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Autore: Beatrix82    02/04/2008    4 recensioni
Cosa è successo tra la partenza di Goku con Shenron e l'ultimo torneo di arti marziali tra Goku Jr e Vegeta Jr? Perchè le due famiglie non si sono unite come molti si aspettavano? In questa fanfiction sarà proprio Pan a raccontarcelo...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pan, Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un'emozione per sempre 6

CAPITOLO 6 - Nuovi venti su West City

By Beatrix

 

Trunks si asciugò con il dorso della mano la fronte leggermente imperlata di sudore, sospirando arrendevolmente alla calura di quella torrida giornata estiva. Evidentemente, l'aria condizionata che avrebbe dovuto rinfrescare il suo ufficio sembrava non avere alcun effetto su di lui, immerso con gli occhi e con la mente su in una serie di scartoffie disseminate sulla sua scrivania.

Forse non era l'afa a complicargli il lavoro. Era piuttosto un'imminente consapevolezza che gravava pesantemente sulle sue responsabilità.

Riesaminò per l'ennesima volta la copia ormai sgualcita del bilancio aziendale. E per l'ennesima volta fu come una pugnalata in pieno petto.

Anche il grafico sul suo computer, che rappresentava su assi cartesiani i guadagni complessivi degli ultimi due anni, era in rapida discesa, mentre saliva proporzionalmente quello delle spese.

Si prese la testa tra le mani, invaso dalla disperazione.

Non poteva finire così. Non poteva far fallire l'azienda di sua madre e di suo nonno, a cui avevano dedicato con passione tutta la loro vita ed il loro ingegno.

Non poteva perchè non se lo sarebbe mai perdonato...

A lui sua madre aveva affidato la direzione della Capsule Corporation... Di lui si era fidata affinchè la società potesse ingrandirsi e svilupparsi, fino a diventare una delle più famose del pianeta...

E così era stato. Ma poi, raggiunto il picco, era cominciata la discesa.

Lui era il presidente che doveva assicurare il meglio per l'azienda... E a lui era venuta l'idea, due anni prima, di vendere ad altre società il brevetto per le capsule salvaspazio, nella speranza di ottenere un cospicuo guadagno a breve termine.

Stupida, stupida idea.

Sua madre lo aveva avvertito. Secondo lei la produzione di quegli articoli doveva rimanere un'esclusiva della Capsule Corporation, ma Trunks le aveva assicurato che questa mossa avrebbe fruttato più di quanto ci si potesse aspettare.

E fu proprio così, all'inizio. La Capsule Corporation aveva ricavato un grosso guadagno dalla vendita del brevetto. Ma poi, a lungo andare, le spese avevano cominciato a superare gli incassi.

Parte del denaro guadagnato era stato investito, come promesso a suo tempo da Bulma, nelle associazioni di beneficenza impegnate nella ricostruzione delle città che ancora si trovavano distrutte dopo la battaglia con i Draghi malvagi.

Ma soprattutto, ora che altre aziende del pianeta iniziavano la produzione delle capsule salvaspazio promettendo ai clienti miglioramenti e sconti, la concorrenza era diventata schiacciante.

Così schiacciante che le vendite diminuivano sempre di più, i ricavi erano ormai inesistenti e per ridurre le spese metà del personale della Capsule Corporation rischiava di essere licenziato.

No, Trunks non poteva permetterlo...

"Presidente, c'è una telefonata per lei sulla linea 2".

La voce della segretaria proveniente dall'apparecchio sulla sua scrivania lo riportò alla realtà.

"Chi è?" chiese con voce assente.

"Samuel Smith, Presidente".

Trunks sospirò tristemente. Sentire quel nome era l'ultima cosa di cui aveva bisogno. Perchè poteva significare la salvezza come la fine di ogni speranza...

"Ok, me lo passi" le ordinò alla fine.

Attese qualche secondo, prima di udire dall'altro capo la voce dell'uomo.

"Pronto, signor Brief?".

"Sì, mi dica".

"Dovrebbe sapere il perchè della mia telefonata".

"Davvero?" chiese Trunks con indifferenza, sebbene aspettasse e temesse quella chiamata già da alcuni giorni.

"Gradirei una risposta prima possibile, se non le dispiace".

Trunks si passò nervosamente una mano tra i capelli.

"Non abbiamo ancora deciso".

"Vi conviene farlo in fretta... Non vorrete farvi sfuggire un tale affare".

"Signor Smith, deve capire che ho bisogno di valutare tutti gli aspetti...".

"Certo, capisco. Perchè allora non parlarne a quattr'occhi?" propose l'uomo.

"A quattr'occhi?" chiese Trunks indeciso, temendo così di sentirsi obbligato a dare una risposta affrettata.

"Posso passare alla Capsule Corporation nel pomeriggio, così definiremo meglio la questione" concluse Samuel Smith riattaccando.

