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Autore: Nami    26/10/2004    1 recensioni
Yusuke Urameshi ha intrapreso lunghe battaglie. Ha avuto accanto degli amici fidati, amici sui quali ha sempre potuto contare. Tuttavia all'improvviso qualcun altro farà capolino nella sua vita, qualcuno dal tragico passato, qualcuno con enormi poteri, qualcuno che verrà scelto dal Piccolo Enma come "collega" del detective del mondo spirituale. Una persona in grado di portare amore nei loro cuori, ma la sua presenza rivelerà qualcosa di molto pericoloso... (so bene che la serie ha preso una piega differente dopo il torneo delle arti marziali nere e so anche come andrà a finire la storia.. diciamo quindi che questo potrebbe essere un mio mondo alternativo)commenti please ^^
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 2: La ragazza dal volto d'angelo



L'aula si riempì in fretta e ognuno prese posto al proprio banco. Si salutarono tutti come ogni mattina, aspettando dolorosamente il momento del suicidio: il compito in classe.

- Ehi, psst! Urameshi! -

Il ragazzo scostò il capo verso l'amico.

- Chi è quella ragazza? -

Era abituato a vedere il posto da lei occupato sempre vuoto.

- Viene da Kyoto, ha appena fatto l'iscrizione! -

Spiegò.

- Ah! Però.. è carina! -

Disse con un sorriso che non gli piacque per niente.

- Buon giorno! -

Bastò la voce del professore per ammutolire quel caos che ogni giorno si accendeva in classe prima delle lezioni.
Sembravano tutti al patibolo, nessuno pronunciava una sola parola.

- Dunque! -

Tossicchiò per attirare l'attenzione.

- Come sapete.. oggi dovrebbe esserci il test.. -

Di nuovo silenzio.

- Ma vi comunico che è rinviato alla settimana prossima, quindi usate questi sette giorni per studiare! -

Immediatamente sui loro volti, comparve un sorriso larghissimo e il brusio che poco prima si era spento, riprese come se nulla fosse accaduto.

- Calma! Capisco la vostra gioia! Lasciate almeno che vi spieghi il motivo! -

E con lo sguardo vagò fra i banchi.

- Se ho spostato il test, è solo perchè quest'oggi è giunta in classe la vostra nuova compagna! -

Si scambiarono delle occhiate interrogative, erano talmente presi dalla paura di quel compito, che non si erano accorti di nulla.

- Okino c'è? -

- Si! -

Esclamò la ragazza alzandosi in piedi. Tutti gli occhi erano puntati su di lei. Doveva ammettere di sentirsi a disagio, ma mantenne lo sguardo serio a testa alta.

- Dunque! Lei è.. Max Okino! Viene da Kyoto e si è iscritta ieri! Mi raccomando, siate gentili e prestatele gli appunti! -

Si aspettava che i suoi nuovi compagni iniziassero a bisbigliare cose strane su di lei, del resto era ancora una novità. Invece tutti la salutarono amichevolmente, con la gioia dipinta sul volto.

- Che schianto! -

Discutevano i ragazzi.

- Benvenuta! -

Ma in realtà forse, l'unica ragione di quel caloroso benvenuto, era il fatto che grazie al suo arrivo non avrebbero dovuto tenere il test scritto di matematica.
Sospirò e tornò a sedersi.

- Ciao splendore! -

Un ragazzo alto con i capelli rossi, scavalcò Yusuke con il braccio e lo allungò verso di lei.

- Io sono Kazuma Kuwabara! Ma tu puoi chiamarmi Kazuma! -

Mille stelline brillavano intorno a lui.

- Modestamente.. sono l'idolo della scuola.. e anche delle donne! -

- Ah si? -

Doveva essere tutto suonato.

- Piacere! -

Disse soltanto mentre Yusuke tratteneva una risata. Kuwabara non perdeva mai occasione per sfoggiare il suo "fascino", se mai ne avesse posseduto uno.

