Quella
sera Alessandro non volle
nessuno nella propria camera, non volle ricevere nessuna visita e
fece piazzare quattro guardie davanti alla propria porta.
I
generali non ne capivano il motivo e tentavano comunque di poter
parlare con lui, respinti dalle sue guardie. Alla fine tutti ci
rinunciarono.
Il re non volle nemmeno mangiare.
“Mio signore
mangi qualcosa, non può rimanere a stomaco vuoto fino
all'indomani.”
sospirò Bagoas che era forse l'unico che poteva minimamente
avvicinarsi al re.
Alessandro scosse il capo continuando a fissare
un qualcosa al di là dell'orizzonte, ormai scuro.
Bagoas appoggiò
il vassoio con il cibo sulla scrivania e lentamente si
avvicinò al
ragazzo, passando delicatamente una mano sul suo capo.
“A cosa
sta pensando? Cosa è successo?” chiese titubante,
sperando di non
causare collera al re.
Alessandro non rispose, mantenne lo sguardo
fisso e tra le mani girava l'anello con frenesia, poi dopo qualche
minuto sussurrò.
“Sapevi che Roxane aspettasse un figlio?”
Bagoas a quelle parole sgranò gl'occhi
mentre continuava ad accarezzargli il capo, poi scosse il capo
“No
mio signore, non lo sapevo. Cosa la turba?”
aggrottò le
sopracciglia nel cercare di capire i pensieri del ragazzo.
“L'ho
saputo oggi e..ah lascia stare.” sospirò
Alessandro prima di
alzarsi dal letto portandosi all'indietro i capelli con una mano,
camminando avanti e indietro mentre guardava per terra.
Bagoas lo
seguì con lo sguardo e chinò un'attimo il capo
incrociando le mani
davanti “Ha a che vedere con Efestione mio signore?”
Alessandro si fermò di colpo
nell'udire quel nome e strinse le mani a pugno facendo un lungo
sospiro. Bagoas capì e sorrise delicatamente
“Anche se non me lo
vuole dire, io so'. Vi ho visti o meglio ho visto come siete uno in
presenza dell'altro.”
Il re abbassò il capo e portò una
mano sul viso che sfregò lentamente, stringendo le mascelle.
“Se è lui la tua preoccupazione,
signore, vedrà che capirà. Gli dia
tempo.” finì il servo prima di
congedarsi con un' inchino e uscire dalla camera, lasciando il
vassoio sulla scrivania.
Alessandro fece un'altro lungo sospiro
e lentamente uscì sul terrazzo, per cercare benessere
nell'aria
fresca della sera, ignaro che nella stanza accanto, Efestione era
nelle sue stesse condizioni.
Steso sul letto fissava il soffitto
con un braccio sotto il capo e lo sguardo spento. Non aveva voluto
cenare ne aveva intenzione di chiudere gl'occhi e riposare. Ad un
tratto decise di uscire dalla camera, poiché si sentiva
soffocare,
dirigendosi verso il salone principale. Nel tragitto Roxane, che
stava rientrando nei propri alloggi dopo aver tentato di parlare con
Alessandro, lo scorse arrivare.
“Efestione. Proprio te cercavo.”
disse portandosi le mani sul grembo non ancora formato e alzando
lievemente il mento.
Efestione, nell'udire la sua voce, socchiuse
gl'occhi facendo un lungo respiro, poi fermandosi si voltò
dalla
parte in cui proveniva la voce “Mi dica.” disse
schietto.
“Passata la crisi giovanile?” disse
con un mezzo sorriso Roxane.
Efestione ghignò e poi scosse il
capo, dandole la schiena e riprendendo a camminare.
“Non ho
finito!” urlò appena la ragazza.
“Dimmi quello che vuoi
velocemente e lasciami andare.” rispose seccamente Efestione
tornando a voltarsi verso di lei.
“Fatti passare questa tua
voglia di rubare ciò che appartiene ad altri, fai in modo
che questa
tua nuova ossessione finisca velocemente e sopratutto lascia in pace
Alessandro. Lui non ha bisogno di te.” annuì la
ragazza
guardandolo attentamente. Efestione si avvicinò un po' a lei
e
invaso dalla rabbia di quelle parole disse
“Perchè, di te?” e la
guardò negli occhi. Quando notò che la ragazza
non sapeva cosa
rispondere sorrise e si allontanò nuovamente e quando fu'
praticamente immerso nell'ombra udì la voce della ragazza
dire “Io
almeno posso concedergli la gioia di un figlio.”.
