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Autore: Sara_delfina    04/04/2008    0 recensioni
Riflessioni di una ragazza qualunque alle prese con un bivio, con una scelta non facile che potrebbe sconvolgere la sua vita
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Indecisioni

Riflessioni di una ragazza qualunque alle prese con un bivio, con una scelta non facile....leggete e se volete commentate...sarei curiosa di sapere che effetto a fatto su di voi!!
Vostra
Sara_delfina



Mi alzo dalla sedia della mia stanza e mi avvicino alla finestra, appoggio la fronte al vetro e sento il freddo sulla pelle. Un brivido scende dal collo e prende tutta la schiena per il contatto e io sussulto.

Alle volte adoro fermarmi un attimo e guardare in modo malinconico ciò che mi circonda e la natura mi fa questo effetto.

I miei occhi spaziano verso le punte degli alberi, che ondeggiano delicate al tocco del vento; mi soffermo a fissare ogni piccola fogliolina mossa, poi i miei occhi vagano sul cielo ora azzurro.

È una bella giornata dopo tanto inverno e freddo, è come se tornassi a vivere anche io con questo sole, guardo le nuvole e penso che è tanto che non faccio il gioco che facevo da bambina: è tanto che non guardo le nuvole facendo viaggiare la mente e cercando di capire cosa sono per la mia fantasia.

Mi soffermo su quella nuvoletta, si sta muovendo ma ci vedo perfettamente una tartaruga che con la bocca aperta e il collo allungata viaggia per la sua strada.

Sorrido e sento il corpo intorpidito, sono stata troppo a sedere su quella sedia, troppo piegata su qui libri e troppo piegata davanti alla tastiera del computer.

Sospiro, l’alone del mio alito appanna il vetro, mi stacco con la fronte dal freddo e sento che ho tutta la parte superiore sopra  gli occhi ghiacciata.

Non ho voglia di risedermi alla scrivania, ma non so cos’altro fare, così mi abbandono su di essa, lascio le gambe distese e butto la testa all’indietro, chiudo gli occhi e lascio cullare da me stessa, ma la mai mente vaga verso quel punto.

Quel chiodo fisso che non mi abbandona e che mi fa sussultare lo stomaco appena arriva alla mente.

Apro gli occhi di scatto e mi tiro su.

Mi maledico per essere così debole, giro la sedia con stizza e mi rimetto china sul computer, ma non lo vedo, sto di nuovo vagando per gli oceani che affollano la mia mente e persa corro alle paure che mi si attorcigliano allo stomaco.

Come faccio mi domando, come faccio a trovare una soluzione?

Sono una persona razionale e poco sicura di se, ma devo, anzi ci deve essere quella soluzione che non vedo, per ogni problema esiste e anche per questo, mi dico

Ma la soluzione che mi si disegna in mente che so essere l’unica giusta non mi piace, e ho di  nuovo quel tuffo allo stomaco.

Quella strana sensazione che sento quando lo stomaco sussulta, mi chiedo in medicina che cosa sia, il nostro corpo perché fa quel sussulto al solo pensare a quella data cosa?

Domande stupide lo so, ma sono quelle che mi pongo quando non voglio pensare al problema!!

Ho letto un libro, molto bello, un fantasy molto avvincente che diceva di non fissarsi sul problema ma concentrarsi sulla soluzione…fosse facile!

Sospiro per la milionesima volta, lo stomaco è ancora contratto per quel pensiero

E’ una decisione importante non posso prenderla così su due piedi, però forse è una decisione che mi si è già delineata in mente la risposta, e solo che, che non ho il coraggio di affrontarla.

MI alzo e vado in cucina, apro il frizer, so cosa sto cercando e so che dopo me ne pentirò, ma voglio fare un regalo alla mia anima sofferente.

