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Autore: TheBlackWolf97    08/10/2013    1 recensioni
Dal testo:
(...) Shari sorrise. - Ci rincontreremo quando saremo diventati dei pirati di tutto rispetto, va bene?
Gli occhi di Rufy brillarono a quella prospettiva e il ragazzino annuì con vigore. Poi, veloce come era arrivato, si voltò e sparì inghiottito dalla vegetazione, fischiettando. Shari lo guardò allontanarsi e lo ringraziò mentalmente per l’opportunità che le aveva dato e, soprattutto, per aver capito. Sei grande, Rufy (...)
E se Ace e Rufy avessero avuto una sorella minore? E se anche lei, insieme ad Ace, fosse diventata una figlia di Barbabianca? E se avesse un dono raro e speciale, capace di cambiare le sorti di una guerra? Spero di avervi incuriositi! Ps: prima ff su One Piece, fatemi sapere che cosa ne pensate!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barba bianca, Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il tempo, sulla Moby Dick, sembrava scorrere più veloce che in qualsiasi altro posto del mondo e senza che Shari se ne rendesse conto, da quel giorno in cui era partita dal villaggio di Foosha per cercare Ace era passato un anno. Un anno in cui erano successe cose davvero importanti, sia per lei sia per i pirati di Barbabianca.
Questi erano i pensieri che passavano nella mente del delfino nero che seguiva la rotta della nave, nuotando sotto lo scafo e risalendo solo di tanto in tanto per prendere aria.
La Moby Dick navigava a vele spiegate verso il Nord, che sembrava prendersi gioco di loro allontanandosi maggiormente ad ogni metro che loro facevano. Suo zio Roy, che aveva preso il mare con loro, aveva detto che per raggiugere Lyra dovevano spingersi più a Nord che potevano, e che l’isola si trovava esattamente al centro di un grande flusso di correnti oceaniche contrastanti, quindi era molto difficile per le navi avvicinarsi. Sentendo quelle affermazioni, Barbabianca era scoppiato in una fragorosa risata. - La mia nave non è una nave qualsiasi! - aveva detto orgogliosamente.
Il delfino nero ebbe un fremito di gioia e guizzò in avanti, tagliando l’acqua che ostacolava il suo cammino.
Ogni volta che Shari pensava al capitano della nave non poteva fare a meno di provare un piacevole senso di affetto. Perché qualche settimana prima, Barbabianca le aveva chiesto di diventare una dei suoi figli.
Shari ricordava benissimo l’espressione dell’uomo, la sua voce pacata e il sorriso che le aveva regalato.
Era successo durante la notte. Shari non riusciva a dormire, perché appena provava a chiudere gli occhi le tornavano alla mente i volti dei suoi genitori e una grande ombra minacciosa che incombeva su di loro, pronta ad inghiottirli. Così la ragazzina aveva deciso di sgranchirsi le gambe e aveva fatto un salto nella stiva della nave, dove sapeva che i pirati tenevano le provviste. L’agitazione le aveva messo fame e Shari si era seduta su un sacco, addentando lentamente una mela. Ma la pace e il silenzio della notte erano stati bruscamente interrotti da un fascio di luce accecante, che aveva illuminato a giorno la stiva e fatto fare una capriola al cuore della ragazzina. Quando il lampo si spense e l’ambiente tornò in penombra, Shari aveva lasciato cadere il suo frutto e si era portata le mani alle orecchie, coprendole e stringendo forte. Poi, era arrivato il tuono. Shari detestava i tuoni, le facevano paura e scuotevano la terra dal profondo, come se dovesse spaccarsi in due da un momento all’altro.
Improvvisamente la ragazzina aveva sentito il disperato bisogno di avere qualcuno accanto e si era alzata, continuando a tenere le mani sulla testa, per tornare nella cabina di Ace. Aveva cominciato a correre, senza guardare dove andava, finché aveva trovato una porta e ci si era letteralmente fiondata dentro. Shari si era appoggiata al legno, ansante, e con gli occhi aveva cercato la familiare figura del fratello addormentato, ma con sua sorpresa non la trovò.
Invece, si era ritrovata davanti a Barbabianca, che le aveva rivolto un’occhiata incuriosita e aveva chiesto: - Qualcosa non va, Shari? Perché tanta fretta?
