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Autore: FallenAngel1990    09/10/2013    2 recensioni
Un anno dopo i fatti di New York, Asagard è in guerra e Thor, ormai prossimo re, cerca di difenderla. Loki è ancora prigioniero, ma il fato muterà il suo destino e quello di una bellissima bambina...
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jane Foster, Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incest, Mpreg, Triangolo
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- CAPITOLO 4 -

Thor si alzò, l'alba non era ancora sorta, Jane dormiva avvolta nelle soffici lenzuola di seta chiara.
Silenziosamente si allontanò, aprì una finestra nella camera adiacente, respirando a pieni polmoni la brezza del mattino. Lentamente si preparò indossando l'armatura e, come ultimo, il lungo mantello rosso.
Scese nella corte del palazzo ad allenarsi, da solo, come era sua abitudine dopo il ritorno da New York. Quando fu soddisfatto risalì nelle sue camere.
Jane era sveglia, ancora a letto, lo guardava.
“Hey, buongiorno...” biascicò lei.
“Buongiorno...” si chinò a baciarla.
“Fila a farti un bagno!” Disse sorridendo.
Thor la baciò di nuovo e si allontanò. Nel girò di poco meno di mezz'ora era vestito e profumato.
Jane era seduta sul bordo del letto, tra le braccia stringeva la piccola Leda.
“Thor, questa sera devo proprio esserci?...Cioè, vorrei dire, io non sono abituata a queste cose, non vorrei commettere qualche cavolata.”
“Sarai perfetta...” disse accarezzandogli le spalle rimaste scoperte dal vestito che aveva indossato.
Quella sera ci sarebbe stata una grande festa al palazzo per celebrare i nuovi guerrieri pronti per la guerra e che da li a qualche giorno sarebbero partiti per raggiungere i compagni sui campi di battaglia.
“Opera di mia madre?” disse il biondo guardando il vestito.
“Come sempre...” sorrise.
“Andiamo, ci aspettano per colazione....”

**

I servi stavano servendo in tavola quando Odino decise di rivolgersi a Thor.
“Ho saputo che hai fatto trasferire Loki nelle sue stanze...”
Thor posò le posate ed attese che il personale finisse di servire le pietanze e li lasciasse soli. Al tavolo il re degli dei continuava a cibarsi come se nessuna risposta del figlio potesse più sconvolgerlo.
Frigga sedeva alla sua sinistra, Thor alla sua destra con Jane al suo fianco.
“Se pretendiamo che ci aiuti dobbiamo dargli qualcosa in cambio...”
“Ottimo ragionamento. Sempre che tu riesca ancora a fidarti di lui.”
“Io...”
“Ha mentito durante tutti gli interrogatori...” disse Odino.
“Era spaventato e sotto tortura, avrei confessato anch'io qualsiasi cosa!” disse Thor alzando la voce.
Era la prima volta, in un anno, che il giovane prendeva le difese del fratello.
Frigga ebbe un sussulto appena percettibile, ma tornò a ricomporsi immediatamente.
“Scusatemi, devo andare...” disse il ragazzo “Ho molto lavoro da svolgere.” Si pulì le labbra con un candido tovagliolo bianco e si alzò scostando la sedia. Baciò Jane su una guancia, si fermò a
guardare nella culla la piccola Leda che agitava le braccine verso l'alto cercando di afferrare una delle ciocche bionde del padre.
Il giovane padre gli accarezzò la testolina ricoperta di fitti capelli neri, un velo di tristezza gli offuscò la mente. Baciò la bimba ed uscì.

