Autore: Vitzi;
Fandom: Dragon Ball;
Tipologia: Flash Fiction {circa 500 parole;
Personaggi/Pairing: Marron Muten; Trunks Brief; {Marron/Trunks
Rating: Giallo;
Genere: Introspettivo; Angst; Triste;
Avvertimenti: Slice of Life;
Think Angst Challenge: Set 05. Coppia » 02. Quotidianità
Note: Non so davvero come ringraziarvi. Non pensavo che questa raccolta potesse piacere tanto, ringrazio chiunque ha messo la raccolta fra i preferiti/seguite/ricordate, davvero grazie. E ovviamente un grazie speciale va ai miei cari recensori, che sono sempre gentilissimi. In questo secondo capitolo siamo sempre dal punto di vista di Marron, il punto di vista cambierà, ma non ora. Inoltre le prossime non saranno più introspettive, ci saranno più dialoghi e confronti diretti fra i due, preparatevi al peggio (?) Apprezzo davvero molto tutto il sostegno che state dando a questa coppia e spero di non deludere nessuno con questo capitolo. Sono malata, per questo ho impiegato molto ad aggiornare, gomen~ Ed è anche per questo che non ho recensito alcune storie che invece avrei dovuto recensire, quindi preparatevi perché presto arriveranno le mie recensioni arretrate! Alla prossima ♥
Solo un brutto sogno.
E
mentre la pioggia tentava isterica di sfondare il sottile vetro della
finestra, Marron cercava irrequieta di dormire. Si stava comportando
da bambina, eppure sognava ancora quella sciocca ed egoista
quotidianità di sempre.
Nel dormiveglia si accingeva a pensare a
come cambiare la propria giornata, a come sconvolgerla, ad esempio
con un picnic sul prato, oppure con una giornata di shopping intenso;
o almeno questo era quello che era solita fare prima di conoscere
Trunks. Non appena lui si era dichiarato, in quella giornata piovosa,
sotto quello stretto ombrello, lei non aveva fatto altro che cadere
tra le sue dolci e possessive
grinfie. Non faceva che apparire nei suoi sogni, non faceva che
sbucare fra i suoi pensieri durante il dormiveglia, era possessivo
perché non la lasciava mai da sola. Nemmeno adesso quello stronzo si
degnava di lasciarla in pace, nemmeno adesso che lei voleva cambiare.
Eppure tutto era rimasto come prima dentro di lei, inutile negare
che appena sveglia lo cercava accanto a sé; o addirittura lo
chiamava; o in casi estremi si fiondava dentro la doccia sperando di
vederlo indaffarato perché, come sempre, in ritardo. Provava sempre
un dolore immane nel rendersi conto che la realtà era ben diversa.
Non le spuntava un sorriso sulle labbra ripensando al passato, bensì
il nulla. Marron aveva dimenticato cosa fossero le emozioni e di
questo si vergognava, si vergognava di mentire a se stessa, dicendosi
che andava tutto bene. Eppure il dolore non se ne andava, nemmeno con
la menzogna. Non sapendo più cosa fare e per sfuggire dalla
quotidianità di quella casa, aveva pensato di tornare dai suoi, alla
casa sulla spiaggia. L'idea era stata gettata direttamente nel
cestino, perché si vergognava anche solo di farsi vedere da suo
padre, in quello stato.
Si alzò di scatto dal letto, sentendo
una nuova forza, una nuova speranza. La soluzione si era presentata a
lei all'improvviso, come un raggio di sole in una delle notti più
buie. E mentre si pettinava i capelli spenti e si gettava sul viso un
po' di trucco -per rendersi più presentabile-, quella nuova speranza
che l'aveva spinta a rialzarsi la fece sorridere cupamente. Gettò in
una borsa tutto ciò che aveva, ogni sua traccia sarebbe sparita da
quella casa. Prese velocemente una penna e incise con forza su un
foglietto tre semplici parole “Me ne vado.”,
per poi uscire e sbattersi la porta alle spalle.
Una lacrima le
scivolò sulla guancia, mentre saliva sul confortevole taxi verso la
casa del suo migliore amico. E, seppur con tristezza, si rese conto
di non essere ancora pronta a perdere la sua solita quotidianità, a
perdere il suo Trunks.
Ormai era troppo tardi, sospirò e, chiudendo in se stessa pianse
silenziosamente per l'ultima volta.
Trunks, quella sera, si
sentì furioso e triste allo stesso tempo. Gettò a terra il tavolo e
distrusse buona parte della cucina, danneggiò di tutto pur di
trovare anche solo un piccolo capello della sua Marron. Tra le
lacrime si affidò a quel biglietto, l'unica cosa che non aveva osato
nemmeno sfiorare. Con un sussulto notò che era bagnato da una
piccola goccia impercettibile, si appoggiò al muro e chiuse gli
occhi, desiderando di scomparire. Sembrava un brutto sogno:
l'aveva conquistata dopo mille difficoltà, eppure perderla era stato
così semplice.
Riesci a vedere attraverso le mie lacrime? » Chapter 2 End.