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Autore: TheBlackWolf97    09/10/2013    1 recensioni
Dal testo:
(...) Shari sorrise. - Ci rincontreremo quando saremo diventati dei pirati di tutto rispetto, va bene?
Gli occhi di Rufy brillarono a quella prospettiva e il ragazzino annuì con vigore. Poi, veloce come era arrivato, si voltò e sparì inghiottito dalla vegetazione, fischiettando. Shari lo guardò allontanarsi e lo ringraziò mentalmente per l’opportunità che le aveva dato e, soprattutto, per aver capito. Sei grande, Rufy (...)
E se Ace e Rufy avessero avuto una sorella minore? E se anche lei, insieme ad Ace, fosse diventata una figlia di Barbabianca? E se avesse un dono raro e speciale, capace di cambiare le sorti di una guerra? Spero di avervi incuriositi! Ps: prima ff su One Piece, fatemi sapere che cosa ne pensate!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barba bianca, Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivò all’improvviso, in piena notte, come se fosse rimasta in agguato fino ad allora e avesse deciso di sferrare il suo attacco più potente proprio mentre i pirati erano addormentati, e quindi impreparati. Il primo a venire brutalmente svegliato dal movimento innaturale della nave fu Ace, che si tirò a sedere sul letto e si stropicciò gli occhi, ancora appiccicati dal sonno.
Accanto a lui, sdraiato sul tappeto verde, il lupo nero dormiva profondamente, incurante del resto del mondo.
Il ragazzo si allungò in avanti e fece capolino con la testa dall’oblò della cabina per controllare la situazione all’esterno, e quello che vide servì a svegliarlo del tutto. Scendendo dal letto in tutta fretta piegò un ginocchio a terra e scosse violentemente l’animale addormentato, gridando: - Shari, svegliati! - Il lupo nero aprì prima un occhio, poi l’altro, guardando il fratello come se fosse la prima volta che lo vedeva.
- C’è una tempesta in arrivo.
Le orecchie pelose dell’animale vibrarono e il lupo si sollevò da terra, improvvisamente agitato. Piegò la grossa testa di lato e fissò Ace con espressione interrogativa mentre lui si infilava gli stivali. - Andiamo, i ragazzi avranno bisogno di aiuto là fuori. Come a conferma delle sue parole, un’onda più forte delle altre fece dondolare la Moby Dick e per poco il ragazzo non cadette a faccia avanti. I due fratelli si precipitarono fuori dalla cabina e nello stretto corridoio incrociarono Satch, che indossava un paio di pantaloni di tela ed era a petto nudo. Aveva i capelli scompigliati e l’espressione ancora mezza addormentata.
- Ma che diavolo succede? - esclamò. Una seconda onda scrollò la nave e Satch venne sbalzato di lato, andando a sbattere contro la parete di legno. Mentre Ace gli dava una mano a rimettersi in piedi, Shari mutò forma e, facendo aderire per bene le mani ai due lati del corridoio, arrivò all’esterno della nave.
Se l’inferno fosse stato un luogo pieno d’acqua, Shari avrebbe giurato di esserci finita dentro.
La pioggia si mescolava alle onde marine e la Moby Dick era il punto d’incontro della loro furia, il ponte era simile ad un fiume che sta per straripare e gli uomini cercavano di gettare fuori bordo secchiate d’acqua. Ma tanta più loro ne riuscivano ad eliminare tanta più ne arrivava, sia dal cielo che dall’oceano. In più il vento aveva gonfiato le vele in maniera spropositata e la nave viaggiava a tutta velocità proprio verso il centro della tempesta e c’era il rischio che una delle cime si spezzasse. A Shari fu sufficiente un’occhiata per capire che la situazione era critica e che in qualche modo dovevano riuscire ad allontanarsi, ma ciò significava andare contro vento e questo non era davvero possibile.
Ci vorrebbe un vento contrario che sia più forte di quello che ci sta spingendo verso la tempesta.
- Ragazzi! Dovete ammainare le vele!
La voce possente di Barbabianca si impose sopra il rombo del vento e Shari vide il capitano della nave aggrappato con una mano all’albero maestro. Il vento era talmente forte e la nave rollava talmente tanto che nemmeno lui poteva sperare di riuscire a rimanere a bordo senza aggrapparsi ad un solido appiglio. Gli altri pirati venivano sballottati da una parte all’altra, mentre alcuni cercavano disperatamente di afferrare le cime delle vele per ammainarle e impedire così alle continue raffiche di strapparle. Un’onda si abbatté, più violenta delle altre, sulla fiancata della Moby Dick e Shari perse l’equilibrio, rovinando di lato fino a che la sua schiena cozzò contro il parapetto. L’urto la lasciò senza fiato, ma la ragazzina ebbe la prontezza di aggrapparsi alla ringhiera.
