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Autore: Giuggia89    02/04/2008    3 recensioni
Finalmente sono tornata! Con il seguito di ‘Schifosi Ricatti’! Le cose procedono, il matrimonio fra Draco e Ginny è alle porte e la vita in casa Malfoy diventa pian piano quasi divertente. E il nuovo anno sta per cominciare…e non credete che tutto fili liscio! Succederanno molti pasticci, Voldemort stesso si intrometterà nella vita dei ragazzi. I ricatti non mancheranno ovviamente, così come gli intrighi amorosi, perché anche se all’apparenza sembra tutto filare liscio…beh, è solo all’apparenza! ‘Diabolici piani’ è il nuovo titolo, e prometto che ne vedremo delle belle! Leggete e fatemi sapere cosa ne pensate! ^-^
Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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08

 

La serata era più calda del previsto e Ginny non né era particolarmente entusiasta perché il vestito che aveva scelto risultava a quel punto inappropriato.

Sbuffando cominciò a frugare nel sul baule, senza trovare nulla che la accontentasse.

Si lasciò cadere sul letto, esausta. Era già in ritardo di un quarto d’ora.

Aveva lasciato che le sue compagne di stanza finissero tutte di prepararsi perché non aveva voglia di ascoltare i loro pettegolezzi e quando le aveva viste uscire dalla Sala Comune era corsa in camera.

Stesa sul letto, con le autoreggenti nere, in mutande e reggiseno, cercava di farsi venire un idea soddisfacente mentre pensava che avrebbe preferito dare da mangiare ad un Ungaro Spinato piuttosto che affrontare quella, sicuramente pesantissima, serata.

Ma non poteva evitarlo.

Draco non sapeva ancora nulla di Blaise e Pansy, o per lo meno lei non glielo aveva detto.

Un po’ perché aveva paura che lui intuisse quello che era successo, un po’ perché in ogni caso non ce n’era stato il tempo.

Aveva passato la settimana per lo più chiusa in camera sua, di pessimo umore, a studiare o al massimo a giocare con Syberia, e i rari momenti in cui aveva visto Draco, per lo più di notte, erano stati dedicati a cose più interessanti delle chiacchierate.

Oltretutto quegli strani sogni continuavano a tormentarla, e questo le creava solo più nervosismo.

Si alzò svogliatamente da letto: certo era che non poteva fuggire.

Afferrò il vestito di seta cobalto particolarmente scollato che piaceva tanto a Draco e lo indossò di corsa, sciolse i capelli con poca cura e afferrò il primo paio di scarpe col tacco alto che trovò nel baule, infine si armò di tutta la pazienza ma soprattutto di tutto l’autocontrollo che aveva imparato a casa Malfoy e uscì dalla stanza con passo elegante e deciso.

Arrivata all’ingresso però non trovò suo marito che l’aspettava.

Aveva si e no venti minuti di ritardo, Draco non poteva essersene realmente andato.

Rimase per un po’ a fissare l’atrio dalle scale, immobile, come se non credesse ai suoi occhi.

Un rumore alle sue spalle la scosse e una voce familiare la distolse dai suoi pensieri.

“Ah, sei qui! Ti ero venuta a cercare nel dormitorio….Draco mi ha chiesto di dirti, o meglio Blaise mi ha detto che Draco gli ha detto che al momento è con Pansy. Immagino tu possa immaginare il motivo. Di conseguenza, beh…” Hermione sembrava imbarazzata.

Ginny le lanciò uno sguardo che la trapassò da parte a parte.

“Mio fratello?” Chiese, gelida.

Hermione ora risultava quasi spaventata.

“Ehm…non lo so, non sono ancora entrata nella Sala, quindi non l’ho visto...” provò.

“Hai capito quello che intendo…” Ginny non sembrava intenzionata a fargliela passare liscia.

A quel punto Hermione si irritò. “Senti…sono tre giorni che non mi parla, dopo che abbiamo litigato. E’ convinto di avere ragione ma non ha neanche le palle per venire a discuterne. Io ho provato ad avvicinarlo in ogni modo, ma non è servito a nulla. Sono cavoli suoi a questo punto! Io sta sera mi voglio rilassare un po’ e Blaise è stato molto carino ad invitarmi. Non voglio stare da sola, fine. Parlaci tu con tuo fratello, io con lui ho chiuso finché non si decide a venirmi a chiedere scusa!” Detto questo, sorpassò Ginny e con passo svelto e deciso di avviò versola Sala Grande, da dove proveniva un sonoro vociare un buon odore di cibo.

