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Autore: lorella16    09/10/2013    1 recensioni
Isabella è una ragazza sognatrice con la passione per il Cinema, ha soli 16 anni, ma ne dimostra appena 14. Da comune spettatrice passiva diverrà la protagonista di un'originale pellicola: la sua vita.
La storia diverrà avvincente, i primi 2 capitoli possono essere definite delle introduzioni. Godetevi la lettura. Ciao!
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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8- Tu non lo sai.















 
-Se davvero insisti, puoi offrirmi la colazione domattina.- affermai, mentre le mie guance si accendevano di rosso.
-Starbucks?- mi chiese, sorridente, mentre si mordeva il labbro.
Un silenzio imbarazzante ci faceva compagnia. Mi venne istintivo parlare a bassa voce.
-Perfetto, ci vediamo all'angolo di questa strada alle..?- 
-Facciamo le 7.30. Va bene?- Zayn mi rispose quasi sussurrando.
-Sì, adesso è meglio che io rientri, si è fatto tardi e qui fuori si congela davvero.- dissi così, mentre sfregavo forte le mani per creare del calore.
-Lo vedo, stai tremando. Buona notte Isabella.- così disse, avviandosi verso l'auto.
-Ciao.- gridai più forte per farmi sentire e facendogli cenno con la mano.
Lui ricambiò, poi  il motore della sua vecchia macchina fece un gran chiasso. Dopo qualche secondo Zayn non c'era più.
Rimasi per qualche istante immobile davanti alla porta di casa, scrutando il paesaggio circostante. L'aria era gelida e un alone di nebbia copriva  a metà le case di fronte a me, rendendo invisili i tetti. Un silenzio sacro regnava su tutto il vicinato, non vi era nemmeno l'ombra di qualche essere. Il rumore di un ticchettio richiamò la mia attenzione. Era la signora Hill, che era appena tornata dalla sua passeggiata con la sua deliziosa cagnetta. Entrambe accennammo un saluto, poi la signora entrò a casa. A quel punto, non resistetti più dalla voglia. Feci qualche passo avanti, poi, piano alzai lo sguardo al cielo. Niente Proprio niente. Non c'era ancora nemmeno l'ombra di un astro brillante nel cielo, come la prima volta in cui parlai con quel ragazzo dagli occhi furbi. -Cosa cerchi?- mi aveva chiesto lui. Mi illudevo ancora una volta che avrei potuto scrutare una miriade di puntini luccicanti su di un magnifico cielo blu cobalto. Non sarebbe più accaduto che nonna, nella sua casa in campagna in provincia di Palermo, avrebbe potuto dirmi -Isabella mia, se dovessi mai sentirti triste una sera, non esitare ad andare qui, fuori, e a sdraiarti su questo magnifico prato. Non esitare ad alzare gli occhi e goderti lo spettacolo che il cielo ti può offrire.-.


Erano già le 7.30. Avevo detto una delle solite frottole a mia madre per andare a fare colazione con Zayn: sì, ero a colazione con Victoria.
-Ciao, mamma, vado!- urlai così dal piano di sotto, non mi rispose, ma ignorai il fatto che, probabilmente, non mi avesse sentito. Afferrai il mio zaino e mi diressi fuori. Freddo gelido come al solito. Iniziai a percorrere la via alberata, ma non vedevo Zayn all'angolo, così, iniziavo ad agitarmi. 
Poco dopo intravidi un auto accostarsi all'angolo, aveva messo la freccia, era lui. Poi, quella macchina iniziò a fare dei suoni assordanti, adesso ero sicura che fosse la macchina di Zayn. Un'espressione di sollievo nacque sul mio viso.
Velocemente mi diressi verso di lui. Raggiunta l'auto, entrai repentinamente là dentro, morta dal freddo, nonostante fossi attrezzatissima: guanti, sciarpa e giubotto ultraimbottito.
-Si muore dal freddo.- dissi, non sentendomi più le guance nè il naso.
-Ma no, si vede che sei una forestiera.- sorrise e poi iniziò a mettere in moto.
