CAPITOLO 3: UN PICCOLO CAPITOLO
Scar aprì la pesante porta di legno. Si ritrovò in un lungo corridoio, all’improvviso si aprì una porta in fondo sulla destra e ne uscirono 6 guardie. “ dovevamo sospettare che fossi tu! ” disse una delle guardie, sfoderando l’arma.
Lui non rispose. Si limitò ad accendersi il sigaro; poi si guardò attorno con aria molto annoiata … poi estrasse lentamente un sacchettino dalla tasca. “ posa quella … quella cosa!” ringhiò una guardia, ma lui non era intimorito da quei sei uomini mentre nessuno dei soldati osava farsi avanti. “ sapete ” borbottò l’assassino “queste vengono da oriente …” così dicendo estrasse tre piccole sfere dal sacchetto “ e devo ammettere che sono curioso di provarle, le ho pagate un bel po’ ma non sono convinto che funzionino” e le lanciò. Una guardia tentò di afferrarle al volo.
Errore.
Un boato, seguito da una luce accecante; un secondo dopo le guardie erano a terra e le pareti del corridoio erano annerite. “ oh be’ sembrano funzionare” borbottò Scar scavalcando i cadaveri senza degnare loro attenzione. Arrivò alla fine del corridoio e notò che una porta era più pesante delle altre, più finemente decorata. L’aprì. E fu buio.
Riprese coscienza a poco a poco … la prima cosa si che si chiese era come avevano fatto a fregarlo. La seconda domanda che gli sorse spontanea era su dove si trovasse, cercò di aizzare la vista ma l’oscurità era impenetrabile. Provò a muovere un braccio, ma sentì che qualcosa li impediva i movimenti. Cercò ancora di liberarsi ma si procurò solo una grossa fitta di dolore al braccio. Allora si fermò e provo a concentrarsi per capire dove era stato portato … ma i pensieri erano sfuggenti e difficili da afferrare …. Dovevano averlo drogato. “bene bene!” ridacchiò una voce dall’oscurità “ma guarda cos’abbiamo qua!” Scar non riconobbe subito quella voce. Ma dopo pochi secondi capì. Ed ogni pezzo del puzzle tornò al suo posto.
Scar aprì la pesante porta di legno. Si ritrovò in un lungo corridoio, all’improvviso si aprì una porta in fondo sulla destra e ne uscirono 6 guardie. “ dovevamo sospettare che fossi tu! ” disse una delle guardie, sfoderando l’arma.
Lui non rispose. Si limitò ad accendersi il sigaro; poi si guardò attorno con aria molto annoiata … poi estrasse lentamente un sacchettino dalla tasca. “ posa quella … quella cosa!” ringhiò una guardia, ma lui non era intimorito da quei sei uomini mentre nessuno dei soldati osava farsi avanti. “ sapete ” borbottò l’assassino “queste vengono da oriente …” così dicendo estrasse tre piccole sfere dal sacchetto “ e devo ammettere che sono curioso di provarle, le ho pagate un bel po’ ma non sono convinto che funzionino” e le lanciò. Una guardia tentò di afferrarle al volo.
Errore.
Un boato, seguito da una luce accecante; un secondo dopo le guardie erano a terra e le pareti del corridoio erano annerite. “ oh be’ sembrano funzionare” borbottò Scar scavalcando i cadaveri senza degnare loro attenzione. Arrivò alla fine del corridoio e notò che una porta era più pesante delle altre, più finemente decorata. L’aprì. E fu buio.
Riprese coscienza a poco a poco … la prima cosa si che si chiese era come avevano fatto a fregarlo. La seconda domanda che gli sorse spontanea era su dove si trovasse, cercò di aizzare la vista ma l’oscurità era impenetrabile. Provò a muovere un braccio, ma sentì che qualcosa li impediva i movimenti. Cercò ancora di liberarsi ma si procurò solo una grossa fitta di dolore al braccio. Allora si fermò e provo a concentrarsi per capire dove era stato portato … ma i pensieri erano sfuggenti e difficili da afferrare …. Dovevano averlo drogato. “bene bene!” ridacchiò una voce dall’oscurità “ma guarda cos’abbiamo qua!” Scar non riconobbe subito quella voce. Ma dopo pochi secondi capì. Ed ogni pezzo del puzzle tornò al suo posto.