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Autore: Lady Warrior    09/10/2013    4 recensioni
ATTENZIONE: QUESTA è LA SECONDA STORIA DI UNA SERIE, SE VOLETE INIZIARE A LEGGERLA DOVETE OBBLIGATORIAMENTE LEGGERE " LA GUERRIERA DEL FUOCO", GRAZIE.
Sauron è di nuovo tornato, e le Tenebre avanzano sulla terra di Mezzo. La profezia si è ormai quasi compiuta e Rebean deve effettuare una scelta: suo padre Sauron o il bene della Terra di mezzo? fra battaglie e amori si intersecheranno la vita di Rebean e quella di Eowyn e le loro scelte influiranno il destino della Terra di Mezzo.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eowyn, Nazgul, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Il ciclo del fuoco e della terra'
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La rinascita di Sauron
 

 
 
Note dell’autrice: prima di tutto vorrei ringraziare tutti voi che leggete la mia storia e la recensite, perché senza di voi non sarei mai arrivata sin qui. Sinceramente non ho ancora in mente come sarà esattamente la trama di questa seconda storia, perché ho più ispirazione per quella che seguirà. ( sì, è una trilogia). Comunque sono sicura che con voi la storia si evolverà in modo alquanto sorprendente! Davvero, non avrei creduto di arrivare fin qui … quando ho pubblicato il primo capitolo ho pensato “ ok, pubblico questo schifo ma tanto nessuno si degnerà di leggerlo” e invece mi ero sbagliata! Certo, non è che abbia 200 visite, ma questo può essere dato dal fatto che la sezione de “Il Signore degli Anelli” è meno visitata di quella di Harry Potter, per esempio. E comunque meglio pochi lettori ma buoni, no? J  comunque non voglio annoiarvi con le mie chiacchiere, quindi colgo l’occasione di ringraziare ancora una volta coloro che mi recensiscono. Ah, e una cosa: il capitolo è un po’ corto, mi perdonerete?
Poi vorrei proseguire con la riflessione del titolo della storia quindi bando alle ciance!
“Riflessione sul titolo”: Allora, dovete sapere che io sono un completo disastro riguardo a due cose. La fine delle storie 8 infatti il termine di quella precedente faceva schifo)e dare titoli. Detesto intitolare le cose. E insomma, questa era del fuoco potrebbe essere un titolo provvisorio ( vi avviserò se lo cambio, tranquilli!). quindi, se mano a mano che aggiorno vi verrà in mente un titolo più adatto proponetelo pure, vi sarò perennemente grata! E poi una seconda cosa riguardo al titolo: Non fatevi trarre in inganno dalla parola “Era”. Non ha nulla a che fare con la terza o la quarta era della Terra di Mezzo! È solo, non so come spiegarmi, a voce si dice meglio, è solo un modo per indicare che qualcosa è cambiato. Come a dire prima era tutto tranquillo o quasi, e invece ora domina il male, cioè il fuoco, le tenebre. C’è la guerra tra bene e male, insomma. Non lambiccatevi il cervello per questa benedetta era!
 
 

