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Autore: Maiko_chan    07/10/2013    14 recensioni
Un "nuovo" ninja arriva a Konoha.
Dovrà integrarsi nel gruppo dei nostri eroi portando non pochi scompigli e, a un passo dalla guerra contro l'Akatsuki, la nuova risorsa sarà indispensabile. Tra intrighi, nuovi personaggi e un'amore perduto - o no? -, la storia principale sarà abbastanza sconvolta anche se la seguirò a grandi linee.
Prima fanfic, mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate.
[Estratto dall'ultimo capitolo]
Concentrati e mantieni la calma, Minoru.
Sentì un fischio quasi impercettibile e, ancor prima che Pakkun gli intimasse di muoversi, lui scattò verso il punto da cui era partito. Si abbassò, schivando un proiettile esplosivo che deflagrò dopo qualche secondo, ma lui era già addosso all’uomo che l’aveva lanciato. L’individuo, preso alla sprovvista, indietreggiò, estraendo un kunai. Minoru fu più veloce di lui, piantando l’arma nel suo petto, all’altezza del cuore. Kihou cadde a terra, esalando il suo ultimo respiro.
Meno uno.

{NaruHina + SasuSaku & Others}
[Storia ABBANDONATA]
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio | Coppie: Hinata/Naruto
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 8

Hinata camminava verso il campo n°3 senza fretta, soppesando i suoi passi. Alzò lo sguardo, beandosi dell’intenso azzurro del cielo.  Con una mano si riparò lo sguardo dallo sfolgorante sole che illuminava Konoha, il quale annunciava l’arrivo della bella stagione sul Paese del Fuoco. Un piacevole venticello primaverile le scompigliò i capelli, lasciando la sua pelle in balia di quelle dolci e inconsistenti carezze che quel vento le offriva. Finito quel momento di assoluta dolcezza, la ragazza si rabbuiò improvvisamente riportando alla mente il motivo per cui si stava dirigendo al punto d’incontro per iniziare l’allenamento speciale a cui dovranno essere sottoposti. Il motivo del suo turbamento era l’organizzazione criminale formata da nunkenin di livello S che provenivano da tutte le cinque terre ninja: Akatsuki. Era diventato il suo pensiero fisso da tre giorni a quella parte. Non riusciva a capacitarsi di come loro, un gruppo di ninja diciassettenni, potessero riuscire a distruggere quella potentissima organizzazione. Anche se due di loro erano già periti, i rimanenti componenti non erano certo da prendere sottogamba. Era consapevole che alcuni dei suoi compagni erano all’altezza del compito assegnatoli e questo la rendeva più fiduciosa. Ma a questo si contrapponeva la paura di essergli d’intralcio e di non essere abbastanza forte per poter essergli d’aiuto. Si torturava con questi pensieri, una lenta tortura psicologica diretta a se stessa, che la rendeva insicura e poco determinata. E non era la sola. Infatti dopo la scioccante rivelazione dell’Hokage molti di loro erano precipitati in un baratro di incertezze. Avevano chiesto spiegazioni e contestato la decisione della Senju ma lei li aveva zittiti tutti in uno dei suoi scatti d’ira e ciò li aveva molto scoraggiati a chiedere spiegazioni. La Hyuuga sospirò pesantemente, rammaricandosi per la sua situazione. Abbassò lo sguardo a terra concentrandosi sui suoi passi, cercando di sottrarsi a quei pensieri. Per questo motivo non si accorse della persona che camminava davanti a lei, sbattendoci contro. Fece un passo indietro, cercando di riacquistare l’equilibrio perduto ma a sorreggerla furono due forti mani che la presero per le spalle impedendogli di cadere. Stava per scusarsi ma le parole gli morirono in gola quando si rese conto di ciò che era accaduto e chi fosse la persona contro cui aveva sbattuto. I suoi occhi rimasero ammaliati dagli occhi azzurri di lui, ed entrambi incatenarono il proprio sguardo sugli occhi dell’altro. Le sue placide perle si specchiarono nei suoi zaffiri ridenti e il mondo intorno a loro divenne inconsistente. Lui si aprì in un largo sorriso, che dedicò