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Autore: Leptine    10/10/2013    1 recensioni
“Chiunque qui desiderava la sua morte. Chiunque qui lo odiava.” disse alzando il viso verso le persone intorno a lui, guardandoli come se fossero diventati improvvisamente tutti estranei “Chi è stato? Chi l'ha ucciso? Ditemelo!” urlò con tutta la forza mentre strinse convulsamente il corpo di Efestione, come se potesse proteggerlo ancora, per l'ultima volta.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Quella sera Alessandro non volle nessuno nella propria camera, non volle ricevere nessuna visita e fece piazzare quattro guardie davanti alla propria porta.
I generali non ne capivano il motivo e tentavano comunque di poter parlare con lui, respinti dalle sue guardie. Alla fine tutti ci rinunciarono.
Il re non volle nemmeno mangiare.
“Mio signore mangi qualcosa, non può rimanere a stomaco vuoto fino all'indomani.” sospirò Bagoas che era forse l'unico che poteva minimamente avvicinarsi al re.
Alessandro scosse il capo continuando a fissare un qualcosa al di là dell'orizzonte, ormai scuro.
Bagoas appoggiò il vassoio con il cibo sulla scrivania e lentamente si avvicinò al ragazzo, passando delicatamente una mano sul suo capo.
“A cosa sta pensando? Cosa è successo?” chiese titubante, sperando di non causare collera al re.
Alessandro non rispose, mantenne lo sguardo fisso e tra le mani girava l'anello con frenesia, poi dopo qualche minuto sussurrò.
“Sapevi che Roxane aspettasse un figlio?”
Bagoas a quelle parole sgranò gl'occhi mentre continuava ad accarezzargli il capo, poi scosse il capo “No mio signore, non lo sapevo. Cosa la turba?” aggrottò le sopracciglia nel cercare di capire i pensieri del ragazzo.
“L'ho saputo oggi e..ah lascia stare.” sospirò Alessandro prima di alzarsi dal letto portandosi all'indietro i capelli con una mano, camminando avanti e indietro mentre guardava per terra.
Bagoas lo seguì con lo sguardo e chinò un'attimo il capo incrociando le mani davanti “Ha a che vedere con Efestione mio signore?”
Alessandro si fermò di colpo nell'udire quel nome e strinse le mani a pugno facendo un lungo sospiro. Bagoas capì e sorrise delicatamente “Anche se non me lo vuole dire, io so'. Vi ho visti o meglio ho visto come siete uno in presenza dell'altro.”
Il re abbassò il capo e portò una mano sul viso che sfregò lentamente, stringendo le mascelle.
“Se è lui la tua preoccupazione, signore, vedrà che capirà. Gli dia tempo.” finì il servo prima di congedarsi con un' inchino e uscire dalla camera, lasciando il vassoio sulla scrivania.
Alessandro fece un'altro lungo sospiro e lentamente uscì sul terrazzo, per cercare benessere nell'aria fresca della sera, ignaro che nella stanza accanto, Efestione era nelle sue stesse condizioni.
Steso sul letto fissava il soffitto con un braccio sotto il capo e lo sguardo spento. Non aveva voluto cenare ne aveva intenzione di chiudere gl'occhi e riposare. Ad un tratto decise di uscire dalla camera, poiché si sentiva soffocare, dirigendosi verso il salone principale. Nel tragitto Roxane, che stava rientrando nei propri alloggi dopo aver tentato di parlare con Alessandro, lo scorse arrivare.
“Efestione. Proprio te cercavo.” disse portandosi le mani sul grembo non ancora formato e alzando lievemente il mento.
Efestione, nell'udire la sua voce, socchiuse gl'occhi facendo un lungo respiro, poi fermandosi si voltò dalla parte in cui proveniva la voce “Mi dica.” disse schietto.
“Passata la crisi giovanile?” disse con un mezzo sorriso Roxane.
Efestione ghignò e poi scosse il capo, dandole la schiena e riprendendo a camminare.
“Non ho finito!” urlò appena la ragazza.
“Dimmi quello che vuoi velocemente e lasciami andare.” rispose seccamente Efestione tornando a voltarsi verso di lei.
