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Autore: cipolletta    08/10/2013    5 recensioni
Aileen Jackson era un ragazza normale, più o meno.
A parte il suo nome, che le dava il voltastomaco solo a sentirlo, era una ragazza come tutte le altre.
A parte la sua iperattività e dislessia.
A parte che suo padre, era Poseidone.
Anche Isaac Lahey era un ragazzo normale.
A parte la sua velocità, il suo udito e olfatto.
A parte che era un lupo mannaro.
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Isaac Lahey, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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14 ANNI DOPO.
Alle otto e trenta la sveglia suonò, risvegliando bruscamente Isaac dal sonno profondo. Con un colpo la mise a tacere, maledicendo la mattina.
Finalmente aprì gli occhi e quando provò a muoversi si rese conto di avere qualcosa, anzi qualcuno, appiccicato addosso.
Voltò la testa sul cuscino osservando la forma della schiena di Aileen ,che ancora dormiva, coperta dal piumone bianco. I capelli erano sparpagliati sul cuscino ed un piede spuntava da sotto la coperta che le arrivava più su della testa.
Sorrise e il suo sguardò cadde su June, accoccolata contro il suo fianco. Una piccola manina era posta sopra il volto ed i piedi erano rannicchiati vicino alla pancia. Aveva il corpo completamente adiacente al suo e l’altra mano era perfino finita sotto.
Isaac sollevò la schiena, facendo scricchiolare il materasso, e si mise seduto.
Passò le dita fra i capelli e con un ultimo sbadiglio si alzò dal letto, facendo attenzione a non svegliare sua figlia.
La coprì nuovamente con il piumone e posizionò il cuscino in verticale a sostituire il suo fianco, più che altro per paura che cadesse a terra.
Strascicò i piedi fino alla cucina del loro piccolo appartamento e si accinse a preparare la colazione.
Mentre era intento a riempire la caffettiera con la polvere di caffè due braccia esili gli circondarono la vita.
Si voltò, trovandosi faccia a faccia con la ragazza che amava.
-‘Giorno- mormorò lei arricciando le labbra dove Isaac schioccò un sonoro bacio.
-Buongiorno- rispose posandole le mani sui fianchi e attirandola ancora più a sé.
Aileen posò la testa sul suo petto – Odio quando mi sveglio e non ci sei- confessò mordicchiandosi un labbro.
Isaac rise e le baciò i capelli – Infatti avresti dovuto continuare a dormire-
Aileen si staccò dal suo corpo ed indicò la caffettiera con il mento – Dai, faccio io. Tu vai a prepararti-
Lui annuì portandosi una mano alla fronte come fanno i soldati e si diresse in bagno.
Aileen scosse la testa divertita e si concentrò sul caffè, quando il suo cellulare vibrò.
Si avvicinò alla spina dove lo teneva in carica e vide il nome ‘Melanie’ apparire sullo schermo.
Aprì il messaggio : Stasera siamo a cena da me, ok? Ho chiamato tutti! Porta tuo fratello !
Si affrettò a digitare la risposta : Devo sentirlo ma non credo ci siano problemi. Noi ci siamo sicuri. A stasera J
Dopo pochi minuti l’icona di un nuovo messaggio apparse sullo schermo e vi cliccò sopra: Ah e buon Natale ;)
Si portò una mano alla fronte! Oh cavolo, era Natale e se ne era completamente dimenticata!
Digitò ed inviò: Buon Natale! Baci :*
Attraversò il corridoio in poche falcate e spalancò la porta del bagno senza preoccuparsi di bussare. Vi trovò un Isaac nudo con solo un asciugamano bianco legato in vita e pieno di schiuma da barba sotto il mento.
Finì di passarsi la lametta nella parte centrale, scoprendo un pezzo di pelle e si voltò verso di lei incitandola a parlare con un cenno del mento.
-Oggi è Natale!- si trattenne dall’urlare solo perché la camera accanto era la loro e June stava dormendo beatamente nel letto.
Le passò un attimo in mente quante volte avessero litigato in quei sei mesi di vita della piccola. Isaac non voleva assolutamente lasciarla sola nella sua cameretta di notte, almeno non per i primi mesi di vita ,diceva.  Aileen invece sosteneva che non bisognava abituarla a dormire con loro. Insomma ogni sera era guerra, anche se alla fine vinceva sempre il biondo.
-Lo so- rispose tranquillamente Isaac stringendosi nelle spalle.
Aileen sospirò – E quando avevi intenzione di ricordarmelo?-
-Credevo lo sapessi! Come fai a scordarti il giorno di Natale?- si difese, alzando le braccia in aria.
-Devo prepararmi, devo vestirmi lavarmi ,piastrarmeli- mormorò fra se e se la mora, sorpassando il biondo e chiudendosi la porta dietro.
Si tolse di fretta il pigiama azzurro, sciolse la cipolla che teneva legati i capelli ed entrò dentro la doccia, sotto lo sguardo di fuoco di Isaac.
Tirò la tendina blu a pois verdi ed aprì il getto d’acqua calda.
Sussultò alla vista della testa del biondo sbucare da dietro il tessuto di plastica -Ti serve una mano?-
Rise e gli gettò contro la spugna- fila a vestirti!- esclamò.
 
