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Autore: Lady_Angel    08/10/2013    1 recensioni
"L'unica persona che ti vuole veramente bene se ne sta andando. Non la fermi, vuoi rimanere solo. Tu ami la solitudine.
Sei solo un cavaliere rosso."
Piccolo approfondimento sulla storia di Miguel e sul rapporto con la sua famiglia e la sua amata sorella.
Buona lettura
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Miguel Caballero Rojo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sei un cavaliere rosso: ribelle, forte, scontroso; la pecora nera della famiglia. A nessuno importa di te.
A quindici anni si fanno degli errori, ma tu non te ne accorgi.
“È  stato meglio per tutti, sorellina.”
“Forse per te.”
L'unica persona che ti vuole veramente bene se ne sta andando. Non la fermi, vuoi rimanere solo; tu ami la solitudine.

Sei solo un cavaliere rosso.

Ti rimetti a lavorare, non pensi ad altro. Non hai più una famiglia, non hai più amici; scappasti di casa perché volevi seguire i tuoi ideali, perché non eri compreso.
Non facevi una cosa positiva in passato e tutta l’ incomprensione dei tuoi genitori si era tramutata in odio verso qualunque essere vivente. Tutti ti temevano, tutti ti stavano lontano.

Eri solo un cavaliere rosso.

E quando cercavi di farti perdonare, un bruciore, un rossore, si impadronivano del tuo viso ed allora, lì, tutti i buoni propositi si tramutavano in parole terribili.
“Ti odio!”
Una frase ormai fissa nella tua lingua, ma lo pensavi veramente?
Sì, tu eri serio. Odiavi quelle persone che con te condividevano solo gli stessi geni; non ti capivano.
Erano anni ormai che, in quella casa, non si sentivano altro che liti, che parole acerbe eppure non eri cattivo, eri solo un ribelle.
“Me ne vado” pensavi ogni sera quando litigavi perché non volevi dormire e nemmeno dire la preghiera della notte.
Facevi lo zaino e ti avviavi verso la porta d'ingresso, ma ogni volta c'era qualcuno che, involontariamente, ti fermava. Passavi davanti alla camera di tua sorella; l’osservavi di nascosto eppure lei ti vedeva ed iniziava, urlando, a chiamarti; quasi come un gesto automatico, tu scappavi in camera tua perché non potevi farti scoprire ed ecco che, allora,  i tuoi genitori varcano la soglia del tuo regno dicendoti: ”Dato che non vuoi dormire, vai da tua sorella che ti sta cercando”.
Ti avviavi da lei e iniziavi a leggerle delle storie. Quello era l'unico momento in cui ti sentivi apprezzato ed amato, solo lei riusciva a farti dimenticare l'odio e la tristezza che quella famiglia ti recava. Solo allora, i tuoi genitori, si rivolgevano a te con parole amorose: ”Grazie Miguel. Buona notte”.
Ma quelli erano solo attimi; la mattina ricominciava di nuovo quella routine maledetta dove ti sentivi piccolo ed insignificante  perché, tu, fuori da quella stanza rosa, non eri altro che un rosso cavaliere ribelle.
Una sera, però, tutto si tramutò in realtà. Tua sorella non c’era e tu avevi iniziato la solita litigata della mezzanotte. “Me ne vado” questa volta l’hai urlato, non solo pensato.
“Bene, quella è la porta! Ci hai rovinato per quindici anni, se te ne vuoi andare sei libero di farlo, ma non ci venire più a cercare”.
Non ti aspettavi una risposta tale; di solito non si pensano veramente queste parole, ma a te non importava. L'hanno detto ed è ciò che conta.
“Se vogliono che me ne vada lo farò. Questa volta ubbidirò”.
Certo, per una volta non eri più il figlio ribelle, la pecora nera.

Eri solo un rosso cavaliere ubbidiente.