Ginny sospirò. Ma cosa stava accadendo a tutti? Sembrava che tutto quello che le era intorno stesse crollando. Era assurdo.

Scrollò la testa da quei brutti pensieri e si diresse verso la Sala. Di certo non aveva intenzione di raggiungere Draco e Pansy. Primo, perché preferiva evitare la ragazza: si sentiva troppo in colpa, anche se non ne aveva motivo. E secondo…era irritata per Draco.

In realtà non avrebbe dovuto esserlo, era normale che lui sostenesse la sua migliore amica, o quello che comunque era, in un momento come quello…ma rimaneva il fatto che a Ginny ancora non andava giù la vecchia centenaria e da tutti conosciuta cotta di Pansy per suo marito. Certo, si fidava di lui, e sicuramente anche di lei. Ma la cosa la irritava comunque…non si può certo razionalizzare i sentimenti!

Quindi era meglio stare lontano da quei due, in quel momento.

Entrata nella Sala notò che la maggior parte degli studenti era già seduta a tavola e aveva già cominciato a mangiare.

Decise di andarsi a sedere nel posto libero che trovò vicino a Harry, che in quel momento le sembrava l’unica persona che quella sera avrebbe potuto reggere.

Harry le sorrise quando si accomodò.

“Pessima serata?” Domandò.

“Già…si nota tanto?” Ricambiò un po’ forzatamente il sorriso, prima di servirsi una fettina di arrosto.

“Penso lo sia un po’ per tutti. Credo che tu sappia di Ron ed Hermione…” Fece una smorfia.

Lei annuì, mentre masticava svogliatamente la sua cena.

“Già. Se non sbaglio quel Blaise l’ha invitata al ballo, per sta sera. Lei dice che è solo in amicizia e per consolarsi un po’, ma sinceramente, quando sono stati amici, quei due?” Sembra poco convinto, mentre giocherellava con la forchetta tormentando una patata che era rimasta nel suo piatto.

“E’ quello che ho chiesto anche io….sai, Blaise ha appena lasciato Pansy.” Posò la forchetta. Non aveva proprio fame.

“Che gran casino. Spero per Hermione che abbia un po’ di buon senso. Lei e Ron hanno sempre litigato, non credo che questa volta possa essere o debba essere diverso…però non lo so, c’è una strana aria in giro.” Sbuffò.

“Non so che pensare…ci sono un sacco di cose che non capisco, ultimamente. Tutte le persone che mi circondano sembrano essere impazzite ma non capisco perché, senza un motivo, così, all’improvviso…”

“Ti capisco…a me personalmente innervosisce Ron. Lui, che ha sempre avuto tutto, che può viversi la sua storia d’amore con tranquillità, deve mandarla a puttane per il suo solito orgoglio di merda….ma questa volta non sarò di certo io ad andare da lui a convincerlo a parlare con Hermione! Deve crescere…” Era un po’ irritato.

Ginny scosse la testa. “Ma chi sene frega. Non ho voglia di preoccuparmi anche per loro. Se i miei amici vogliono rovinarsi la vita facciano pure. Ho già i miei problemi…Tu invece, come va?” Sorrise, mentre le portate cambiavano e il dolce compariva sulla tavola.

“Normale.” Fece spallucce.

Ginny rise, e assaggiò un po’ di budino alle mandorle.

“Ehi, Harry!” Una voce squillante alle sue spalle lo fece sobbalzare.

“Ciao, Rodmilia.” Non era entusiasta di vederla, in realtà.

Ginny guardò per un secondo lei, e poi lui.

Poi tornò a guardare lei, che era vestita in maniera decisamente poco consona ad una serata di un ballo scolastico.

La minigonna di pelle rossa era per lo più inesistente e il bustino lucido abbinato agli altissimi stivali sarebbe stato volentieri acquistato da una ballerina di Lap dance in un qualunque locale a luci rosse dei peggiori sobborghi di Londra.

Sorse il naso. E lo stesso fece Harry.

“Come ti sei conciata?” Le chiese.

“Non ti piace tesoro? Pensavo potesse essere carino per il dopo festa che avevo preparato per te!” Gli sussurrò maliziosamente in un orecchio.

Harry assunse un espressione poco convinta, ma poi, osservandola meglio, decise che in effetti non era per nulla male: la serata stava prendendo una piega che non gli dispiaceva poi troppo.

