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Autore: Leptine    07/10/2013    2 recensioni
“Chiunque qui desiderava la sua morte. Chiunque qui lo odiava.” disse alzando il viso verso le persone intorno a lui, guardandoli come se fossero diventati improvvisamente tutti estranei “Chi è stato? Chi l'ha ucciso? Ditemelo!” urlò con tutta la forza mentre strinse convulsamente il corpo di Efestione, come se potesse proteggerlo ancora, per l'ultima volta.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Erano circa le quattro del mattino quando Alessandro si svegliò bruscamente, tirandosi su con il busto, fino a sedersi. Lentamente si passò la mano sulla fronte sudata e fece un lungo respiro, poi sentì una mano fredda che gli fregava la schiena bassa.
“Cosa succede Alessandro?” disse Efestione ancora semi addormentato, appoggiandosi su un gomito, mentre lo guardava con gl'occhi semichiusi.
Alessandro sospirò “Ho fatto un sogno orribile.” sussurrò portandosi la mano tra i capelli che strinse un po'. Allora Efestione si mise a sedere accanto a lui e appoggiò il mento sulla sua spalla.
“Ne vuoi parlare?” gli chiese delicatamente, mentre la sua mano continuava a muoversi su quella del re.
“Riguardava mia madre. Era tutto così confuso, un caos totale. Ricordo solo che lei mi odiava. Aveva gl'occhi rossi d'odio.” sospirò Alessandro fissando un punto fisso davanti a loro.
Efestione lo guardò attentamente e poi abbassò lo sguardo cercando di dare una spiegazione a quel sogno, poi scosse il capo “Devi rivederla Alessandro, forse è arrivato il momento. Prima che il tuo sogno si avveri.” sussurrò dandogli un delicato bacio sulla spalla.
“Non lo so..” gli rispose Alessandro scuotendo il capo mentre si leccò lentamente le labbra.
“Ascoltami Alessandro, per una volta.” disse Efestione guardando attentamente il suo profilo.
A quelle parole Alessandro si voltò verso di lui e dopo averlo guardato negli occhi gli sorrise, portando due dita sotto il suo mento prima di posare le labbra sulle sue, dandogli un delicato bacio. Poi quando si staccò lo spinse di nuovo steso, ma questa volta andò lui ad appoggiarsi al suo petto, con l'orecchio sopra il cuore. Efestione sorrise e lentamente passò una mano tra i suoi capelli, portandosi l'altro braccio sotto il capo
“Quando torneremo a Babilonia la farò venire, te lo prometto.” sussurrò il re chiudendo gl'occhi e molto velocemente cadde nel sonno. Efestione scosse appena il capo mentre lo guardava e poi riprese a dormire anche lui, lasciando la mano tra i capelli fini e morbidi del ragazzo.
Il giorno dopo, quando Alessandro si alzò, notò ancora una volta che Efestione non c'era. Ridendo lievemente si stirò lungo il letto e poi ad un tratto qualcuno spostò le tende che coprivano la luce proveniente da fuori. Il re si portò una mano sugli occhi e fece una smorfia di disappunto.
“Mi dispiace mio grande Re, ma ci sono alcuni generali di sotto che la attendono.” disse Bagoas, fermo in posizione chinata in avanti.
“Cosa vogliono?” rispose il re seccato, infilando la testa sotto il cuscino.
Bagoas sorrise poiché non aveva mai visto il re così sciolto e tranquillo, nonostante la sua collera mattutina. Poi gli rispose “Chiedono un'udienza per l'organizzazione dell'esercito.”
Alessandro rimase fermo un'attimo e poi di scatto si tirò su' lanciando via il cuscino.
“Quanti giorni sono passati da quando siamo arrivati qua?” chiese a Bagoas inarcando un sopracciglio.
Il ragazzo trattenne le risate nel vedere il re con i capelli arruffati, poi disse “Tredici mio signore.” annuì.
“Per Zeus mi ero dimenticato che dobbiamo ripartire!” urlò appena scendendo velocemente dal letto e corse in bagno, poi fece capolino con il capo “Muoviti! Aiutami a lavarmi e vestirmi.” disse prima di sparire nuovamente. A quel punto Bagoas si lasciò andare in una piccola risata prima di entrare in bagno e fare quello che il re gli aveva chiesto. Mezz'ora dopo Alessandro uscì dalla camera, con l'armatura da rappresentanza e si diresse velocemente verso il salone, dove vi trovò tutti i generali compreso Efestione.
“Perdonate il mio ritardo.” disse andando a sedersi sul proprio trono, sentendosi gl'occhi di tutti addosso “Bene, ditemi pure.”
Leonnato fu' il primo ad alzarsi e quindi fu' il primo a parlare, come di regola.
“Siamo venuti a chiederti come organizzare l'esercito Alessandro.” disse con le mani incrociate davanti.
Alessandro si portò una mano sotto il mento, ascoltando il suo amico, poi andò a guardare per terra pensando.
“Quanti soldati sono tutt'ora arruolati?” chiese dopo qualche minuto.
Leonnato si consultò velocemente con gl'altri generali e fecero una stima “Sono circa 500.000 soldati sire.” annuì tornando a guardare il re.
Alessandro annuì a sua volta, poi andò a guardare velocemente Efestione, che era appoggiato al muro, incrociò il suo sguardo e poi riprese a parlare “Ci sarà bisogno di più forze, di più soldati.”
