Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Segui la storia  |       
Autore: Ale Villain    11/10/2013    0 recensioni
STORIA IN FASE DI REVISIONE (Aprile 2020)
.
.
Michelle non era così, per niente. Michelle, pur di vedere il ragazzo felice, avrebbe ribaltato il mondo; Ambra, invece, avrebbe ribaltato il mondo per ottenere ciò che voleva, proprio come lui. A Jimmy sarebbe decisamente piaciuta.
---
Sentiva dannatamente la mancanza di Zacky in casa: non sorridergli, non uscire con lui, non scherzare, anche non litigarci. Erano tutte cose che erano svanite nel giro di un’ora e mezza, da casa sua all’aeroporto. Lei, comunque, continuava a sperare e a credere in quel meraviglioso chitarrista, che l’aveva attratta subito, e si domandò, con tutta sé stessa, se davvero il ragazzo non le avesse mentito.
Ambra, che di nascosto l’aveva seguita, osservò la scena dallo stipite della porta senza farsi vedere e sorrise amaramente, nel vedere la sua bionda preferita stare così in pena per un ragazzo; anche se lei, di sicuro, non era messa molto meglio.

AGGIORNAMENTI INTERROTTI FINO A DATA DA DESTINARSI
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Milano, h 14.35
 
- Mi stai facendo venire il mal di mare, stai un po’ ferma! – esclamò ormai esasperata la bionda, stoppando la musica e togliendosi l’auricolare dall’orecchio, guardando severa la coinquilina, che continuava a fare avanti e indietro per il salotto, tormentandosi le unghie.
- Ha visualizzato la mail – iniziò – Matt ha visualizzato la mail! – ripeté, fermandosi di fronte all’amica.
- Ho capito, lo hai ripetuto cinquanta volte solo due minuti fa! –
- Però non risponde! Perché non risponde? – disse, riprendendo a camminare a zonzo per la stanza. Giorgia alzò gli occhi al cielo e scosse la testa contrariata, rificcandosi l’auricolare nell’orecchio, cercando di ignorare le lamentele della rossa. Lei e Ambra si conoscevano da, ormai, ventitré anni, ovvero la loro età attuale, ed erano cresciute insieme. All’età di diciannove anni avevano deciso di andare a vivere insieme, anche per poter ospitare Andrea, attuale fidanzato di Giorgia, senza preoccupazioni. Zacky e Matthew li avevano conosciuti per caso, dopo un concerto che avevano fatto a Milano. Da lì, erano diventati buoni amici; Zacky, però, si era accorto di non provare solo amicizia nei confronti della bionda, ma, purtroppo per lui, la ragazza aveva trovato un fidanzato, dopo che i due americani erano tornati in California, nel giro di poco tempo. Nonostante questo, Ambra era convinta che il ragazzo giusto per la sua migliore amica fosse Zacky, approvando, comunque, la relazione con Andrea, più che altro per rispetto nei confronti dell’amica, senza provare una particolare simpatia per il ragazzo della sua coinquilina.
- Vedrai che risponderà presto, dagli il tempo di riprendersi dal concerto – mormorò Giorgia scorrendo la playlist del suo cellulare. 
- Sì sì, va bene – continuò Ambra – Ma sono passate più di sei ore! - disse osservando l’orologio che segnava le 14 e 35.
- E lì in America sono le due del mattino, all’incirca – le disse sollevando un sopracciglio, con l’aria di chi la sa lunga – Ambra, fidati, risponderà presto. Adesso siediti e calmati –  le consigliò amorevole.
La ragazza seguì il consiglio e si sedette di fianco all’amica, che le passò una cuffietta: We are, degli Hollywood Undead* rimbombava nelle cuffie, così l’amica prese a canticchiare serena. Giorgia la guardò sorridente e si unì a lei nel coretto.
 
Quando scoccarono le sette di sera, arrivò una mail sul pc di Ambra, che, tutta esaltata, la lesse in due minuti.
 
