Anime & Manga > Yu degli spettri
Segui la storia  |       
Autore: Nami    25/10/2004    19 recensioni
Yusuke Urameshi ha intrapreso lunghe battaglie. Ha avuto accanto degli amici fidati, amici sui quali ha sempre potuto contare. Tuttavia all'improvviso qualcun altro farà capolino nella sua vita, qualcuno dal tragico passato, qualcuno con enormi poteri, qualcuno che verrà scelto dal Piccolo Enma come "collega" del detective del mondo spirituale. Una persona in grado di portare amore nei loro cuori, ma la sua presenza rivelerà qualcosa di molto pericoloso... (so bene che la serie ha preso una piega differente dopo il torneo delle arti marziali nere e so anche come andrà a finire la storia.. diciamo quindi che questo potrebbe essere un mio mondo alternativo)commenti please ^^
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Con la forza del cuore



CAPITOLO 1: Nuovi arrivi!



Non conosceva il motivo, ma quella notte non riusciva a chiudere occhio. Forse non era nemmeno poi così stanco, anzi. A dirla tutta, benchè fossero ormai le undici passate, si sentiva talmente in forza da poter ridurre a pezzi un intero palazzo. Forse non aveva più nemmeno voglia si starsene a letto. Si era fermato da sua madre, era molto che non passava a trovarla. Negli ultimi tempi poi, era così impegnato con le varie battaglie, che non ne aveva più avuto il tempo. Quella notte però, sembrava così tranquilla, in giro non c'era quasi più nessuno ormai, soltanto qualche coppia che usciva dai locali e qualche auto che percorreva la strada. La luna era quasi piena ormai ed era così grande, così luminosa.. gli era venuta voglia di passeggiare per la strada sotto quella meravigliosa luce lunare.
Lasciò che il vento leggero della sera soffiasse fra i suoi capelli rossi, gli piaceva quella sensazione, non capitava spesso di poter camminare in pace, senza pensieri, senza nessuno. Ci voleva proprio quella tranquillità.
Non poteva immaginare che pur essendo appena cominciata, stesse per giungere al suo termine.
Continuò il cammino, dritto davanti a sè, senza una meta, senza sapere dove stesse andando, ormai le sue gambe erano diventate due muscoli involontari e agivano da sole, per conto loro. Ma gli andava bene così, perferiva lasciarsi trasportare.
Ma in quel silenzio notturno, sotto quella luce lunare che appariva più forte dei lampioni accesi, qualcosa gli penetrò nei timpani, costringendolo a fermarsi. Con le mani in tasca, completamente immobile, si limitò a voltare di poco il capo, cercando la fonte di quel suono. Era certa di aver sentito un bidone della spazzatura che si ribaltava, da quella parte c'erano i cassonetti, in un piccolo e stretto viale. Non vide nessuno.
Sorrise fra sé e sé.
Era talmente abituato ad essere circondato dai guai, che si sentiva seguito d'appertutto. In fondo, un demone famoso come lui, dall'aura spirituale così potente, faceva gola a qualunque mostro che ormai popolava la città. Probabilmente era stato solo un gatto, perciò perchè preoccuparsi per niente? Riportò lo sguardo davanti a sè, mantenendo le mani nelle tasche sei suoi bianchi pantaloni. Non fece in tempo a mettere il piede d'innanzi all'altro, che un'ombra al quanto strana, sbucò da quel vicolo stretto e buio. Vide due individui, di cui soltanto uno possedeva un odore demoniaco. Il tizio di corporatura esile con il cappotto e il cappuccio, doveva essere umano. Si fissavano in silenzio. Lo yookai ringhiava e si mise in posizione d'attacco. Lui non aveva la minima idea di cosa quell'umano avesse fatto per renderlo così furioso, sapeva soltanto che di li a poco, sarebbe certamente stato ridotto in pezzi. E lui ne aveva abbastanza di vedere cadaveri umani disseminati qua e la. Anche ai telegiornali non parlavano d'altro.
Il demone si lanciò contro l'umano, il quale con una capriola all'indietro, riuscì a schivare il suo colpo, che se non avesse cercato di evitare, l'avrebbe ammazzato.
Si voltò verso di lui, ansante. Aveva due occhi marroni che brillavano sotto la luna e un viso che, seppur nascosto dal cappuccio, appariva liscio e lineare. Non voleva sbagliarsi, ma quei linemanti così delicati, quel profumo.. appartenevano ad una ragazza.
Fece in tempo a guardarla attentamente, prima che lei cominciasse a correre nel centro della strada, inseguita da quell'essere schifoso. Li ripugnava. Li ripugnava tutti quelli come lui, anche se apparteneva alla sua stessa razza. Prendersela con una ragazzina nel cuore della notte poi, lo trovava un gesto ripugnante e per nulla cortese. Spinto dal suo carattere di indole buona, si precipitò all'inseguimento del mostro, sperando di fare in tempo, di salvare l'umana prima che potesse finire ridotta in poltiglia. Lui, Kurama, colui che un tempo era conosciuto da tutti nel mondo degli spiriti con il nome di Youko, ormai avrebbe dovuto essere nominato il paladino del Giappone. Non era certo la persona più adatta a questo incarico, accanto a lui, c'era chi meritava davvero quella missione, chi da tempo la possedeva. Ma dovunque andasse, in quel periodo, i demoni c'erano, intorno a lui, a volte anche impregnati di sangue umano.