“Non faremo in tempo a farli arrivare dalla Grecia.” disse Cratero, inarcando un sopracciglio.
Alessandro andò a guardarlo “Chi ha parlato di Grecia, Cratero?” gli rispose.
Ad un tratto la sala fu' avvolta da un silenzio quasi tombale, Alessandro se ne accorse e si tirò su, aggiustandosi l'armatura “Chiederemo rinforzi ai nostri alleati qui, è l'unico modo che abbiamo per non essere distrutti alla prima battaglia.”
“Alessandro abbiamo già i persiani con noi.” disse cautamente Lisimaco, che fin'ora non aveva mai aperto bocca.
“Hai ragione Lisimaco, ma non bastano. Non siamo abbastanza.” gli disse Alessandro, seccamente.
“Alessandro sii ragionevole! Non era previsto che il nostro esercito, il NOSTRO esercito, sarebbe diventato di qualcun' altro!” sbottò Cassandro, tirandosi su.
Alessandro andò a guardarlo e gli si avvicinò a lui. E a quel gesto qualcuno trattenne il fiato, mentre Efestione si staccò dal muro cercando di capire se intervenire o no.
“Sai cosa mi reca rabbia Cassandro?” gli disse avvicinandosi velocemente a lui, tanto che Cassandro dovette indietreggiare fino ad appoggiare la schiena al muro, non rispondendo alla domanda del re, che lo prese per la tunica sotto la gola e lo alzò leggermente “Non è la tua mancanza di rispetto nei miei confronti, ma l'odio che provi verso civiltà ben più vecchie della nostra!” gli urlo in faccia, stringendo i denti. Alcuni cercarono di fermare Alessandro ma Nearco e Tolomeo gli allontanarono, poiché era una faccenda tra loro due. Cassandro si irrigidì ripensando, in quel momento, alla sera in cui Alessandro in un impeto di rabbia uccise Clito, a quel pensiero spalancò gl'occhi sussurrando “Perdonami Alessandro, ho peccato.” ma si sentì stringere il collo dalle mani possenti del re.
“Insultami ancora Cassandro e ti giuro che vedrai il buio.” sussurrò Alessandro con il viso vicinissimo al suo. A quel punto Efestione intervenì appoggiando una mano sul braccio del re.
“Alessandro.” disse stringendo il suo braccio.
A quel gesto Alessandro ritrovò la lucidità e allentò la presa sul collo di Cassandro fino a quando lo lasciò andare spingendo ancora di più contro il muro, andando a sedersi nuovamente al proprio posto. Tutti rimasero un'attimo interdetti e si guardarono l'un l'altro, poi squadrarono Cassandro dalla testa ai piedi prima di tornare a sedersi anche loro. Efestione andò a mettersi al fianco di Alessandro, con le braccia incrociate al petto.
Cratero fu' l'unico che ebbe il coraggio di spezzare quel silenzio che si era creato “Io ti seguirò Alessandro, qualsiasi decisione tu prenda.” annuì guardando a terra.
Piano pianto, tutti i generali dissero la stessa cosa, mancava solo Cassandro, che era ancora attaccato al muro, rigido dalla paura. Tutti attesero che dicesse qualcosa, anche Alessandro. Si voltarono verso di lui ed Efestione gli andò in contro.
“Se non guiderai il tuo reparto, giuro che ti uccido con le mie mani.” sussurrò facendo in modo che nessuno sentisse e poi tornò ad avvicinarsi ad Alessandro, che immaginava cose gli avesse detto, poiché gli sorrise.
Cassandro trovò la forza di andare a sedersi e dopo un po' sospirò “Avete anche il mio reparto, mio signore.”
Alessandro sorrise ancora e annuì, prima di alzarsi e guardare i propri generali.
“Vi ringrazio a tutti, sono contento che mi abbiate nuovamente capito e supportiate le mie idee, grazie” sorrise passando la mano sulla spalla di Leonnato quando si avvicinò a lui.
“Ma sai, in realtà mi sto divertendo, quindi è un piacere anche per me continuare questa avventura” disse ridendo. Alessandro scambiò qualche parola con i suoi generali, quando vide Cassandro uscire dal salone a testa bassa, anche Efestione lo notò.
“Lascialo perdere Alessandro, ha troppa voglia di comandare.” gli disse all'orecchio prima di staccarsi ed uscire anche lui dal salone. Alessandro lo seguì con lo sguardo e poi congedò quelli con cui stava parlando prima di seguirlo.
Tolomeo, Leonnato e Nearco li stavano guardando e quando Alessandro uscì dal salone si guardarono a loro volta.
“Quei due non me la raccontano giusta.” disse Nearco storcendo le labbra mentre si grattava la folta barba sulla guancia.
“Perchè mai? Sono molto amici, lo sapete. Erano così già da bambini.” rispose Tolomeo alzando le spalle.
“Sì è vero, però Nearco ha ragione. Sembrano diversi. Spesso si guardando, quando va' via uno va' via anche l'altro. Sembra quasi che vivano in simbiosi.” disse Leonnato, alzando un sopracciglio.
I tre rimasero un'attimo in silenzio e poi Nearco disse “E se la loro non fosse più una semplice amicizia?”
“Ma dai Nearco, cosa vai a pensare. Mi vorresti dire che si amano? Nah.” rispose Leonnato scuotendo il capo.
“Sto solo ipotizzando ragazzo.” rise Nearco, facendo ridere anche gl'altri due.


