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Autore: Flam92    06/10/2013    2 recensioni

- Anja –
Tre anni prima . . .
Basta, me ne vado, sono arrivata al limite della sopportazione . . . È questo che ho ottenuto per essermi sacrificata all’inverosimile?! Il fatto che tra meno di un decennio sarò morta e sepolta, la donna che mi ha dato la vita mi ha insultato in ogni lingua conosciuta e non, e che devo lasciare tutto e tutti per andare oltreoceano?
- Loki –
Un anno prima . . .
In una cella, di nuovo!! Maledizione, odio stare qui dentro, mi manca l’aria, non posso muovermi . . . almeno mi hanno levato quel dannato bavaglio. Uff . . . che cosa dovrei fare per i prossimi due secoli? No, se non esco prima di qui finisce che divento pazzo sul serio.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 6: "Decisioni apparentemente insensate e convivenza forzata"

 
- Anja –
         No, non di nuovo! E mannaggia, ci sono ricascata con tutte le scarpe! Ma perché?! Oh, giusto, è un dio, forse millenario, e tempo ne avrà avuto per approfondire un mucchio di cose... ed è dannatamente e perversamente bravo in quel che fa. Merda, sono fregata.
Anja deglutisce, in imbarazzo come poche altre volte e fissa Loki quasi con astio, il quale la ricambia con un risolino soddisfatto, ma allo stesso tempo anche con un’occhiata strana. Sembra a metà strada tra l’autocompiacimento e la collera per aver ceduto a quelli che lui definirebbe, con molta probabilità, “bassi istinti da primate”. Tuttavia la ragazza non saprebbe dire a chi sia rivolta la collera del dio, se a lei oppure a lui stesso.
         Con un unico movimento la fa alzare dal piano della scrivania, le prende il viso tra le mani e la scruta con attenzione.
- Che cosa mi stai facendo? – chiede in un sussurro – Perché fai così? –
- Così come, scusa? Non capisco dove vuoi arrivare... –
Le lascia il volto di scatto e si chiude in bagno, senza aggiungere altro. Anja rimane ferma dov’è, completamente incapace di formulare un pensiero logico e coerente; alla fine sospira rassegnata, indossa una delle tute di ordinanza degli agenti dello S.H.I.E.L.D. e siede sul letto, pettinandosi i lunghi capelli con aria assorta.
         Loki esce dal bagno dopo una mezz’ora abbondante, avvolto solo in un asciugamano; Anja gli scocca un’occhiata di fuoco, alla quale lui nemmeno si degna di prestare attenzione. Brutto borioso impertinente! Eppure la ragazza non può far a meno di ammirare ancora una volta quel fisico longilineo ma ben fatto, coi muscoli sottili e tonici ben disegnati e la pelle chiara e traslucida come l’alabastro, in netto contrasto coi capelli nero inchiostro.
- Ma non potevi vestirti in bagno?! Non ce l’avete voi, il senso del pudore? – sbotta contro lui, inviperita.
Lui si gira a fronteggiarla, un sopracciglio sollevato con aria di sfida e una smorfia divertita in volto.
- Per essere precisi, tu sei stata la prima ad uscire con solo l’asciugamano addosso e in ogni caso, siamo finiti a letto due volte, perciò il pudore è inutile, a questo punto. Non sei d’accordo?- conclude, questa volta sorridendole apertamente e instillando una punta di cattiveria nelle sue parole. Parole che Anja non può confutare in nessun modo.
         Sbuffa infastidita e riprende a litigare con un grosso nodo che non vuol saperne di farsi sciogliere dal pettine. Loki alza gli occhi al cielo e si siede sul letto, proprio dietro di lei, che si irrigidisce di colpo.
- Dammi quest’affare e smetti di stare così rigida, non ho intenzione di toccarti di nuovo- Anja rimane in certo qual modo ferita dalle sue ultime parole, per un attimo ha sperato che potessero instaurare un rapporto per lo meno civile, se non di amicizia o qualcosa di più. Già, qualcosa di più... mi sono definitivamente bevuta il cervello. Come posso pensare di avere una storia con un criminale bastardo maniaco del controllo che non ha uno straccio di morale?! Ma siccome la miglior difesa è l’attacco...
         - Ma ti senti quando parli?! Cosa sono io, il tuo giocattolo del momento?! Pensi di potermi usare come e quando ti pare, un attimo prima sei quasi gentile, mentre quello dopo sei un bastardo freddo e insensibile! E poi chiedi a me che cosa ti sto facendo?! – Loki la gratifica con un’occhiataccia, prima di rispondere.