-Ma questo è freddo vero e proprio. E siamo solo ad Ottobre, io ad Ottobre indossavo le canotte! E poi giuro di non aver mai indossato tutta questa roba insieme, mi infastidisce parecchio essere imbottita da tutta questa lana!- affermai, infastidita, mentre mi aggiustavo la sciarpa che mi scivolava continuamente a causa della sua lunghezza.
-Immagino sia tutto davvero nuovo qui per te, ma ti accorgerai che non è proprio una tragedia.- disse così, con le mani sul volante, attento alla strada.
-sì, il trasferimento mi ha scossa.-
-Bisogna solo crederci nella vita. Il trucco è tutto lì. Anche mia madre quando arrivò qui a Londra, era piuttosto spaesata.
E non aveva nulla con sè, nè una casa, nè dei soldi, nè un marito, solo un bambino di 3 mesi da crescere. Eppure c'è riuscita, son venuto fuori io, ma sono qui alla fine. E poi, io qui vivo da solo, e se ce l'ho fatta io, possono farcela tutti.- disse tutto così velocemente, come se volesse sfogarsi così, in un colpo solo. 
Zayn aveva avuto delle difficoltà nella vita, così, si era creato un'enorme corazza, per non farsi distruggere da nessuno che avesse voluto farlo.
-Io credo che tu abbia una bassissima autostima.- mi voltai verso di lui, con uno sguardo deciso. Anche lui si voltò sorridendomi con piacere, poi continuò.
-Sai, quando sei entrata a casa mia, non ho notato degli sguardi sgradevoli, nè delle cattive affermazioni. Probabilmente, avrai pensato che quell'appartamento fosse una topaia, ma non mi hai giudicato. Questo mi ha colpito davvero.-
-Non credo sia una cosa importante, tutto qui.- gli dissi, allargando le braccia e sorridendo.
Ricambiò.
-Scendi, siamo arrivati.-
Ci avviammo insieme verso la caffetteria. Una folla di studenti, intenti nelle loro discussioni, circondava quell'edificio. 
Fecimo fatica ad attraversare quel mucchio di gente. Zayn, durante il percorso, salutò un po' di gente. Poi entrammo nel locale.
-Cosa vuoi?- mi chiese, accostandosi al banco.
-Un cappuccino con panna.-
Zayn ordinò per entrambi la stessa cosa.
Impazienti, in silenzio, aspettavamo le nostre golose bevande calde.
Il ragazzo dal banco ce le porse, dopo qualche minuto. Pagò, chiaramente, tutto Zayn. Con quella bevanda che mi riscaldava le mani gelide, ci allontanammo dal banco e ci sedemmo in uno dei graziosi tavolini.
Il silenzio non si arrestava ancora, Zayn era un tipo così. Era troppo sulle sue, credo che sarebbe stato zitto per ore, se nessuno gli avesse rivolto la parola.
-Non sei così sfigato come vuoi far credere.- mi rivolsi a lui così dopo qualche sorso di cappuccino.
-Conosco un po' di gente, il lavoro e la scuola me lo consentono. E' normale.-
-Non tutti quelli che lavorano e studiano sono salutati da così tanta gente, soprattutto da così tantagente di sesso femminile.- gli dissi così, senza vergogna, con uno sguardo furbo. 
-Mi imbarazzi. Sì, le ragazze mi ronzano attorno, ma spesso mi infastidiscono. Le trovo abbastanza noiose.-
-E poi sei pure fidanzato, quindi...-.
Non permise che io finissi di parlare.
-No, con Taylor è finita.-.
Lo disse con così tanta freddezza che pietrificò persino il mio di cuore.
-E lo dici così? Cioè, sembravate affiatati.- dissi un po' sconvolta.
-Sì, ma è finita e io so raggiungere la mia tranquillità velocemente. Insomma, pensi che dobbiamo vivere in dipendenza delle altre persone? Nessuno e dico nessuno si preoccuperà di come tu possa stare, fuorchè di te stesso. Devi contare su di te, tutti sono pronti a voltarti le spalle o comunque a pensare alla propria vita, prima che alla tua. Non voglio fare l'uomo di mondo, per carità, ma è così. E.. fidati.- si zittì molto preso.
-Forse sei troppo cinico.- affermai, poi, un po' perplessa.
-Le situazioni mi hanno indotto a esserlo. E' tardi, dovremmo andare a scuola.-. Si alzò velocemente e si avviò verso la macchina, senza aspettarmi.