Samuel Smith...

L'uomo che da circa un mese ormai lo stava perseguitando. L'uomo che probabilmente avrebbe segnato la fine della sua presidenza alla Capsule Corporation... La fine del sogno di sua madre... E dell'impero tecnologico creato da suo nonno...

Samuel Smith: un ricco uomo d'affari, un brillante imprenditore che sperava di compiere l'affare del secolo acquistando un'azienda in fallimento e riportandola alle stelle con i suoi abbondanti risparmi. E quell'azienda era la Capsule Corporation...

Appena sapute le voci della probabile crisi, Smith vi aveva messo gli occhi sopra, convinto che i Briefs gli avrebbero venduto a buon prezzo la società come unica speranza di salvarla da una fine certa e di mantenere il lavoro di centinaia di dipendenti.

E forse era quella l'unica soluzione... M ciò avrebbe significato cedere a qualcun altro l'azienda di famiglia...

Certo, sarebbe stata sicuramente in buone mani e Smith aveva assicurato a Bulma il suo posto come progettatrice... Ma non era la stessa cosa.

La Capsule Corporation apparteneva a loro, tre generazioni si erano occupate di essa e la tradizione avrebbe dovuto continuare in futuro...

Era la loro vita, la loro casa, il loro lavoro...

Trunks doveva salvarla... Lui aveva causato tutto ciò e lui doveva riparare... Ma neanche un mezzo Sayan con superpoteri poteva fare niente con tali complicatissimi problemi terreni...

Si voltò verso la finestra, desideroso come non mai di scappare dalla realtà.

Ma questa volta non poteva farlo. Doveva affrontare il problema e trovare una soluzione.

Come avrebbe voluto dimenticare tutto e tuffarsi nella profondità di due grandi occhi neri...

 

"E' arrivata la persona che stava aspettando, Presidente" lo informò la segretaria affacciandosi alla porta dell' ufficio.

"Bene, lo faccia entrare" le ordinò Trunks preparandosi a ricevere il signor Smith e ritornare su un argomento che avrebbe preferito evitare.

"Buon pomeriggio, signor Brief" si sentì dire da una decisa voce femminile.

Alzò lo sguardo, e al posto di Samuel Smith vide entrare nel suo ufficio una giovane donna, con lucidi capelli biondi elegantemente raccolti dietro la nuca e vestita con un professionale tailleur azzurro.

La guardò sorpreso, quasi sul punto di chiederle che fine avesse fatto Smith.

"Purtroppo mio padre ha avuto un impegno urgente" lo anticipò la donna sedendosi sulla sedia dall'altra parte della scrivania. "Ha mandato me per discutere la vendita dell'azienda. Sono sua figlia, Dora Smith" si presentò allungando la mano sopra il tavolo.

Trunks gliela strinse, sorridendo.

"Felice di conoscerla" affermò. "Immagino che sia a conoscenza dei progetti di suo padre...".

"Sono la sua prima assistente" lo interruppe Dora con orgoglio. "E credo che quest'affare possa giovare a noi quanto a lei".

"Trunks annuì, sospirando.

"Non è dal punto di vista economico che ho dei dubbi sulla vendita dell'azienda, signorina...signora...".

"Signorina" precisò la donna.

"C'è un legame affettivo con la Capsule Corporation, signorina Smith..." continuò Trunks. "E' come una casa, una famiglia...".

La donna lo guardò incuriosita, con un lieve sorriso che si affacciava sulle labbra.

"E' sorprendente sentire un uomo d'affari del suo livello parlare di legami affettivi piuttosto che di interessi finanziari".

"Le sembra così assurdo?".

"No" esclamò Dora. "E' solo che ho conosciuto pochi presidenti o imprenditori che hanno un cuore sotto giacca e cravatta!".

Trunks si lasciò sfuggire una breve risata, mentre la donna lo imitava con un aperto sorriso che solo ora le illuminò il volto, mettendo in evidenza l'intenso bagliore verde dei suoi occhi nascosto fino ad allora dall'apparente glacialità della donna.

Eppure anche lei, dietro la veste professionale di giovane donna in carriera, poteva capire cosa significava quell'azienda per Trunks e per la sua famiglia.

"Io non voglio vendere la Capsule Corporation" riprese Trunks. "Ma non voglio nemmeno permettere la sua fine".

"Lo so" riconobbe la donna. "Ma se scarta entrambe le possibilità, come intende fare?".

Trunks rimase assorto per alcuni istanti, dopo di che scosse le spalle indeciso.

"Al momento...non ne ho la minima idea".

La donna sorrise, sporgendosi lievemente sulla scrivania.

"Mio padre ha insistito che cercassi di convincerla a venderci la Capsule Corporation... Ma anche io ho un cuore sotto la camicetta".