Come al solito, la lezione di matematica si rivelò una noia mortale, più volte era sul punto di addormentarsi. L'aveva osservata spesso, sembrava la classica secchiona. Prendeva appunti tutto il tempo, non aveva staccato un momento gli occhi dal quaderno. Ci mancava solo un'altra studiosa come Keiko. Poi, la campanella della ricreazione, rimbombò nella classe e finalmente, poteva chiudere quel quaderno, sul quale non aveva segnato nemmeno un calcolo. Tutti ne approfittarono per scambiare almeno due parole con Okino, a quanto sembrava, aveva riscosso già un gran successo e nella scuola era già girata la voce. Molti studenti delle altre classe fecero capolino da loro solo per vedere il volto della nuova arrivata.

- Okino! Ti chiami così vero? -

- Si! -

Keiko era riuscita a farsi spazio fra i compagni.

- Ciao! Io sono Keiko Yukimura! -

Aveva uno sguardo molto dolce.

- Ciao! Io sono Max! -

- Max.. americana? -

- No! Sono giapponese! -

Era molto facile scambiarla per una straniera. Anche i suoi lineamenti erano molto differenti.

- Capisco.. -

Disse poco convinta.

- Ascolta, oggi devo trovarmi con un'amica! C'è un negozio molto carino qui vicino a scuola! Ti va di venire insieme a noi? -

Aveva proprio voglia di fare acquisti.

- Perchè no! Volentieri, grazie! -

- Perfetto! -

Non avrebbe mai pensato che fare amicizia sarebbe stato così semplice.

- Mannaggia! -

Sbottò Kuwabara deluso.

- Non sono riusciti a parlarci nemmeno per un secondo.. è sommersa! -

- Di che ti stupisci, è ancora una novità per la scuola! -

E poi era così carina.

- Già.. ma guardala! Non è stupenda? -

- Hai fatto in fretta a dimenticare Yukina, vedo.. -

- Non l'ho dimenticata! Solo che lei non è qui ora.. no? -

- Si si.. certo.. perchè non ammetti una buona volta che sei soltanto un cascamorto? -

Amava le donne. Più di qualunque altra cosa.

- E se anche fosse? E' un reato innamorarsi? -

- Ah, quindi ti innamori di qualunque bella donna ti si presenti davanti! -

- Non è affatto così! Non mi infastidire! -

- Come vuoi.. -

Notò Keiko mentre trascinava Okino lontano dalla classe. Credeva fosse carino portarla in giro per la scuola. Era la prima volta che la vedeva così entusiasta, la conosceva da pochi secondi, e già la stringeva per mano. Le donne, non sarebbe mai riuscito a comprenderle.

Incredibile come volavano le giornate, il suo primo giorno di scuola era già terminato. Per tutto il giorno Keiko, le era stata appiccicata come un francobollo, ma non le aveva dato per nulla fastidio, al contrario.

- Dove ci aspetta la tua amica? -

- Alla fermata! Vieni! -

Quanto tempo era passato dall'ultima volta che aveva percorso il cortile di una scuola fra così tanti ragazzi? Ormai non lo rammentava più. Erano passati dei mesi ormai, si era tenuta in pari, ma la sua vita era completamente cambiata. Il trasloco si era rivelato piuttosto duro, anche per sua madre.

- Posso farti una domanda Max? Oh, non ti dispiace se ti chiamo per nome, vero? -

- Affatto! Dimmi pure! -

Per la verità detestava tutte quelle formalità.

- Come mai hai un nome straniero? -

- Lo sai, non sei la prima a domandarmelo! -

A Kyoto, molte persone volevano sapere la stessa cosa.

- Io sono giapponese, ma mio padre era americano! Per questo.. i miei hanno voluto darmi un nome straniero! -

- Ora ho capito.. ma sbaglio o hai detto "era"? Come mai parli al passato? -

Si rese immediatamente conto di aver domandato qualcosa di inopportuno. Max si soffermò con lo sguardo posato sui suoi piedi e per diversi secondi non disse una parola.

- E' morto.. -

Rispose in fine.

- Scusa, non lo sapevo! Perdonami! -

- Non ha inportanza! -

Ripresero dunque il cammino. Quella città era proprio bellissima. Sembrava addirittura più grande di Kyoto. Non c'erano paragoni. E poi possedeva così tanti negozi e dei locali dalle insegne a dir poco spettacolari.