Lo raggiunsi un po' fredda.
Accese l'auto e iniziò a guidare, senza proferire parola, guardando fisso, verso la strada.
Mi dispiaceva vederlo così chiuso, mi dispiaceva aver detto quelle parole. Ero forse stata troppo diretta? Desideravo che lui mi parlasse apertamente della sua vita, del suo passato. Tutto sembrava terribilmente misterioso e io non pensavo avrei potuto resistere a lungo. Mi sembrava di trovarmi a casa davanti a un film bloccato. In quel caso era facile premere il tasto play, ma adesso come dovevo fare? Cosa dovevo fare?
-Scusa la mia invadenza, Zayn.- dissi quelle parole perchè erano le uniche che io avessi trovato.
-La tua non è invadenza, Isabella. Io sono così. Chiamami lunatico, chiamami strano. Starei un giorno intero a parlarti di me, ma forse il giorno dopo non vedresti nemmeno l'ombra di Zayn. Non so spiegarti il perchè, però è così.-
-Capisco. Siamo arrivati.-. Stavo per aprire lo sportello, ma mi fermò.
-Ti ho spaventata forse.- iniziò a ridere come un matto, poi la sua espressione cambiò, si fece più seria.
-Scusami, tu, Isabella.- si rivolse a me con un tono così gentile. La sua voce calda sembrava essere la più bella melodia mai  scritta. Poi si accostò a me col viso. La sua mano sfiorò per la prima volta il mio volto con una dolcezza infinita. Le sue dita sfiorarono la mia fronte, poi la mia guancia. Quella carezza fu leggera, lenta e soave. Io chiusi gli occhi e sospirai per un attimo. Zayn spostò i miei capelli biondi. Aspettavo che le sue labbra bagnate toccassero le mie, che le sue mani forti e grandi scendessero giù per il collo verso il mio seno, il mio ventre e ancora più giù. Ma non accadde. .Istintivamente, posi la mia mano sulla sua spalla, coperta dal felpone bianco che indossava. Poi la spostai sul collo, dove vi era quel segno ormai sbiadito di un succhiotto di un amore passato. La mano si aprì in una piccola carezza. 
Velocemente Zayn spostò la mano, io aprii gli occhi repentinamente. Vidi gli occhi sbarrati di Zayn verso una direzione. 
Guardai là anche io. C'era Tony e Zayn era morto di paura. Era uscito con la "sorellina" di Tony Lee, in fondo.
-Ciao Zayn.- dissi velocemente, scesi di scatto dall'auto, timorosa che Tony potesse vedermi. 
Zayn si allontanò subito, ridendo, forse elettrizzato dalla paura.
-Isabella, ti caccerai nei guai.- dissi così a me stessa, ridendo di gusto, anch'io, dirigendomi verso la classe.




-No, no, Isabella. Tu, quel tizio non devi vederlo proprio più. Ma lo capisci che non è il tipo di cui devi innamorarti? Devi ascoltarmi.- urlava così Victoria verso di me. Eravamo nella sua stanza, avevamo studiato assieme fisica, dovevo riparare l'interrogazione con Mrs Connor. 
-Ma tu non lo conosci!- gridai, arrabbiata, anche io.
-Ah, ma, perchè tu? Tu lo conosci? Isabella, quello è strano, mi basta sapere che è stato con quella svitata di Taylor. E, ascoltami, è già tanto sapere questo!-. Spostò i cuscini dal letto e ci si lanciò sopra con uno sguardo disperato.
-Piace anche a te, questa è l'unica cosa che posso pensare.- dissi così, forse un po' velenosa.
-Cosa? Tu..tu.. pensi davvero che io possa volerti soffiare il ragazzo? Isabella, tu non sai un cazzo! Non sai nulla di quello che è successo con quella lì. Non hai idea, sta zitta!-.
Victoria sembrava agitarsi parecchio, diventò rossa e iniziò a tremare. Poi pianse.
Andai ad abbracciarla, senza pensarci due volte.
-Scusami, no. Io ti voglio bene, scusa per quello che ho detto.-. Non sapevo come rimediare, l'avevo fatta piangere. L'unica amica, l'unica persona sincera che avevo trovato a Londra e io la stavo trattando in quel modo solo per un ragazzo.