alla ragazza, la quale non poté fare a meno di arrossire ma non interruppe lo sguardo visivo, perdendosi negli occhi cerulei del ragazzo. Non si accorsero di essere pericolosamente vicini, lui infatti la teneva saldamente per le spalle e tendeva ad avvicinarsi sempre di più a lei. I loro visi erano a pochi centimetri di distanza, ed entrambi percepivano il respiro caldo dell’altro infrangersi sulla propria pelle. Entrambi avvertirono un brivido attraversare il proprio corpo e la sensazione di aver già vissuto la medesima situazione. Dove i loro corpi si toccavano, divampava un incendio interiore che li spingeva ad avvicinarsi sempre di più. Le loro labbra si avvicinarono ulteriormente ed ormai la distanza tra loro era effimera. I loro cuori battevano impazziti e scalpitavano per raggiungere quel desiderato contatto che stava per essere raggiunto. Ma, con grande rammarico di entrambi, un secondo prima che raggiungessero l’agognato contatto un ragazzino di poco più di dodici anni con indosso un copri fronte della foglia sfrecciò accanto a loro spintonando l’Uzumaki che lasciò andare la Hyuuga. Il ragazzino non si accorse degli sguardi omicidi che Naruto gli mandava e continuò imperterrito a correre. Pochi secondi dopo un uomo, anch’esso provvisto di copri fronte, sorpassò i due ragazzi lanciando un urlo diretto al ragazzino che scappava a pochi metri da lui.
- Konohamaru-kun fermati!-
Tuttavia il ragazzino non gli diede ascolto anzi aumentò la velocità della sua corsa.
- Prima deve prendermi, Ebisu-sensei!- gli urlò di rimando il piccolo Sarutobi, saltando su un tetto e dileguandosi insieme al proprio sensei.
Dopo aver assistito a quel bizzarro quadretto, i due ragazzi riportarono l’attenzione su di loro e, realizzato quello che stava per accadere, arrossirono all’inverosimile essendo tremendamente imbarazzati. Hinata distolse lo sguardo dalla figura di lui guardando un punto imprecisato della strada. Naruto invece guardava di sfuggita la ragazza, grattandosi la guancia incerto sul da farsi. Ripensò a ciò che stava per accadere e a quel pensiero si arrese all’evidenza. Era tremendamente attratto da quella ragazza ma prima di fare alcunché doveva assicurarsi di una cosa… “Non è ancora il momento.” Pensò mentre rifletteva su come dissipare l’imbarazzo creatosi. Prese un bel respiro e semplicemente disse la prima cosa che gli era passata per la testa.
- H-Hinata..- parlò con voce tremante e un po’ incerta ma che fece comunque sussultare la Hyuuga, accortasi che aveva anche tolto il suffisso con cui si rivolgeva a lei.
- I-io senti… ehm… mi dispiace non volevo… cioè si lo volevo ma ecco i-io insomma…- disse con voce troppo alta, ingarbugliando le parole per il nervosismo. Continuò a dire cose senza senso, contraddicendosi da solo. Alla fine ammutolì vergognandosi della magra figura che aveva fatto. Per tutto il tempo che aveva parlato, Hinata l’aveva ascoltato incuriosita e più di una volta si era trattenuta dal ridere ma appena alzò lo sguardo su di lui e vide la sua espressione imbronciata, non si trattenne e iniziò a ridere piano attirando l’attenzione del ninja biondo. Il ragazzo ascoltando le sue leggere risa si rilassò visibilmente tanto che iniziò a ridere insieme a lei. Quando fermarono le loro risate, entrambi riportarono lo sguardo sull’altro sorridendosi vicendevolmente. Lei con un timido sorriso rivolto solo a lui, con un accenno di rosa sulle guancie che secondo il parere dell’Uzumaki la rendeva ancora più bella di quanto non fosse già. Lui invece le rivolse un sorriso bello, enorme, felice che a lei fece perdere un battito. Sempre sorridendole il ragazzo le fece cenno di venire più vicino cosa che lei fece subito. Con un scatto il ragazzo depositò un leggero bacio sulla fronte della ragazza che, presa totalmente alla sprovvista, per poco non si strozzò con la sua stessa saliva. Dopo essersi staccato Naruto le rivolse un sorrisetto compiaciuto, che la fece arrossire.
