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Autore: Klaineinlove    09/10/2013    14 recensioni
Dopo una terribile tragedia che gli porta via i genitori, Blaine Anderson smette di parlare. Chiuso in se stesso e con costanti problemi a scuola a causa del suo rifiuto di parlare, Blaine si sente più solo che mai.
Purtroppo non bastano l'amore di sua zia o gli incoraggiamenti di suo fratello Cooper.
La vita di Blaine cambia nel momento in cui Kurt Hummel cercherà di aiutarlo non arrendendosi alle prime difficoltà che faranno parte del loro cammino, insieme.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Note: è finita. Questo è il capitolo conclusivo di quest’ultima fanfiction.

Ringrazio tutti quelli che l'hanno seguita e chi è rimasto fino all'ultimo.

Ringrazio tantissimo la mia beta che si è impegnata a farmi avere i capitoli in un lampo!

Ringrazio ogni singola persona che sia passata di qui a leggere i miei racconti.

Grazie!

(scusatemi se il capitolo è piccino)

 

 

 

Blaine uscì dalla clinica due giorni dopo la sua ripresa. Ebbe una lunga chiacchierata con il medico di base, e cercò di spiegare come il gruppo di ragazzi, Sebastian e Kurt gli avessero dato la spinta decisiva.

Quando quei ladri lo minacciarono di non parlare, Blaine era solo un bambino, ma era stata una cosa che l’aveva traumatizzato, ma per fortuna non per sempre. Il momento in cui aveva ascoltato le storie di quei ragazzi e aveva visto sua zia piangere, Kurt disperarsi e Cooper lavorare per pagargli la clinica, allora Blaine aveva capito che doveva reagire. La notte di febbre alta gli aveva dato la forza per parlare, e Kurt che lo consolava era decisamente la cosa migliore che potesse succedergli.

Blaine sapeva che Kurt lo amava: insomma, lo aveva amato quando non diceva nemmeno una parola e veniva rifiutato da tutti. Kurt non si era mai arreso con lui e Blaine avrebbe trovato un modo per ricambiarlo.

 

 

 

 

“f-f-f-aremo t-t-tardi a lezione” borbottò Blaine mentre Kurt continuava a succhiargli una parte del collo che sapeva che il colletto della camicia avrebbe coperto.

Kurt si spostò da lui sistemandosi sul sedile “sei eccitato?”

Le guance di Blaine si arrossarono, non aveva mai avuto esperienze di intimità, quindi quando Kurt lo sfiorava, era facile eccitarsi.

“Blaine parlo per oggi. Il tema”

Blaine quasi tirò un sospiro di sollievo “s-sono t-terrorizzato”

“non preoccuparti, ci abbiamo messo due giorni ma il tuo tema sarà grandioso”

Kurt diede un ultimo bacio alle labbra umide di Blaine e uscì dalla macchina. Il moro lo seguì e si presero per mano. Arrivarono fino all’aula di Blaine

“vado a lezione. Non preoccuparti: andrà tutto bene. Ti amo”

“T-Ti amo anche io” Blaine vide Kurt allontanarsi e sospirò fortemente prima di entrare in classe. La sua insegnante non era ancora arrivata, ma i ragazzi erano già lì. Sorrise ad Emily del primo banco; lei lo aveva sempre difeso nelle occasioni in cui lo attaccavano, mentre cercò di evitare lo sguardo di quel ragazzo che lo aveva aggredito tempo fa.

“Anderson”

Blaine sussultò non appena sentì la sua voce. Non oggi, oggi era un giorno importante, non poteva piangere e fare il debole proprio oggi che avrebbe avuto la sua rivincita.

“Anderson, parlo con te”

Blaine deglutì e si voltò verso di lui, sperando di non sembrare un cucciolo spaventato (come di solito lo chiamava Kurt)

“non startene lì indietro, prendi posto accanto a me.” Il ragazzo spostò la sedia libera per fare spazio a Blaine e allungò il braccio. Blaine indietreggiò spaventato ma il tipo prese la sua borsa e gliela sistemò sul banco.

Ancora insicuro, Blaine si sedette accanto al ragazzo che gli sorrise quasi con…affetto.

Blaine non sapeva se rilassarsi o meno.

L’insegnante entrò in aula e fece l’appello, saluto con un sorriso cordiale Blaine e gli disse “Bentornato” poi continuò con il suo appello.

La professoressa stava iniziando la lezione quando Blaine si alzò dal suo posto attirando l’attenzione di tutti. Tra le mani stringeva alcuni fogli.

