piuttosto tu sei pronto?-

-Granger io sono un Malfoy, sono nato pronto.-

Hermione alzò un sopracciglio fissandolo scettica, era una battuta vecchia come il mondo.

Prese il braccio che Malfoy le porgeva e fece un respiro profondo.

Varcare quella soglia significava sconvolgere il delicato equilibrio che era venuto a crearsi tra Slytherin e Gryffindor.

Varcare quella soglia significava alterare la situazione di stallo, alterare la sua reputazione immacolata di Gryffindor.

Significava tregua… o significava guerra.

•••

4. Valzer Del Destino

•••


Draco Lucius Malfoy stava per fare la sua mossa.

Avrebbe rigirato le sorti della partita portando un conclusivo scacco al re.

Per la prima volta dopo sette anni, il principe delle serpi si sbilanciava, avanzava verso quella che sarebbe stata la sua prima decisione autonoma, indipendente da quei legami di sangue e stirpe di cui tanto si vantava.

La voce delle sorelle stravagarie arrivava fino alle sue orecchi, invadendo prepotentemente tutto il corridoio, era ora di dare inizio alle danze.

Il principe che si rivoltava contro il re. Sorrise, un ghigno sadico che Hermione riconobbe perfettamente, glielo aveva visto dipinto sul volto più volte, mai aveva significato qualcosa di positivo.

-Andiamo- le sussurrò.

Pochi passi e fu un attimo.

Il Re delle Serpi e la Regina dei Grifoni.

Lei fasciata in un abito nero, di raso, aderente e ornato di ricami argentei; Lui in uno smoking nero, gemelli argentati e un ghigno dipinto sul volto.

Avanzarono imperterriti e alteri e al loro passaggio la folla si apriva, ammutolita da tale inaspettato spettacolo.

-Bè che diamine avete?- sibilò Malfoy rivolto alla banda che aveva improvvisamente smesso di suonare –Che cazzo vi pagano a fare?-

E convincente come un Malfoy non lo sa essere nessuno.

Prese Hermione per una mano e la condusse nel centro della pista da ballo.

-Malfoy ci stano guardando tutti- sussurrò la riccia, imbarazzata dalla situazione in cui si era venuta a trovare.

-Granger, mi guardano perché sono bello- celiò il biondo, sapendo perfettamente che quella che aveva appena detto era solo una mezza verità.

La parte di quella verità, che perfino Draco Malfoy aveva paura di pronunciare, era ben più scomoda.

Si trattava di ammettere a sé stesso che forse quella donna – bambina con cui stava danzando non gli dava poi così tanto fastidio come voleva far credere, voleva dire che per un insignificante braccialetto aveva messo da parte gli ideali di una vita [ideali non inculcatigli da pregiudizi atavici del padre].

Hermione gli sorrise, si era vero Draco era bello, era sicuramente il ragazzo più bello di tutta la scuola, su questo non c’erano dubbi. Ma era anche il rampollo di una delle pi note famiglie purosangue di tutto il mondo magico, e lei, lei non era altro che una farfalla sperduta tra uno stormo di aquile.

Sentiva alle sue spalle lo sguardo stupito e vagamente offeso di Harry e quello ancora più sconvolto di Ron ma continuò a danzare.

Si muovevano leggiadri per l’ampia sala, come petali mossi dal vento, in una magica danza, armoniosa e letale, tanto che nessuno nella sala riusciva a staccare loro gli occhi di dosso, come stregati da un mistico spettacolo, una danza incantata che, persino in quel mondo dove la magia era all’ordine del giorno, aveva qualcosa di sacro, quasi divino.

-Granger?-

-Si?-

-Il trio di volpi ci sta guardando in modo strano-

La fanciulla lo osservo interdetta.

-Il trio di che?-

-Volpi Granger, volpi, animali rossi e furbi, piccoli appartenenti alla famiglia dei canidi. Sveglia, parlo della Weasley e della sua allegra combriccola di amiche-

spiegò il biondo, stando molto attendo a sottolineare i concetti, come se stesse parlando a un minorato e che gli procurò un occhiata di fuoco da parte di Hermione.