- Uno, smetti di urlare, mi dai fastidio; due, sono millenni che mi comporto a questo modo, e non ho intenzione di cambiare, certamente non per te, e tre, è quello che sono, che ti piaccia o meno, quindi non tediarmi oltre con le tue inutili paturnie, ho altro a cui pensare e di ben maggiore importanza. –
Le risponde in modo pacato, non alzando la voce -che resta comunque tagliente come una lama- e senza smettere di pettinarle i capelli; quando finisce, si alza e posa il pettine sulla scrivania, mettendosi poi a gironzolare per la stanza.
         Anja appoggia le spalle al muro dietro di lei, una gamba piegata sotto di sé, l’altra sollevata; abbraccia il ginocchio e nasconde il viso tra le braccia, lasciando che i suoi capelli la celino alla vista, fin troppo acuta, del Dio degli Inganni.
Sa che è stupido quello che sta facendo, conosce bene quello che si dice dell’uomo che ha di fronte, però è convinta anche che non tutto sia già scritto e immutabile e che, forse, ci sia anche un certo margine per il cambiamento. Ha paura, tuttavia, una paura cieca eppure razionale, e per la prima volta si chiede se davvero non abbia nulla da perdere, con il suo tempo ormai agli sgoccioli. Non riesce a reprimere un sussulto, al pensiero. Che cosa mi succede? Sembra quasi che… ma che ho per la testa?!
          - A cosa pensi? – la voce di Loki la distoglie dalle sue riflessioni. Ha perso ogni traccia di durezza, tornando calmo e vagamente indifferente come suo solito.
- Come se te ne importasse davvero... non ho voglia di fare conversazione – gli risponde piccata, fissandolo di sottecchi.
- Non chiedo mai nulla, se non mi interessa sentire la risposta. Non sei tanto stupida, dovresti averlo capito- obietta il dio, sollevando un sopracciglio.
- Ho capito benissimo, ma non voglio parlarne e soprattutto non con te -
- E invece sono l’unico che può capirti, perché nessuno oltre me conosce la tua storia, quella vera, e non quella manfrina che vai raccontando ad altri.-
Anja sospira, maledicendosi per essersi fatta mettere di nuovo con le spalle al muro da Loki. Evidentemente le riesce piuttosto bene. Non che ci sia da esserne fieri, però.
         - Hai paura? L’hai mai avuta?- gli chiede di punto in bianco.
- Solo gli stolti non ne hanno. Chi è davvero furbo impara a controllarla e a volgerla a suo favore – risponde lui, con una certa esitazione.
- Hai qualcosa da perdere? Qualcosa che non vorresti lasciare andare, ma che sai che perderai molto presto? E che non puoi fare nulla perché la cosa cambi? – aggiunge la donna, con la voce che si spezza. Il dio, in piedi di fronte a lei, la osserva attento.
- Credevo di avere qualcosa per cui lottare, ma mi hanno tolto tutto – aggiunge Loki metadibondo, dopo un attimo di silenzio – perciò, per risponderti, no, non mi è rimasto nulla che temo potrei perdere... –
         Lei annuisce, cercando di fare un respiro profondo, ma ciò le provoca fitte lancinanti e sa che questa volta il dolore che prova traspare chiaramente anche dai suoi occhi, solitamente inespressivi o quasi.
- Sdraiati, dovresti stare meglio – Per una volta Anja gli dà retta, senza obiettare. E di nuovo ritorna quasi protettivo…
- Vedi, anche io credevo di non aver più nulla da perdere e per questo motivo ho deciso di trasferirmi qui, tre anni fa. Pensavo che cominciare una nuova vita, dimenticandomi chi ero... Però solo dopo ho capito che il mio evitare volontariamente le persone era un modo per non affezionarmi, per fare in modo che nessuno, io per prima, soffrisse, una volta che la situazione fosse... – le manca la voce per continuare, ma Loki attende con pazienza che finisca il discorso – E andava anche tutto bene, dannazione!  Ma poi sei arrivato tu, e hai distrutto tutte le mie certezze con la delicatezza di un rinoceronte alla carica! –
         Per un lungo momento il silenzio regna sovrano in quella stanza angusta; ogni tanto è rotto dai respiri affannati di Anja e dallo scalpiccio dei piedi nudi di Loki sul pavimento freddo. La ragazza si alza dal letto e va in bagno: sciacquarsi il viso con l’acqua fredda l’ha sempre calmata in certa misura, anche se questa volta dubita che le farà effetto. Quando esce dal bagno trova Loki sdraiato sul letto, come fa spesso quando deve riflettere su qualcosa, ormai Anja l’ha capito. Senza guardarla, il dio le fa cenno di mettersi accanto a lui. Anja rimane invece in piedi di fianco al letto, esitante.