Prese in braccio la bambina e le appoggiò la testa sul suo braccio. La osservò dormire e gli venne in mente il giorno in cui Aileen gli aveva detto di essere incinta.
 
Erano in un negozio di abbigliamento nel centro commerciale di Beacon dove Aileen girovagava fra i vari settori mentre aspettava Lydia con cui si era data appuntamento. Isaac si era offerto volontario di accompagnarla e aveva deciso di restare con lei finché la rossa non fosse arrivata.
-Ti piace?- domandò sollevandogli davanti agli occhi una gruccia dove era appesa una maglia lunga di un bel color turchese.
Isaac annuì –Si ma non è troppo grande per te?-
Annuì – Si ma stavo pensando che potrebbe servirmi di qui a poco… dicono che quando si è incinta la pancia si gonfi subito-
Isaac annuì- Già….-
Aileen si dondolò sui talloni aspettando che il suo ragazzo metabolizzasse quello che aveva appena detto.
Isaac sussultò – Aspetta…- guardò la sua pancia. Poi il suo viso. E di nuovo la pancia. Ed ancora il viso – Non sei incinta vero?-
Aileen arricciò il naso –Temo proprio che diventerai padre-
-Ho bisogno di un caffè- rispose in tralice.
 
Quante volte aveva avuto paura di non esserne all’altezza. Quante volte aveva temuto che sua figlia avesse ereditato la licantropia.
Ma poi June era nata, il 21 Giugno alle tre di pomeriggio, e pensò che ce l’avrebbe fatta. Sarebbe stato il padre che lui non aveva mai avuto, lo avrebbe fatto per Aileen e per sua figlia.
Le posò un bacio delicato sulla guancia soffice e rimase per un attimo ad ammirarla. Benché avesse solo sei mesi aveva già tantissimi capelli neri e gli occhioni erano verdi come il fondo di una bottiglia. Aveva il naso piccolo e a punta mentre la carnagione era chiara e sulle guancie pescata. Le labbra sottili ma rosee, le guancie piene. Era una delle bambine più belle in assoluto.
Ma forse era un po’ di parte.
-Ora che penso… mia madre ci ha invitato a pranzo!- esclamò Aileen irrompendo nella stanza vestita solo con della biancheria pulita.
-Aspettiamo che June si sveglia poi andiamo- rispose.
La ragazza sbuffò e cominciò a rovistare dentro l’armadio alla ricerca di qualcosa da mettere.
-Isaac se aspettiamo lei nemmeno a Pasqua faremo in tempo! Vestila intanto! Poi la portiamo con noi-
-Ma se la vesto si sveglia-
Abbottonò i jeans  a sigaretta scuri e si avvicinò prendendogli dalle mani la bambina.
La appoggiò delicatamente sul letto e si diresse fuori dalla stanza per poi tornare con una tutina rossa tutta intera. Aveva il cappuccio con le orecchie marroni da renna ,nei piedini erano disegnate le zampe e all’altezza del busto era di color beige come se fosse un pancino rotondo.
-Dove l’hai presa quella?- domandò Isaac, non ricordandosi di averla mai vista.
Aileen si strinse nelle spalle – Lydia- spiegò – l’altra mattina è venuta qui a casa con una bustata di vestiti per lei-
Fini di abbottonare la tutina poi prese la piccola per sotto le spalle e sollevandola la porse nuovamente ad Isaac.
June sbatté le piccole palpebre e con un grande sbadiglio aprì gli occhi.
-Buongiorno piccola dormigliona- sussurrò il biondo.
 