Non li rivedesti più.
Undici anni sono passati ed in undici anni il tuo cuore non è guarito.
“Si dice che la lontananza faccia bene al cuore”.
È di nuovo tua sorella.
“Visto? Non me ne sono andata. Sono tornata perché è così che fa una sorella ed è così che deve fare un figlio. Si litiga, ma poi si rifà la pace” sorrise.
Ma la tua situazione è diversa; lei è tornata perché ti vuole bene, tu, invece, provi solo indifferenza per i tuoi genitori.
“Se desideravano che tornassi, potevano anche venirmelo a dire di persona. Cercavano di obbligarmi a fare ciò che volevano loro ed ecco che finalmente l'ho fatto. Sono stati loro a dirmi di andarmene!”
Silenzio.
“Capisco, ma in quella casa non ci sono solo loro. Ci sono anch'io ed a me manchi.”
Anche a te manca, sei stufo di vederla di nascosto, ma non vuoi più tornare in quella casa, non vuoi darla vinta alla tua famiglia perché chiamarli  e chiedere perdono significherebbe sottostare di nuovo alle loro regole.
“Sai, domani mi sposo. Ci sarai vero?”
Non sai cosa rispondere. Non vuoi che un altro uomo ti porti via l'unico affetto che ti è rimasto; non vuoi rivedere quelli che sei costretto a considerare parenti, ma non vuoi nemmeno deludere lei.
“Va beh, rispondimi anche domani. Non sei obbligato ad entrare in Chiesa, ma almeno sii felice per me. Volevo fossi tu a portarmi all'altare. Non mi importa delle tradizioni perché io volevo te, ma alla fine sei e rimarrai sempre un rosso cavaliere solitario”.
L'hai delusa. Quello che non volevi che succedesse, invece, si è avverato. Avrebbe litigato con tuo padre per te, ti voleva al suo fianco ed invece tu non hai risposto. Potevi dimostrare a tutti che il Miguel freddo e ribelle aveva anche un cuore ed invece sei riuscito a spezzarne uno.
 
Sei solo un rosso cavaliere solitario.

Il volto amareggiato della tua amata sorella non ti permette di dormire.
Sei stato uno stolto.
Decidi di andare.
“Non entrerò, ma brinderò e sarò felice per te. Perdonami sorellina.”
La vedi avvicinarsi all'entrata della Chiesa, alzi il bicchiere di vino rosso e sorridi; lei non ti ha visto, ma non t’importa.
 
Sei solo un rosso cavaliere che brinda.
 
Un rumore sordo seguito da un’esplosione, però, interrompe quell’unico momento gioia e tu vieni sbalzato via.
Ti rialzi e vedi la Chiesa distrutta.
Corri, corri il più velocemente possibile. Lei è dentro.
“Ti prego, ti prego non può succedere a lei!”
Eccola. Ti avvicini. L'abito è sporco di sangue.
Cerchi di svegliarla ma è tutto inutile; la tua sorellina, l'unica persona che ti ha amato non c'è più. La stringi forte a te ed il suo sangue macchia la tua camicia bianca.
Non riesci a piangere, riesci solo a urlare facendo riecheggiare un grido doloroso che si propaga per tutta la piazza.
Lei non c'è più, ora sei solo.
 
Sei un rosso cavaliere solo.

Rosso come il sangue che ha macchiato la tua camicia.
Il destino vuole che tu rimanga solitario e nessuno vuole vederti felice.
Avevi deciso di cambiare almeno per quel giorno, avevi deciso di essere un bianco cavalieri felice, ma la macchia rossa che copre il candore della tua camicia dimostra che tu non potrai mai cambiare, che il destino è già stato scritto e che più cercherai di modificarlo, più riceverai solo dolore.
Gridi senza interruzione perché ormai è l'unica cosa che puoi fare e ti senti piccolo davanti ad un dolore così grande.
Ora, Miguel, sei solo un cavaliere macchiato di rosso.
 
   
 
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