         - Sdraiati, maledizione! Guarda che non mordo, se non ho motivo di farlo – le dice seccato, mentre la strattona giù.
- Non dovrei fidarmi di te... però in certi momenti mi viene quasi spontaneo e il mio buon senso mi bestemmia dietro – ammette lei fra i denti.
- Il tuo buonsenso ha ragione – commenta Loki, asciutto – ma ad ogni modo non puoi certo dare la colpa a me, se ti sei affezionata al sottoscritto. Se ti consola, io non mi affeziono mai a nessuno, quindi non sentirti in debito -
- Non provare a ribaltare il discorso... quando è arrivata la truppa, tu hai fatto in modo di metterti fra me e loro. Sapendo che non fai mai nulla senza motivo, la domanda è: cosa hai voluto sottolineare, con quel gesto? – e adesso, signor so–tutto-io prova a rispondere.
- Dovevi essere la mia moneta di scambio: la tua incolumità per la mia libertà, peccato che poi le cose non siano andate come avevo previsto. Mi irrita notevolmente, la piega che hanno preso gli eventi. – Viva la sincerità... come se non me ne fossi accorta. Scema io a pensare che fosse per altri motivi. Dovrei smetterla di illudermi.
         Anja si accoccola su un fianco, guardando fisso il profilo del dio, che rimane immobile come una statua. La ragazza sa perfettamente che lui se n’è accorto, cionondimeno persiste nel fissare altrove.
         Una lacrima le scivola lungo la guancia, presto seguita da molte altre; non piange per quello che le ha detto il dio, piange perché sa che, per un motivo o per un altro, lo perderà e il pensiero, per ragioni che ancora non comprende, la fa star male. Ha sempre avuto il ritratto della morte davanti agli occhi, ben conscia del poco tempo che le restava, tuttavia l’aveva accettato, rassegnandosi. Invece ora, per la prima volta nella sua vita, non riesce a controllare la paura che prova al pensiero della sua dipartita: il non sapere cosa ci sarà poi, sempre che ci sia davvero qualcosa più del nulla, è ciò che più la terrorizza.
Che caos ha portato nella mia vita… ha distrutto tutte le mie certezze ma non riesco ad avercela con lui: per strano che sia, mi sono sentita più viva in queste settimane che negli ultimi anni…
         Un braccio le scivola attorno alla spalle, tirandola più vicina di quanto già non sia a Loki. Il suo profumo, una volta di più, le ottenebra la mente e tuttavia sente scendere su lei un po’ di calma. Il dio le asciuga una lacrima, tirandola poi a sedere in mezzo alle sue gambe e avvolgendola con sue braccia, costringendola a guardarlo.
- Stai... stai piangendo per me?! – chiede titubante, quasi aspettandosi una smentita.
Anja annuisce, poi aggiunge – Piango perché ho paura di perderti, in qualche modo assurdo e incomprensibile, e forse anche un po’ perverso, credo di essermi davvero affezionata a te... Anche se mi hai scombinato la vita – conclude, abbozzando un timido sorriso tra le lacrime – Non è logico e non ha senso, però è così-
         La risposta, se n’è accorta, lo ha lasciato di stucco; Loki la stringe appena più forte, prima di sussurrarle piano in un orecchio – Tu mi farai diventare matto... o forse lo hai già fatto -
 
- Natasha –
QUALCHE ORA PRIMA…
            “- Onestamente, che sei venuto a fare qui?-“
Quella domanda, una delle tante cui Loki non s’è dato pena di rispondere, continua a rimbombarle in testa, mentre fa da copilota a Clint sul flyer. Inoltre il silenzio di tomba che proviene dal vano di carico del mezzo non la aiuta a concentrarsi su altro.