“Vieni?” Gli tese una mano.

Lui fissò Ginny per un attimo “Ti spiace?” Le chiese.

“Ma figurati!” Sorrise, nascondendo il giudizio poco positivo che stava elaborando la sua mente.

Lui sorrise, afferrò la mano di Rodmilia e si lasciò condurre fuori dalla Sala.

Ginny tornò a concentrarsi sul suo budino, ma la fame gli era passata ancora di più.

Come poteva Harry essere caduto così in basso da andare a scoparsi la prima ragazzina in minigonna che gli si piazzava davanti? Non riusciva a crederci.

Un colpo di tosse del Preside e un breve discorso dopo aveva lasciato poi spazio alla festa.

I tavoli erano stati spostai ai lati della Sala e riforniti di punch e stuzzichini mentre al centro, fra varie composizioni che ricordavano il tema della zucca e fra coriandoli arancione e neri, le danze vennero aperte.

Ginny si ritirò in un angolino con in mano un bicchiere di punch che si era fatta abbondantemente correggere da Dean, e si perse nei suoi pensieri.

Solo un anno prima, in quello stesso angolo della Sala, Draco l’aveva provocata mentre Harry l’aspettava dall’altra parte della Sala.

E quella stessa sera, l’anno prima, dopo aver festeggiato la serata con Harry e gli altri amici che celebravano le “loro nozze”, era finita completamente ubriaca nel letto di Draco alle tre di notte, senza neanche forse realmente volerlo.

E ora invece era li, da sola, realmente sposata e di pessimo umore, ma non si poteva più dire che la sua vita fosse incasinata. Era il mondo, attorno a lei, che era incasinato, ma lei non lo era più. Sapeva quello che voleva, aveva una bellissima bambina che amava, un marito che era perfetto…era felice, in fondo.

Solo che le sembrava troppo bella, quella felicità. C’era qualcosa di sbagliato in tutto quello.

C’era Draco che doveva diventare un Mangiamorte, e c’erano quei maledetti sogni.

E tutto appariva troppo perfetto.

Finì in un sorso il suo punch corretto e decise infine di uscire dalla Sala, immergendosi nella pungente aria notturna del parco.

Camminava da poco quando vide che un Draco un po’ affaticato le veniva incontro insieme a Pansy.

“Che succede?” Chiese, quando furono abbastanza vicini.

Draco non sembrava contento di vederla, mentre cercava di sorreggere Pansy, ancora in lacrime.

“Nulla Ginevra, non ti preoccupare.”

Quando la chiamava col suo nome, c’era qualcosa che non andava.

“Draco, dimmi che succede…” Non era dell’umore er farsi prendere per il culo.

Pansy singhiozzò, e poi si staccò da Draco, affondando il viso fra le mani.

Draco fissò lo sguardo in quello della moglie, senza proferire parola.

“Cosa cazzo sta succedendo!” Sbottò. Non credeva che, in quel momento, Blaise centrasse qualcosa.

Draco ricominciò a camminare, passandole accanto, ignorandola.

Ginny si infuriò. Aveva un pessimo presentimento.

Lo afferrò per un braccio e lo costrinse a voltarsi e, mentre Pansy singhiozzava alle loro spalle, Draco storse la faccia in una smorfia di dolore e ritirò violentemente il braccio.

Sul viso di Ginny comparve un espressione allucinata. Non riusciva realmente a crederci.

“No…non ci credo. Non puoi…non potete…!” Non sapeva bene perché, ma sentiva le lacrime che le premevano contro le ciglia. Era delusa. E incazzata.

“Non ti provare a giudicarci.” Sentenziò Draco, fermo, fissandola con odio negli occhi.

“Come…come hai potuto? Come hai potuto farlo? E senza dirmelo!” No, proprio non riusciva a digerirlo.

“Lo hai sempre saputo, che sarebbe successo.”

“Mi hai escluso dalla tua vita! Sono tua moglie, abbiamo una figlia, e non hai neanche lontanamente pensato di rendermi partecipe di questa cosa…cosa sono io per te? Una bambola di porcellana da mettere in bella mostra ma che deve stare zitta e non sapere niente della tua vita?! E’ così che vuoi crescere nostra figlia?” Avrebbe voluto urlare, piangere, prenderlo a schiaffi per tutto quello che aveva appena fatto. Ma era cresciuta. Aveva imparato che le scenate non servono a nulla. E contenne tutta la sua rabbia e la sua delusione dentro di se, sibilando piano quelle parole, con cattiveria e amarezza.