“Fatti passare questa tua voglia di rubare ciò che appartiene ad altri, fai in modo che questa tua nuova ossessione finisca velocemente e sopratutto lascia in pace Alessandro. Lui non ha bisogno di te.” annuì la ragazza guardandolo attentamente. Efestione si avvicinò un po' a lei e invaso dalla rabbia di quelle parole disse “Perchè, di te?” e la guardò negli occhi. Quando notò che la ragazza non sapeva cosa rispondere sorrise e si allontanò nuovamente e quando fu' praticamente immerso nell'ombra udì la voce della ragazza dire “Io almeno posso concedergli la gioia di un figlio.”. Sbattè la porta e si portò le mani sulle orecchie, come per cercare di non udire i propri pensieri e andrò a sedersi su una sedia, nella penombra del salone.
Quella notte, entrambi i ragazzi non chiusero occhio, rimanendo però l'uno lontano dall'altro.


L'indomani, dopo 16 lune come promesso, l'esercitò venne preparato per la partenza e i generali, compreso Efestione attesero il re alla fine delle gradinate del palazzo reale.
Quando esso uscì, Efestione abbassò lo sguardo e non ebbe il coraggio di guardarlo, così come fece Alessandro.
Leonnato, Cratero, Nearco e Lisimaco gli si avvicinarono sorridenti e quest'ultimo gli diede una pacca sulla spalla “Abbiamo saputo la grande notizia. Ci darai un'erede finalmente!” rise e andò a baciare la guancia dell'amico. Alessandro sorrise ma a denti stretti e Tolomeo se ne accorse, restando indietro vicino al proprio cavallo. Poi spostò lo sguardo su Efestione che salì a cavallo e raggiunse velocemente il proprio reparto, ma non fu' l'unico a guardarlo, anche Alessandro in quel momento aveva spostato lo sguardo su di lui.
“Ecco a te Bucefalo, Alessandro.” disse Tolomeo, passando le briglie dell'animale al ragazzo.
“Grazie Tolomeo.” sorrise nuovamente Alessandro e incrociò lo sguardo di Tolomeo, per un'attimo i due non si dissero nulla ma sembrava che i loro sguardi parlassero da se. Poi Alessandro salì a cavallo e si mise a posto l'armatura, quando sentì di nuovo quella voce.
“Alessandro fammi venire con te, te ne prego.” chiese Roxane correndo verso di lui, seguita dalle sue ancelle.
Alessandro roteò gl'occhi voltandosi a guardarla “Nel tuo stato non ti muovi di qui, torneremo presto.” disse cercando di tenere a freno Bucefalo, poi si volse verso i propri generali “Avanti, marciamo macedoni.”
“Voglio stare al tuo fianco!” urlò Roxane tirando la sottoveste dell'armatura di Alessandro.
“Per Zeus ascoltami una buona volta e lasciami andare.” rispose seccato e tolse la mano della ragazza prima di spronare il cavallo, che partì di corsa per raggiungere la testa dell'esercito.
Velocemente i generali si allontanarono e l'ultimo fu' Efestione, che passò davanti a Roxane guardandola attentamente, poi si accodò all'esercito.


Dopo qualche ora di viaggio, Tolomeo si affiancò al cavallo di Alessandro “Dove siamo diretti?” chiese, guardando il profilo serio del ragazzo.
Alessandro si volse subito dalla sua parte e scrutò un'attimo il suo viso “Sicuro di volere sapere questa cosa? O è un' inizio di discorso che poi volgerà da un'altra parte?”
“Puoi iniziare a rispondere a questo, se vuoi.” annuì Tolomeo sorridendogli. Alessandro scosse il capo e poi andò a guardare in avanti “Mi è stato detto che la prima città che incontreremo in questa direzione è Hafar Al-Batin.”
Tolomeo annuì ancora una volta e poi si leccò lentamente le labbra “Intendi distruggerla?” chiese.
Alessandro ci pensò su' e poi alzò appena le spalle “Se porranno resistenza. Altrimenti sarò lieto di essere clemente.” annuì.
Tolomeo sapeva che prima o poi avrebbe dovuto sputare il rospo, allora fece un lungo respiro e chiese velocemente “Cosa è successo ieri”
Alessandro, dal canto suo, sapeva che Tolomeo sarebbe arrivato a chiedergli di quell'argomento.