Huntington Beach, h 13.13
 
- Matthew, alzati immediatamente da sopra di me! – strillò Synyster, sdraiato a pancia in giù divano, costretto a sopportare l’enorme massa muscolare del vocalist, che gli era letteralmente piombato addosso, dopo essere entrato nel camerino.
- Cos’è, mi lasciate indietro? – esclamò Zacky, buttandosi a sua volta su Matthew.
- Mi volete morto, per caso? – si lamentò Brian, con quel filo di voce che gli restava – Non potete andare in Italia se io crepo ora – ricordò loro.
- Ah già – disse Zacky facendosi improvvisamente serio e alzandosi dai due. Anche se era una cavolata quello che aveva appena detto il compagno di chitarra, non voleva comunque rischiare di non vedere Giorgia dopo tanto tempo.
- Ci dobbiamo andare io, Zacky e Salmo – disse Matt alzandosi a sua volta –Tu che centri? –
- Centra, dato che Salmo non può – spiegò Zacky, prendendo dal tavolo accanto alla finestra il pacchetto di Marlboro rosse e tirandone fuori una; se la portò alla bocca e tirò fuori l’accendino dalla tasca dei jeans. Synyster, dopo aver scrocchiato la schiena dolente, gli fece compagnia, avvicinandosi all’amico e spalancando la finestra.
- Davvero? – chiese Matthew, osservando i due. Vengeance annuì. - Quindi vieni tu? – chiese nuovamente il cantante.
- Mh – fece perplesso Synyster. È vero, prima del concerto aveva davvero esagerato con la felicità per il viaggio, ma ora che ci pensava seriamente non lo entusiasmava più di tanto. Dover lasciare l’America per andare dall’altra parte del mondo per chissà quanto tempo… l’idea non lo allettava. Non era la prima volta che succedeva (e nemmeno la prima volta che andava in Italia), ma erano da poco tornati nella sua città natale e gli dispiaceva mollare tutto subito.
- Sembravi convinto ieri – disse, appunto, Zacky.
- Quando dovremmo partire? – domandò, guardando prima uno poi l’altro compagno della band.
- Direi sabato – fece il chitarrista, storcendo la bocca mentre calcolava i giorni – Quindi dopo domani –
- Così presto? – chiese ancora Synyster allargando le braccia – E poi, si può sapere perché Salmo non può? –
- Tonsillite – fece vago Zacky, seguito da un: – Lo operano domenica –
- Ah – rispose soltanto.
- E dai facci compagnia – disse Matt – E poi Ambra è figa –
- Chi? –
- L’amica di Giorgia, la ragazza che ha inviato la mail –
- Senti, mi sono appena mollato con Michelle, mi interessa poco che sia bella –
- Chiuso con le ragazze? – domandò Zacky.
- Chiuso con le ragazze – confermò Brian, non accorgendosi del cenno d’intesa che Zacky e Matthew s’erano scambiati.
 
Milano, h 19.15
 
Un grido proveniente dalla camera delle ragazze fece sobbalzare Giorgia, che si ridestò dai suoi pensieri.
- Che è successo? – disse preoccupata, spuntando all’improvviso in camera sua, dove trovò Ambra con gli occhi sgranati e fissi sullo schermo del pc.
- Ha risposto! Giorgia, ha risposto! – continuò, ora con un sorriso a trentadue denti. Giorgia si avvicinò allo schermo, ponendosi dietro all’amica: la mail conteneva solo due righe, che confermavano il viaggio dei tre da Huntington a lì a Milano, dove erano loro due.
- Sì! – sussurrò Giorgia soddisfatta, cercando di non farsi sentire da Ambra.
- Sempre detto che dovevi stare con Zacky – disse quest’ultima sorridendo maliziosamente e incrociando le braccia al petto, osservando l’amica con le sopracciglia alzate.
- Non eri tu quella che approvava la relazione con Andrea? –
- Assolutamente sì – rispose immediatamente l’altra – Ma non ho mai detto che sia quello giusto –
- Zacky è un mio grande amico – disse la bionda, nascondendo una leggerissima vena di malinconia che aveva ogni volta che ripeteva questa frase. È solo un grande amico. Solo quello.
- Anche lui dirà così a Matthew – continuò Ambra.
- Smettila! – disse Giorgia, ora ridendo, mentre tirava uno schiaffo alla spalla dell’amica e coinquilina – Sai quando arrivano? –
- Mmh…  il 16 – fece vaga – Quindi Sabato –
- Dopo domani!? – esclamò preoccupata la bionda.
- Sì, esatto –
- Ma dopo domani non ci siamo, abbiamo la festa di quella tua amica! –
- Ah già, ma ne ero dimenticata! – rispose l’altra, battendosi una mano sulla fronte.
Giorgia sospirò, poi riprese a parlare – Senti Ambra, devo dirti una cosa – iniziò. Forse Ambra si sarebbe arrabbiata, forse l’avrebbe ribaltata e forse non era il momento di dirglielo, ma mancavano solo due giorni all’arrivo degli americani – L’ultima volta che Zacky è stato qui… -
- Sì? – la incitò l’amica.
- Ecco… lui ha una copia delle chiavi di casa nostra – disse tutto d’un fiato, mordendosi, poi, il labbro inferiore.
- È? – fu l’unica cosa che riuscì a dire la rossa. Un ragazzo che vedevano poche volte all’anno, e che per giunta abitava in America, aveva una copia delle chiavi di casa loro, era il colmo! – Questo vuol dire che potremmo trovarcelo in casa quando torniamo dalla festa? –
- S-Sì.. – balbettò l’amica. Ambra rimase per qualche minuto con la bocca aperta, poi la richiuse e cercò di assumere l’espressione più serena possibile. Poi lasciò cadere il discorso, non aveva alcuna voglia di stare a discutere con lei.
- Bene – disse Ambra, cambiando radicalmente espressione e argomento  – Partiranno di mattina, quindi presumo che arriveranno qui… - e guardò Giorgia in cerca di una risposta.
- Non guardare me, non ho voglia di fare i calcoli – confessò Giorgia, sedendosi sull’altra sedia girevole della camera. Ambra annuì, concordando con l’amica il pensiero tanto Zacky ha le chiavi.
 