Lei era arrossita fino alla punta dei capelli. Che stupida! Era entrata nella cabina sbagliata!
- Ehm, io… - aveva balbettato, ma un secondo lampo aveva squarciato il cielo e, subito dopo, arrivò un boato assordante. Shari lanciò un grido e si buttò in avanti, stringendosi al petto muscoloso del capitano della nave. Barbabianca era rimasto interdetto e continuava a fissare quella mocciosa che l’aveva abbracciato senza esitazione. Certo, l’aveva fatto perché era spaventata, ma chiunque altro avrebbe cercato di mantenere le distanze da lui, in segno di rispetto.
Quella ragazzina, invece, era diversa.
Non appena il tuono si spense in lontananza, Shari si era staccata velocemente da Barbabianca, facendo un passo indietro. Sul suo viso si leggeva la consapevolezza di aver fatto un gesto troppo avventato.
- Mi dispiace! Io… ho paura dei tuoni e… però non volevo…
L’uomo aveva allungato una mano e Shari aveva chinato la testa, aspettandosi una qualche punizione. E invece, aveva sentito il contatto delicato delle sue dita che le accarezzavano i capelli. - Shari. Unisciti alla mia ciurma. Diventa mia figlia e solca i mari con noi.
Lo aveva detto così, chiaro e tondo, senza giri di parole. Non era una richiesta, ma un ordine, anche se gentile. Shari era rimasta immobile, soppesando quella frase come per cercare un possibile inganno. Aveva alzato lo sguardo e Barbabianca le aveva sorriso, e lei si era definitivamente convinta che quell’invito veniva dal cuore. Ancora incredula e incapace di articolare dei suoi, aveva annuito.
 

 
Il delfino nero fece emergere lo sfiatatoio oltre il pelo dell’acqua e poi si immerse nuovamente, tornando a nuotare sotto lo scafo della Moby Dick. Da quella sera, la visione di Shari dei pirati con cui viaggiava era cambiata. Prima li considerava solamente dei compagni, ma adesso erano diventati i suoi fratelli. Forse un’altra persona, più matura e ragionevole di lei, si sarebbe sentita divisa tra la sua vera famiglia e quella che aveva acquisito, ma il suo cuore di tredicenne non faceva questa distinzione.
In fondo, perché non possiamo fare tutti parte di una grande, grandissima famiglia? si diceva, e per quanto si sforzasse non riusciva a trovare una risposta. E quindi, lei era diventata la figlia di Barbabianca e la sorellina minore di Marco, Satch e tutti gli altri, e ne era veramente fiera.
Quella mattina, dopo che i pirati ebbero consumato una discreta colazione, Shari si era riunita sul pontile insieme ad Ace e Marco per discutere dei compiti della giornata. Il ragazzo biondo aveva scambiato un’occhiata d’intesa con il compagno, che però era sfuggita a Shari, e poi le aveva chiesto di seguire la rotta della nave da sott’acqua.
- Perché? - l’aveva interrogato lei, eccitata.
- Questo tratto di mare è conosciuto per la presenza di grossi pesci e scogli che si innalzano verso la superfice e c’è il rischio che la nave ne urti uno. Tu potresti tenere d’occhio la situazione e avvisarci in caso ne avvistassi uno.
Ed era proprio quello che il delfino stava facendo, felice di poter essere utile e scandagliando con gli occhi le profondità marine. Tornò a bordo della nave solo all’ora di pranzo, quando la Moby Dick gettò l’ancora. All’orizzonte non si vedeva nemmeno un piccolo pezzo di terra, segno che dovevano essere in mare aperto e che le isole erano ancora molto distanti. Di solito, a quell’ora, il pontile era sempre affollato, perché i pirati sbrigavano le ultime faccende per poi potersi ritirare tranquillamente nella cambusa e mangiare. E Shari aveva imparato che non c’era nulla che i suoi compagni amassero di più di un buon pranzo, a parte trovare dei tesori ovviamente. A volte, si disse la ragazzina avviandosi verso la porta della cambusa, ho l’impressione che ragionino con lo stomaco, anziché con la testa.
Afferrò la maniglia e spalancò la porta, ma non fece in tempo a fare nemmeno un passo che un grido le esplose nelle orecchie facendola sobbalzare.