Intanto Alessandro seguì Efestione, fino al giardino reale, che si trovava dietro il palazzo.
“Cosa gli hai detto a Cassandro, se posso sapere?” chiese Alessandro passando la mano su alcuni fiori, che mai aveva visto.
“Non ho mai parlato con Cassandro.” rise Efestione, guardando quello che stava facendo il re.
“Non mantenere segreti con me, sai bene che so' essere molto persuasivo.” ribattè Alessandro andando a guardarlo mentre sorrideva.
“Chi ti dice io l'abbia detto perché voglia farmi persuadere da te?” alzò un sopracciglio e quando vide Alessandro rimare senza parole gli diede una pacca sulla spalla, spingendolo appena. “Per Zeus dovresti vedere le tue facce, quando ti dico certe cose.”
Alessandro scoppiò a ridere e lo spinse con forza facendolo cadere disteso sull'erba “Ragazzo mio prima o poi farai una brutta fine.” annuì prima di andare a sedersi accanto a lui.
“Qualcosa mi dice che tu non potrai mai torcermi un capello.” annuì Efestione tirandosi su seduto, per andare a guardarlo meglio.
Alessandro sorrise a quelle parole e abbassò un'attimo il viso, mordendosi il labbro inferiore, poi volse il capo dalla sua parte.
“Bersaglio centrato Efestione.” gli sorrise e poi tornò ad abbassare il viso.
Efestione inclinò il capo da una parte e sorrise a quelle parole, sentendo lo stomaco chiudersi, mentre strinse tra le mani l'erba. Andò a guardare il cielo e poi con la coda dell'occhio notò Alessandro che lo guardava.
“Perchè mi guardi in quel modo Achille?” chiese abbassando lo sguardo verso di lui.
Alessandro allungò una mano verso il suo viso e gli spostò una ciocca di capelli “Poiché i miei occhi non hanno mai visto nulla di più speciale.” sussurrò appoggiando una mano sulla sua.
Efestione si morse il labbro e guardò il viso di Alessandro che si avvicinava sempre di più, socchiuse gl'occhi e sentì il tocco del suo naso sulla propria guancia e poi il suo respiro sulle labbra.
“Chiunque potrebbe vederci qua.” ebbe il coraggio di dire, senza aprire gl'occhi, sentendo una flebile risata del ragazzo e poi la sua voce.
“Poco mi importa ormai.” disse, prima di appoggiare le labbra sulle sue.
Efestione sorrise e ricambiò il bacio senza muoversi, e quando si staccò riaprì gl'occhi, trovando Alessandro a pochi centimetri dal suo viso.
“Chi l'avrebbe mai detto.” sussurrò prima d allontanare il viso e passarsi una mano tra i capelli, scuotendo appena il capo.
Poi sentì arrivare qualcuno e si voltò, vedendo Roxane che si avvicinava con le lacrime agli occhi.
“Qualcuno mi salvi, la regina è in arrivo.” Sospirò passandosi le mani sul viso, il quale nascose.
Alessandro si tirò su appena la vide e gli andò incontro.
“Se sei venuta per farmi un'altra romanzina, ti sei sbagliata di grosso.” sospirò appoggiandosi una mano sul fianco.
“Alessandro devo dirti una cosa..” rispose lei, quasi non avendo sentito quello che gli aveva detto.
Alessandro le fece cenno con il capo, come per dirle di parlare. “...a-aspetto un bambino.”