Sbattè la porta
e si portò le mani sulle orecchie, come per cercare di non
udire i
propri pensieri e andrò a sedersi su una sedia, nella
penombra del
salone.
Quella notte, entrambi i ragazzi non
chiusero occhio, rimanendo però l'uno lontano dall'altro.
L'indomani,
dopo 16 lune come promesso,
l'esercitò venne preparato per la partenza e i generali,
compreso
Efestione attesero il re alla fine delle gradinate del palazzo
reale.
Quando esso uscì, Efestione abbassò lo sguardo e
non ebbe
il coraggio di guardarlo, così come fece Alessandro.
Leonnato,
Cratero, Nearco e Lisimaco gli si avvicinarono sorridenti e
quest'ultimo gli diede una pacca sulla spalla “Abbiamo saputo
la
grande notizia. Ci darai un'erede finalmente!” rise e
andò a
baciare la guancia dell'amico. Alessandro sorrise ma a denti stretti
e Tolomeo se ne accorse, restando indietro vicino al proprio cavallo.
Poi spostò lo sguardo su Efestione che salì a
cavallo e raggiunse
velocemente il proprio reparto, ma non fu' l'unico a guardarlo, anche
Alessandro in quel momento aveva spostato lo sguardo su di lui.
“Ecco
a te Bucefalo, Alessandro.” disse Tolomeo, passando le
briglie
dell'animale al ragazzo.
“Grazie Tolomeo.” sorrise nuovamente
Alessandro e incrociò lo sguardo di Tolomeo, per un'attimo i
due non
si dissero nulla ma sembrava che i loro sguardi parlassero da se. Poi
Alessandro salì a cavallo e si mise a posto l'armatura,
quando sentì
di nuovo quella voce.
“Alessandro fammi venire con te, te ne
prego.” chiese Roxane correndo verso di lui, seguita dalle
sue
ancelle.
Alessandro roteò gl'occhi voltandosi a guardarla
“Nel
tuo stato non ti muovi di qui, torneremo presto.” disse
cercando di
tenere a freno Bucefalo, poi si volse verso i propri generali
“Avanti, marciamo macedoni.”
“Voglio stare al tuo fianco!”
urlò Roxane tirando la sottoveste dell'armatura di
Alessandro.
“Per
Zeus ascoltami una buona volta e lasciami andare.” rispose
seccato
e tolse la mano della ragazza prima di spronare il cavallo, che
partì
di corsa per raggiungere la testa dell'esercito.
Velocemente i generali si allontanarono
e l'ultimo fu' Efestione, che passò davanti a Roxane
guardandola
attentamente, poi si accodò all'esercito.
Dopo qualche ora di viaggio, Tolomeo si
affiancò al cavallo di Alessandro “Dove siamo
diretti?” chiese,
guardando il profilo serio del ragazzo.
Alessandro si volse subito
dalla sua parte e scrutò un'attimo il suo viso
“Sicuro di volere
sapere questa cosa? O è un' inizio di discorso che poi
volgerà da
un'altra parte?”
“Puoi iniziare a rispondere a questo, se
vuoi.” annuì Tolomeo sorridendogli. Alessandro
scosse il capo e
poi andò a guardare in avanti “Mi è
stato detto che la prima
città che incontreremo in questa direzione è
Hafar Al-Batin.”
Tolomeo annuì ancora una volta e poi si leccò
lentamente le
labbra “Intendi distruggerla?” chiese.
Alessandro ci pensò su' e poi alzò
appena le spalle “Se porranno resistenza. Altrimenti
sarò lieto di
essere clemente.” annuì.
Tolomeo sapeva che prima o poi avrebbe
dovuto sputare il rospo, allora fece un lungo respiro e chiese
velocemente “Cosa è successo ieri”
Alessandro, dal canto suo,
sapeva che Tolomeo sarebbe arrivato a chiedergli di
quell'argomento.
“Ho saputo quel che anche tu sai.” rispose
velocemente, tenendo lo sguardo fisso davanti a loro.