 
Sauron, con una luce malvagia negli occhi, contemplò le sue mani, il suo corpo. Per troppo tempo aveva bramato ritornare quello di un tempo, e adesso finalmente c’era riuscito!. C’era solo un problema: l’Anello. Come aveva ragione di pensare, sua figlia doveva averlo indossato. Ma se lei se lo fosse tolto sarebbe ritornato nella sua vecchia forma, se non morto. Lui voleva l’Anello, lo  bramava, e doveva trovare un modo per riaverlo. Per il momento poteva lasciarlo a sua figlia, così avrebbe potuto tranquillamente condurre la guerra.
Udì un battito d’ali dietro di sé, così si voltò. Il Re Stregone di Angmar scese dalla cavalcatura con Rebean, che si posizionò dietro di lui. Al dito della ragazza scintillava l’Anello. Rebean emise un profondo sospiro e poi si avvicinò a Sauron, chinando la testa.
<< Papà >> balbettò << Ho il tuo anello>>. Sauron emise un verso di disapprovazione per il linguaggio usato dalla ragazza.
<< Sono riuscita a prenderlo a quei due ragazzi bassi … vorrei restituirtelo …>> mormorò la ragazza, dopodiché fece per togliersi l’Anello dal dito, ma non ci riuscì. Questo si era come ancorato al suo arto, nonostante applicasse forza. << Non si leva>> disse.
<< Non è vero!>> esclamò Sauron venendole incontro.
Le prese il braccio per privarla dell’Anello, e fece per toglierlo dal dito.
<< Non sta mentendo. La conosco, non mentirebbe>> disse il Signore dei Nazgul, preoccupato per la ragazza.
<< Tu non hai il diritto di replicare>> disse freddo Sauron, e iniziò a spingere con violenza. Rebean urlò dal dolore, e l’Anello non accennava a togliersi. La ragazza iniziò a lacrimare dal dolore e fu allora che Sauron mollò la presa.
<< Non vuole andarsene da lì>> constatò mentre la ragazza si massaggiava il dito dolente.
<< Tuttavia>> continuò Sauron << Ritengo che il tuo gesto meriti un premio. Sarai addestrata all’arte della guerra e poi avrai una cavalcatura tua personale e al momento opportuno potrai guidare parte dell’esercito in guerra>>. E poi Sauron fece un rapido gesto di commiato.
Rebean si accinse allora, con la mano ancora dolente a sedersi dietro al Re Stregone. Egli la portò davanti alla fortezza dalla quale era uscita, e per tutto il viaggio la ragazza tacque. Ad accoglierla trovò una schiera di verdi e puzzolenti orchi. Quanto desiderava adesso tornare a casa! Quanto desiderava in quel momento riabbracciare sua madre … e chiederle il perché di tutto. Rebean represse a stento le lacrime. Non aveva mai immaginato, nonostante le voci, di non essere figlia di Aldarel. E quando aveva saputo che quelle voci erano vere, aveva sperato in un padre migliore, in un padre che avesse voluto amarla. E invece aveva trovato una persona fredda e scostante, che non pareva provare alcun sentimento, né per lei né per nessuno. La ragazza si gettò sul letto in un impeto di collera. Magari suo padre l’avrebbe amata, in seguito. Magari lui doveva immagazzinare tutto, proprio come lei. E il fatto che non fosse una persona particolarmente sociale non significava per forza che … Rebean scosse la testa, prese il cuscino e lo affondò sul suo volto e poi lo scaraventò sulla parete.
Dopo aver pianto per almeno un’ora si alzò dal letto, e notò solo in quel momento che da una parte c’era una porta che conduceva  in un luogo all’aperto, arido, con una sorta di pozzo d’acqua al centro. Rebean si avvicinò ad esso e si specchiò. L’acqua era limpidissima. Vide i suoi stracci coprirle il corpo, i suoi occhi gonfi e arrossati, e i suoi capelli. Con meraviglia notò che erano cambiati: prima non aveva avuto il tempo di accorgersene. Da lisci che erano adesso erano un poco mossi, e alcuni riflessi rossi illuminavano il loro colore nero. Era cambiata. È quest’anello? Rebean guardò l’Unico, nel quale brillava una scritta che non riusciva a leggere.
 
 
Frodo e Sam erano riusciti a fuggire da Mordor, anche grazie alle aquile, che come sempre erano riuscite a scampare grandi pericoli.
Arrivati a Minas Tirith, dove si erano riuniti tutti, compresa Eowyn, nella sala centrale, dovettero narrare tutto per filo e per segno.         
<< Eravamo finalmente arrivati>> iniziò frodo << Quando abbiamo visto quella ragazza che osservava le profondità del Monte Fato …>> e continuò raccontando tutto.
Gandalf gemette, Faramir si coprì il volto con una mano ed Eowyn sospirò, gli altri ebbero reazioni simili.                                                                                                                                                    
<< E adesso che ne sarà di noi e del nostro tempo?>> chiese Frodo, spaventato e insieme preoccupato.
<< E adesso … adesso ci sarà l’era del fuoco, e delle tenebre. L’era di Sauron>> rispose Sam, rammaricato.
<< Adesso più che mai dobbiamo combattere ed essere uniti. Se falliremo di nuovo l’era degli uomini cadrà>> disse Gandalf.
Frodo si sedette, stanco. << E di quella ragazza, cosa ne faremo?>> chiese Gimli.
Gandalf sospirò. << L’Anello per sua decisione e per il destino è finito nelle sue mani. Sauron vuole anche egli l’Unico, ma non sono sicuro che Esso voglia ritornare da lui. C’è una profezia. Non penso che Rebean sia ancora malvagia: è stata la speranza a guidarla, la speranza di avere un padre migliore, la speranza vana di una vita migliore. Lei non conosce la crudeltà di Sauron. Ma se continuerà a stare a Mordor il suo cuore potrebbe venire corrotto, dal potere, dalla malvagità che là alberga …  dobbiamo portarla via da Mordor, ma prima dobbiamo combattere questa guerra>> disse Gandalf.
<< Se solo riuscissi ad incontrarla … me mi ascolterebbe, eravamo amiche>> disse Eowyn.
L’assemblea tacque, in pensiero.
 