Shari vide davanti a sé suo zio, armato di secchio, che cercava di buttare via l’acqua che si stava accumulando ai suoi piedi, e poi Ace e Marco che, a fatica, raggiungevano Barbabianca.
Vento più forte… vento più forte…
Poi le venne un’idea. Ma certo! Perché non ci aveva pensato prima! Magari lei poteva creare una corrente d’aria più potente di quella che faceva avanzare la nave e rimandarla indietro. E Shari sapeva esattamente come fare. L’ultima cosa che sentì prima di lanciarsi fuori bordo fu il grido di suo fratello, ma non riuscì ad afferrare le sue parole. Non appena i suoi piedi smisero di toccare una superfice solida, il corpo della ragazzina si ingrandì a dismisura e una gigantesca aquila nera sbatté le potenti ali per prendere quota. La sua figura immensa si stagliò contro il cielo colmo di nuvole scure e minaccioso e i pirati rimasero attoniti a guardare il volo di quell’animale maestoso.
Shari era concentrata come non mai. Le sue ali, con un’apertura di oltre sette metri, non avevano nessuna difficoltà ad opporsi alle raffiche che cercavano di farle perdere velocità e, una volta raggiunto il punto giusto, si fermò e rimase sospesa a mezz’aria, esattamente di fronte alla nave. A quel punto fu chiaro a tutti che cosa volesse fare, e dai pirati partirono grida di incitamento ed esclamazioni incredule.
L’aquila iniziò a sbattere freneticamente le ali, lottando contro la furia della tempesta, e quando vide che la nave cominciava a frenare la sua corsa si sforzò di intensificare il movimento.
Obbediente, la Moby Dick prese ad arretrare, allontanandosi lentamente dal cuore della tempesta e tornando verso acque più calme. Ma la grande aquila ben presto fu allo stremo delle forze, mentre il vento sembrava animato da un’energia ultraterrena. Shari sentiva ogni singolo muscolo dolerle per l’enorme sforzo che stava compiendo e ad ogni battito d’ali si rendeva conto che non avrebbe retto ancora a lungo. Tuttavia non smise, perché sapeva benissimo che la sopravvivenza dei suoi compagni dipendeva dalla sua capacità di resistenza.
Il rumore assordante delle raffiche di vento opposte che lottavano l’una contro l’altra aveva inghiottito completamente la voce dei pirati, che adesso Shari faticava anche a vedere. Ma una cosa era chiara: la sua strategia aveva funzionato, e adesso la Moby Dick era fuori dalla portata della tempesta che si stava allontanando nella direzione opposta.
Con un ultimo, enorme sforzo, la gigantesca aquila diede un ultimo colpo d’ali e la nave fece un guizzo in avanti. Poi, sfinito, l’uccello si lasciò cadere a peso morto verso la superfice del mare. Delle onde si sollevarono indispettite quando l’aquila si inabissò, e a quel punto Shari si sentì invadere da un forte dolore alle ossa. La sua mente si rifiutava di collaborare e per alcuni, infiniti istanti la ragazzina sembrò priva di conoscenza. Poi, gli occhi grandi e verdi dell’uccello si spalancarono e Shari tornò ad assumere la sua forma umana. Riusciva a sentire l’abbraccio dell’acqua diventare sempre più freddo e la luce che filtrava dalla superficie farsi sempre meno intensa ma, per quanto ci provasse, non riusciva a mutare in un delfino, uno squalo o qualsiasi altra creatura acquatica.
Shari chiuse gli occhi, mentre bolle d’aria sempre più piccole salivano verso l’alto.
Poi, qualcosa la afferrò per un braccio e la trascinò in avanti, verso il sole e l’aria pulita. Quando la testa di Shari fu nuovamente fuori dal mare, la ragazzina iniziò a tossire freneticamente e nella fretta di riempire i polmoni di ossigeno inghiottì anche molta acqua. Le orecchie le fischiavano e il cuore batteva all’impazzata dentro il suo petto, tanto che Shari non sentiva nulla di quello che le accadeva intorno. Qualcuno la sollevò da sotto le ascelle e poi il suo corpo fu avvolto da una coperta, calda e morbida.
- Shari! Shari, mi senti?
La ragazzina tossì e sputò fuori acqua di mare, poi aprì lentamente gli occhi. Suo zio Roy la teneva tra le braccia e strofinava le mani sul suo corpo, sul torace, sulle gambe, cercando di scaldarle. Appena incrociò lo sguardo della nipote, l’uomo le sorrise, ma Shari notò che aveva gli occhi lucidi e il viso arrossato.
Inginocchiato accanto a loro, Ace tirò un sospiro di sollievo e allungò una mano per accarezzare i capelli fradici della sorella.

Angolo dell'autrice:
Salve! Allora, in questo capitolo Shari s'e l'è vista brutta, vero? E anche Ace e suo zio Roy si sono presi un bell spavento! Fatemi sapere che cosa ne pensate, ci conto! Grazie e buona lettura, Wolf97
  
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