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Autore: telesette    11/10/2013    0 recensioni
Una potente organizzazione criminale, conosciuta col nome di A.L.B.A., minaccia dure rappresaglie contro il Giappone e le autorità non sanno come far fronte al pericolo. L'ufficiale Gai Maito propone tuttavia di reinserire nei ranghi tre giovani ex-cadetti dei reparti speciali, così da disporre di una squadra competente e inarrestabile...
Genere: Azione, Comico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Neji Hyuuga, Rock Lee, Tenten
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Parcheggio sotterraneo dell'Hotel "Golden Moon" - ore 07:40

Approfittando della confusione generale che l'esplosione dell'area-ristorante aveva generato, l'attentatore travestito da cameriere era riuscito a dileguarsi non visto dal retro delle cucine. Era un sicario di professione, abituato a quel genere di fughe e travestimenti, cosicché aveva abilmente predisposto ogni cosa per allontanarsi indisturbato prima che le autorità locali giungessero sul posto. Un'automobile di grossa cilindrata, con tanto di targa contraffatta, era difatti parcheggiata nel garage sotto l'albergo. Muovendosi furtivamente, come era solito fare da anni, l'uomo si tolse in fretta la giacca da cameriere ( ormai inutile ) e salì a bordo del veicolo.
Non aveva ancora inserito la chiave nel cruscotto, quando una voce al suo fianco lo fece sobbalzare.

- Lo sa che mettersi alla guida del proprio veicolo, senza prima allacciare la cintura, sono dieci punti-patente in meno? Se non sbaglio, dovrebbe esserci un appunto anche per gli specchietti retrovisori... Aspetti, che ricontrollo!

Immaginatevi la sorpresa del killer, nel trovarsi Neji seduto nella sua macchina ed intento a sfogliare il libretto del codice della strada come se niente fosse.
Preso dal panico e dall'agitazione, l'uomo impugnò lesto il coltello militare dalla fondina legata alla caviglia e fece per conficcarlo nel petto dello Hyuga. Purtroppo per lui, prima che potesse mettere in atto il suo proposito omicida, Tenten allungò il braccio da dietro il sedile e gli afferrò il polso con destrezza e con la più totale noncuranza.

- Carino questo portachiavi - esclamò. - Ne avevo uno uguale, quando andavo alle elementari, è un ottimo tagliacarte!
- Ma come avete fatto a... Il gelato, la bomba... Voi non siete umani !!!
- Certo, come no - rispose Neji, sfogliando il libretto impassibile. - Infatti adesso siamo tre angioletti, con le arpe e le aureole... Rock Lee, fai sentire al signore la musica celestiale!
- Con piacere!

Neanche il tempo di dirlo, Rock Lee si alzò dal retro della macchina dove si era acquattato e, con un calcio micidiale, fece volare via lo sportello del veicolo con uno schianto di lamiere divelte. Un attimo dopo, agguantandolo per il bavero, tirò fuori il malcapitato sicario e lo sbatacchiò bene bene a suon di sventole.
Completamente incuranti di quanto stava succedendo, Neji e Tenten confabularono tra loro circa la presenza di indizi utili all'interno del veicolo.

- Abbiamo a che fare con un'organizzazione in piena regola - mormorò Neji, scorrendo alcune carte con lo sguardo. - Le ricevute degli assegni hanno tutte un nome diverso, figuriamoci poi cercare di risalire a chi li ha emessi... Comunque, non è gente che bada a spese!
- Dimmi una cosa - osservò Tenten. - Come facevi a sapere che questa era la macchina del nostro uomo?

Neji sospirò.

- La vettura è posteggiata nell'area riservata al personale - spiegò. - Non mi risulta che i dipendenti d'albergo girino con una fuoriserie da otto milioni di dollari e i vetri antiproiettile!
- In effetti...
- Rock Lee, hai finito?
- Sì Neji, tranquillo - rispose l'altro, sbattendo sul cofano il poveraccio, ormai semincosciente. - Stavolta ci sono andato leggero!
- Ma fe... fe favolo fi prende, fi può fapere ?!? - domandò il sicario con un filo di voce.
- Volevamo solo ringraziarti per quel gelato "esplosivo" - disse Rock Lee, con dei leggeri schiaffetti sulla guancia. - Anzi, ci chiedevamo se puoi darci la ricetta?
- Una volta tanto, l'hai detta giusta - sottolineò Neji con un sorrisetto sarcastico. - Vedi, amico, è molto semplice: dicci il nome di chi ti ha incaricato di servirci quella roba, e noi ti lasciamo andare!
- Fe... Fe ve lo dico, fono un uomo morto...
- Beh, quello non è un mio problema; se hai sbagliato mestiere, sono affari tuoi; il tutto è decidere se farti ammazzare da noi o da loro!

L'uomo deglutì.

- Rock Lee, dagli un'altra scrollatina!
- NO, no pietà... D'accordo, ve lo dico...
- Alla buon'ora - sbuffò Tenten spazientita. - Fuori il nome!

Sorretto alla buona da Rock Lee, il povero ex-killer non poté far altro che raccontare per filo e per segno i dettagli dell'incarico che gli era stato affidato.