- Che schifo.. -

Gli venne da pensare.
Era veloce. Quell'umana andava davvero forte per avere le gambe più corte delle sue. Li aveva del tutto persi di vista. Non ce l'avrebbe fatta, ormai era troppo tardi. Pensò soltanto che era stanco di quella vita, era stufo di girare la città con la certezza che qualcuno, davanti ai suoi occhi, ci avrebbe rimesso le penne. Si soffermò per un attimo a prendere fiato, finchè, un urlo straziante di dolore, gli indicò la via esatta. Svoltò a sinistra e come previsto, davanti a lui, c'era un cadavere. Eppure.. il morto era lui, lo yookai. Era quel demone a non emanare più alcun sengo di vita. Era disteso con gli occhi spalancati con qualcosa conficcato nello stomaco. Si avvicinò di poco e notò un asta di metallo, simile a quella di un palo. Si accorse che accanto a lui, per terra c'era un cartello stradale, di poca importanza visto che veniva sempre ignorato. Da quanto rammentava, il palo sul quale stava attaccato era in bilico da parecchio tempo.. doveva dunque essere caduto. Eppure non si spiegava come fosse finito nel suo stomaco. Qualuno lo aveva ucciso, ma chi? Si guardò intorno. Dell'umana alcuna traccia, era sparita. Che fosse.. no, era assurdo. Per quale motivo fuggire se avrebbe potuto difendersi sin dall'inizio? Ormai più nulla aveva una spiegazione.

Quella mattina, il sole era sorto luminoso nel cielo azzurro e la gente si preparava per la solita vita quotidiana. C'era chi andava al lavoro, chi andava a scuola e chi invece poltriva davanti alla televisione.
Yusuke Urameshi, si ritrovò nella stessa identica situazione di sempre. Steso nel suo letto, dormiva profondamente, finchè la voce perforante di sua madre, lo costrinse ad aprire gli occhi.

- Uffa che rottura di scatole! -

Sbottò sollevandosi faticosamente.

- Mai una volta che mi lascia saltare la scuola! Non ha idea di quanto mi sbatto durante la settimana! -

Proteggere il mondo purtroppo, non era un'impresa semplice, specie negli ultimi tempi. Gli sembrava che il numero degli yookai fosse aumentato e alla tv, si parlava spesso di strani incidenti avvenuti in circostanze strane. Alcuni farneticavano su qualche possibile bestia feroce scappata dallo zoo o durante l'importazione, chi invece pensava ad uno psicopatico che si divertiva a dilagnare i corpi dei passanti. Però loro tutti sapevano, qual era la verità. Lui e i suoi amici, erano a conoscienza dei fatti e purtroppo, non potevano fare a meno di sentirsi responsabili. Erano loro i predestinati, il piccolo Enma aveva nominato lui "detective del mondo spirituale". Tuttavia, la sua vita non comprendeva solamente la sua pericolosissima missione. Era soltanto un ragazzo del liceo. Come poteva occuparsi sempre di tutto? Nessuno di loro purtroppo, era in grado di impedire ogni singolo incidente.

- Uffa.. -

In fondo in fondo, preferiva di gran lunga combattere piuttosto che andare a rinchiudersi fra quattro mura dietro ad un lurido e insulso banco di scuola. Quel giorno aveva persino un compito in classe e già sapeva quale sarebbe stato il suo voto. Nello scorso test aveva ottenuto 20 punti su 100, nonostante avesse letto almeno qualche frase sugli appunti scopiazzati. Quella volta si trovava nei guai fino al collo. Chi la sentiva sua madre se si fosse presentato a casa con in mano un compito nullo? Perchè era quello il votaccio che si sarebbe beccato.
Fu inutile quindi cercare di sorridere, perchè di primo mattino era già di cattivo umore. Sperava soltanto di non incontrare quella rompiscatole di Keiko o gli sarebbe venuto pure il mal di testa.

- Hai studiato per il compito? Non hai nemmeno aperto libro? Vergognati, sei un somaro! No che non ti faccio copiare, arrangiati da solo! -

Sarebbero state queste le sue parole e non voleva rischiare di farle del male.