         - Che ne pensi, Clint? –
- La situazione non promette bene Nat… e sai come la penso sul maniaco pazzoide. Non credo che riuscirò a chiudere occhio, finchè rimane qui –
- Già, nemmeno io – concorda la russa, reprimendo un brivido – E delle ragazza che mi dici?-
- Ecco, lei è un’incognita ancora più grande. Non so cosa ci facesse con Loki, ma non mi sembra stupida, perciò ci starei ancora più attento. Idee sul perché Fury la voglia con noi?-
- Credo sia per sincerarsi che non c’entri in questa storia. Vedrai, ora di stasera sarà di nuovo a casa sua – prova a rassicurarlo Nat, ma un brutto presentimento le dice che forse, questa volta, potrebbe aver preso un bel granchio. Con l’interfono di bordo comunica ai “passeggeri” che fra poco atterreranno sul ponte dell’Helicarrier.
 
         - Una portaerei?! Al largo di New York?! Che diavolo ci faccio qui? – sbotta la ragazza, infastidita e perplessa.
- … - Steve non sa cosa risponderle, ma fortunatamente Natasha gli viene incontro, seppure con poca delicatezza.
- Dobbiamo sapere che tipo di rapporto c’è tra lei e Loki. Se il generale riterrà che lei non è coinvolta in qualunque cosa stia facendo Loki, la lasceremo tornare a casa. Ma nel mentre lei resta qui – replica la spia. La sua risposta le frutta un’occhiataccia raggelante e astiosa da parte di Anja, che la squadra dall’alto in basso.
- Tutti dentro! – sbotta Clint, nervoso come Natasha l’ha visto poche altre volte, e di certo non può dargli torto: ricorda fin troppo bene l’espressione di Clint quando aveva appreso di essere stato controllato da Loki, e che li aveva inconsapevolmente traditi. Per quanto Nat cercasse di consolarlo, il senso di colpa dell’arciere continuava a tenerlo sveglio la notte, e lei con lui per fargli compagnia.
         Passare dal ponte alla sala di comando è questione di pochi attimi, mentre procedono formando un muro compatto attorno al dio e alla ragazza. La spia nota che Thor fa vagare lo sguardo alternativamente sul fratello e sulla donna, con espressione perplessa e contrariata in viso.
- Non si può proprio dire che sia un piacere vederti, Loki- esordisce Fury, col suo solito tono monocorde.
- Mi creda, generale, il non-piacere è reciproco- ribatte il dio, il ben noto ghigno strafottente stampato in viso.
- E lei, signorina, è…? –
- Anja Blackwood, anche se non capisco che cosa potrei mai aver fatto per trovarmi qui – Da quel che vedo, pare un carattere piuttosto simile a quello di Loki… non mi piace, bisogna tenerla d’occhio.
         Se anche Fury sia seccato dal tono con cui la ragazza ha risposto, di certo non lo dà a vedere.
- Barton, Romanoff, scortate i nostri ospiti ai loro alloggi e piantonate la porta. Alla minima avvisaglia di comportamenti sospetti, intervenite – dice loro il generale e i due eseguono prontamente.
La ragazza ha un’espressione che catalogare come furibonda sarebbe davvero riduttivo stampata in volto, mentre il dio pare indifferente. Nessuno parla durante il tragitto verso gli “alloggi”, ovvero delle stanze rinforzate – che potrebbero tranquillamente contenere un Hulk furioso e scatenato- nel punto più isolato del velivolo. Giunti davanti ad una porta anonima tra dieci altre porta altrettanto anonime, le due spie si fermano.
         - Entrate – esordisce Natasha con tono piatto, aprendo l’uscio e facendo cenno con la mano: Anja sembra recalcitrante all’idea di muovere anche un solo passo, ma Loki le pianta la mano aperta in mezzo alla schiena, spingendola dentro di malagrazia. La porta si richiude con un leggero fruscio alle spalle delle due spie.
- Che ne pensi, Nat? Io non avrei mai creduto che Fury dicesse di chiuderli qui dentro insieme-
- Nemmeno io, Clint, ed è strano… insomma, se voleva tenerli separati, questo non è il modo migliore- conviene la rossa, aggrottando impercettibilmente un sopracciglio – Questa volta non so davvero dove il generale voglia andare a parare-
- E se volesse usare la ragazza per estorcergli informazioni? Tenerli insieme avrebbe senso- Natasha lo fissa un po’ perplessa, però deve ammettere che quella di Clint potrebbe essere un’ipotesi non così tanto campata per aria.