- L'ordine di farvi fuori è scattato, non appena siete stati identificati - spiegò questi. - All'inizio erano stati incaricati solo i membri interni all'organizzazione ma, fallito il loro tentativo, l'ordine è stato trasmesso ai Servizi Segreti dell'esercito giapponese...
- Ehi, aspetta un momento, mica ci starai prendendo in giro? - scattò subito Rock Lee. - Guarda che noi eravamo nell'esercito!
- Non stupirtene, Rock Lee - sottolineò Neji calmissimo. - E' impossibile che un'organizzazione come A.L.B.A. abbia predisposto tutta quella serie di attentati, senza usufruire di un qualche aiuto "interno" presso le alte sfere; pensaci bene, è logico che qualcuno abbia tradito, pur di riempirsi le tasche a caro prezzo!
- Voi pensate che il Colonnello Kakashi possa essere coinvolto? - domandò Tenten poco convinta.
- No, è più probabile che il complice di A.L.B.A. stia più in alto di lui - rifletté Neji. - Se costui può addirittura muovere i Servizi Segreti, non c'è dubbio che occupa una posizione solida e rispettabile... e ho anche una vaga idea di chi possa essere!

Rock Lee e Tenten si guardarono l'un l'altra perplessi.

***

Ufficio del Ministro Shimura - ore 08:05

 

L'Onorevole Shimura era tuttaltro che tranquillo.
Da un momento all'altro, aspettava una telefonata dei Servizi Segreti che gli confermasse l'avvenuta eliminazione di quei tre impiccioni. Purtroppo però, dopo aver tamburellato nervosamente le dita sulla scrivania per diverse ore, il telefono ancora non accennava a squillare. Danzo imprecò mentalmente tra sé, maledicendo quei tre ostacoli ai suoi progetti, e per un attimo temette addirittura di veder saltare tutto ciò per cui aveva faticosamente ordito e complottato in silenzio.
Da anni, ormai, la poltrona da Primo Ministro si era fatta un tantino stretta per un uomo ambizioso come lui.
Prima ancora che A.L.B.A. pianificasse il suo primo attentato, Danzo Shimura aveva già stretto un vantaggioso accordo col capo dell'organizzazione. Era stato lui, infatti, a fornire ad A.L.B.A. tutte le disposizioni tattiche e strategiche dell'esercito, cosicché l'organizzazione potesse aggirare agilmente ogni misura difensiva e sferrare attacchi massicci in grande stile. Le informazioni di Danzo erano state sinora molto utili: l'organizzazione aveva accelerato enormemente i tempi di azione, arrivando a coprire l'intero territorio, e presto la Dieta avrebbe passato formalmente le consegne al nuovo leader incontrastato di tutto il Giappone.
I vantaggi per Danzo, secondo gli accordi, sarebbero stati immensi.
Ma perché ciò accadesse, era necessario eliminare ogni possibile imprevisto.

- Dannazione - mormorò Danzo furibondo. - Che diavolo aspetta quell'idiota?

Improvvisamente il telefono si mise a squillare.
Subito Danzo sollevò il ricevitore ma, non appena riconobbe la persona di là dell'apparecchio, la sua rude sicurezza si trasformò in un'espressione di puro terrore.

- Ma... Ma è impazzito? - mormorò debolmente. - Eravamo d'accordo di non sentirci per telefono, se rintracciano la chiamata...
- I miei hanno l'ordine di cancellare le mie chiamate dai tabulati telefonici - rispose l'altro tranquillo. - Piuttosto, faresti meglio a preoccuparti per te stesso, visto che hanno già scoperto il tuo ruolo in tutta l'operazione!

Per Danzo, quelle parole ebbero lo stesso effetto di un fulmine che gli trapassasse il cervello.
Scoperto!
Se ciò era vero, di lì a breve lo attendeva la Corte Marziale e un plotone di esecuzione. Shimura non poteva credere che il suo gioco fosse crollato così, solo per colpa di quei tre sciagurati, tuttavia il suo complice non aveva la benché minima intenzione di scherzare.

- Sono molto deluso - proseguì poi. - Il tuo uomo aveva l'incarico di eliminarli, non di informarli, è stata una leggerezza imperdonabile da parte tua!
- No, aspetta un momento: io ho fatto tutto nei termini dell'accordo, quei tre sono agli ordini del Colonnello Kakashi; non posso toglierli di mezzo con la mia sola autorità!
- Ho capito - tagliò corto l'altro impassibile. - Stando così le cose, non sei più di alcuna utilità per noi, l'accordo è saltato!
- Come sarebbe? No, aspetta un momento, non puoi farlo...

L'inconfondibile "clik", segno che il misterioso individuo aveva appena riagganciato, gettò Danzo ancor più nel panico.
L'Onorevole non ebbe nemmeno il tempo di riagganciare a sua volta il telefono.
Un proiettile attraversò il vetro della finestra alle sue spalle, aprendogli un rosso buco in mezzo alla fronte, e Danzo Shimura si accasciò immobile sulla scrivania con gli occhi sbarrati. Nella mano stringeva ancora la cornetta, mentre il sangue prese a sgorgare lentamente dalla ferita sino a gocciolare sul pavimento con un sinistro plik-plik.

( continua )

   
 
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