- Forza Hinata-chan! Se non ci sbrighiamo arriveremo tardi all’appuntamento!- la sua voce calda e profonda le rubò l’aria per un attimo e quando lui le afferrò la mano non poté fare a meno si sobbalzare. Si fece trascinare supina da lui, che iniziò a correre verso il campo n°3. “Dopotutto… quest’allenamento non sarà troppo male” pensò la mora mentre sorrideva di riflesso alle risate del suo sensei.
 
Sasuke Uchiha era un ragazzo molto orgoglioso, tutti ne erano al corrente. Ma era comunque una persona che riconosceva il valore di un avversario soprattutto quando questo riusciva a metterlo in difficoltà o, come era accaduto pochi giorni prima, era capace di batterlo. Aveva riconosciuto la potenza e l’intelligenza, seppur perversa, dell’eremita delle serpi conosciuto come Orochimaru. Ma per qualche strana ragione, anche se aveva riconosciuto la forza del ninja biondo, non riusciva a non essere adirato contro di lui. Infatti, mentre camminava per le strade di Konoha, riconobbe che il suo avversario non si era veramente impegnato contro di lui. E ciò lo mandava fuori dai gangheri. Lo aveva capito grazie al suo Sharingan: Naruto aveva diminuito la potenza delle sue tecniche. Inoltre intuiva che quel ragazzo stesse nascondendo qualcosa a tutti loro. Non accettava che qualcuno, chiunque fosse, non combattesse sul serio contro di lui. Ne andava del suo orgoglio Uchiha. E, cosa ancor più bizzarra, stava nascendo dentro di lui l’impellente voglia di riuscire a superare quel dobe. Sasuke ghignò a quel pensiero. Aveva inconsapevolmente designato quel ragazzo come suo rivale. Svoltò rapidamente l’angolo e ciò fece contrarre le sue labbra in una smorfia di dolore, senza perdere la sua espressione perennemente indifferente. Le ferite riportate nel combattimento contro l’Uzumaki non si erano ancora rimarginare e ogni volta che faceva movimenti bruschi, avvertiva delle fitte in tutto il corpo. Era stato più volte sgridato da Sakura per quello e la testa gli doleva al sol pensare ai pugni che la rosa gli aveva gentilmente dato. Ma non voleva che delle stupide ferite lo rallentassero almeno non ora che, ne aveva la certezza, sarebbero successi fatti veramente interessanti.
 
- Tsunade!-    
La porta dell’ufficio dell’Hokage si aprì con un tonfo e Jiraya, l’eremita dei rospi, irruppe nella sala. La donna si irritò non poco per l’irruenza dell’uomo, soprattutto perché proprio in quel momento gli era venuta l’idea di andare a farsi un bicchierino. Appena l’uomo si avvicinò a lei si alzò bruscamente dalla sedia e lo prese per il bavero ottenendo di far sbilanciare l’eremita che era intimorito dal suo sguardo minaccioso.
- Jiraya si può sapere perché hai urlato il mio nome?!-
Gli sbraitò in faccia la Senju, scuotendolo violentemente. Jiraya si pentì di essere stato così irruente. Conosceva quella donna da una vita, avrebbe dovuto aspettarsi una reazione violenta da parte sua. Prese un cipiglio deciso e cercò di farsi ascoltare dall’Hokage.
- E’ molto importante, ascoltami!- le urlò contro cercando di essere il più irremovibile possibile. La donna avvicinò il proprio viso a quello dell’uomo, assottigliando i suoi occhi color nocciola che lui tanto amava.