- Quindi tu pensi che Fury finga di volerli tenere lontani, mentre invece è l’esatto opposto? Sì, ha senso! – esclama contenta – se Loki si fida di lei,  magari si lascerà sfuggire qualcosa che ci dica cosa sta facendo qui e come ci sia arrivato-
         Rimangono in silenzio per un po’, ciascuno di loro in balia dei propri pensieri; per quanto il ragionamento sembri filare, lo stesso cattivo presentimento che Nat aveva sul flyer torna a bussarle alla mente con insistenza, finchè non si decide a dar voce ai suoi dubbi.
- Clint, sai che c’è una falla nel ragionamento, vero?-
L’arciere la fissa stupito, le sopracciglia che schizzano verso l’alto.
- Una falla? Spiegati, Nat-
- Questo trucchetto della ragazza per estorcere informazioni l’abbiamo già usato una volta, non ci cadrà di nuovo. È il Dio degli Inganni, dopotutto –
Clint mastica un’imprecazione colorita, prima di darle ragione. Il corridoio deserto piomba di nuovo in un cupo silenzio.
         Ma che cosa ha in mente il generale? Posso capire che non voglia scoprire le sue carte, lo fa sempre e fin qui nulla di strano, ma perché non dirci cosa conta di fare? Non mi piace avere dubbi, soprattutto in casi come questi. E la ragazza? Qualcosa mi dice che non se ne andrà di qui tanto presto, e noi dovremo farle da balia. È inquietantemente simile a Loki, sotto certi punti di vista… e odio che la gente mi fissi dall’alto in basso.
Nat pensa quasi con rammarico al fatto che Anja non sembrava minimamente impressionata dal trovarsi davanti la famigerata e temuta Vedova Nera, anzi, sembrava quasi seccata del fatto che le si fossero dati ordini. Quando confida a Clint questi pensieri, l’arciere non riesce a trattenere una risatina.
- Eh lo so Nat, è fastidioso… soprattutto quando hai davanti una donna alta come la maggior parte degli uomini. Però sì, credo anche io che l’avremo tra i piedi per un bel po’, come sono anche convinto che possa aver preso ordini in passato, ordini che non poteva disattendere… magari era nell’esercito – Al solito, sorride Natasha, lei e Clint sono sempre sulla stessa lunghezza d’onda.
         Nella stanza alle loro spalle, intanto, i due occupanti non hanno smesso un solo secondo di discutere animatamente, arrivando anche ad insultarsi in modo piuttosto pesante.
- Ehi, Nat, scommettiamo che la ragazza finisce per prenderle?- propone Occhio di Falco, per ingannare il tempo.
- Venti dollari che è lui a prenderle- ribatte la Vedova, soffocando un risolino e tendendo la mano al compagno, il quale si affretta a stringerla.
- Poi chiediamo a Stark i filmati- gongola Clint – muoio dalla voglia di vedere che combinano quei due –
         Un fruscio nell’auricolare di entrambi li mette sul chi vive; entrambi premono il pulsante che apre le comunicazioni e ascoltano attenti.
“Barton, Romanoff, sono arrivati i carichi di munizioni e rifornimenti, il direttore ha deciso che dobbiate controllarli di persona e subito. Quando avete finito, dovete tornare alla vostra posizione attuale.”
- Ricevuto, Hill, andiamo subito – conferma Clint per entrambi, quindi si avviano per i corridoi, decisamente perplessi.
- Nat?-
- Dimmi-
- Che succede? Perché ci toccano i controlli?-
- Non lo so, Clint… Ma non ti sembra che la Hill se la stesse ridendo sotto i baffi?-
- Sì e non mi piace-
- Nemmeno a me-
- Non so che darei per sapere che sta succedendo lì dentro-
- Se la Hill rideva, Clint, non credo che vorremmo saperlo-
- Dobbiamo chiedere i filmati a Stark-
- Su questo non ci piove, Occhio di Falco-
 
- Loki –
         - E per la miseria, ragazza mia, riesci a smettere di rimbalzare dal una parte all’altra come una pallina da ping pong? Mi mandi insieme la vista!-
- Fatica sprecata, Stark... si comporta come una belva in gabbia – e quando vuole, sa davvero essere una belva...
Loki non si preoccupa di nascondere un sorrisetto astuto, mentre risponde al borioso miliardario con l’armatura, ripensando alla facilità imbarazzante con cui l’ha scagliato giù dalla sua torre.