Sentiva un enorme peso sullo stomaco.

Pansy, che fino a quel momento non aveva smesso un secondo di singhiozzare, si intromise “Credi realmente che lo abbiamo fatto di nostra volontà? Credi realmente che avremmo voluto farlo? Anche se avessimo cambiato idea, non conta più nulla oramai. Siamo nati nelle famiglie in cui siamo nati, siamo stati destinati a farlo fin dal giorno in cui siamo venuti al mondo!” Era furiosa. “E non ci possiamo fare proprio nulla.”

Ginny deglutì. Draco pure.

“Perché sta sera?” Mormorò fra i denti. “La cerimonia non era prevista per il prossimo mese?” Non capiva.

“Credi che al Signore Oscuro interessino veramente queste formalità? Aveva bisogno di noi e questo era l’unico modo in cui era sicuro che non saremmo potuti sfuggire. Aveva percepito che c’era aria di rivolta in noi, e non è certo uno che si lascia contraddire o che lascia scegliere. E quindi…l’ha fatto. Fine del discorso.” Draco abbassò lo sguardo.

Ginny era distrutta. Veramente Draco non voleva farlo? Veramente aveva cambiato idea? Ma perché non gliene aveva parlato? Perché non si era confidato con lei? Perché non aveva cercato conforto o sostegno? Perché credeva di essere invincibile e indistruttibile e di dover sempre fare tutto da solo? Perché credeva di non poter contare su nessuno? Perché non si fidava di lei? Era pur sempre sua moglie.

Ma lui non sarebbe mai cambiato. Cosa credeva? Aveva veramente pensato di poter trasformare un essere selvatico e indomabile come lui? Lui viveva da solo, e viveva per se stesso.

In quel momento provava solo dolore. E delusione.

“Perché non me lo hai detto? Perché non hai chiesto il mio appoggio?” Ora, era veramente distrutta.

Draco, però, rise. Amaramente. “Perché? E cosa avrei dovuto fare? Cosa avrei dovuto dirti? Non sarebbe cambiato nulla. E’ la mia vita, non ti riguarda come la conduco, non ti riguarda quello che provo, non riguarda nessuno quello che sento. Non ti riguarda quello che devo fare. Tu sei fuori da tutto questo…”

Non credeva alle sue orecchie.

Rimase immobile.

Draco strattonò Pansy per la lunga veste nera e si incamminarono verso il castello.

Quella forse era una serata piuttosto calda, ma il gelo che aveva Ginny nelle ossa e nel cuore non si sarebbe potuto sciogliere tanto facilmente.

 

****************

 

Passava le giornate chiusa in camera.

Si annoiava.

Le persone che vivevano in quel poso la mettevano in soggezione, si sentiva messa sotto pressione dalla continua analisi cui era sottoposta ogni qualvolta veniva a trovarsi in compagnia di qualcuno.

E la cosa più brutta era che non sapeva proprio cosa fare. Si trovava in quel luogo da più di tre settimane e ancora nessuno le aveva dato un compio, nessuno le aveva dato qualcosa da fare. A che scopo si trovava li?

Ma sembrava che nessuno in quel posto facesse qualcosa. Anche i “piani alti”, i mangiamorte di professione, fedeli e vecchi servitori del Signore Oscuro, non sembravano fare altro che andasse oltre i pettegolezzi o i festini privati limitati ai pochi eletti nelle zone sotterranee del castello, a cui era proibito l’ingresso ai neoadepti.

Non le era chiaro come potesse Mishra fare parte di quella piccola schiera di eletti, visto che era poco più grande di lei e non poteva essere arrivato molto tempo prima.

Eppure sembrava essere particolarmente influente e particolarmente vicino al Signore Oscuro.

In ogni caso, non le importava. Quel ragazzo la metteva in ansia molto più che tutti gli altri inquilini del castello messi insieme e non si sentiva mai a proprio agio quando si trovava in sua compagnia, quindi preferiva cercare di evitarlo. Tranne quando era impossibile.

Come in quel momento, per esempio.

Avevano appena bussato alla porta.

“Chi è?” Era distesa poco compostamente sul letto a fissare il soffitto e l’ultima cosa di cui aveva voglia era dover parlare con qualcuno.

“Mishra.” Effettivamente, cosa lo aveva chiesto a fare?

