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Autore: nikolas    09/10/2013    2 recensioni
Sono passati alcuni mesi dai fatti accaduti nella prima parte di 'AMICI PER LA PELLE'; uno dei protagonisti (Tom) esce di scena, tuttavia altri personaggi sono pronti a prenderne il posto. Una nuova grande amicizia e nuove avventure animeranno ancora una volta Millow, un paesino inglese nei pressi di Londra. Il ritmo dell'amicizia farà danzare ancora una volta i cuori dei nostri protagonisti.
[La vicende della storia seguono quanto raccontato in 'AMICI PER LA PELLE']
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ESSENZIALE - AMICI PER LA PELLE 2
“Sostengono gli eroi: se il gioco si fa duro è da giocare. Beati loro poi se scambiano le offese per il bene, succede anche a noi, di far la guerra e ambire poi alla pace…”

                                                                                                                            - L’essenziale, Marco Mengoni

Dai funerali di Diuk era passato oltre un mese e mezzo e la primavera bussava alle porte degli animi dei tre ragazzi che sembravano completamente assopiti. La vita per i giovani non sembrava avere la minima intenzione di tornare alla normalità: Lela frequentava passivamente i corsi all’università e aveva trascurato diversi esami dalla morte del fidanzato, come se non bastasse, aveva rifiutato l’offerta degli amici di andare a vivere con loro e passava la giornata chiusa nel suo appartamento, Simon aveva ricevuto “in custodia” il negozio di fiori dallo zio di Diuk, il quale aveva preferito affidarlo momentaneamente alle cure del giovane prima di decidere la soluzione da adottare e la vita di Sasha si era trasformata in un incubo. Il cellulare della ragazza dai capelli rossi squillava spesso durante il giorno, improvvisamente, e la giovane non riusciva a capire, se mai ce ne fosse stato bisogno, chi era l’artefice delle telefonate e il motivo per il quale le faceva. Oltre a ciò, Sasha riusciva a stento a chiudere occhio durante la notte, quando i sensi di colpa e i pensieri riguardo alla morte di Diuk e alla libertà di Brian la tormentavano, e a nulla servivano le rassicurazioni di Simon, che ormai era sempre più preoccupato per la vita dell’amica e della fidanzata.
Questa situazione di stallo andò avanti per diverse settimane, fino a quando, almeno per Sasha, qualcosa si sbloccò. Era molto tempo ormai che la giovane cercava un modo per contattare Brian, quasi certa che era proprio lui a telefonarle e a tormentarla durante tutto il giorno, sapendo che lei non si sarebbe mai rivolta né al fidanzato, né alla polizia, tuttavia, appena la ragazza rispondeva alle chiamate, ciò che sentiva dall’altra parte della cornetta era il vuoto più totale.
Un pomeriggio di fine marzo, la ragazza decise, finite le lezioni, di andare a fare una passeggiata nel parco vicino all’università, in attesa dell’amica. Fu proprio in questa occasione che il suo cellulare squillò di nuovo, ancora una volta a chiamarla era un numero sconosciuto. Come era abituata a fare, Sasha rispose alla chiamata e, come al solito, dovette stare a sentire il nulla più assoluto. Quella volta però, qualcosa parve essere diverso: la chiamata si era protratta più a lungo del solito, così la giovane si decise a parlare.
-Brutto bastardo, so benissimo che sei tu. Smettila di fare il codardo e sii un vero uomo per una volta nella tua vita!- Esclamò la ragazza in preda alla rabbia.
Dall’altra parte sentì qualche rumore, per questo motivo, non contenta, rincarò la dose e continuò, quasi urlando, a chiedere di poter ricevere una risposta, fino a quando, dal suo cellulare parlò una voce maschile. Era Brian.
-Ragazzina, calmati. Ne è passato di tempo dall’ultima volta che ci siamo incontrati, vero?- Chiese in modo beffardo l’uomo.
-Dimmi dove e quando possiamo farla finita. Non riesco più a vivere così, affrontiamoci, solo io e te e poniamo fine a tutta questa situazione.
-Determinata, a quanto vedo. Ma, mi spiace per te, l’unico modo che mi sembra adatto per porre fine a tutto ciò è uno solo, e non penso ti piacerà.
-So benissimo quello che mi vuoi fare. Tu non dovevi osare far del male a me, a mia madre, ai miei amici. Ora, però l’hai fatto e non ho paura di affrontarti, faccia a faccia. Dimmi solo dove e quando.
-Ottimo, non starò qui a fare inutili discussioni. Domani pomeriggio ai vecchi magazzini, poco più a nord di casa tua, puoi benissimo arrivarci a piedi. Che non ti vengano in mente strane idee: solo io e te! Ti aspetto.
Brian chiuse la telefonata senza che Sasha potesse replicare in alcun modo; la ragazza rimase seduta nel parco per un po’, a pensare a quanto era successo da quando era arrivata a Millow, a tutto il male che le era stato fatto dall’uomo che solo qualche mese prima aveva amato più di sé stessa, alla possibilità che aveva di mettere una volta per tutte una pietra sopra a quel triste capitolo della sua vita. Quando la giovane guardò l’orologio si accorse di quanto si era fatto tardi e, a passo svelto, fece ritorno all’università.
 