- Ho ben diritto di essere nervosa, no?! Sono uscita ieri mattina, convinta di chiarirmi con lui – e indica il dio, alle sue spalle, con pollice – e che poi me ne sarei tornata a casa mia, alla mia noiosa e normale vita, e addio a tutti i problemi –
         Che attrice straordinaria, Loki si scopre a pensare, non sono molte le persone che riescono a suonare così sincere mentre costruiscono castelli di menzogne e mezze verità.
Scocca un’occhiata a Stark, che non riesce a levare gli occhi di dosso alla donna; per una volta, è d’accordo con l’uomo di metallo: persino Loki è incapace di smettere d’osservarla, è una persona che davvero si impone all’attenzione di tutti con la sua sola presenza. Ah, il carisma... come vorrei che non ne avesse, An... questa donna. Sarebbe tutto immensamente più facile...
         Loki soffoca uno sbuffo spazientito; già solo il fatto che gli abbiano ordinato di presentarsi lì con la ragazza lo infastidisce oltremisura, senza contare che non è fatto per aspettare i comodi altrui... in più, la presenza ingombrante e fastidiosa del miliardario accresce notevolmente la sua irritazione.
Finalmente si apre la porta scorrevole della sala, lasciando entrare il generale, i due suoi tirapiedi, la rossa e l’arciere, seguiti poi da Thor, quello che chiamano “Cap” e infine Banner. Quando vede il mite dottore, che mite lo è solo fino a un certo punto, non riesce a non cedere ad un brivido: il ricordo della facilità con cui l’ha quasi fatto diventare parte integrante del pavimento della Stark Tower è ancora fresco e brucia, brucia da morire.
          - Accomodatevi, signori, signore – esordisce Fury, prima di prendere posto ad un’estremità del tavolo ellittico. Tutti gli altri presenti, meno Anja, siedono attorno al tavolo; la ragazza rimane in piedi, cocciuta, e fissa il generale, dalla parte opposta rispetto a lei, con occhi torvi, tutto il corpo teso e le braccia rigide lungo i fianchi. Dagli occhi violetti sprizzano ogni tanto lampi di rabbia. Loki quasi si convince del fatto che possano davvero essere gli stessi occhi che affollano i suoi sogni.
Ora sì che sono curioso di vederti all’opera, Monocolo... questa ragazza non si farà piegare tanto facilmente, e soprattutto, non da te.
         - Cosa ci faccio qui, voglio una risposta – Anja non perde tempo e va dritta al nocciolo della questione, gli occhi sfrontatamente puntati in faccia alla spia delle spie.
Loki fa scorrere brevemente lo sguardo sugli astanti e sul viso di ognuno di loro legge sconcerto e preoccupazione e una domanda inespressa: con che fegato questa donna attacca Fury così?. Sente gli occhi di Thor fastidiosamente puntati addosso a lui e scrolla le spalle, per liberarsi dalla sgradevole tentazione.
- Si sieda e si calmi, miss Blackwood, siamo qui per aiutarla a capire la situazione- le risponde Fury con voce pacata, mentre lei alza gli occhi al cielo, seccata. Loki di nuovo non riesce a non abbozzare un risolino divertito.
- Oh, ma per favore! Non sono stupida, generale, so perfettamente quel che è successo un anno fa e perché il mio compagno di stanza non gode di buona fama. In ogni caso, tuttavia, sono beghe vostre e con me hanno poco o nulla a che vedere – Incrocia le braccia con aria di sfida, mentre sonda con sguardo tagliente le espressioni degli altri presenti, che finora non hanno detto o fatto alcunché.
         -Però... mi piace la ragazza, ha grinta!– esclama Stark tutto contento, guadagnandosi un’occhiataccia e un sibilante -Sta zitto, idiota! – dall’agente Romanoff.
- Se mi è concesso, generale...-
-Prego, Rogers, dica pure – è la risposta di Fury, unita a un cenno che incoraggia l’altro ad andare avanti.
- Signorina, abbiamo solo bisogno di sapere perché questo criminale l’ha avvicinata, e se le ha fatto qualcosa, tutto qui. Dopo di che, immagino potrà ritornare a badare ai suoi affari -
Per gli Inferi quant’è ampolloso... peggio che sentir parlare Thor, per quanto è sdolcinato. Loki soffoca una smorfia annoiata, che gli costa l’ennesima occhiataccia da parte del figlio di Odino.
