"Rompiscatole."
"Dobbiamo provare! Non perdere tempo!"
"Giulia…" dice Anna "Sei proprio masochista. A me è capitato in sorte, ma tu te lo sei proprio andata a cercare…"
"Leo, ti sbrighi?!"
"Ce l'hai un biscottino? Ho fame."
"SBRIGATI, HO DETTO!"
"E facciamo queste prove!" dice lui.
Passiamo un'ora a provare, ma si procede lenti, ci si scorda le battute, e riusciamo a provare soltanto una volta.
Alle 20:00 tornano tutti a casa, tranne Leo, che ormai frequenta casa mia assiduamente e comincia a frugare nel frigo.
"Ma questo biscottino, ce l'hai?"
Sento la rabbia salire. Prendo la prima cosa che mi passa tra le mani, il vaso di mia madre, e lo scaglio per terra. Poi mi metto a sedere con le mani tra i capelli.
"Giulia," Leo si siede accanto a me "ma stavo solo scherzando, non volevo…"
"Non è quello. È che è il mio primo spettacolo, e andrà male. Andiamo troppo lenti, sicuramente litigheremo con qualcuno per le pratiche burocratiche e chiuderanno il teatro. Finiremo poveri e per strada."
"Stai calma…"
"No, invece!" mi alzo in piedi e strillo contro Leo. "Sono stanca di sentirmi dire che domani è un'altro giorno! Ogni giorno la situazione peggiora e basta. Leonardo, rischiamo ogni volta di finire in tribunale per colpa di alcuni infami che vorrebbero vederci crepare. E non mi guardare con quella faccia da ritardato."
Mi metto seduta di nuovo, con la testa bassa, piangendo in silenzio.
È in questi momenti che Lily mi manca più che mai. Se lei fosse ancora qui, tutto questo non succederebbe, lo so.
Leo mi abbraccia. "Mi manca tanto." gli dico.
Lui mi stringe più forte.
Lily…
La sento accanto a me.
"Eccola" dico a Leo senza quasi rendermene conto. "È vicina a me."
"Vicina a te?" ormai si è abituato da tempo alle mie stranezze e le compatisce con affetto.
"È proprio qui." indico il posto accanto a me.
"E che sta facendo?" mi chiede lui.
"Mi sta tenendo la mano."
Giulia, Giulia, mi senti?
Sono qui.