“In genere
si è felici per questo. Non ci si rinchiude in camera e non
si evita
di mangiare o dormire.” commentò Tolomeo,
sorridendo.
“Ho
dormito.” disse Alessandro.
“Bugiardo. Le tue occhiaie sono
più viola del vino che beviamo ogni sera.”
alzò un sopracciglio
andando a guardarlo, incrociando lo sguardo di Alessandro che si era
voltato a guardarlo, rimanendo però in silenzio.
“Avanti
Alessandro, parla.” continuò Tolomeo.
“Forse non capiresti,
quindi preferisco tenere per me i miei pensieri.”
commentò il re,
continuando a guardarlo.
“Forse ti stupiresti del fatto che io
invece lo capisca. E poi diciamocela tutta, lo sai che io osservo
molto, quindi tante cose le capisco senza che gli altri me le vengano
a dire.” annuì ancora una volta, tenendo lo
sguardo fisso su
quello del ragazzo.
“Che cosa sai, Tolomeo?” chiese cautamente
Alessandro.
“So' che dentro di te stai male, amico mio. So' che
questa buona notizia è stata per te una doccia fredda. So'
che hai
paura di dirmi qualcosa e non devi.” rispose Tolomeo.
Alessandro
sospirò e andò a guardare un'attimo verso il
reparto di Efestione,
notando il ragazzo davanti ai suoi ragazzi, sul proprio cavallo. E
quando fece per parlare le trombe del primo reparto dell'esercito
suonarono a gran voce. Tutti si fermarono e Alessandro
sgranò
gl'occhi verso una figura che cavalcava verso di loro velocemente.
Era Cassandro, che guidava la Punta.
“Alessandro! Alessandro!
C'è un'esercito che sta marciando verso di noi, sono a pochi
stadi.
Ci attaccheranno appena saremo alla loro portata visiva!”
urlò il
ragazzo avvicinandosi al re.
Alessandro strinse le briglie del
cavallo e cercò di capire cosa poteva fare in quell'arco di
tempo,
nel frangente Tolomeo chiamò tutti i generali.
“Non abbiamo
molto tempo e io non ero preparato a questo. Hanno aspettato che noi
fossimo lontani dalla città per venirci incontro, sperando
di
fermare il nostro cammino. Ma non sarà
così!” urlò guardandosi
attorno e tenne a bada il cavallo che iniziava a fremere sotto di se
“Ricordatevi chi siamo! Ricordatemi la nostra
potenza!” urlò
ancora di più e poi andò a guardare i generali
“Atteccheremo su
tree fronti, non possiamo fare altro. Quindi Nearco, Cratero, Seleuco
e Leonnato partite e attaccate sul fianco, due da una parte, due
dall'altra. Andate!” diede ordine velocemente e
guardò i generali
annuire e partire verso l'altro esercito. “Tolomeo, Leonnato
ed
Efestione, con me. Attaccheremo di fronte.” disse guardando i
tre
ragazzi e si soffermò su Efestione, che lo stava guardando
attentamente. Tolomeo e Leonnato si allontanarono subito, mentre
Efestione non riuscì a fare altrettanto.
“Si prudente
Alessandro. Ricordati che abbiamo bisogno di un re.”
sospirò
Efestione fissandolo negli occhi e poi spronò il cavallo per
raggiungere il proprio reparto. Alessandro non ebbe il tempo di
rispondere e guardò l'amico andare via.
Allora socchiuse gl'occhi
e sentì il grido dell'aquila sopra di se. Alzò il
viso e andò a
guardarla trovando la carica giusta per affrontare la battaglia.
Diede un colpo ai fianchi di Bucefalo che partì di corsa. Si
affiancò a Tolomeo e diedero la carica non appena videro
l'altro
esercito.
L'impatto tra essi fu' udibile a distanza di diversi
stadi. La battaglia ebbe inizio in un batter d'occhio e i primi
uomini iniziarono a cadere a terra, dilaniati dalle lame.
Alessandro
quando capì che pochi erano a cavallo, scese anche lui e
fece
allontanare Bucefalo dalla battaglia, iniziando a combattere anche
lui. Nel giro di poco tempo la rabbia presente in lui, causata dalla
giornata precedente, venne a galla e si trasformò
velocemente in un
leone a caccia. Non scontava più nessuno, il suo sguardo era
acceso
e il suo viso, ormai rosso di sangue, assumeva smorfie simili a
ruggiti. Chi gli combatteva accanto si sentiva potente quanto lui,
così il suo esercito nel giro di poco tirò fuori
una rabbia mai
vista. E in compenso i nemici indietreggiavano alla vista di
quell'esercito così tanto sanguinario.