- E va bene – accondiscende Anja – l’ho incontrato per caso circa un mese fa a Central Park. Premetto che, no, non sapevo chi fosse quando si è presentato e, comunque, il suo arrivo non è, e sottolineo non è, stato preannunciato da invasioni aliene, disastri aerei o catastrofi ambientali. Detto ciò, ci siamo più o meno frequentati per queste due settimane o giù di lì e ieri mattina avremmo dovuto chiarire un paio di cose. Per il resto, non mi ha torto un solo capello. Fine della storiella -
         Le parole di Anja sono accolte da un incredulo silenzio pesante come piombo. Persino Loki, che non è mai stato zittito da anima viva, lui che ha fatto della favella sciolta uno dei suoi punti di forza, è basito di fronte a tanta obiettiva sincerità: per quanto non lo dipingano come l’eroe della situazione, le parole della ragazza non lo descrivono nemmeno come un pazzo maniaco omicida con inclinazione alla megalomania.
- Quindi, mi state dicendo, giovane dama – Thor, con quel suo vocione roboante e l’aria da perfetto cavalier servente, si rivolge ad Anja – che Loki vi ha trattato come si deve trattare una fanciulla? E che non vi ha fatto danno alcuno?-
- È quello che ho detto – replica lei asciutta – e non vedo per quale motivo avrebbe dovuto farmi alcunché. I lupi mordono solo se hanno motivo di farlo, ma è sbagliato ritenere a priori che un lupo sia sempre intenzionato a mordere, no?-
         Loki sente all’improvviso tutti gli sguardi calamitati su di lui, che ancora non ha aperto bocca. È certissimo che quell’ultimo paragone con un lupo fosse diretto a lui, Anja conosce molto bene la mitologia, lei sa che uno dei suoi figli è un lupo non molto… accondiscendente, per dirla con un eufemismo. Sorride, vagamente divertito all’idea di aver trovato qualcuno che metta tutti di fronte ai loro pregiudizi. Che lo faccia poi con scomode verità, è ancora più stimolante.
- Bene, signori, avete sentito la ragazza... perciò credo che il tempo della nostra permanenza qui sia da considerarsi concluso – Loki apre bocca per la prima volta, il suo consueto tono pacato, ma tuttavia non esente da una certa qual vena di sarcasmo.
- Voi non andate da nessuna parte finché non lo decido io. – ribatte Fury piccato – E chi ci assicura che la donna non stia mentendo? Magari per una tua diavoleria magica, che la obbliga ad appoggiarti?-
- Questo lo escludo, generale – interviene Barton, che fino a quel momento non ha fiatato – questa ragazza non presenta alcun sintomo da...  controllo mentale, per dirla in questi termini –
- Visto che, da quel che ho capito, mi tocca restare qui, le spiace se faccio una telefonata? – Anja aggrotta un sopracciglio, come a sfidare chiunque a non accontentarla.
         E brava la mia lupacchiotta... demolisci le loro certezze, così presto potrò eclissarmi come già avrei dovuto fare.
- Solo se mette in vivavoce, così che possiamo sentire quello che dice – è la risposta lapidaria di Fury. Anja annuisce, massaggiandosi le tempie; compone quindi un numero e attende che si apra la comunicazione.
“Pronto?”
- Ciao Helen, sono Anja, ho un favore da chiederti –
“Certo, dimmi pure!”  Vediamo che scusa ti inventi, ragazza sfuggente.
- Mio padre non è stato molto bene, mi hanno appena chiamato dall’ospedale. Nulla di grave, pare, però devo comunque andare a Brema. Potresti pensare tu a Siegfried e a casa mia, per piacere? – I miei complimenti, riesce a mentire senza battere ciglio e suonando persino convincente...
“Sicuro, nessun problema. Quanto starai via?”
- Non lo so... è stato talmente imprevisto che nemmeno ho potuto fare la valigia. Sono già in aeroporto-
“Capisco… Beh, non preoccuparti, penso io a tutto, libri compresi. Quando tornerai li ritroverai come li hai lasciati.” Loki fissa Anja, curioso: ogni volta che si menzionano i suoi libri, alla ragazza luccicano gli occhi.
- Ti ringrazio, Helen, ora ti saluto, fra poco decolla il mio volo. Ah, avvisi tu in ufficio? E ho mandato in vacanza il mio assistente, quindi non c’è nessuno da me-
“Consideralo fatto, amica mia! Fammi sapere come va.”