 
La mattina seguente Sasha parve a Simon completamente distaccata e con la testa tra le nuvole. Quando questi le chiese se non si sentisse bene, lei gli rispose che era semplicemente stanca, voleva stare un po’ da sola e di conseguenza quel giorno non sarebbe andata all’università. Il fidanzato, intuendo lo stato in cui versava la giovane, la lasciò fare e poco dopo uscì di casa per accompagnare Lela a lezione, salutandola affettuosamente. Sasha non poteva credere che quel pomeriggio tutto si sarebbe, in un modo o nell’altro, risolto e che c’era la possibilità di non vedere mai più il ragazzo che tanto amava. Malgrado tutto, però, scacciò i cattivi pensieri e si concentrò su quanto avrebbe dovuto fare di lì a poche ore.
Quasi in un batter d’occhio si fece l’ora dell’appuntamento con Brian, perciò Sasha, prima di uscire di casa, scrisse un biglietto per Simon nel quale diceva che non sarebbe rientrata prima di sera dal momento che aveva diverse commissioni da sbrigare e che gli aveva lasciato qualcosa da mangiare nel microonde. Fatto ciò entrò in cucina, prese un coltello dalla lama piuttosto grande, lo mise nella borsa e uscì di casa, avviandosi verso il luogo dell’incontro. Non poteva credere di essere arrivata al punto di essere in grado di risolvere qualcosa uccidendo qualcuno.
 
Quel giorno al negozio di fiori non ci furono molti clienti, perciò Simon decise di rincasare prima del previsto, approfittandone per mangiare qualcosa insieme alla fidanzata. Sulla via del ritorno, le parve di intravedere la figura di Sasha incamminarsi verso la vecchia zona industriale, tuttavia non ci diede troppo peso, considerando che era alquanto improbabile che la sua ragazza, a quell’ora del giorno, si dirigesse in quel posto.
Quando arrivò a casa e lesse il biglietto capì che i suoi sospetti avevano fondamento, tuttavia quando si accorse della mancanza del più grande coltello da cucina che possedevano cominciò a preoccuparsi seriamente. Il ragazzo lasciò incurante il cibo del microonde, scese immediatamente al piano terra e prese la macchina, deciso ad andare nel posto in cui aveva visto Sasha dirigersi, quasi un’ora prima.
 