Ad un tratto Alessandro
notò il reparto di Efestione in difficoltà,
allora chiamò a se'
Tolomeo e corsero ad aiutare il ragazzo. Nella battaglia Alessandro
si ritrovò di schiena ad Efestione e ad un tratto
andò a toccare la
sua. Entrambi si guardarono un'attimo e in quel momento Efestione,
ricevette dal suo sguardo, la forza necessaria per non smettere di
combattere.
Ancora una volta l'esercito di
Alessandro aveva la meglio e i nemici cadevano uno per uno a terra.
Uno di essi, ancora semi cosciente
prese per la gamba Efestione lo trascinò per terra, prima di
disarmarlo e portare le mani sul suo collo, che strinse con forza.
Efestione portò le mani su quelle dell'uomo cercando il modo
di
allentare la presa in tutti i modi, sentendo l'aria mancargli sempre
di più e in un'ultimo gesto disperato allungò una mano verso
il
piede di Alessandro ma non ci arrivò.
Ma come se se lo sentisse,
Alessandro si voltò per cercare il ragazzo e notò
la scena. In
un'impeto di rabbia urlò con tutta la forza che aveva e si
buttò
sopra il nemico, così facendo libero il collo di Efestione
dalla sua
mani. Alessandro si trovò in seria difficoltà nel
combattimento
corpo a copro, poiché non era contemplato nel loro
allentamento. Nel
frangente Efestione si era messo su un fianco cercando di far tornare
il respiro regolare e Tolomeo accorse in suo aiuto.
La lotta tra
Alessandro e il soldato nemico andò avanti diversi minuti,
sotto
gl'occhi di Efestione e Tolomeo. Quando il ragazzo nemico
riuscì
nuovamente a sottomettere il re, fece la stessa cosa che aveva fatto
precedentemente con Efestione. Portò le mani sul suo collo e
iniziò
a stringerlo. Efestione fece per alzarsi ma la testa gli
girò così
fortemente che cadde nuovamente a terra e venne sorretto da Tolomeo.
Alessandro gemette alla stretta del nemico e lo guardò in
faccia,
portando una mano sul suo viso e lo strinse, cavandogli un' occhio.
Quest'ultimo allentò la stretta dal dolore e Alessandro ebbe
la
prontezza di recuperare il pugnale nel calzario e trafiggerlo al
collo, poi si libero del cadavere di dosso e si tirò su,
totalmente
sporco di sangue. Il primo sguardo che incrociò fu' quello
di
Efestione, ma poi venne disturbato dalle urla dei suoi generali. La
battaglia era finita e avevano nuovamente vinto.
Alessandro si
guardò intorno e alzò un pungo in direzione dei
generali sorridendo
e poi passò in rassegna il campo, notando centinaia di
cadaveri a
terra. Tanti erano nemici sì, ma diversi erano i visi, le
armature,
note e il suo sorriso svanì velocemente quando la
consapevolezza
della loro morte venne a galla.
Cadde in ginocchio e si andò a
guardare le mani sporche di sangue, poi le braccia e infine
l'armatura. Tutto era rosso. Di scatto spostò lo sguardo su
un'avvoltoio , che si stava cibando di un cadavere, vicino a lui.
Lì
vide la sua immagine riflessa nell'occhi dell'animale e per un'attimo
gli mancò il fiato, sentendo le lacrime affiorare nei
proprio
occhi.
Tolomeo e Efestione videro tutto, capirono tutto.
Eee rieccomi qua, con questo
nuovo
capitolo.
Mi ci sono andati due
giorni per scriverlo detto
sinceramente. Anche perchè non ho voluto fare castronerie
nel
descrivere la guerra, senza prima sapere un po' le tecniche di
Alessandro. Quindi è stato un lavoro doppio AHAHA ma
è stato molto
piacevole direi.
Beh che dire, spero di
leggere nuovamente delle
belle recensioni. <3
p.s un grazie a quelle
persone che
continuano a leggere questa FF. <3