“Entra” Poteva forse rispondere diversamente?

La porta si aprì ma lei continuò a fissare il soffitto, senza curarsi di colui che stava entrando

Non era certamente presentabile, distesa sopra le coperte sfatte di un freddo letto di ferro, coperta solo da un leggero abitino di cotone rosso e una vestaglia vermiglia che stonava con il vestito.

Ma, come già detto, non se ne curava.

Chiuse gli occhi “Come mai qui?” Sbuffò.

“Volevo chiederti se ti andava di fare qualcosa…divertirci con un po’ di incantesimi, fare qualche pozione divertente…mi annoiavo e gli altri sono tutti al parco per la partita di Quidditch che, come ti ho già detto, io no sopporto.”

Quidditch, giusto. Lo aveva dimenticato.

“No, guarda, non mi Va. Non sono dell’umore…” Si girò dall’alta parte, accoccolandosi verso il muro.

Mishra però non sembrava aver capito o meglio, non voleva accettare che per lei il discorso fosse finito.

Dopo un bel po’ di minuti di silenzio, Satine continuava a sentirsi gli occhi addosso, e Mishra non si era mosso di un centimetro.

Sbuffò, aprì gli occhi e si girò, fissandolo scocciata.

“Che c’è?” Era nervosa, parecchio. Quello sguardo non le piaceva.

“Se stare lontana dall’uomo che ami ti fa così male non capisco perchè tu sia qui…”

Satine sgranò gli occhi. “Ma tu cosa ne vuoi sapere?”

Mishra non rispose, scrollo le spalle, si avvicinò al letto e si sedette accanto a lei, scostando le coperte sfatte.

“Mio caro, non dare giudizi se non sai di cosa stai parlando. Mi annoio perché non riesco a capire cosa ci facciamo qua, qual è il nostro compito.” Era nervosa e irritata. Si scostò un po’ più lontano da lui, mettendosi un po’ più seduta e prendendo le coperte per coprirsi un minimo. Quella situazione non le piaceva per nulla.

“Come ti pare” Scrollò nuovamente le spalle e allungò la mano verso il suo viso, prendendola dietro la nuca per tirarla a se, baciandola.

Satine rimase un po’ spiazzata ma dopo un primo istante si divincolò.

I grandi occhi viola si illuminarono della solita, ormai conosciuta, luce sinistra.

Era spaventata. “Cosa vuoi?” Chiese, poco convinta, cercando di chiuderlo fuori dalla sua mente, nella quale stava cercando di penetrare.

“Secondo te?” Rispose, secco, trascinandola a se completamente e riuscendo a sfondare la barriera che lei stava cercando di frapporre fra loro nella sua testa.

Ne rimase spiazzata. Lo sentì entrare violentemente nella sua testa. Era una sensazione strana, mai provata. Non era normale legimanzia. Sembrava proprio averne preso il possesso.

Era così…forte. Non riusciva a fare nulla per poterlo impedire. E non riusciva ad agire con la sua volontà. Sembrava che fosse lui a pensare per lei.

Si sentiva strana. Ma smise di ribellarsi. Non aveva più senso. Voleva cercare di capire cosa stesse succedendo. Era curiosa.

Si lasciò andare. E non fu una bella idea.

Venne travolta da un insieme di sensazioni confuse, intense e non conosciute, che produssero un brivido intenso lungo la sua schiena.

E all’improvviso si sentì pervasa da una forte eccitazione.

Ma presto capì che non era la sua ma quella del ragazzo che, mentre lei stava cercando di capire cosa stava succedendo alla sua testa e al suo corpo, aveva cominciato a baciarla sul collo, scostando il reggiseno e, facendola sdraiare, si era appoggiato contro il suo corpo facendolo aderire con il proprio.

Il modo in cui la stava toccando aveva certamente poco di romantico, ma era estremamente eccitante.

Era confusa. Era una situazione stranissima.

A quel punto però era spaventata.

Riprese per un attimo il controllo di se e riuscì a scansarsi.

“Cosa diavolo stai facendo?” Respirava affannosamente, cerando di recuperare la lucidità.

Mishra sorrise, e si alzò dal letto. “ Ci vediamo presto”

E uscì dalla stanza chiudendosi la porta dietro mentre Satine si lasciò cadere nuovamente sul letto, cercando, inutilmente, di capire l’accaduto.