-Amore è necessario far sbocciare ogni singolo fiore di ogni singolo vaso di ogni singolo centimetro quadrato della casa?- domandò esasperato.
Melanie annuì tutta eccitata – Le stelle di Natale sono così belle!-
-Praticamente me le sogno la notte- borbottò Derek roteando gli occhi al cielo.
Melanie si portò una mano dietro l’orecchio –Come scusa?-
Il ragazzo finse un sorriso smagliante –Sono così belle- gracchiò imitando la voce della sua ragazza.
Melanie gli tirò uno scappellotto sul collo e lo guardò offesa – Cretino- e se ne andò dritta in cucina.
Abitavano nella vecchia villa degli Hale solo , ristrutturata e ridipinta da cima a fondo e perfino recintata. Poi Melanie aveva provveduto a creare un bellissimo giardino ed a far crescere un’alta siepe tutt’intorno la rete lasciando scoperto solo il cancello elettrico.
C’era perfino una quercia, anche se non era opera della ragazza, con attaccata un’altalena.
Derek si affacciò dalla porta della stanza
-Sei arrabbiata?- azzardò a domandare.
Melanie lo ignorò e continuò a tagliare il pane per l’antipasto.
Si avvicinò e l’abbracciò da dietro, baciandole più volte l’angolo fra il collo e la spalla.
-Ora?- un altro bacio – Sei arrabbiata?-
Melanie stette in silenzio. Derek roteò gli occhi al cielo e poi venne colpito da un’idea. Prese a mordicchiarle il lobo e Melanie lasciò cadere il coltello sul ripiano in marmo della cucina.
-Non vale, sei sleale- mormorò nascondendo un tono divertito dalla voce.
-Oh si che vale-
Si girò fra le sue braccia e gli baciò le labbra – Fra meno di un’ora arriveranno tutti- sussurrò capendo le intenzioni del ragazzo.
- E quindi?- domandò retorico afferrandola da dietro e facendola sedere sul bancone dietro di lei.
Melanie incrociò le gambe intorno alla vita del moro- E quindi…- disse con voce sensuale. Gli accarezzò la barba sulla mascella – No se puede, mio caro- e balzò giù.
-Sei malefica, cattiva, e maligna-
Melanie scoppiò a ridere – Mi avrai contagiato allora- e con un occhiolino se ne andò.
 
Lydia girava a vuoto fra i corridoi di casa sua da almeno mezz’ora. Non trovava pace e non sapeva perché, o forse si.
Un altro Natale era quasi passato e questo voleva dire un altro anno lontano da lui.
Passò davanti alla lavatrice che segnava ‘fine ciclo’.
-Beata te- disse puntando un indice accusatorio verso l’elettrodomestico.
La verità era che si sentiva sola a tal punto da parlare con gli oggetti. Si sentiva talmente sola che ora il forno si chiamava George, il divano Arthur e il letto Mason. Ah, e la doccia Elizabeth detta Beth, o Liz.
E’ vero, aveva la sua bellissima Lottie a cui dare tutto il suo amore ma a lei, a lei chi ci pensava?
Squillò il cellulare e la foto di Aileen apparve sullo schermo –Pronto?-
-Buon Natale Lyd-
- Buon Natale anche a voi. June?-
-E’ nei sedili posteriori nel suo ovetto che si guarda intorno. Le ho messo la tua tutina rossa-
- Sono certa che è bellissima. Ok, ora scendiamo e veniamo da Derek . Ci vediamo là, un bacio-
Attaccò la chiamata e si guardò allo specchio dell’ingresso. Il vestito da cocktail nero era aderente fino alle ginocchia ma non volgare e le stava bene abbinato con le Louboutin dello stesso colore. Afferrò la giacca con il collo di pelliccia e la indossò, poi afferrò la pochette di Chanel e dopo essersi calata sulle mani i guanti neri di pelle di Gucci  ed aver fermato gli occhiali da sole Hilfiger  sui capelli lasciati sciolti, uscì di casa dirigendosi verso casa di sua madre a prendere sua figlia.
 