- Ah, scusa un attimo! -

Qualcosa vibrava nella sua cartella. La aprì cautamente e tirò fuori un cellulare.

- Mamma? Si ciao! Tutto ok! Si.. come? Adesso? Veramente.. -

Era sua madre..

- Capisco.. va bene! A dopo! -

Sospirando delusa, ripose il telefonino in cartella.

- Keiko, sono desolata! Purtroppo abbiamo appena traslocato e.. mio fratello ha bisogno di qualcuno che badi a lui, mia madre deve cercarsi un lavoro.. -

- Hai un fratellino? Non preoccuparti, sarà per un'altra volta! Ci vediamo domani allora! -

- A domani! -

L'idea di fare shopping l'aveva così elettrizzata.. peccato, si sarebbe divertita.

Percorse il cortile in silenzio, da solo, mentre sentiva i brusii delle ragazze che ridacchiavano senza togliergli gli occhi di dosso. Era molto popolare nella sua scuola e non solo come studente di primo livello. Ma ormai, non ci faceva più nemmeno caso. In realtà sapeva di non essere come loro, era diverso. Ai loro occhi appariva come un essere umano, ma sapeva, che nelle sue vene scorreva il sangue di uno yookai. Lui era Kurama, un demone. Loro non lo sapevano. A testa alta proseguì fino al semaforo. Come ogni giorno aspettò di attraversare la strada. Che vita strana la sua.. sembrava quasi che avesse due personalità, che si sdoppiasse come per magia.. in realtà, l'essere umano che camminava in quelle strade con addosso una divisa scolastica, era lo stesso demone dai capelli d'argento, lo stesso ragazzo che usava le piante come armi taglienti, lo stesso yookai che combatteva ogni giorno.
Ebbe una strana sensazione. Avvertiva la presenza di qualcuno.. qualcuno che gli sembrava di aver già conosciuto. Eppure.. intorno a lui sembrava tutto tranquillo.
Attraversando la strada notò una persona davanti a lui, una ragazza.. ma non pensò nemmeno di guardarla in faccia, non gli interessava. Ma non appena i due s'incrociarono, sentì qualcosa d' insolito dentro di lui. Cosa rappresentava? Non era il male, ma neanche il bene. Si voltò di scatto e i loro sguardi, verde smeraldo e marrone scuro, si unirono in silenzio. Si guardarono per qualche istante. Quei capelli castani, quei lineamenti.. quegli occhi.. quell'espressione così angelica, dove l'aveva già vista?
Il clacson dell'auto lo avvertì del pericolo.
Non si era accorto che il semaforo era tornato rosso e che se non si fosse spostato da li, la macchina lo avrebbe preso in pieno. Con un balzo all'indietro la schivò per un soffio e udì le grida infuriate del guidatore che gli lanciava dietro tante di quelle parole.

- IMBECILLE! IMPARA A GUARDARE IL SEMAFORO LA PROSSIMA VOLTA! -

Riportò lo sguardo dall'altra parte della strada. Vide che la ragazza era ormai lontana, camminava elegantemente verso l'ignoto e in quell'istante, rammentò ogni cosa. Era buio, ma ricordava perfettamente il suo volto, quei lineamenti. Era lei la ragazza che fuggiva da quel demone, colei che aveva cercato di proteggere e che all'improvviso, era sparita dai suoi occhi. L'unica cosa che trovò fu il cadavere di quel mostro, di lei nessuna traccia. Morta o viva, era certo di non rivederla mai più. Invece.. invece eccola li, viva, sana e salva. Aspettò pazientemente che svoltasse l'angolo, finchè davanti a lui, non ci fu solamente l'asfalto.
E mentre si allontanava anch'egli da quell'incrocio, una domanda si formò nella sua mente, anzi, forse più di una. "Chi era quella ragazza? Ma soprattutto e cosa più importante, cos'aveva sentito nell'istante in cui i loro corpi si erano sfiorati in quella strada?"
  
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