-Ti guardano perché sei bello, Malfoy, e ora fammi il favore taci, che se stai zitto riesco quasi ad apprezzare la tua invadente presenza-

-Ma così mi spezzi il cuore. Sei al ballo con il ragazzo più figo della scuola e gli dici di stare zitto. Tu mi uccidi.-

Una risata cristallina si fece strada fino alle sue orecchie.

-Che immodesto. E io che nella mia ingenuità pensavo che fosse Zabini il modello di egocentrismo della scuola.-

-Eh no! Blaise è Blaise, io sono io.-

-Su questo non ci sono dubbi Malfoy, se no non sarei qui, non credi?-

Sorrise il principe delle serpi.

Sorrise attirando su di sé l’attenzione di chi lo conosceva da sempre e di chi non l’aveva mai conosciuto davvero. Tutti amici e nemici si accorsero che quel sorriso aveva qualcosa di vittoria.

Se ne accorse Zabini, che conosceva Draco da anni e lo considerava come un fratello.

Se ne accorse Pansy, che gli era stata accanto per cinque lunghi anni e mai lo aveva visto sorridere a quel modo.

Se ne accorse Daphne, che da sempre gli era stata amica.

Se ne accorse Harry, che da sette anni lo considerava la sua nemesi.

Fu un attimo, poco più di un secondo in cui Draco Lucius Malfoy superò il confine, posando il piede, anche se per poco, tra i mortali, dimostrando così di essere umano.

-Sta sorridendo- sbottò Pansy.

-Già, così sembra.- sussurrò Blaise stringendo a sé una Daphne sorridente.

-Perché tieni il muso?- chiese dolcemente all’amica.

-Perché io non sono mai riuscita a farlo sorridere così-

-Ci riesci con Weasley però- buttò lì Zabini limandosi un’unghia –Bè? Che avete da guardare? Se mi si spezza poi cosa faccio?!-

Ilarità, parola dal sapore agrodolce che a dispetto delle apparenze era ben conosciuta anche dalle serpi.

-Hai visto Ron?- chiese colui che era sopravvissuto.

-Visto cosa Harry?- domandò a sua volta che certo non brillava per acume.

-Malfoy, Malfoy ha sorriso ad Hermione-

-Naaa, impossibile, ti sarai sbagliato. Quello è uno che non sorride nemmeno se gli fai il solletico.-

Harry Potter e Draco Malfoy, da sempre nemici, da sempre considerati bene e male, luce e ombra, come poteva non accorgersi lui che sempre aveva nutrito un viscerale rancore nei confronti dello Slytherin, del cambiamento che stava subendo? No il bambino che era sopravvissuto non era stupido, non lo era mai stato, e da che aveva memoria aveva sempre saputo leggere il cuore delle persone.

~


La musica accompagnava i movimenti sinuosi e perfetti degli improvvisati ballerini. Tutta la sala li guardava ammirata, quasi tutta la sala.

Da un lato del salone, due ragazze osservavano Hermione con palese invidia. Ginevra Molly Weasley sentiva una crescente rabbia montarle dentro e se avesse potuto si sarebbe messa a urlare di rabbia. Come era possibile che Hermione Granger, la ragazza timida e impacciata che pensava solo a studiare, fosse venuta al ballo con Malfoy. Quello stesso Malfoy che la guardava con disprezzo, lei la ragazza più carina della scuola. Era un affronto, un terribile affronto. E la vanità di una donna è la cosa più pericolosa e terribile che esista perché se viene intaccata o ferita ne consegue una vendetta che non lascia scampo alcuno.

-Baldracca-

Sibilò a denti stretti.

-Calmati Gin-

Tentò di consolarla l’amica Lavanda, anche lei verde d’invidia.

-Col cazzo che mi calmo, l’hai vista? Sembrano quasi amici, lei non è assolutamente alla mia altezza, eppure Malfoy ci balla insieme. Con lei, Miss So-Tutto-Io-

Vanità, orgoglio ferito.

E una Grifondoro più perfida di una Serpe.

No, Ginnny non era mai stata veramente amica di Hermione. Le era stata vicina perché affamata di fama, per poter stare vicino a Harry Potter, il suo attuale ragazzo, di cui nemmeno era innamorata. Era calcolatrice, questo sì. Se stare con il bambino sopravvissuto le avrebbe portato notorietà lo avrebbe fatto. Hermione le passava i compiti, la copriva quando ne aveva bisogno ed era abbastanza scialba da farla risaltare.