Arrivò fino alla cattedra e guardò la sua insegnante “i-io ho p-portato i-il tema”

Nella classe partirono alcuno mormorii sorpresi, nessuno aveva mai sentito la sua voce ed erano quasi scioccati

“Vuoi leggerlo di fronte alla classe?” domandò dolcemente la sua insegnante. Blaine annuì cercando un po’ di sicurezza.

“Salve a t-tutti m-mi c-chiamo Blaine Anderson…”

 

**

“Allora puoi entrare ufficialmente nel glee club, voglio dire come cantante!”

Rachel batté le mani con entusiasmo

“Rachel lascialo in pace!” borbottò Kurt tirandosi Blaine a sé e poggiando la testa sulla sua spalla

“m-mi piacerebbe” rispose Blaine e dio, quanto era meraviglioso parlare con qualcuno.

“tutto quello che vuoi, amore mio” borbottò Kurt sulla sua spalla prima di lasciargli un bacio.

“Dovrai imparare alcuni passi di danza, posso aiutarti io!”

Si propose Mike

“e io posso insegnarti un po’ di Rap” aggiunse Artie

“io voglio metterti lo smalto” suggerì Brittany e tutti scoppiarono a ridere, e Kurt si prese un momento per ascoltare il suono della risata del suo ragazzo. Era allegra, piena di energia e sembrava che Blaine volesse scoppiare a piangere dalla felicità. E Kurt lo amava, lo amava così tanto, perché lo aveva raccolto nel momento più triste della sua vita e pian piano lo aveva rivisto rinascere: come una pianta appassita, ma non del tutto morta.

Kurt rise, ma rise di felicità, per Blaine e per lui che aveva trovato il suo primo amore.

“come è andato il compito?” domandò al suo ragazzo che stava iniziando una lotta con il cibo contro Santana.

Blaine cessò di ridere e prese il compito dalla sua borsa e lo consegnò a Kurt.

Quest’ultimo lo baciò di nuovo “sono così orgoglioso di te”

 

Tema di Blaine Devon Anderson

 

“Salve a tutti, mi chiamo Blaine Anderson,

in realtà voi già mi conoscete, in un certo senso ma per essere precisi: non mi conoscete affatto.

Tempo fa i miei genitori sono stati uccisi davanti ai miei occhi. Non voglio stare qui a farmi compiangere, non vi racconterò i dettagli macabri di quel giorno.

So che qualcuno è curioso ma credetemi: le storie drammatiche non si trovano solo nei libri o nei film.

Quello che voglio raccontarvi è di come mi sono sentito. Sono stato per anni in silenzio, la mia bocca non ha prodotto alcun suono, nemmeno quando mia zia era disperata e mio fratello mi pregava di parlargli. Sono sempre stato convinto di essere un vigliacco, un debole, senza forza da perdere il bello della vita di un bambino e di un adolescente.

Di notte ho pianto, urlato e mi sono ingozzato di medicinali che mi hanno aiutato ma allo stesso tempo mi stavano distruggendo.

Gli incubi non sono ancora andati via, ma ci sto lavorando.

Mi avete giudicato, mi avete criticato e deriso alle mie spalle ma non vi do la colpa, voi non sapevate niente di me. Ma adesso? Adesso ve lo sto raccontando.

Ci sono state delle persone che con me non si sono mai arrese, altri non ci hanno mai provato, ma poi c’è stata una persona che nonostante non mi conoscesse ha allungato la mano e mi ha aiutato a ritrovare il sorriso e mi ha insegnato ad amare.

Sono stato in una clinica, e lì c’era questo Sebastian, un vero stronzo in apparenza e poi c’erano così tante persone che come me hanno sofferto ma nei loro occhi c’era la luce, la voglia di una rivincita contro questa vita infame che li stava distruggendo e così mi sono dato da fare anche io.

Quelle persone che hanno ucciso i miei genitori mi avevano tolto l’uso della parola. In realtà però ero solo io troppo spaventato perché nessuno può impedirci di stare in silenzio, di cantare, di inseguire i nostri sogni e di amare la persona che vogliamo.

Non voglio più stare in silenzio, non voglio più nascondermi. Voglio far ascoltare a tutti la mia voce, il mio parere. Nessuno mi impedirà di dire ciò che penso.

Sebastian, prima che andassi via, mi ha chiesto di vederci e questa sera, io e il mio ragazzo, Kurt, lo abbiamo invitato a cena.

Da piccolo, chiesi a mia madre se potessi diventare un super eroe, lei mi disse che era possibile, ma al momento sono stati gli altri ad aiutare me: è arrivato il momento che io aiuti qualcun altro.

 

Voto A-

 

   
 
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