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Autore: Yennefer    10/10/2013    1 recensioni
"Aspetta!" lo fermò Ian "Cosa farai adesso? E la città è bloccata ti ricordo"
"Andrò a cercare questo Jeremy e lo interrogherò, cercano un colpevole e una spiegazione, se la città cerca il pelo nell'uovo darà dei soldi a chi lo troverà" Lambert fece un sorriso sprezzante e sicuro di sè "E poi le porte chiuse non sono un problema, se son riuscito ad entrare riuscirò pure ad uscire."
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lambert tornò alla taverna dove si era sistemato la sera prima. Aprì la porta e si sedette con le braccia appoggiate sulle sue gambe. Sono venuto a Novigrad sperando di ottenere notizie sugli assassini e ho trovato solo una storia. Riepilogò nella sua testa Bha, sono uno strigo io. Non un investigatore, forse dovrei lasciar perdere e tornare ai contratti per qualche secondo contemplò il silenzio in quella stanza legnosa, la storia però lo stava intrigando.
D'un tratto si ricordò dello scrigno che aveva trovato lungo la strada, oramai non badava più al medaglione che, per tutto il tempo, aveva continuato a vibrare leggermente. Quello strano scrigno in avorio, senza ornamenti e dalla forma schiacciata era stato sicuramente sigillato con la magia.
Lo strigo provò comunque ad aprirlo, prima con la forza e poi con una lama. Niente.  Alla fine sistemò lo scrignò al centro della stanza e tracciò il segno Aard nella sua direzione. Lo scrigno volò per aria e si aprì di scatto, rovesciando il contenuto per terra. Il medaglione smise immediatamente di vibrare. "Si apre al "tocco" di qualsiasi tipo di magia!" affermò. Raccolse lo scrigno da terra e ciò che aveva rovesciato: una busta sigillata e una mappa che si rigirò tra le mani, senza aprirla. Aprì invece la busta, portante la seguente scritta: 

"Urgente per mastro Frederick Mirsy detto il Basso, Alto Consigliere reale di Redania."
Strappò la busta per leggerne la lettera.
"Mastro Frederick,
la avviso della riuscita del compito da lei assegnatoci. I miei sicari hanno raggiunto il covo della banda indicata e li hanno eliminati. Abbiamo anche recuperato i bauli, zeppi di corone, di sua appartenenza. Da quanto scoperto si erano infiltrati nella suo alloggio. Spedirò la lettera non appena raggiungeremo Novigrad, dove depositeremo il denaro ritrovato come da lei richiesto.
Da accordo abbiamo preso il compenso promesso dai bauli, il covo era situato a Nord di Rinbe, indicato sulla mappa allegata.
I miei più sentiti saluti,

Il suo uomo."
Frederick aveva assunto dei sicari per togliersi il problema dei "professionisti" ingaggiati, che cominciavano a dargli qualche grana. Evidentemente la banda era più numerosa di quanto si aspettasse e il resto dei componenti era riuscito a risalire ai sicari, dopodichè si era vendicata direttamente su di lui.
Così Lambert si decise a partire. Ormai aveva cominciato questa caccia e l'avrebbe portata a termine con successo, radunò le sue cose e scese dall'oste, lasciandogli il pagamento della camera avviandosi in strada.

"Lambert?" Una voce femminile, vagamente familiare e dal tono sorpreso lo chiamò da dietro di lui.
Il cuore gli si fermò per un momento. Riconoscendola provò una sensazione che col tempo aveva  voluto dimenticare.La donna lo raggiunse camminando a passo svelto
"Lambert sei tu?" lo strigo si girò guardandola negli occhi, lei lo riconobbe subito: gli occhi di uno strigo non si dimenticano mai. Un triste sorriso comparve sulla bocca di lei. Sembrava più vecchia e stanca dell'ultima volta che l'aveva vista, nonostante qualche lampo di giovinezza ancora le illuminava il viso.
Era molto più bassa di lui e portava i suoi capelli corvini sempre in qualche stramba pettinatura. In preda alle emozioni e all'amarezza dei ricordi lo strigo trovò il coraggio di parlare "Salve, Elanor." disse, cercando di non far trapelare alcuna emozione.
"Sei sparito per un po', eh?" Gli rispose lei dal tono incerto "Avevo affari urgenti" mentì, fece una pausa.
 "Non potevo restare a lungo, Elanor, te l'avevo detto" la donna annuì abbassando la testa. "Che ci fai qui?"
"Faccio il mio lavoro." rispose sul vago, interrompendo il discorso.
 "Bene..." Elanor ora sembrava a disagio. Un silenzio tra i due stava cominciando a causare imbarazzo. "Mi sei mancata." Lo strigo impiegò tutta la sua forza di volontà per  pronunciare questa frase, gli occhi di lei diventarono lucidi.
 Lambert la osservò, comprese che il tempo li aveva divisi definitivamente. Poi la abbracciò forte, dandole l'addio che si sarebbe meritata molto tempo prima. Elanor appoggiò la testa sul suo petto ricambiando l'abbraccio, che poi sciolse con una lacrima lungo il viso.
"Immagino di dover andare adesso... i miei figli mi aspettano a casa" il cuore dello strigo si fermò per la seconda volta, andandosene le aveva donato la famiglia che non avrebbe mai avuto stando con lui. Rimpiangere era da stupidi. "Già. Bhe..." si fermò abbozzando un sorriso amaro "Immagino di dover andare anche io. Ti auguro una vita felice Elanor." Si avvicinò a lei chiudendo gli occhi e baciandole la fronte. Poi girò i tacchi e se ne andò di nuovo, Stavolta senza rimorsi e con la coscienza pulita. 
L'aveva nuovamente abbandonata in città, ma non più da sola.
Lambert recuperò il suo destriero bianco come i petali di una margherita, e partì al galoppo verso Rinbe, dove il suo lavoro lo attendeva. Non sarebbe mai più tornato a Novigrad.