-Lavanda-

Sussurrò adirata.

-Andiamo alla Guferia-

~


Hermione centellinava lo champagne, il flute in una mano, lo sguardo perso oltre la murata del balcone.

-Granger mi stai ascoltando?-

-Ad essere sincera no Malfoy. Mi stai facendo venire mal di testa.-

Il biondo la guardò con stizza. E che diamine, lui era il principe delle Serpi, nessuno poteva permettersi di non ascoltarlo mentre parlava!

Poi la riccia si volto di scatto verso di lui, rischiando di rovesciare il bicchiere che teneva in mano.

-Devo chiederti una cosa.-

-No mi dispiace, è contro ogni mio principio andare a letto con una Gryffindor-

Un’occhiata gelida lo fulminò all’istante.

-Penso che morirò per questo rifiuto. Cerca di evitare le porcate se ti riesce. Voglio sapere perché mi hai invitata al ballo. Io, mezzosangue zannuta, che hai sempre disprezzato.-

Il biondo Malfoy scoppiò a ridere. Non era una domanda stupida ma sapeva che lei conosceva già la risposta.

-Perché tu hai accettato?-

Hermione abbasso il viso, distogliendo lo sguardo. Non aveva senso, aveva accettato era vero ma il perché nemmeno lei lo sapeva. O meglio proprio perché lo sapeva lo trovava privo di senso. Un tuffo nel passato? Un ricordo prezioso? Una promessa da mantenere? Molto più probabilmente quella situazione era frutto di una beffa del destino, destino che girava su una ruota dentata.

-Vuoi sapere il perché Mezzosangue? Sono uno Slytherin purosangue, erede della nobile casata dei Malfoy, e un Malfoy, per quanto bastardo, onora sempre le promesse.-

Disse Draco con lo sguardo perso verso il cielo.

-Questo è il nostro ultimo anno a scuola, ne ho passati sette ad atteggiarmi a re del mondo, e non voglio certo negare di essere convinto di esserlo, ma quando ho visto quel bracciale che portavi al polso l’altro giorno ho rivisto un bambino di sei anni che costruiva un castello di sabbia con un’estranea sotto la pioggia. Granger, è stata la prima volta che sono stato felice, e se lo dici a qualcuno farò in modo che tu non possa mai più aprire quella dannata bocca, volevo provare ad abbattere un muro.-

Hermione lo fissò basita. Le aveva parlato più a lungo per quei tre minuti che in sette anni di scuola, scoprendosi molto di più di quanto normalmente non avrebbe mai fatto.

-Sei ubriaco-

-Abbastanza grazie.-

La Gryffindor lo fissò a lungo, lasciando che la musica attutita della sala si insinuasse tra loro, quindi parlò.

-Draco per abbattere un muro costruito in una vita intera non basta certo una sera. Ho accettato di venire al ballo con te per quel bracciale, forse ho cercato un passato che so non avere futuro, o forse ho voluto anche io onorare una promessa fatta. Ma non abbiamo sei anni, non più. Siamo due maghi adulti che tra pochi giorni entreranno nel mondo reale, a vivere la vita vera. Non puoi pretendere che il muro creatosi in anni e anni di ostilità crolli. Non subito. Però una cosa è vera, hai minato le fondamenta.-

Malfoy sorrise debolmente, un sorriso cinico, di chi sa bene a cosa va incontro ed è disposto ad affrontarlo con coraggio ed orgoglio.

-Muoviti mezzosangue, torniamo dentro.-

~

Era da poco passata la mezzanotte quando una carrozza nera arrivò a Hogwarts. Ogni cosa era silente, solo una leggera melodia che arrivava dalle sale più interne del castello, giungeva fino alle orecchie dei nuovi arrivati.

La porta laccata e intarsiata d’argento del veicolo si aprì cigolando e una figura ammantata di nero fece la sua comparsa.

Alto, diritto e dal portamento regale.

Lucius Abraxas Malfoy ispirò profondamente.

Una folata di vento improvvisa lo investì in pieno.

Era arrivata la Tempesta.








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