- Buon compleanno, Shari!
La ragazzina trattenne il respiro mentre si guardava intorno e i suoi occhi coglievano i sorrisi sgargianti dei pirati che la fissavano, radunati intorno al tavolo. Ace emerse dalla folla e le si piazzò davanti, squadrandola divertito. - Sembri sconvolta, Shari! Non dirmi che non sai che giorno è oggi.
Una lampadina si accese nella mente della ragazzina, che si portò una mano alla fronte e sgranò gli occhi. Come aveva fatto a dimenticarsene? - Il mio compleanno! - esclamò. Poi si guardò nuovamente intorno. - Aspetta, e voi come facevate a saperlo?
Ace rise. - Secondo te? Gliel’ho detto io, e tutti insieme abbiamo organizzato una festa, anche se mancano i palloncini, la torta con le candeline e…
Il ragazzo non riuscì a finire la frase perché la sorella minore gli saltò addosso, aggrappandosi al suo collo. Sembrava fuori di sé. - Grazie grazie grazie!
- Ehi, frena, altrimenti mi farai cadere! - gridò Ace, ma dal suo tono si capiva perfettamente che era felice quanto la sorella.
Shari mollò la presa e si diresse verso i pirati, distribuendo sorrisi e ringraziamenti. Marco le si avvicinò e Shari vide che nascondeva qualcosa dietro la schiena. Curiosa, cercò di girargli intorno, ma il ragazzo biondo seguì i suoi movimenti, impedendole di vedere.
Shari incrociò le braccia al petto. - Allora, che cos’hai là dietro?
Marco scambiò una rapida occhiata con Ace e poi con Barbabianca, quindi le mostrò l’oggetto misterioso. Era un gilet rosso, munito di cerniera e cappuccio, e a Shari piacque subito. Il suo sguardo si illuminò. - È per me? - E senza aspettare la risposta prese il gilet e lo girò per infilarlo.
Ace le avvolse le spalle con un braccio mentre Shari continuava a fissare il suo regalo, sbattendo gli occhi come per verificare se fosse reale. - Allora, ti piace? È stata un’idea di papà.
Sulla schiena del gilet era stato ricamato il simbolo dei pirati di Barbabianca, come quello che aveva Ace, e Shari fu investita dall’orgoglio. Se lo infilò lentamente, godendosi il contatto del tessuto morbido sulla pelle e il profumo che esso emanava, quindi tirò la zip fino a metà della cerniera, lasciando il top bianco appena visibile.
- Lo adoro, grazie - rispose Shari, poi si voltò verso Barbabianca e la sua espressione si fece seria. - Porterò questo simbolo con onore… padre - aggiunse, calcando bene l’ultima parola.
- Ehi - intervenne Roy, portandosi accanto alla nipote. Il suo braccio era ormai guarito e l’uomo prese la mano della ragazzina e vi depositò dentro un oggetto piccolo e rotondo. - Anche io ho qualcosa per te - Shari studiò il medaglione che suo zio le aveva dato: era d’argento e freddo al tatto, e non superava la grandezza di una pallina da golf. Sul bordo superiore c’era un gancio a cui era stata fissata una catenina sottile e sopra ad esso Shari notò un minuscolo pulsante.
Non appena lo premette, il ciondolo si aprì rivelando una fotografia all’interno. Shari avvicinò la mano al viso e studiò l’immagine. - Ma questi sono…
- Si - disse Roy, - siete voi. Tu, Kora e mio fratello. È l’unica foto che ho e l’ho conservata con molta cura per tutti questi anni. Adesso però è tua, bambina mia. Sono sicura che loro vorrebbero che l’avessi tu.
Shari sorrise, commossa, richiuse il ciondolo e se lo infilò al collo, facendolo aderire bene al petto, all’altezza del cuore.

Angolo dell'autrice:
Ciao! Ecco il nuovo capitolo! Il tempo passa per Shari e gli altri, e il loro legame si sta intensificando sempre di più! Finalmente Shari è un membro a tutti gli effetti della flotta di Barbabianca, e adesso che succederà? Riuscirà a trovare l'Isola di Lyra e i suoi genitori? Come sempre, buona lettura e ci vediamo al prossimo capitolo! Un bacio, TheBlackWolf97
  
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