Sasha era da poco arrivata al luogo dell’appuntamento con Brian, tuttavia dell’uomo non c’era neanche l’ombra. La giovane decise di entrare in quella che un tempo era stata una delle più grandi industrie tessili della zona, per incontrare l’uomo. Non avendo la minima idea di dove Brian si potesse nascondere decise di accelerare il tutto e cominciò a urlare a gran voce il nome del ragazzo. Per qualche minuto le sue urla rimasero senza risposta, fino a quando, all’ennesimo grido, una voce che le parve lontanissima le rispose. A Sasha parve di capire che si sarebbe dovuta dirigere al secondo piano dell’edificio, e così fece. Appena terminò la seconda rampa di scale si rese conto di trovarsi nel nuovo nascondiglio di Brian e infatti, a pochi passi da lei, c’era seduto comodamente su una sedia il ragazzo. Fu Sasha, con voce tremante, ad attaccare discorso:
-Come vedi sono qui. Sono pronta a chiudere questa faccenda.
-Te l’ho già detto, esiste un solo modo dal mio punto di vista per chiudere questa faccenda. E ovviamente è ucciderti.
-Perfetto. Mi vuoi uccidere? Fallo, ma abbi la dignità di andartene per sempre da Millow, una volta fatto quello che devi fare.- La risposta che Sasha aveva dato, del tutto tranquilla, sorprese non poco Brian.
-Non avrei mai pensato che tutto sarebbe stato così semplice. Se lo avessi saputo mi sarei espresso esplicitamente prima…
-Basta con queste inutili chiacchiere, sparami, ti prego solo di non farmi del male…- Implorò la ragazza.
-Non subito, prima avvicinati… Dammi un ultimo bacio…
-No, ti prego, questo no!
-Fai quel che ti ho detto!- Ordinò l’uomo.
La ragazza, a testa bassa, si avvicinò al suo aguzzino e appena gli fu sufficientemente vicina, mise una mano nella borsa ed estrasse il coltello: tutto andato secondo i suoi piani, pensò. Malgrado tutto, però, Brian intuì troppo presto le ragioni di Sasha, e prima che la giovane potesse fare qualcosa, le sferrò un pugno in pieno volto che le fece perdere la presa della sua arma e che la fece cadere a terra stordita. L’uomo le si avvicinò e le sputò addosso, Sahsa, tramortita, pensò che forse era giunta la sua fine. Brian estrasse dalla tasca la pistola e la puntò dritta al petto della giovane. In quel momento, però, accadde qualcosa del tutto inaspettato.
Sasha non poteva crederci: il ragazzo che stava correndo contro a Brian era Simon, il suo fidanzato!
Il giovane dai capelli biondi saltò addosso all’uomo che lasciò cadere a terra la pistola. Nella colluttazione, però, Brian riuscì ad afferrare il coltello caduto precedente alla ragazza e inferse un colpo sulla gamba a Simon che emise un grido agghiacciante di dolore. Solo quando tentò di rialzarsi per andare ad aiutare il fidanzato, Sasha si rese conto che qualcosa nel suo corpo non andava: la caduta dovuta al colpo infertole precedentemente dall’uomo le aveva procurato qualche danno alle gambe, dal momento che non riusciva più a muoversi. In quel momento pensò incredula che ancora una volta Brian stava per avere la meglio su di loro.
Tuttavia, in preda agli spasmi di dolore, Simon estrasse dalla giacca la pistola di Brian che sorprendente  era riuscito, nel corso della lotta, a raccogliere da terra e che ora stava cercando di puntare contro l’uomo. L’unica cosa che riuscì a fare fu premere il grilletto e dalla canna della pistola partì un proiettile che colpì Brian all’altezza della coscia. Un altro urlo di dolore, ma questa volta proveniva dal nemico.
Il giovane, avendo momentaneamente messo fuori combattimento l’uomo, si avvicinò a Sasha e, sorridendole, come se nulla fosse accaduto, le disse di chiamare immediatamente la polizia. La ragazza obbedì e si mise a cercare il cellulare. Nel frattempo Simon, con la pistola ancora in mano, si avvicinò a Brian e mentre la fidanzata stava parlando con un poliziotto, gli disse:
-Te lo ricordi vero? Ti ricordi che ti avevo giurato che ti avrei fatto del male? Ebbene questo non è nulla in confronto a quanto dolore hai causato a noi, e non è nulla in confronto a quanto voglio causarne a te ora.
Dal volto di Brian si lesse un terrore infinito, mentre quello di Simon emanava odio da tutti i pori. Il ragazzo alzò la pistola e la puntò al petto dell’uomo. Sasha, ancora al telefono, urlò:
-No Simon, NO! NON FARLO!
Troppo tardi. Dall’arma in mano a Simon partì un proiettile che colpì Brian in pieno petto, facendolo sobbalzare. Sasha continuò ad urlare parole incomprensibili, mentre Simon cadeva a terra e chiudeva finalmente gli occhi, ormai stremato dal dolore alla gamba, ma soddisfatto.

FINE QUINTA PARTE


NOTE: Questo sarebbe dovuto essere il finale della storia ma (s)fortunatamente è il quinto capitolo... Bhè, che dire... A questo punto siamo di fronte alla preparazione per il gran finale che tenterà di risolvere i vari intrighi di AMICI PER LA PELLE! La canzone-titolo del capitolo è il plurisuccesso, onnipresente, L'ESSENZIALE, canzone vincitrice dell'ultimo San Remo, molto profonda e interpretata con maestria dal nostro Marco Mengoni. Paragona i nostri protagonisti agli eroi "che se il gioco si fa duro è da giocare", ma il confronto ha retto? Ai posteri l'ardua sentenza... VOI INTANTO RECENSITEEE!
 
  
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