 
Il Signore dei Nazgul si riunì insieme agli altri otto nella sala principale della fortezza, davanti a Sauron.
<< Necessito di una guerra. Bramo conquistare Gondor>> disse.
<< Faremo ciò che ci avete ordinato>> disse il Signore dei Nazgul, poi esitò un poco. << Cosa dovremo fare riguardo alla ragazza?>> chiese infine.
Sauron iniziò a passeggiare per la tetra stanza. << Insegnale a combattere. E insegnale bene, pretendo che diventa esperta. E istruiscila sulle tattiche di guerra, sulle strategia. Ho intenzione di mantenere la promessa e di nominarla generale di una parte del mio esercito e di donarle una cavalcatura sua, perciò dovrai insegnarle anche a cavalcare un semplice cavallo e anche la tua creatura volante>>
<< Ai vostri ordini>> rispose l’altro << Ma vorrei informarvi che Rebean non è come … diciamo come voi. È tutto il contrario. Non sono sicuro che la guerra faccia per lei>>
<< Si adatterà>> rispose Sauron.
Il Signore degli Stregoni annuì e se ne andò.
<< Portala a Minas Morgul>> ordinò poi Sauron, prima che l’altro uscisse dalla stanza. << Verrà fatto>>
Il Signore degli stregoni s’incamminò per i bui corridori della fortezza, fino a che non arrivò nella stanza di Rebean. La porta era socchiusa, così egli guardò. La ragazza era seduta sul letto, cogli occhi rossi e gonfi, a guardare l’Anello. Pareva triste. Entrò. Rebean lo guardò, triste.
<< Pensavo fosse diverso>> gli spiegò.       
Egli le si avvicinò. << Cosa ti aspettavi? Un padre pietoso e compassionevole? O per caso uno gentile e affettuoso?>> le chiese bruscamente. L’altra abbassò lo sguardo.
<< Non mi capisci nemmeno tu>>    sussurrò.
<< Voi due siete molto diversi. Avresti dovuto immaginartelo. O forse avrei dovuto dirtelo, ma non potevo rivelarti della profezia e del fatto che lui è tuo padre>> disse l’altro. << Devi venire con me>>   
<< Dove mi porterai?>>
<< A Minas Morgul. Lì ti insegnerò l’arte della spada e della guerra. Conoscerai ogni forma di tattica bellica, ogni tecnica di guerra, ogni mossa di spada>>
<< Io non voglio combattere! Io non sono fatta per far guerra! Io voglio tornare a casa, sposarmi, avere dei figli! Voglio, adesso l’ho capito, essere una ragazza normale, come tutte le altre …>> protestò Rebean, alzandosi.
<< Ma tu non sei una ragazza come le altre. Tu sei nata per combattere, è il tuo destino! Il tuo elemento è il fuoco, tu sola lo puoi dominare. Tu sei destinata a essere la protagonista di questa epoca. Tu non desideri veramente ciò che hai detto. Tu non sei la tipica ragazza il cui unico scopo di vita è quello di sposarsi, fare la brava mogliettina, fare figli e pulire la casa e i panni! Tu sei figlia di un sovrano, quello di Mordor! Tu sei l’oggetto di una profezia, sei nata per combattere e importi, Rebean, è il tuo destino! Tu stessa, prima, volevi avventure e gloria: ebbene, adesso potrai averle! Tu sei la guerriera del fuoco!>> esclamò l’altro, stupendosi: se n’era accorto solo ora, ma stava cambiando da quando era con lei.
 
Eowyn si sedette sotto l’Albero Bianco di Minas Tirith. Stava attendendo Faramir, pensando al loro bacio. Amava Aragorn o Faramir? Quest’ultimo ricambiava il suo amore, ma l’altro era stato a lungo nel suo cuore … è di un’ombra e di un pensiero che sei innamorata, le aveva detto Aragorn. Ed era vero? Faramir o Aragorn?
In quel momento arrivò il capitano di Gondor. Si sedette accanto a lei, accarezzandole un ginocchio. Ella lo guardò, e Faramir si avvicinò per baciarla, ma ella indietreggiò.
Egli la guardò, stupito e addolorato.
<< Perché?>> le chiese.
La ragazza mosse leggermente la testa. << Amavo un altro prima di incontrarti. E ora mi chiedo: lo amo ancora? O amo te?>>
<< Era Sire Aragorn?>>
Eowyn annuì dolcemente.
<< Capisco. Egli è uomo d’onore: ha compiuto molte imprese, più di me. Ha vinto numerose battaglie, io nessuna. Mi sono illusa se ho pensato che una fanciulla tanto bella e valorosa come te potesse amare uno come me. Sono una nullità. Me lo ha sempre detto anche mio padre, ma quando ti ho incontrata mi sono illuso che … non importa. Mi dispiace>> disse, alzandosi. Poi le voltò le spalle e si avviò dentro.
<< No! Faramir, aspetta!>> gli gridò dietro Eowyn, ma egli non si fermò e continuò il suo cammino.
Allora la ragazza si alzò e gli corse dietro, ma era troppo tardi: egli era entrato a palazzo. Eowyn batté i pugni sul portone che conduceva nel palazzo e iniziò a piangere, amareggiata e pentita per il suo comportamento.                                                                                                                                                                                                       
 
   
 
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