Allungo il braccio e apro il secondo cassetto del frizer, il contatto è freddo, lo apro, il rumore del ghiaccio sulle pareti è perfettamente distinguibile e io mi blocco, tendo le orecchie e so già che quella voce dall’altra parte della casa giungerà per dirmi qualcosa, così decido in fretta lo apro del tutto e immergo la mano nel freddo, stringo le dita intorno all’oggetto ghiacciato e tiro indietro, richiudo tutto in fretta, non mi interessa più il rumore, tanto so che lo ha già sentito; e con passo svelto torno in camera mia, nel momento che metto il piede in camera il suono della voce che attendevo arriva dall’altra stanza.
Faccio finta di niente, praticamente ha detto quello che la mia coscienza mi ripeterà tra poco, dopo che avrò dato il primo morso al gelato, ma non posso non farlo, la voglia è troppa e così lo scarto e metto in bocca.

Il sapore di cioccolato arriva alle mie papille gustative e io assaporo con calma il sapore, è così dolce e sento già l’umore migliorare un pochino.

Prendo il mouse e clicco sulla mia musica, dopo un secondo ecco che partono le note delle canzoni che preferisco, chiudo gli occhi e assaporo il mio gelato con quelle note, cercando di incanalare i miei pensieri….su altro che non sia quel maledetto chiodo che continua a bussare per farsi strada tra i miei pensieri.

Penso a me, e cerco di analizzarmi, è una cosa che mi sono messa a fare da un po, è simpatico e cerco di conoscermi meglio, non tutti si conoscono lo vedo e lo sento.

Sono pochi quelli che si domandano il perché a loro stessi, alle volte però li invidio, è più facile seguire l’istinto che domandarsi se seguirlo è la strada giusta.

Su cosa posso analizzarmi? sul fatto che alle volte voglio fare la melodrammatica, ecco una cosa strana, faccio la melodrammatica con i problemi da risolvere, divento muta ecc ecc, poi quando ho i problemi veri invece, faccio il contrario, odio farmi compatire, è strano una volta pensavo invece che mi piacesse, ma lo facevo solo per gioco, quando i problemi veri non li avevo.

Con queste frasi mi sento vecchia, era mia nonna o mia mamma o le persone “grandi” che mi dicevano che non sapevo ancora cosa fossero i problemi, veramente me lo sento dire ancora, ora invece sono io che lo dico a me stessa.

Intanto che penso sono arrivata allo stecco, il sapore del legno freddo mi aggredisce le papille che si erano abituate al dolce sapore del cioccolato e della crema, è finito e ora inesorabile arriva la mia coscienza che mi fa pentire per quelle calorie.

Mi guardo allo specchio e mi dico che dovrei dimagrire, ma è una impresa non da poco, in più considerando il fatto che sotto stress come ora per questo maledetto chiodo, non riesco a smettere di mangiare.

Mi soffermo a guardarmi negli occhi, cercando di leggere una soluzione, una soluzione che però non arriva.

Il riflesso mi rimanda l’immagine di una ragazza che si guarda, una ragazza un po spaesata e impaurita per il futuro incerto.

Avvicino il viso allo specchio, ora posso vedere tutti i colori che sono dentro al mio occhi, e li osservo.

Sospiro nuovamente e alzo gli occhi al cielo, lo sto rifacendo, mi distraggo dal problema e non trovo la soluzione.

La voce mi raggiunge anche da li dentro, faccio una smorfia e decido che è ora di prendere un po di aria, agguanto la sciarpa appoggiata al letto e inforco la porta mentre la lego attorno al collo.

Appoggio la mano sulla maniglia della porta di casa, e la spingo giù, la apro ed esco, una leggera folata di vento mi saluta e io chiudo gli occhi e inspiro con tutti i polmoni quella dolce aria fresca, sperando che riesca a dissipare i miei pensieri.

Li riapro e il mondo è ancora li ad attendermi, ma quale strada devo prendere?

Potrei andare di la, volto lo sguardo e vedo la solita strada che percorro nelle mie passeggiate, la solita strada che so dove mi porterà; oppure potrei prendere di la, e così facendo volto la testa dalla parte opposta vedendo qual lato di strada che non ho mai percorso, perché non dove mi porterebbe.

E sono sempre qua in mezzo in questa decisione, ora vedo tutto come un bivio qualsiasi cosa, è un bivio, una indecisione…. Sospiro e guardo il cielo.

  
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