Huntington Beach, h 15.02
 
 Synyster sbadigliò sonoramente, spostando l’attenzione di Zacky dalla televisione al chitarrista. Dopo la chiacchierata di due ore prima, nei camerini, si erano tutti spostati nella casa più vicina, quella di Synyster, e Matt aveva sfidato Zacky ad una partita alla playstation. Synyster si era dichiarato troppo stanco per giocare, sorbendosi frasi del tipo ‘non hai le palle di giocare contro di me’ da parte degli altri due. La verità era che, per una volta, era davvero stanco: suonare la chitarra richiedeva impegno e fatica e Zacky ne doveva sapere qualcosa.
Gli voleva davvero bene a quel ragazzo, pieno di tatuaggi come lui e dai capelli di un colore indefinito, forse nero, date le milioni di tinte che si era fatto.  Ma anche a Matthew voleva davvero bene; era stato uno dei primi della band a conoscere, dopo Jimmy. Ah, Jimmy. Quanto gli mancava quel cazzone! Ancora non riusciva a capacitarsi del fatto che non lo avrebbe rivisto praticamente mai più. E pensare ciò gli faceva davvero male: era stato proprio Jimmy, conosciuto al mondo come The REV, a fare da collante tra lui e gli altri, quando era entrato nella band. E ora, a meno di due mesi di distanza dal quel fatidico giorno, ancora era convinto che Jimmy fosse lì con loro, che non li aveva mai abbandonati; perché in fondo era così e quel concerto ne è stata la prova. Mentre suonava, aveva sentito l’amico batterista vicino, quasi anche fisicamente. Ed era solo per questo che non aveva abbandonato la band, Sullivan non lo avrebbe voluto.
- Allora? – fece all’improvviso Zacky, interrompendo il flusso di pensieri del chitarrista, che intanto si stava stiracchiando sul divano in pelle, davanti alla televisione nella cui era trasmessa la partita a fifa degli altri due.
- Allora che? – chiese Brian, osservando l’amico senza capire.
- Ti ho chiesto se hai deciso se venire o meno con me e Matthew – disse il chitarrista, staccando solo per una frazione di secondo gli occhi dall’apparecchio televisivo per guardare in faccia Synyster.
- Ah – disse soltanto – Bè.. non saprei ancora –
- Syn sveglia, è dopo domani il volo – attaccò Matthew – Vendo il biglietto stasera se non ho una risposta, sappilo –
- Tu sei contento di lasciare Valary qui mentre tu sei dall’altra parte del mondo? – sputò Synyster, irritato dalla fretta che aveva il vocalist di sapere la sua decisione.
- E se avesse deciso anche lei di venire? – disse Matt mettendo in pausa il gioco e prendendo posto di fianco all’amico – No scherzo, non viene – rispose poi, scuotendo lievemente il cranio.
- Sinceramente, che ci vengo a fare lì in Italia? – mormorò Brian, guardando negli occhi entrambi gli amici.
- Pizza, pasta, mafia, figa, calcio – apostrofò Zacky, imitando la voce del ragazzo il giorno prima, suscitando le risa di Matt.
- Era per dire! – si giustificò il moro, seguito da un lungo sospiro. Seriamente, che ci andava a fare lì in Italia? E soprattutto, la voglia di farsi otto-nove ore di viaggio? Molto probabilmente sarebbero partiti di mattina, perciò lì in Italia a che ora sarebbero arrivati? – Ma poi non avete neanche prenotato un hotel –
- Non preoccuparti di quello – disse Zacky sorridente – Vieni o no? –
Synyster sospirò arreso: - Se mi stufo sappiate che me ne torno in America il sabato stesso! – disse guardando il pavimento dall’alto del divano.
Zacky e Matt gli saltarono letteralmente addosso sorridenti e iniziarono a fargli il solletico, come fanno i bambini. In fondo erano anche quello: dei bambini troppo cresciuti.
 
 
*Hollywood Undead: gruppo rap metal, che io personalmente amo, composto da sei persone (Deuce [vecchio cantante, ora c’è Danny], J-Dog, Charlie Scene, J3T, Da Kurlzz [mio preferito] e Fanny Man). We are è una canzone uscita nel dicembre 2012.
 
Eccomi qua!
Abbiamo visto un Zacky sempre più contento di tornare in Italia, un Matthew molto sciallo e un Synyster poco convinto. Che succederà? Zacky piomberà in casa delle due come avevano previsto Giorgia e Ambra?
Continuate a leggere la mia storia e lo scoprirete!
Un beso, alla prossima.
 
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: Ale Villain