A quelle parole Efestione si irrigidì togliendo le mani dal viso per andare a guardare la ragazza e ad Alessandro gli si gelò il sangue nelle vene. Sgranò gl'occhi.
Roxane prese la mano del re e la appoggiò delicatamente sul suo ventre, sorridendo mentre le lacrime gli solcavano le guance.
Alessandro continuava a rimanere rigido e andò a guarda la propria mano sulla pancia della ragazza e velocemente la sfilò indietreggiando appena.
“Alessandro..cosa..” disse Roxane, incredula.
“Come può essere, non sono più venuto a trovarti.” gli disse mentre passava lo sguardo dalla sua pancia al suo viso.
“Sono già di due mesi, mio signore.” rispose la ragazza abbassando lo sguardo.
A quelle parole Alessandro chiuse gl'occhi facendo un lungo respiro, poi si volse verso Efestione, che fissava l'erba davanti a se. Gli si avvicinò capendo che qualcosa non andava.
“Efestione?” sussurrò inginocchiandosi davanti a lui e posò le mani sulle sue guance, tirandogli su il viso. Un'altra doccia fredda. Nei suoi occhi fiume di lacrime stavano per straripare. “Cosa succede?” disse con voce tremante.
Efestione scosse il capo e scostò il viso dalle sue mani, andando a tirarsi su, poi velocemente iniziò a camminare verso il palazzo.
“Efestione..” sospirò Alessandro, seguendo con lo sguardo il ragazzo, poi di scatto si alzò e gli andò incontro, ma Roxane lo prese per il braccio e lo fermò.
“Smetti di amarlo Alessandro. Lui non può darti certe cose. Lui non può darti la gioia di un figlio, il tuo erede.” disse la ragazza ormai in lacrime, stringendo con forza il suo braccio.
Alessandro si voltò per guardarla e alle sua parole si lasciò cadere sulle ginocchia, scoppiando a piangere silenziosamente.
“Alessandro ti prego..” continuò la ragazza chinandosi verso di lui, ma la respinse, spingendola via.
“Vattene!” urlò chinandosi verso il terreno, portandosi le mani sul viso.
“Cerca di capire.” continuò lei, passandosi una mano sul viso bagnato.
“No! Vattene ho detto!” urlò ancora una volta e poi andò a guardarla.
Roxane rimase pietrificata da quello sguardo e l'unica cosa che notava era dolore nei suoi occhi. Abbassò lo sguardo e poi lentamente si allontanò da lui, in silenzio.





Eccomi di nuovo qua.
Che dire? Questo capitolo vi sembrerà banale molto probabilmente, ma è un'altro di quelli che io chiamo “di transizione” dovevo farlo per poter condurre la mia storia su un'altro binario. Altrimenti la storia sarebbe stata rosa e fiori, quindi monotona. Speriamo comunque di non avevi delusi e che capiate il perché di questa scelta.

Inoltre oggi vi voglio lasciare due cose. Il primo è il mio profilo Ask, dove potete pormi qualsiasi domanda (please niente insulti o quant'altro) quindi questo è il link http://ask.fm/HelaVoluptuary .

E infine un piccolo video che ho fatto di recente proprio su Alessandro ed Efestione, http://www.youtube.com/watch?v=RxNgVTYpLq8&feature=share&list=UU0ufITVaEo_YAXNsiOuzShA .

Buona visione e spero di leggere domande su Ask o recensioni qui sotto. Un bacio.

   
 
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