“Ho saputo quel che anche tu sai.” rispose velocemente, tenendo lo sguardo fisso davanti a loro.
“In genere si è felici per questo. Non ci si rinchiude in camera e non si evita di mangiare o dormire.” commentò Tolomeo, sorridendo.
“Ho dormito.” disse Alessandro.
“Bugiardo. Le tue occhiaie sono più viola del vino che beviamo ogni sera.” alzò un sopracciglio andando a guardarlo, incrociando lo sguardo di Alessandro che si era voltato a guardarlo, rimanendo però in silenzio. “Avanti Alessandro, parla.” continuò Tolomeo.
“Forse non capiresti, quindi preferisco tenere per me i miei pensieri.” commentò il re, continuando a guardarlo.
“Forse ti stupiresti del fatto che io invece lo capisca. E poi diciamocela tutta, lo sai che io osservo molto, quindi tante cose le capisco senza che gli altri me le vengano a dire.” annuì ancora una volta, tenendo lo sguardo fisso su quello del ragazzo.
“Che cosa sai, Tolomeo?” chiese cautamente Alessandro.
“So' che dentro di te stai male, amico mio. So' che questa buona notizia è stata per te una doccia fredda. So' che hai paura di dirmi qualcosa e non devi.” rispose Tolomeo. Alessandro sospirò e andò a guardare un'attimo verso il reparto di Efestione, notando il ragazzo davanti ai suoi ragazzi, sul proprio cavallo. E quando fece per parlare le trombe del primo reparto dell'esercito suonarono a gran voce. Tutti si fermarono e Alessandro sgranò gl'occhi verso una figura che cavalcava verso di loro velocemente. Era Cassandro, che guidava la Punta.
“Alessandro! Alessandro! C'è un'esercito che sta marciando verso di noi, sono a pochi stadi. Ci attaccheranno appena saremo alla loro portata visiva!” urlò il ragazzo avvicinandosi al re.
Alessandro strinse le briglie del cavallo e cercò di capire cosa poteva fare in quell'arco di tempo, nel frangente Tolomeo chiamò tutti i generali.
“Non abbiamo molto tempo e io non ero preparato a questo. Hanno aspettato che noi fossimo lontani dalla città per venirci incontro, sperando di fermare il nostro cammino. Ma non sarà così!” urlò guardandosi attorno e tenne a bada il cavallo che iniziava a fremere sotto di se “Ricordatevi chi siamo! Ricordatemi la nostra potenza!” urlò ancora di più e poi andò a guardare i generali “Atteccheremo su tree fronti, non possiamo fare altro. Quindi Nearco, Cratero, Seleuco e Leonnato partite e attaccate sul fianco, due da una parte, due dall'altra. Andate!” diede ordine velocemente e guardò i generali annuire e partire verso l'altro esercito. “Tolomeo, Leonnato ed Efestione, con me. Attaccheremo di fronte.” disse guardando i tre ragazzi e si soffermò su Efestione, che lo stava guardando attentamente. Tolomeo e Leonnato si allontanarono subito, mentre Efestione non riuscì a fare altrettanto.
“Si prudente Alessandro. Ricordati che abbiamo bisogno di un re.” sospirò Efestione fissandolo negli occhi e poi spronò il cavallo per raggiungere il proprio reparto. Alessandro non ebbe il tempo di rispondere e guardò l'amico andare via.
Allora socchiuse gl'occhi e sentì il grido dell'aquila sopra di se. Alzò il viso e andò a guardarla trovando la carica giusta per affrontare la battaglia. Diede un colpo ai fianchi di Bucefalo che partì di corsa. Si affiancò a Tolomeo e diedero la carica non appena videro l'altro esercito.
L'impatto tra essi fu' udibile a distanza di diversi stadi. La battaglia ebbe inizio in un batter d'occhio e i primi uomini iniziarono a cadere a terra, dilaniati dalle lame.