Trunks sorrise ormai più rilassato per aver evitato un incontro faccia a faccia con Samuel Smith.

"Ora che ci penso, sono contento che suo padre abbia avuto un impegno, oggi pomeriggio" esclamò Trunks, certo di aver intrapreso con la giovane donna una conversazione fuori dalle rigide righe professionali.

"Dora infatti sorrise divertita, per niente offesa dalla battuta di Trunks.

"Tornando agli affari" riprese la donna ricomponendosi. "Dovremo trovare un'alternativa per salvare la sua azienda".

"E' sicura che esista un'alternativa?".

"Forse con un nostro finanziamento...".

"Non sono sicuro di potervelo restituire a breve termine" la interruppe Trunks. "Complicherebbe soltanto le cose".

Dora lo osservò abbassare lo guardò con desolazione ed impotenza. Vedere un uomo così giovane, a capo di una delle più famose aziende del mondo, capace di provare sentimenti così veri e sinceri...la intenerì...e la affascinò...

Trunks Brief...

Fisicamente era come se lo era immaginato, un giovane scapolo bello ed affascinate proprio come descritto dalle ricche fanciulle dell'alta società... Ma caratterialmente, era ben lieta di non aver trovato il solito ricco snob come si sarebbe aspettata da un uomo poco più che trentenne nella sua posizione.

"Credo che abbia bisogno di tempo per decidere cosa è meglio per la Capsule Corporation" suggerì Dora alzandosi dalla sedia. "Mai prendere decisioni affrettate su cose tanto importanti".

Trunks annuì con un debole sorriso, grato per la gentile comprensione della donna.

"La saluto, signor Brief" dichiarò la donna porgendogli nuovamente la mano. "Ci rivedremo quando sarà pronto".

"Me ne sto andando anch'io, signorina, l'azienda sta per chiudere".

"Bene... Così mi accompagnerà all'uscita".

"Possiamo fermarci allo spazio bar al primo piano... Così le offro un aperitivo".

La donna lo guardò sorpresa e allo stesso tempo lusingata.

"Un aperitivo?" chiese come per conferma.

"Certo...mi sembra il minimo tra due futuri soci d'affari, signorina Smith".

"In questo caso...chiamami pure Dora".

"D'accordo Dora...vogliamo andare?" propose Trunks mentre, con un gesto galante, porgeva il braccio alla bionda donna.

 

Trunks girò nervosamente tra le mani il lungo calice di cristallo che conteneva il suo cocktail. Osservò a lungo il liquido quasi rubineo, come se provasse a cercare nei vortici della bevanda qualche indizio sul suo futuro.

Ma lui non era bravo a leggere il destino. E non avrebbe voluto nemmeno conoscerlo...

"Tutto bene, Trunks?" chiese Dora notando l'uomo completamente assorto nei suoi pensieri.

"Sì, certo, tutto bene" confermò lui. "Mi ero solo...distratto".

"Non avevamo promesso di non pensare più al lavoro?" lo rimproverò la donna.

"Infatti...non era per lavoro".

"Problemi in famiglia? Con tua moglie?" azzardò Dora.

"No, non sono sposato".

"La sua compagna, allora...?".

Trunks sorrise nervosamente, con leggero imbarazzo.

"Scusami...sono stata troppo indiscreta, mi dispiace" tentò di riparare Dora, altrettanto imbarazzata.

"Non fa niente... In ogni modo, sono solo in questo momento".

"Idem per me" sospirò Dora. "Il mio ultimo fidanzato, un ingegnere di Satan City, mi ha mollato un anno fa proprio una settimana prima del matrimonio...".

"Oh santo cielo... Immagino che non fu un bel regalo di nozze".

"No, infatti..." mormorò la donna malinconicamente. "Gli uomini sono tutti uguali... Cioè, almeno la maggior parte...".

Trunks confermò annuendo.

"E per quanto riguarda te... Immagino che la scelta di rimanere single sia una tua scelta...".

"E cosa glielo fa pensare?".

"Beh, di lei si dice che abbia molte ammiratrici...".

"Ho avuto molte donne...ma tutte storie senza importanza...".

"Mi vuol dire che un uomo come lei, così sensibile, gentile e profondo non è mai stato veramente innamorato?".

Trunks fece per parlare, ma si bloccò. La parola "no", quella che la sua mente gli suggeriva, sembrava essere rifiutata e smentita dal suo cuore.

"Non c'è mai stata una persona per la quale hai provato qualcosa di intenso o con cui ti sei sentito completo?" continuò Dora.

Trunks chiuse per un momento gli occhi...

Ma l'unica cosa che le venne in mente fu un delicato volto di ragazza, contornato da lisci capelli d'ebano e impreziosito da due perle nere e brillanti che scintillavano alla luce argentea della luna.

 

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