Immerso fra i suoi mille pensieri e le mille bestemmie per le schede da compilare che si sarebbe presto ritrovato davanti agli occhi, giunse d'innanzi all'istituto in un lampo. Lanciò qualche occhiata intorno a sé. La vide, Keiko stava chiacchierando con il sorriso sulle labbra insieme alle sue amiche. Persino in una mattina così orribile riusciva a mostrarsi allegra.

Cercando di non farsi notare da lei, si mischiò fra la folla di studenti che si riunivano in cortile prima del suono della campana e sgambettando a tutta velocità, si rintanò all'interno della scuola sospirando sollevato. Pericolo scampato, almeno, il primo della sua giornata. Decise di salire in aula, a quell'ora non ci sarebbe stato ancora nessuno, ne avrebbe approfittato per godersi un pò di quella tranquillità che da tempo gli mancava.
Fece scorrere la porta e imbronciato si recò al posto che gli spettava. Accavallò le gambe sul banco e incrociò le braccia dietro alla nuca.

- Uffa! -

Disse mentre i raggi del sole mattutino gli illuminavano il volto.
Non si era accorto di niente.
Proprio in quell'istante, ebbe come la sensazione di non trovarsi da solo. C'era qualcuno insieme a lui in quella classe, qualcuno che era sicuro, non aveva mai visto in vita sua. Alzò lo sguardo e così i suoi occhi, s'incontrarono con quelli scuri di una ragazza alla finestra che lo fissava in silenzio, quasi stupita.

- E tu chi sei! -

Disse paralizzato da quell'immagine così sublime. Non aveva la minima idea di chi si trattasse, sapeva solo che era terribilmente affascinante e che il suo volto, illuminato dal sole, sembrava ancora più perfetto. Portava i capelli lunghi, che ricadevano dolcemente sulle spalle. Erano castani, come quelli di Keiko e piuttosto arricciati. Il suo sguardo sembrava così dolce e il suo corpo sotto la divisa scolastica, appariva snello e privo d'imperfezioni.

- Hai sbagliato classe! -

Disse cercando di darsi un tono da duro.

- No, non ho sbagliato! -

Rispose naturalmente lei.

- Come? -

- Mpf! -

Che bel sorriso..

- Si può sapere a cosa stavi pensando? Non mi hai nemmeno notata quando sei entrato! -

Eppure era proprio sulla sua traiettoria.

- A niente di particolare.. -

Lei allargò maggiormente le labbra, prima di portare le braccia dietro alla schiena e di scostare lo sguardo sul vetro della finestra.

- Quest'aula da proprio sul cortile ed è anche ben esposta al sole! Mi piace! -

Disse.

- Non la penserei così se fossi in te.. -

Lui la detestava.

- Sarà.. comunque.. io la trovo perfetta! -

- Perfetta per cosa? -

- Che sciocca! Non mi sono ancora presentata! -

Osservò sbadatamente.

- Io sono Max (mi piace troppo questo nome, non posso fare a meno di usarlo, nda) Okino! La tua nuova compagna di classe! Molto piacere! -

Sorrise di nuovo calma.

Restò in silenzio a fissare quella bella ragazza che sosteneva di essere una sua nuova compagna di classe.

- Ah si? -

- Già! Sai com'è.. ho appena cambiato città! -

- E da dove verresti? -

- Kyoto! -

Cercò di rammentare il suo nome. Come aveva detto di chiamarsi? Okino.. il cognome lo ricordava. Max..

- Allora non è molto lontano da qui! E io che credevo provenissi dall'estero! -

- Perchè? -

- Il tuo nome.. non è di origine giapponese! -

- No, infatti! Mio padre era americano! -

Spiegò.

- Wow! Allora devi essere un genio in inglese! -

- Diciamo che me la cavo! -

Chissà. Magari avrebbe potuto trovare il lei un valido aiuto.

- Oh, la campanella.. -

Esclamò ascoltando quel suono che ormai, non udiva da tempo.

- Sai indicarmi il posto che generalmente resta vuoto? -

Le avevano detto che avrebbe certamente trovato un banco libero.
Yusuke sollevò lentamente il braccio e con il dito indicò il posto accanto al suo.

- Questo! -

Disse.

- Grazie! -

Raccolse la sua cartella e raggiunse la sua postazione. Si sedette dietro al banco, si stirò le braccia stanche e sbadigliò portandosi la candida mano bianca sulla bocca.

- E tu? -

Riprese in seguito.

- Io cosa? -

- Non mi hai detto il tuo nome! -

- E' vero, hai ragione! -

E per la prima volta dopo qualche minuto, lo vide sorridere.

- Yusuke Urameshi! -

Allungò la mano verso di lei.

- Piacere! -

Lei annuì e ricambiò la stretta di mano.

- Piacere Urameshi! -
  
Leggi le 19 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yu degli spettri / Vai alla pagina dell'autore: Nami