- Spero per te che sia davvero importante- gli sibilò lei, apparendo agli occhi dell’uomo più minacciosa di quanto non fosse già. Detto questo mollo la presa, consentendo all’uomo di tirare un sospiro di sollievo. Jiraya si ricompose aggiustando la propria veste e mentre faceva ciò iniziò ad informare Tsunade della propria scoperta.
- Grazie ad uno dei miei rospi sono riuscito a scoprire che il demone tricoda è riuscito a sfuggire all’Akatsuki e a ritornare al proprio lago, dove in questo momento riposa. Penso che sia riuscito a prendere alla sprovvista i suoi carceratori prima di venire sigillato. Sembra sia veramente infuriato e come ben sai quando un Bijuu si arrabbia c’è poco da scherzare- disse guardando negli occhi la donna che aveva assunto una espressione seria e preoccupata.
- Non scherzavi quando dicevi che era importante…- sussurrò Tsunade mentre l’eremita dei rospi si apriva in un sorriso vittorioso.
- Ho anche scoperto che andranno a recuperarlo tra un mese esatto-
- Per quale motivo vogliono aspettare così tanto?- chiese sospettosa
- Anch’io avrei fatto la stessa cosa,Tsunade. E’ meglio lasciare che il Bijuu si calmi, quando è arrabbiato è troppo instabile inoltre ti ricordo che non ha una forza portante che lo controlli. In uno scatto d’ira potrebbe radere al suolo un grosso pezzo di terra e come ben sai per ora Akatsuki preferisce agire nell’ombra per non creare troppo scalpore- spiegò l’uomo guardando attentamente la donna davanti a lui.
- Capisco… Sai anche chi dovrà andare a recuperarlo?-
- Andranno Kisame Hoshigaki e Itachi Uchiha- rispose secco. La donna sgranò gli occhi per lo stupore mentre si passava una mano tra i capelli, preoccupata per quella svolta tutt’altro che buona.
- Cavolo… - sussurrò la Senju, che già aveva capito ciò che l’amico aveva intenzione di dirle. Sentendoglielo dire però non sminuì la sua preoccupazione e inquietudine.
- Non abbiamo scelta Tsunade - iniziò gravemente l’eremita - Dobbiamo mandare Naruto e alcuni team a sigillare il demone-
 
Naruto e Hinata arrivarono al luogo dell’appuntamento in pochi minuti, trovando tutti gli altri già presenti che li stavano aspettando. Appena li videro arrivare, gli andarono incontro attendendo che Naruto spiegasse loro che tipo di allenamento avrebbero dovuto seguire.
- Ce l’hai fatta ad arrivare, dobe..-
L’Uzumaki trafisse con lo sguardo il ghignante Uchiha ma lo ignorò subito dopo portando la propria attenzione sui membri del suo enorme team. Fece per prendere la parola quando un kunai si conficcò nel terreno davanti a lui. Spostò lo sguardo su di esso e appena lo inquadrò non poté fare a meno di lasciarsi scappare un sospiro d’insofferenza. I ragazzi lo guardarono interrogativi e lui li liquidò con un semplice ordine.
- Non provate ad interferire con quello che sta per accadere.- disse loro, categoricamente.
Confusi, i ragazzi si limitarono ad annuire diffidenti. Dopo pochi secondi due figure con indosso due mantelli neri spuntarono dalla boscaglia. Erano molto bassi d’altezza e la differenza tra loro era evidente: una era più minuta e bassa dell’altra che invece la superava di una spanna. Il ninja biondo si girò verso di loro e avanzò di alcuni metri. Fatto ciò le due figure si lanciarono contro di lui, iniziando ad attaccarlo con una serrata serie di taijustu. Naruto teneva loro testa e non sembrava affatto in difficoltà, anzi sorrideva compiaciuto alle due figure. Si staccarono per un secondo permettendo alle due figure incappucciate di impugnare un kunai. Di nuovo si lanciarono contro il ragazzo che, senza l’ausilio di un arma, schivò e deviò tutti i colpi ostentando nonchalance. Intercettò i colpi a lui diretti fermando il polso degli avversari e depositandogli un calcio per ognuno. Fletté il busto per poter cadere eretto, dando mostra delle sue abilità. Le due figure intanto, essendosi riprese da quel colpo, iniziarono a comporre dei sigilli ma Naruto non glielo permise. Si fece serio tutto d’un tratto, lasciando l’aria giocosa che aveva tenuto per tutto lo scontro. Con un scatto fulmineo raggiunse le due figure prendendole di sorpresa. Assestò loro due devastanti pugni, ottenendo l’effetto di scagliargli verso il bosco che circondava tutto il campo. I due individui però, non si schiantarono contro gli alberi ma vennero prese al volo da due cloni dell’Uzumaki. Le copie presero entrambi per il loro mantello e si portarono accanto al vero Naruto. I ragazzi corsero verso di loro volendo delle spiegazioni per quello strano avvenimento. Si disposero davanti a loro proprio nel momento in cui il biondo faceva sparire le sue copie facendo cadere a terra le due figure, che presero a lamentarsi ed urlare contro il ragazzo.
