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Autore: WarriorNSN    07/10/2013    1 recensioni
Come poteva Jamie non aver paura di ciò che le riservava il futuro con un cambiamento così radicale? Come poteva non essere triste, come poteva non considerarsi "non capita"?
Ma non c'è arcobaleno senza pioggia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo Marie non passò a prendermi, ma quando uscii fuori di casa convinta di dover aspettare il pulmino della scuola, vidi la Ferrari di Justin fermarsi davanti casa mia.
«Justin! Che ci fai qui?» Chiesi, corrugando la fronte in leggero stato confusionale. Accanto a lui vi era seduto Ryan che, non appena mi avvicinai, si irrigidì e mi salutò solo col cenno della mano. Io gli schioccai un bacio sulla guancia, proprio come feci con Justin qualche secondo dopo.
«Avanti, piccola. Sali.» Feci come mi disse Justin, mettendomi comoda sui sedili posteriori della sua bellissima Ferrari. Appoggiai le mie braccia ai sedili anteriori e mi misi a peso morto. «Dormito bene, stanotte, piccola?»
Gli sorrisi dolcemente. Era molto tenero con me, e nonostante ci conoscessimo poco sapevo di potermi fidare di lui. Mi ispirava fiducia e simpatia. Gli volevo bene.
«Si, grazie. Voi, invece?» Loro annuirono semplicemente. In poco tempo fummo a scuola e scendemmo. Justin mi raggiunse e avvolse il suo abbraccio attorno alle mie spalle, stringendomi a se. Di conseguenza avvolsi il braccio attorno al suo bacino e, guardandoci, ci sorridemmo. Mi voltai a cercare Ryan ma non lo vidi.
«Ieri, quando sei andato via, qualcuno mi ha scritto che vorrebbe che io fossi sua.»
Justin si strinse nelle spalle e rise, guardando davanti a se.
«Perché ridi?» Alzai un sopracciglio.
«Perché sei miaMi fermò, si mise davanti a me e mi abbracciò.
Okay, momento di panico. Sentii il mio stomaco contorcersi, era tutto così strano. I canadesi erano così strani, ma allo stesso tempo dolci.
Chaz ci venne incontro. «Jamie! Justin!» Facemmo strada insieme, sia io che Chaz avevamo Biologia. Justin mi salutò con un bacio sulla guancia e si diresse verso l'aula di lettere.

-Ti voglio sempre di più, piccola!-
-Sarai mia, okay?-
-Sono impazzito dal primo momento che ti ho visto.-


Tutti questi messaggi mi furono mandati in anonimo durante l'ora di biologia. Non capivo. Chi era questo ragazzo? Col telefono in mano, camminavo per i corridoi, quando andai a sbattere contro una ragazza alta dai capelli rossicci.
«Scusami.» Dissi, mortificata. Speravo con tutta me stessa che non avesse avuto nulla contro di me. L'idea di mettermi contro qualcuno non mi elettrizzava più di tanto.
«Tranquilla, capita.» Mi sorrise dolcemente e tornò a parlare con la sua cerchia di amiche. Andai al mio armadietto prendendo i libri per l'ora seguente. Continuò così per tutto il giorno.

«Mamma, puoi venirmi a pre...» Una pallina colpì la mia testa e subito dopo sentii quella risata, impossibile da non riconoscere.
«Ci sentiamo dopo, aspetta.» Chiusi velocemente con mia madre e mi voltai verso il gruppo di ragazzi che mi aveva colpito con la pallina. Justin, Jazmyne e Ryan. Raccolsi la pallina e la tirai a Justin, non facendogli nulla -ovviamente-.
«Jamie ho saputo che in matematica te la cavi.» Disse Jazmyne, facendomi capire dove voleva arrivare. Sentii gli occhi di tutti puntati su di me.
«non è che potresti venire a pranzo da me e darmi delle ripetizioni?» mi chiese. Ero tentata a dirle di no, ma con quel suo visino tenero era impossibile negarle qualcosa. Sospirai e le sorrisi, «fammi avvisare mia mamma e andiamo.» Mi abbracciò e risi, ricambiando l'abbraccio. Avvisai mia mamma e di nuovo, lo splendore che avevo visto ieri, casa di Justin, si presentò davanti ai miei occhi. Era davvero troppo... perfetta.
Appena finimmo di mangiare Jazmine mi trascino in camera sua, dove studiammo. Quando Jazmine mi stava ripetendo la lezione, sentii dei passi dietro di me ma non ci feci caso. Continuai a seguirla fin quando non sentii il suo profumo inebriarmi le narici e delle mani coprirmi gli occhi.
«Chi sono?» Tolsi le sue mani dai miei occhi e risi.
«Sei il lupo mangia frutta.» Stette zitto per due secondi tenendo lo sguardo puntato al vuoto, cosa che mi preoccupò parecchio perché significava che stava pensando.
«CIAO MELA!» Urlò, buttandosi addosso e cominciandomi a mordere le guance paffutelle che mi ritrovavo da quando ero bambina. Risi inizialmente, ma quando cominciò a mordermi e segnare dei piccoli tratti con la lingua il collo, mi fece venire i brividi e lo allontanai quando per ultimo mi baciò l'incavo del collo. Era da tanto che non provavo quella sensazione bellissima.
«Avete finito?» Chiese spazientita Jazmine. Justin rise e andò via. Jazmine finì di studiare e Justin mi chiamò in camera sua.
Mi sedetti su una delle sedie girevoli e cominciai a trascinarmi da un punto all'altro della camera, in attesa che Justin smettesse di giocare col pc. Dopo dieci minuti mi alzai e mi ci misi dietro, accarezzandogli la nuca.
«Ehi,» gli sussurai all'orecchio prima di baciargli una guancia. Vidi i brividi percorrere il suo corpo e sorrisi di gusto. Feci scivolare delicatamente le dita sul suo collo per poi farle risalire un po' più velocemente, procurandogli altri brividi. Si alzò dalla sedia e strinse a se il mio bacino, cingendomi i fianchi. Mi baciò il collo e tirai la testa indietro, lasciandogli fare tutto quello che voleva. Una volta staccato, gli leccai le labbra e si morse il labbro. Mi spinse di più a se e potei sentire la sua eccitazione. Porto le sue mani sotto la mia maglia, accarezzandomi la schiena in modo dolce e delicato.
«JUSTIN!» Urlò Jazmine prima di entrare in camera, quando noi fummo già staccati. «Perché hai preso i miei cd?» Gli sbraitò contro, puntandogli un dito al petto come se fosse un'arma.
«Non li ho presi io, chiedilo a Jaxon quando torna!» Rispose, in maniera pacata. Mi sedetti sul letto e potei notare l'eccitazione di Justin ben evidente dai suoi pantaloni. Mi squilò il telefono.
«Pronto mamma? ...si, sto tornando.» Justin si voltò spalancando gli occhi e io feci spallucce. Jazmine uscì ed io chiusi la chiamata. Justin si mise davanti a me, prendendomi il viso tra le mani e avvicinando le sue labbra alle mie. Ci sfiorammo, ma sentimmo bussare alla porta, staccandoci nuovamente. Mentre Justin parlava con Pattie di cosa mangiare la sera, io preparai le mie cose e andai via.

-Non posso stare senza di te.- Ancora quell'anonimo.

Hola chicas!
Sono tornata. Spero questo capitolo vi piaccia, magari non è granché, lo so, spero comunque in delle vostre recensioni.
Seguitemi su twitter, mi chiamo
"@___sluurp" e vi ricambierò.
xx, G.

 
  
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