-Isabella, tu non lo sai.- diceva così tra i singhiozzi, piangeva ancora fiumi di lacrime. Gliele asciugavo continuamente, mentre le accarezzavo la testa e i lunghi capelli castani.
-Dimmi cosa è successo, rimarrà un segreto. Lo prometto.-
Victoria alzò la testa, mi guardò per un secondo.
-Mi fido di te.- disse con gli occhi simili a quelli di un panda, ormai.
Mi fece sedere sul letto e iniziò a parlare.
-Eravamo amiche per la pelle, frequentavamo la stessa classe. Taylor era una ragazza d'oro, un'amica vera. Le cose iniziarono a mettersi male per lei quando, a causa di problemi familiari ed economici, iniziò a cercare lavoro. Così iniziò a mandare la propria candidatura ovunque, online, nei locali, agenzie di ogni tipo, davvero ovunque. Poco dopo la individuarono delle case di moda ed iniziò passo passo a fare sempre più successo. La sua influenza mi fece venire voglia di seguire questa strada. Invidiavo il suo modo di porsi, di camminare, che si faceva sempre più elegante. Ma soprattutto invidiavo il suo corpo che diventava sempre più esile. Quando le proposi di parlare di me nell'agenzia, sai cosa mi rispose? Che il mio corpo era troppo robusto e che mi toccava fare una dieta ferrea per entrare a far parte di quel mondo. Così mi fidai di lei. Iniziai a diminuire le porzioni, ma non vedevo miglioramenti, così, non esistettero più porzioni. Mangiavamo insieme la frutta e la coca cola durante il giorno. Questi erano i nostri pasti. Quando le dicevo che avevo ancora fame, mi diceva che ero debole, fragile e che questo mondo non faceva per me. 
 Così, per non perdere lei e quel mondo, mi ammalai. Diventai anoressica e, poi, bulimica. Arrivai a pesare 38 kg. Mia madre si accorse di tutto e mi fece ricoverare in una clinica specializzata per mesi. Guarii e capii che così sono bellissima. Taylor non mi rivolse più la parola, non mi venne mai a trovare in clinica. Forse temeva che reclutassero pure lei, visto che tutt'ora è malata. Ma non era questo il motivo. Per Taylor io non ero stata forte e potevamo essere amiche solo e solo se io avevo le sembianze di uno scheletro, proprio come lei. L'altra volta mia madre ha trovato vomito in bagno e ha dubitato di me, per questo ero incazzata. Questo è tutto, Isa.-. si alzò, come sfinita, e posò i libri negli appositi ripiani.
Senza parole, rimasi davvero senza parole.
-Non volevo, davvero, Victoria, scusami.- gli dissi, sentitamente dispiaciuta, con le lacrime agli occhi.
-No, non scusarti. Ma stai in guardia con quel tipo.- Vic continuò a parlare con gli occhi bassi.
Improvvisamente sentii squillare il mio cellulare.
Mi alzai, andai a prenderlo. Lessi *Un SMS da "Zayn"*. Il cuore mi salì in gola, iniziai a tremare, ma cercai di celare tutto questo a Victoria. Cercavo di placare il mio sorriso.
*Seratona al Young oggi 12 Ottobre 2013, Uomo 10 sterline + consumazione, Donna free entry.*
Iniziai a sentire un formicolio ovunque. Probabilmente Zayn aveva mandato l'SMS a tutti per sponsorizzare la serata, ma poco importava. Dovevo andarci, dovevo andarci, dovevo andarci! Dovevo convincere Victoria, senza destare sospetti.
-Vic..-
-Sì?-
-Stasera c'è una serata al Young.- dissi trepidante.
-Come lo sai?- chiese, osservandomi con sospetto.
-Ho letto dell'evento adesso su Fb. Ci andiamo? E' un bel posto.-
-Ma se non sei mai voluta andarci!-
-Ma che dici, è un posto fichissimo, magari facciamo colpo con qualche bel maschione.-. MI avvicinai a lei, dandole qualche gomitata, scherzosamente.
-Ma c'è Zayn.- affermò, accennando una smorfia.
-Ops..l'avevo dimenticato. Su, preparati!-







Eccoli :)
  
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