- Naruto-sama non poteva essere più delicato?!- urlò la figura più minuta fra i due, la cui voce aveva una cadenza più femminile.
- Già ha ragione Fuyumi!- urlò l’altro puntando il dito contro il biondo.
Entrambi iniziarono ad urlare contro l’Uzumaki, che dopo pochi minuti perse la pazienza.
- Fuyumi, Minoru, finitela di lamentarvi!- urlò loro irritato dai loro commenti - Sapete benissimo che la professione dello shinobi è sofferenza e voi vi lamentate per così poco? Vi dovreste vergognare!- li rimproverò duramente il ragazzo.
Terminò il suo discorso con uno sbuffo insofferente, guardando in tralice le due figure che ancora portavano i loro mantelli, senza voler accennare l’intenzione di volergli togliere. Erano ammutolite davanti al duro rimprovero dell’Uzumaki come anche i ragazzi che assistevano alla scena senza riuscire a capire cosa stesse succedendo. Erano solo riusciti ad intuire l’inesperienza delle due figure e a capire che fossero aspiranti ninja. A spezzare il silenzio creatosi fu proprio la figura più minuta tra le due parlando in un sussurro.
- C-Ci dispiace N-Naruto-sama…- sussurrò con voce spezzata la figura che doveva chiamarsi Fuyumi. La ragazzina iniziò a singhiozzare piano mentre continuava a sussurrare frasi sconnesse di scuse verso il biondo. Portò le sue gracili mani al viso cercando di asciugarsi le lacrime, con scarsi risultati. Delle piccole gocce bagnarono il terreno davanti a lei. Il compagno chinò la testa colpevole. Intenerito dalle sue lacrime, Naruto addolcì il suo sguardo chinandosi su di lei. Delicatamente le scostò il cappuccio che la copriva facendo scivolare il mantello che si depositò a terra. La ragazzina mostrò il volto ai ragazzi che la circondavano: aveva dei tratti infantili, il viso tondo da bambina, la pelle nivea che aumentava il suo candore. Dei lunghi capelli biondi le incorniciavano il viso ed erano raccolti in una treccia che pendeva da un lato del suo collo e arrivava fino al suo busto. Gli occhi erano grandi e lucidi, un po’ arrossati per via delle lacrime che ancora scendevano sul suo volto. Si potevano comunque vedere chiaramente le sue iridi dall’insolito pigmento: erano grigie con sfumature celesti. Si poteva ben capire la sua età, non poteva avere più di dieci anni. Le sue vesti erano costituite da una semplice magliettina azzurra e lilla su cui era rappresentato un fiore di loto. I pantaloni le arrivavano poco sotto al ginocchio ed erano di colore grigio, come gli usuali sandali da lei indossati.  Naruto le porse un fazzolettino arancione con una ranocchietta verde ricamata che lei accettò volentieri. Si asciugò le lacrime mentre il prode ninja biondo le sorrideva rassicurandola di non essere arrabbiato con lei. Ciò la tranquillizzò facendo in modo che le lacrime finissero. Fuyumi si aprì in un dolcissimo sorriso ricambiato dal biondo che le scompigliò amorevolmente i capelli, facendola ridacchiare.