Mentre viaggiava verso Rinbe lo strigo fece sosta lungo la strada ad Oxenfurt, dove ormai si era fatta amica la guardia dai baffoni. Più che altro tornò per vedere come si stava evolvendo la situazione e parlare con Ian, che aveva mille occhi e mille orecchie pronti a captare sempre le notizie fresche.
"Già di ritorno?" chiese Ian ridacchiando, vedendo lo strigo varcare per l'ennesima volta la porta della sua locanda. Lambert sorrise a testa alta, levandosi i guanti. "Sono stato a Novigrad e ho trovato l'uomo che cercavo. Che nuove in questa città? I cancelli sono ancora chiusi." Ian sospirò fissando il boccale che stava pulendo "Brutte nuove. La gente comincia a lamentarsi poichè la maggior parte dei mercanti si rifiuta di aprire il proprio banco, anche se avrebbero poco da vendere ancora. Hanno paura e senza nemmeno sapere cosa sia successo davvero."
"E tu lo sai cos'è successo davvero?" chiese incuriosito.
"Io so soltanto ciò che si diceva in giro: che il caro Fred era un ricettatore." I due amici risero insieme.
"Già, ma quel figlio di puttana era ben più che un semplice ricettatore." lo aggiornò "Commissionava lui i furti, e poi ne vendeva il ricavato." Ian aggrottò le sopracciglia senza alzare lo sguardo dal boccale. "Stai attento, Lambert. La città è bloccata e a breve finiremo le risorse così che il popolo sarà più infuriato ancora. Non so perchè tu sia tornato ma ti consiglio di fare un girò nelle piazze per capire la situazione. Anche l'Università è stata bloccata" Ian appoggiò lo strofinaccio, gli diede un posto in cui appoggiare le sue cose e tornò ai doveri mentre Lambert uscì in città come gli aveva consigliato l'amico.

La maggior parte delle persone si trovava nella piazza davanti al palazzo degli amministratori, che discuteva a gran voce chiedendo spiegazioni.
"Siete una vergogna! Muore un cittadino e ve ne sbattete le palle, muore uno di voi e bloccate la città senza merce!" Urlò un uomo di mezza età alla testa dei protestanti.
"Scommetto che gli assassini non sono nemmeno più in città!" Gli fece eco una donna paffuta.
"Calma, signori! I nostri investigatori stanno lavorando per risolvere il caso. Presto tornerà tutto alla normalità." Le due guardie cittadine al fianco del Portavoce sembravano stanche e assonnate.
"Al diavolo gli investigatori! Il cibo scarseggia, dateci il cibo!" Un grido di assenso si levò dal resto della gente in piazza, che si pressava sempre di più verso i cancelli del palazzo.

Lambert si girò verso una ragazza dai capelli rossi che non protestava ma ascoltava a braccia conserte interessata. Lei si girò incrociando il suo sguardo, confusa dagli occhi gialli.
 "Che diavolo...tu sei uno strigo, non ricordo di averne visti girare per le strade da quando hanno bloccato i cancelli." disse lei. Lambert alzò un sopracciglio "Non vedo per quale motivo mi sarei dovuto mostrare in giro come un fenomeno da baraccone." rispose .
La ragazza alzò un sopracciglio di rimando "Ho capito, ti stai interessando a questa storia degli assassini, bhe forse io potrei aiutarti."
"E in che modo una ragazza così giovane potrebbe aiutarmi?" le chiese squadrandola dalla testa ai piedi. Lei si mise dritta offesa, portando le mani ai fianchi "Nel modo che dico io" gli rispose, poi gli porse la mano "Mi chiamo Shani, e forse posso davvero aiutarti."
Lo strigo spostò lo sguardo sulla sua mano e infine gli porse la sua "Lambert."
"Piacere." Shani non ricevette risposta.
 "Va bene...dai seguimi." lei prese a camminare senza guardarsi indietro. Lo strigo, dubbioso, ascoltò per l'ultima volta i rumori della folla e infine la seguì.
  
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