-E questa è Zoe, la mia ragazza-Stiles Stilinski indicò la ragazza bionda accanto a lui. Era davvero minuti con i tratti dolci e due occhioni color cioccolato. Sembrava simpatica e cordiale.
-Piacere- dissero all’unisono lei ed Aileen scambiandosi una stretta di mano.
-Io sono Aileen, questo è Isaac e questa è nostra figlia, June- spiegò ammiccando con il mento in direzione del ragazzo con in braccio la bambina.
-E’ una bellissima bambina-
Prima che la mora potesse rispondere il campanello della casa suonò e un chiacchiericcio provenne dall’ingresse. Aileen sorrise capendo all’istante di chi si trattasse e si congedò da Zoe con un gesto della mano.
-Zia Aileen!!!- una ragazza sui dodici anni allargò le braccia alla vista della semi dea e salterellò dalla gioia.
Si poteva dire che Charlotte Victorie Martin fosse l’adolescente più allegra, vispa, intelligente e bellissima di sempre.
Aveva lunghi capelli ramati e lisci come la seta, la pelle di pesca e due occhioni blu cielo0 contornati da ciglia lunghissime e nere. La bocca era sottile e rosea accompagnata da due fossette ai lati delle guancie. Delle lentiggini spuntavano sul naso alla francesina e completavano il quadretto.
Lydia era rimasta incinta due anni dopo lo scontro con i semi dei del campo, quello scontro che sembrava così lontano.
 
Un fischio prolungato partì dalla bocca di Isaac e tutti i presenti cominciarono a battere le mani all’unisono, accennando urla di approvazioni.
Lydia si strinse al corpo di Tyson subito dopo essersi staccata dalle sue labbra.
-Ce ne avete messo eh!-  Scott rise di gusto e si beccò un’occhiataccia dal moro che arrossì subito dopo.
-E sentiamo, perché ci avreste seguito?- domandò Lydia portandosi le mani ai fianchi e alzando un sopracciglio.
Scoppiarono tutti in una risata di gruppo, sommergendo i due neo innamorati in un abbraccio.
 
Aprì gli occhi a rumore del campanello. Si alzò dal letto, lasciando Isaac dormire, e corse alla porta di casa, preoccupata.
Una Lydia ancora in pigiama dall’aspetto distrutto e gli occhi gonfi dalle lacrime era seduta sull’ultimo gradino di marmo dell’entrata e la guardava tirando su col naso.
Aileen si sedette accanto a lei e l’abbracciò, posandole una mano dietro alla coda di cavallo tutta sfatta.
Lydia appoggiò la testa nell’incavo del suo collo e scoppiò a piangere
-Ssssh- Aileen prese ad accarezzarle la schiena – Vuoi dirmi che è successo?-
-Se né andato- Tirò su il volto e fissò l’amica – E’ ritornato da tuo padre, dice che hanno bisogno di lui- sussurrò.
Aileen rimase a bocca aperta, senza sapere cosa dire. Sapeva che Tyson era importante per il regno sottomarino, ma immaginava che avrebbe potuto condurre una ‘doppia’ vita sulla terra.
-Mi ha lasciata con un biglietto. Ha scritto che non ha avuto il coraggio di dirmelo in faccia. Ha detto che avrebbe cambiato idea se avesse sentito nuovamente la mia voce. Ha detto che non poteva fare altrimenti-
Si passò una mano fra i capelli rossi e si asciugò le lacrime che scendevano ininterrotte – Non mi ama, questa è la verità. Se lo avrebbe fatto, sarebbe rimasto con me-
-No questo non è vero, lui ti amava…anzi, ti ama-
Lydia scosse la testa e sorrise amaramente – Sono incinta, Aileen. L’ho detto a Tyson pochi giorni fa. Ci ha lasciati, a me ed il bambino-
 
-Lottie! Ma come siamo belle oggi!- esclamò prendendole la mano e facendola girare su se stessa.
Lydia sbuffò – E ci credo. La mamma ha speso metà del suo stipendio-
-Non mi sembra che uno stipendio da stilista sia misero, mamma-
Isaac li raggiunse e posò un bacio sulla guancia della ragazzina – Lingua lunga Lottie-
-Tripla L.. mi piace-
 