 
Hinata osservando quella scena, per poco non svenì riconoscendo in quei gesti il misterioso AMBU dai capelli biondi. Riprendendo l’equilibrio cominciò a osservare Naruto e Fuyumi. Ad un tratto però le due figure si contrapposero al AMBU biondo e a lei. Rivide in loro due la medesima situazione di quel giorno sotto al ciliegio e ciò la confuse. Accortasi della sua confusione TenTen le diede una piccola gomitata che la fece sobbalzare. Spostò lo sguardo sull’amica che la osservava interrogativa. Sotto quello sguardo Hinata arrossì capendo che molto probabilmente avrebbe dovuto subirsi l’interrogatorio della ragazza. Accennò un sorrisetto che però non convinse affatto la castana che gli si accostò.
- Dopo ci faremo una bella chiacchierata mia cara Hinata-chan- le sussurrò minacciosa.
Un brivido attraversò la Hyuuga che annuì frettolosamente. TenTen le sorrise furba e lei si lasciò andare ad un sospiro rassegnato. Non sarebbe scampata a quella furia dell’amica.
 
Nel frattempo anche Minoru si era tolto il suo mantello, mostrandosi ai presenti. Come Fuyumi anche lui era poco più di un bambino, infatti si poteva intuire che avesse circa dodici anni. Era più robusto dell’amica e presentava i primi accenni di muscolatura. Aveva una carnagione abbastanza abbronzata e alcune lentiggini  gli macchiavano il viso, i capelli erano corti e arruffati, di un particolare colore nero con alcuni riflessi violacei. Aveva dei grandi occhi ambrati e un’espressione all’apparenza matura e decisa. Indossava un maglietta nera su cui era disegnato il simbolo di un fulmine, dei pantaloncini bianchi che gli arrivavano alle caviglie e dei sandali di colore blu. Si avvicinò silenziosamente a Naruto e chinò il capo, mormorandogli le sue scuse. L’Uzumaki gli sorrise e si avvicinò dandogli un buffetto sulla guancia, facendogli sollevare la testa. Il ragazzino accennò un sorrisetto divertito per poi spostare lo sguardo sui ragazzi di Konoha, i quali aspettavano delle spiegazioni. Naruto, intercettando il suo sguardo, si diede una pacca sulla fronte sorridendo imbarazzato al gruppo di Konohaniani che lo fissavano incuriositi. Capendo che loro si aspettavano una spiegazione, fece cenno ai due ragazzini di avvicinarsi a lui. Fuyumi si posizionò al suo fianco destro mentre Minoru alla sua sinistra. Naruto poggiò le mani su una delle loro spalle mentre si apprestò a spiegare chi fossero quei due ragazzini.
- Ragazzi penso che dobbiate avere delle spiegazioni su quanto è avvenuto..- incominciò l’Uzumaki mentre i suoi coetanei lo guardavano sempre più incuriositi. Il biondo si passò una mano fra i capelli, segno che mostrava il suo nervosismo. Fuyumi e Minoru, intuendo da quel gesto l’imbarazzo di “Naruto-sama”, anticiparono le sue spiegazioni iniziando a parlare.
- Se per il sensei non è un problema vorremmo spiegarvelo noi.- esordì Minoru, con un tono di voce non troppo squillante anzi abbastanza profondo segno del suo iniziale cambiamento ormonale. Naruto lo ringraziò con lo sguardo, annuendogli grato. Minoru gli rivolse un sorriso complice per poi rivolgersi nuovamente ai ragazzi.
- Io mi chiamo Minoru, sono un orfano e per questo non ho cognome né memoria dei miei genitori. Fui cresciuto da alcune donne del mio stesso paese che però non mi rivelarono mai chi fossero i miei genitori naturali e dubito fortemente che fossero a conoscenza della loro identità. Quando raggiunsi l’autosufficienza, non si occuparono più di me, lasciandomi al mio destino. Vagai per tutte le terre ninja, medicando per avere da mangiare. Anni dopo incontrai Fuyumi e-  Fu interrotto dalla stessa Fuyumi che gli tocco timidamente la spalla. Intercettò il suo sguardo e semplicemente annuì.