 

***************

 

Questo capitolo non è nulla di che, lo so…non mi piace per nulla. Però…dovevo farlo, quindi…so già che parecchi di voi mi tireranno chili di ortaggi in faccia per il litigio fra Draco e Ginny…ma dovete abituarvi miei cari, perché durerà per un bel po’…e poi chissà…! Ahah

No, ok, così ero cattiva. Comunque…il ruolo di Mishra si sta sviluppando molto bene nella mia testa e mi comincia a piacere parecchio…è un po’ strano vero?? Ahah Spaventa…

Prometto comunque che i prossimi capitoli saranno un po’ meno prosaici e un po’ più “divertenti”…o comunque più movimentati. Solo che la scena del marchio mi è venuta così e ho dovuto continuare a scrivere per un sacco di pagine senza mai poter cambiare scena. E’ una cosa che non mi piace…comunque la smetto di lamentarmi anche perché non sono io che devo giudicarmi! Comunque devo riprendere un po’ di fluidità nello scrivere, era troppo che non lo facevo e ho anche perso un po’ il filo della storia…XD Sto zitta….ringrazio tantissimo chi ha commentato, perché grazie ai vostri commenti sono di ottimo umore e sto cominciando a scrivere a razzo!! Yuppi!! ^-^ Bacionissimi alla prossima! (spero di poter essere veloce come questa volta…XD)

 

Giuggia!

 

Informazione Gratuita: ho appena pubblicato un mio nuovo lavoro (in realtà vecchio ma va beh, comunque…) a cui tengo molto perché per un lungo periodo ci ho lavorato su molto. E’ un genere un po’ diverso, più serio e un po’ più elaborato, ma in ogni caso…la fic si chiama “When The Sky Turns Into Grey”, ed è principalmente una Draco/Harry…U.U…se a qualcuno di voi facesse piacere leggerla e magari lasciarmi anche un commento ne sarei molto grata perché ci tengo veramente tantissimo…^-^ Fine Pubblicità Occulta!! XD

 

Ringraziamenti:

 

Seiryu: ma figurati! Io dovrei scusarmi milioni di volte per tutti questi mesi che non ho pubblicato!XD Comunque…Satine…io l’amavo anche all’inizio ma non era mai stata mia intenzione farla diventare ‘adorabile’ come invece ora è…XD Ma è successo…non riesco a controllare quello che scrivo, si nota? XD L’uomo dei sogni…nel prossimo capitolo si dovrebbe scoprire…credo! XD Chi lo sa…Comunque…Harry come vedi si sta consolando a modo suo. Una cosa che amo di quello che scrivo è analizzare a fondo i caratteri e la psicologia dei personaggi, facendoli cambiare e crescere attraverso esperienze nuove ecc…Comunque con Harry non è per nulla finito, anzi…è solo cominciato! Ahah questa era una minaccia…mi sa che mi comincerà a sfuggire di mano, il ragazzo…^-^ Finendola con le cavolate, ti ringrazio tantissimo per il commento e per il sostegno che mi è stato veramente molto d’aiuto! Spero di sentirti presto e ancora grazie!^-^

 

Ginny88: Drachino…uhm…mi sa che continuerai ad amare Drachino ma comincerai seriamente ad odiare me…^//^ Ehm…comunque…come vei sono di nuovo qui e super informa! Prometto che cercherò di non sparire più per tanto tempo, anche se con la maturità non si può mai dire! Uff…Fammi sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo! Bacissimi, a presto! XD

 

Ciiiii: eccomi di nuovo qui!^-^ Sono un po’ meno depressa visto che ho avuto un po’ di commenti gentili che mi hanno tirato su il morale e ora sono di nuovo pronta per scrivere a razzo!! Tempo permettendo…Uhm…^-^ A prestissimo e grazie!!

 

Cicci 12: Rodmilia…è un personaggio dei libri! Appare…nel sesto direi…cerca in tutti i modi di conquistare Harry e gli regala anche dei cioccolatini con una pozione d’amore che però poi mangia Ron, che poi Harry porta da Lumacorno, ecc ecc…diciamo che è un personaggio del tutto secondario, ma è uscito così, quindi…^.^ Mi dispiace che tu abbia perso il filo…in realtà l’ho perso un po’ anche io e si nota ma sto riprendendo e prometto che cercherò di continuare ad aggiornare in modo un po’ più assiduo! Comunque come vedi questo capitolo è uscito subito! ^-^ Bacissimi alla prossima!! ^_^

 

  
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