Il campanello suonò proprio nel bel mezzo della cena. Tutti gli invitati a tavola si scambiarono occhiate stranite. Chi poteva essere?
-Uno c’è morto, ad aspettare a voi- borbottò Derek posando la forchetta sul piatto rosso di porcellana e dirigendosi verso la porta d’ingresso.
Ripresero tutti a parlare allegramente, chi dell’ultima partita dei Lacrosse, chi degli ultimi scoop in generale.
Scott rideva allegramente con Isaac mentre Lydia chiacchierava animatamente con Melanie. Sul divano Charlotte distribuiva bacini sulle mani di June che mostrava un sorriso sdentato. Aileen era l’unica ad essere fra le nuvole, con un solo pensiero in testa : Tyson. Ogni volta che guardava Charlotte si chiedeva se lo avesse mai rivisto, ora che non andava più al campo mezzosangue. Desiderò averlo li, fra quegli amici che considerava famiglia.
Quando, pochi minuti dopo Derek rientrò in sala, scorsero tutti una figura alta e possente dietro di lui.
Aileen pensò al padre e lo ringraziò.
Si alzò da tavola strusciando la sedia a terra e corse fra le braccia del ragazzo –Tyson!- urlò
Quello sorrise come un bambino innocente e la sollevò in aria.
Tutti accorsero a salutarlo, tutti meno che una.
Charlotte si avvicinò alla madre – Mamma, chi è?-
Lydia sorrise amareggiata – Un vecchio amico. Un caro amico-
 
Una volta liberatosi dai parenti scrutò con lo sguardo per tutta la stanza finché non la trovò. Sentiva una stretta allo stomaco a vederla li, bellissima, mentre gli sorrideva. Un sorriso finto, di quelli dolorosi e pieni di rancore.
Poi una ragazzina catturò la sua attenzione. Giocherellava con un cellulare e alcune ciocche ramate le ricadevano sul viso.
Quando si avvicinò e alzò lo sguardo la stretta allo stomaco aumentò. Blu, blu come il più profondo degli oceani, blu come i suoi.
 
-Sono incinta, Ty.-
 
Sorrise e rivide in quella bocca la sua bocca. Rivide nella forma squadrata del viso il suo viso.
 
-Sono incinta, Ty-
 
Sua figlia era davanti a lui. Gli mancò il fiato.
-Ciao, come ti chiami?-
-Charlotte Victorie Martin-
-Piacere-
Sorrise alla ragazzina, sorrise a Lydia. Sorrise anche un po’ a se stesso. Era tornato per restare. Era tornato perché la sua esistenza senza quei ricci rossicci e quegli occhi verdi valeva poco di meno che zero. Aveva trovato un degno sostituto per il regno di Poseidone ed era tornato. Ora, aveva due ragioni per restare, doveva solo riconquistare la sua ragazza.
E ce l’avrebbe fatta.
 
 
 
 HOLA.
Cipolletta è triste, tanto.
La storia può definirsi conclusa.
So che il finale non è stato un granchè ma diciamocelo, sono una frana, perciò....
Ora voglio passare urgentemente alla parte deii ringraziamenti perchè mi sta molto a cuore. Quindi:
Grazie, a chi ha recensito ogni capitolo con pazienza.
Grazie anche a chi ha recensito di tanto in tanto.
Grazie a chi ha pensato di recensire ma era troppo stanca/o
Grazie ha chi l'ha inserita nelle varie categorie.
Grazie a tutte/i coloro che nonostante i miei -immensi- ritardi non hanno abbandonato la storia.
Grazie a chi magari, aspettava il capitolo.
Grazie solo a chi ha letto e basta.
Grazie anche a tutti colore che hanno aperto la storia, solo per averla presa in considerazione.
Grazie Caro, grazie Ari. Senza le quali questa storia non sarebbe quella che è.
Grazie a TUTTE.
Vorrei scrivere tutti i vostri nomi
ma è pronta la cena. 
( ahahhahahah)


VI AMO .


PS= ovviamente non sparirò da EFP, anzi mi troverete con nuove OS e probabilmente nuove fanfiction ;)



 
 
 
 
 
 
  
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