Alessandro quando capì che pochi erano a cavallo, scese anche lui e fece allontanare Bucefalo dalla battaglia, iniziando a combattere anche lui. Nel giro di poco tempo la rabbia presente in lui, causata dalla giornata precedente, venne a galla e si trasformò velocemente in un leone a caccia. Non scontava più nessuno, il suo sguardo era acceso e il suo viso, ormai rosso di sangue, assumeva smorfie simili a ruggiti. Chi gli combatteva accanto si sentiva potente quanto lui, così il suo esercito nel giro di poco tirò fuori una rabbia mai vista. E in compenso i nemici indietreggiavano alla vista di quell'esercito così tanto sanguinario.
Ad un tratto Alessandro notò il reparto di Efestione in difficoltà, allora chiamò a se' Tolomeo e corsero ad aiutare il ragazzo. Nella battaglia Alessandro si ritrovò di schiena ad Efestione e ad un tratto andò a toccare la sua. Entrambi si guardarono un'attimo e in quel momento Efestione, ricevette dal suo sguardo, la forza necessaria per non smettere di combattere.
Ancora una volta l'esercito di Alessandro aveva la meglio e i nemici cadevano uno per uno a terra.
Uno di essi, ancora semi cosciente prese per la gamba Efestione lo trascinò per terra, prima di disarmarlo e portare le mani sul suo collo, che strinse con forza. Efestione portò le mani su quelle dell'uomo cercando il modo di allentare la presa in tutti i modi, sentendo l'aria mancargli sempre di più e in un'ultimo gesto disperato allungò una mano verso il piede di Alessandro ma non ci arrivò.
Ma come se se lo sentisse, Alessandro si voltò per cercare il ragazzo e notò la scena. In un'impeto di rabbia urlò con tutta la forza che aveva e si buttò sopra il nemico, così facendo libero il collo di Efestione dalla sua mani. Alessandro si trovò in seria difficoltà nel combattimento corpo a copro, poiché non era contemplato nel loro allentamento. Nel frangente Efestione si era messo su un fianco cercando di far tornare il respiro regolare e Tolomeo accorse in suo aiuto.
La lotta tra Alessandro e il soldato nemico andò avanti diversi minuti, sotto gl'occhi di Efestione e Tolomeo. Quando il ragazzo nemico riuscì nuovamente a sottomettere il re, fece la stessa cosa che aveva fatto precedentemente con Efestione. Portò le mani sul suo collo e iniziò a stringerlo. Efestione fece per alzarsi ma la testa gli girò così fortemente che cadde nuovamente a terra e venne sorretto da Tolomeo. Alessandro gemette alla stretta del nemico e lo guardò in faccia, portando una mano sul suo viso e lo strinse, cavandogli un' occhio. Quest'ultimo allentò la stretta dal dolore e Alessandro ebbe la prontezza di recuperare il pugnale nel calzario e trafiggerlo al collo, poi si libero del cadavere di dosso e si tirò su, totalmente sporco di sangue. Il primo sguardo che incrociò fu' quello di Efestione, ma poi venne disturbato dalle urla dei suoi generali. La battaglia era finita e avevano nuovamente vinto.
Alessandro si guardò intorno e alzò un pungo in direzione dei generali sorridendo e poi passò in rassegna il campo, notando centinaia di cadaveri a terra. Tanti erano nemici sì, ma diversi erano i visi, le armature, note e il suo sorriso svanì velocemente quando la consapevolezza della loro morte venne a galla.
Cadde in ginocchio e si andò a guardare le mani sporche di sangue, poi le braccia e infine l'armatura. Tutto era rosso. Di scatto spostò lo sguardo su un'avvoltoio , che si stava cibando di un cadavere, vicino a lui. Lì vide la sua immagine riflessa nell'occhi dell'animale e per un'attimo gli mancò il fiato, sentendo le lacrime affiorare nei proprio occhi.
Tolomeo e Efestione videro tutto, capirono tutto.





Eee rieccomi qua, con questo nuovo capitolo.
Mi ci sono andati due giorni per scriverlo detto sinceramente. Anche perchè non ho voluto fare castronerie nel descrivere la guerra, senza prima sapere un po' le tecniche di Alessandro. Quindi è stato un lavoro doppio AHAHA ma è stato molto piacevole direi.
Beh che dire, spero di leggere nuovamente delle belle recensioni. <3

p.s un grazie a quelle persone che continuano a leggere questa FF. <3

   
 
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