- Da qui continuo io…- disse la ragazzina che dopo un attimo d’incertezza ricominciò a parlare – Io sono Fuyumi e anch’io sono un orfana. Ho conosciuto i miei genitori ma morirono quando io avevo poco più di cinque anni e perciò non mi ricordo molto di loro né quale sia il cognome che portavano. Come Minoru ho iniziato a vagare per le cinque terre ninja, mendicando e cacciando piccole prede per sopravvivere. All’età di sette anni ho incontrato Minoru al confine del paese del Fuoco. Il nostro primo incontro è stato un po’…- Qui si interruppe, assumendo un espressione pensierosa.
- Diciamo brusco, Fuyumi- l’aiutò il ragazzo, accortosi dell'incertezza che aveva colto la ragazzina. Lei gli rivolse un sorriso riconoscente, riprendendo da dove si era interrotta.
- Dopo un anno ci imbattemmo in Naruto-sama. Lui ci salvò da dei traditori e da quel momento lo seguimmo dappertutto. Lo implorammo di prenderci come suoi allievi e dopo pochi giorni di suppliche riuscimmo a convincerlo. Da allora noi due siamo i suoi allievi… anche se io lo vedo un po’ come un fratello maggiore- finì, arrossendo lievemente per la sua ultima affermazione. Minoru annuì concorde all’affermazione dell’amica, dando di sfuggita una sguardo al proprio sensei che li fissava imbarazzato. Sorrise pensando a quanto poteva essere buffo il suo niisan.
 
Intanto, a molti kilometri di distanza da Konoha, nel Paese della Cascata una giovane ragazza dai corti capelli verdi e occhi di un insolito colore rosa si allenava sul pelo d’acqua stando a distanza della cascata alle sue spalle. Sul suo braccio scintillava il copri fronte della Cascata che mandava riflessi di luce ogni volta che muoveva il braccio, essendo impegnata nella composizione di alcuni sigilli. Ad un tratto si fermò improvvisamente, scrutando i dintorni mentre una sgradevole sensazione di pericolo si faceva largo dentro di lei. Scorse un leggero fruscio tra i cespugli  e rapidissima, lanciò un affilato kunai in quella direzione. Dopo pochi secondi da esso uscì un impaurito scoiattolo che, dopo averla fissata per qualche secondo, si rifugiò su un albero in cerca di ghiande. La ragazza non poté fare a meno di sospirare di sollievo ma, per non scoprirsi troppo, decise comunque di ritornare al proprio villaggio. Camminando sul pelo d’acqua raggiunse la cascata passandoci attraverso, spuntando dentro i confini del proprio villaggio. Non sapeva però, che due paia d’occhi l’avevano fissata mentre si allenava e che ora l’avevano vista sparire dentro la cascata. I mantelli a nuvole rosse da loro indossati li rendevano ancora più terrificanti di quanto non fossero già. La voce di uno di loro squarciò la tranquillità del bosco, facendo fuggire gli animali che erano nei paraggi. Era infatti una voce gutturale e a tratti animalesca quella che terrorizzò gli abitanti di quelle fronde.
- Sarai tu la mia prossima preda Fuu, jinchuuriki del Nanabi No Bjiuu, il demone dalle sette code-



 
Salve a tutti! *saluta da dietro una colonna*  
Sono tornata! Lo so che ormai mi davate per dispersa ma davvero non ho avuto modo di aggiornare prima. Spero che venga perdonata grazie a questo mio capitolo. :) Spero lo gradiate. Ringrazio tutti coloro che hanno commentato il capitolo precedente (11 recensioni wow! Siete troppo buoni ragazzi, troppo. Non me li merito. Ç.ç) e coloro che hanno messo la mia storia nelle preferite/ricordate/seguite. Vi aspetto, alla prossima! ^^
Un bacio, la vostra Naruhinafra. 
   
 
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