- Appena posso. Grazie, ciao –
         Con un sospiro chiude la telefonata, poi si guarda attorno spersa, quasi a chiedersi “E ora?”. Loki non può certo biasimarla, in fondo, anche lui si sta ponendo la medesima domanda.
- Quindi ora che si fa? – La voce dell’agente Romanoff rompe il silenzio, come un sasso lanciato in un stagno turba la quiete dell’acqua.
- Finchè non capiamo che cosa Loki voglia davvero da questa ragazza o perché sia qui e non dove avrebbe dovuto essere – e qui Fury scocca un’occhiata infastidita a Thor, che distoglie gli occhi imbarazzato – lui e la ragazza restano qui, possibilmente nello stesso luogo. Romanoff, fagli avere una stanza più grande –
         Uh, Anja sta davvero perdendo la pazienza... possibile che nessuno si sia accorto che è a un passo dall’esplodere?! Si fregiano del titolo di eroi, ma non sanno discernere il voler essere salvati dal voler essere lasciati in pace.
- Gentile concessione, quella della stanza, ma credo che vi sia sfuggito un punto. Vi siete bevuti tutti quanti il cervello?! Io dovrei rimanere qui e fare da balia al vostro nemico numero uno?! Ma cos’è, ho scritto “imbecille” in fronte, per caso?!-
Per l’appunto: Anja tira una forte manata la tavolo, mentre sbotta stizzita per l’ennesimo ordine che ha ricevuto. Il respiro della ragazza si fa sempre più affannoso e una mano le corre al costato.  Non promette nulla di buono… Loki si fa più attento.
- Signorina, si sente bene?- la voce Banner è esitante mentre porge la domanda.
- NO!! Maledizione, no, no e ancora no!! Ma come vi sembra possibile che io stia bene in quest... –
         Non riesce a terminare la frase, violenti spasmi e colpi di tosse le spezzano le parole in gola, mentre sembra accartocciarsi su sé stessa per sfuggire, seppur in parte, al dolore lancinante. Si accascia a terra, col braccio destro si aggrappa al bordo del tavolo, i suoi occhi dilatati dal panico.  Tutti si alzano in piedi, improvvisamente preoccupati e sconcertati, Loki lo legge a chiare lettere su ciascun volto. Un ultimo colpo di tosse, seguito da un fiotto di sangue, e la ragazza crolla a terra, esanime.
- Avete un posto dove la si possa curare o aspettate che muoia qui?!- il commento secco del dio degli inganni pare riscuotere tutti dal momentaneo torpore dello stordimento.
         Banner fa per sollevarla, ma Loki lo trattiene con un cenno, prendendola con delicatezza in braccio. È leggera, maledizione, troppo leggera... va di male in peggio.
Il dottore si avvia in silenzio e il dio lo segue per i corridoi freddi, il corpo della donna inerte tra le sue braccia. Il sangue scarlatto che cola in un rivoletto dalla bocca della ragazza gli fa stringe il cuore in una morsa.
Per la seconda volta, si ritrova a pensare, no, a sperare, che la ragazza... che Anja, viva.
 
 
N.d.A.
 
Eccoci qui con un altro capitolo! Ok, stavolta è venuto fuori un mastodonte rispetto agli altri – 10 pagine di word coi margini stretti, mi faccio paura! O.O –
Due precisazioni: 1) il POV di Natasha si colloca, cronologicamente parlando, dopo quello di Cap, nel capitolo precedente e 2) cominciamo a vedere che piega prende la storia, ma soprattutto, che diavolo combina il nostro buon Nick?
Quindi, per concludere, spero di non avervi incasinato troppo le idee XD e che questo capitolo vi piaccia quanto i precedenti.
Angolo dei ringraziamenti : a Erika_00 e Alexien per le loro recensioni,  entusiastiche – ragazze vi adoro! -, a akiralovemanga, DarthGiuly, Erika_00 per averla inserita nelle preferite e a Alexien, big gio 98, Destiel_Doped, nakimire, sakura92, silvermoon74, simo95, tykisgirl e La_Polly per averla messa nelle seguite, e inoltre a Feelings e Zakurio per averla inserita nelle ricordate.
Attendo sempre con ansia recensioni e pareri, quindi mi raccomando recensite!!
Una bacione e alla prossima, Mòrrigan <3

P.S. su facebook è nato questo gruppo: https://www.facebook.com/groups/efpMadness/, passate e aderite! Facciamolo crescere XD
 
  
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