**

Loki era in piedi dall'alba, dormiva poco, come sua consuetudine, e spesso il sonno tardava ad arrivare quando la sera si metteva a letto. Quella notte non aveva praticamente dormito scattando a ogni minimo rumore proveniente dall'enorme corridoio.
L'idea che cercassero di assassinarlo non gli era ancora passata dalla mente.
Poche ore prima una serva, scortata da un paio di guardie, gli aveva servito la colazione. Se temevano che si sarebbe servito della giovane avevano sbagliato a calcolare i suoi piani, non si sarebbe scomodato per così poco.
Per cosa poi? Essere rinchiuso ancora in quella cella di vetro come un animale in gabbia?
Per la seconda volta, in quella mattina, la chiave ruotò nella serratura. Thor entrò nella stanza, si guardò attorno.
“Non ho distrutto nulla, fratello. Se è quello che stai cercando...” disse Loki.
Thor si sedette al lungo tavolo.
“Mi chiami fratello per irritarmi, vero?”
Loki non rispose. Si, il suo intento forse era quello, ma non lo avrebbe mai confessato.
Thor si passò una mano sugli occhi prima di tornare a guardarlo in volto.
“Ti prego, siediti così possiamo parlare...”
Loki attese, immobile vicino alla finestra.
“Non ti sei portato la tua schiera di fidati consiglieri?” disse riferendosi agli amici di Thor.
“No, voglio parlare da solo con te...”
“Oh giusto, hai paura che dica qualcosa su Leda. Non lo sanno vero?” disse Loki voltandosi con un ghigno beffardo sulle labbra “Puoi star tranquillo, non dirò nulla. Non voglio far passare a lei quello che ho sofferto io in questi anni.” concluse voltandosi di nuovo verso la finestra con un velo di tristezza degli occhi.
“Sei sempre stato trattato come un principe...” sussurrò Thor.
“No. Mi dispiace contraddirti, ma sono sempre stato trattato come il secondogenito diverso...”
Thor non rispose a quell'affermazione.
“Siediti...” ridisse Thor.
Non seppe mai per quale motivo, ma Loki sentì le gambe muoversi e sedersi dall'altra parte del tavolo, di fronte al fratello.
“Mi rinchiudete un anno e scoppia una nuova guerra. Non sei così adatto a fare il re come padre crede.”
Thor aveva compreso il gioco di Loki, il suo obiettivo era solo portarlo all'ira, per questo fece scorrere l'accusa e passò oltre.
“Tu conosci meglio di chiunque altro la magia nera...”
“Taglia corto, questa parte l'ho già sentita.”
“Gli elfi oscuri cercano di conquistare Asgard, con la magia. I nostri soldati muoiono senza combattere, non c'è fine alla strage.”
“Non è un problema mio, sono uno Jotun ricordi?” sorrise il dio dell'inganno.
“No!” gli urlò Thor “Tu sei un asgardiano, come me, come tutti gli abitanti di questo pianeta!”
“Non proprio...”
“Smettila Loki!!!”
“E' stato Odino a suggerirti di usare me?” disse sprezzante il moro.
“No...è stata una decisione mia. Nessuno meglio di te conosce...”
“La magia, ho capito. Non sono ottuso come te.”
Thor sbuffò cercando di calmarsi.
“Ti ho già detto che accetterò, non posso fare altro. Ma sappi che non lo faccio per te o per Asgard che mi ha ripudiato già da molto tempo...”
“Lo so...”
“Grazie per aver usato nostra figlia come ricatto, ora puoi andare? Avrei da fare...”
“Cosa?”
“Ignorarti!”
Thor si alzò e abbandonò la camera del fratello per evitare di saltargli al collo, anche se in quel momento l'avrebbe fatto molto volentieri.

**

Era ormai sera quando Thor decise d'interrompere gli allenamenti e dirigersi nelle sue camere per prepararsi alla grande festa che avrebbe avuto luogo nella sala del ricevimento del palazzo.
“Thor...” lo chiamò Frigga.
La regina era raggiante, uno splendido vestito color oro l'avvolgeva e i capelli finemente acconciati erano legati con quei piccoli brillanti anch'essi dorati.
“Siete bellissima, madre...” le sorrise il figlio.
La regina sorrise a quel complimento.
“E tu, come sempre, non sei ancora pronto...”
“Stavo rientrando proprio in questo momento...”
“Non tentare di accampare scuse.” sorrise “Posso parlarti?”
Thor, che ormai era giunto alla porta della stanza, l'aprì e permise alla madre di entrare chiudendola poi alle sue spalle.
“Quando partirete?” chiese apprensiva.
“Fra qualche giorno, cinque, sei al massimo...”
“Loki lo sa?”
“Loki al momento ha deciso di collaborare ed ignorarmi per il resto del tempo...non lo sa. Dov'è Leda?”
“Con Jane nelle mie stanza, le mie ancelle stanno finendo di prepararla. Proprio di lei ti devo parlare, figlio mio...”
“Ascolto.” disse il ragazzo.
“Permettigli di vedere sua figlia, partirà con te in battaglia, sappiamo tutti e due contro chi si dovrà scontrare e sappiamo quali rischi graveranno su di lui, se non dovesse tornare...ti prego.”
“Madre abbiamo già discusso di questo, mi sembra, e la mia decisione non è cambiata.”
“Ma se dovesse morire...”
“Non morirà!” disse Thor con voce ferma e sicura più per convincersi che per convincere la madre.
“Tu sei un guerriero, non un maestro di magia...non sai quanto questa può farti felice e allo stesso tempo distruggerti!” disse la madre al ragazzo.
Thor non rispose. Continuò a fissare un punto indefinito oltre il viso della madre.
Frigga lo guardò ancora per qualche istante prima di allontanarsi.
“Pensaci Thor, se lo stai facendo solo per vendicarti di quello che Loki ti ha fatto sappi che ha già sofferto abbastanza...”
“Mi dispiace, non posso acconsentire alla vostra richiesta.”
La madre non si voltò a quelle parole del figlio, aprì la porta e sparì dalla vista del ragazzo.
Quando Thor tornò ad essere solo si sedette sul fondo del letto e nascose il viso fra le mani.
   
 
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