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Autore: Cherrie_2709    11/10/2013    1 recensioni
-Madre...Padre...ho una richiesta da fare-
"Oddio no" pensò Flora
Federico si inchinò ai suoi piedi -Flora, amore mio...-
La tensione nella stanza era palpabile.
-...vuoi sposarmi?-
Silenzio. Silenzio totale. La ragazza stava ascoltando il suo cuore. Sapeva cosa le stava dicendo, ma aveva paura di dar voce ai suoi sentimenti. Prese un bel respiro e si preparò a rispondere. Ma qualcun'altro lo fece per lei.
-NO!- gridò Ezio, senza pensarci due volte.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Oddio, ce l'ho fatta!!! L'altra sera ho acceso il mio lentissimo portatile e mi sono decisa: ho trasferito il capitolo, già iniziato, sul computer fisso, pronta a scrivere! Non l'ho concluso prima perché sono stata poco a casa, ma oggi, che non avevo nulla da fare, ce l'ho fatta!!! Come al solito non è particolarmente lungo, ma lo trovo piuttosto intenso (spero sarete d'accordo). Fatemi sapere cosa ne pensate e, sappiate, che ora proverò a scrivere più spesso (tutto dipende da quanto la mia famiglia occuperà il computer, dato che questo è anche loro mentre al portatile potevo starmene in pace u.u).

A partire da quel giorno, dunque, Flora divenne una cortigiana del bordello Profumo di Rosa. In realtà non divenne cortigiana a tutti gli effetti, poiché, nonostante i vestiti che le furono dati fossero quelli tipici, nonostante si aggirasse tra le ragazze perfettamente camuffata, non andò mai con nessun uomo. Ogni tanto qualcuno dei ladri si presentava e si faceva accarezzare in modo provocante da lei, di modo che potesse essere credibile agli occhi di Semproni, ma non fece nulla più.
Durante il giorno, quando nessuno poteva vederla, le ragazze le insegnavano come comportarsi una volta che si fosse trovata Tullio di fronte. Le insegnarono mosse sensuali, espressioni e gesti, per poi arrivare, qualche tempo dopo, al “sodo”. Le spiegarono che non poteva limitarsi a fare del sesso con lui, bensì doveva fargli credere di essere sua, di essere colei in grado di esaudire ogni suo desiderio.
 
Flora, che non era mai stata particolarmente “accesa” quando si parlava di sesso, ebbe bisogno di diverso tempo per adattarsi agli atteggiamenti di cortigiana. “E' molto brava per essere una che non vuole fare la cortigiana” disse Alessandra a Giada. E così era. Seppur schifata da quegli atteggiamenti, seppur desiderosa che ci fosse un altro modo per convincere Tullio a parlare (purtroppo lui non era stupido come Girolamo Riario), Flora riusciva a somigliare in tutto e per tutto a una normale cortigiana, spinta dalla forza di volontà e dalla consapevolezza che quello era il suo dovere.
 
Poi, finalmente o purtroppo, il giorno arrivò. Era il primo di giugno e il caldo afoso iniziava leggermente a farsi sentire. Il mattino presto e la sera si stava bene, ma a mezzodì era necessario rimanere al chiuso per non morire di un colpo di calore.
- Non possiamo fermarci solo per un momento? – chiese Flora, ormai sudata da capo a piedi e vicina allo svenire.
- No, assolutamente. Sta sera sarà il tuo momento, non ci sarà margine d’errore, altrimenti avrai passato tutto questo tempo ad impegnarti per nulla - le rispose Alessandra che, ormai, aveva capito essere la più sveglia e matura delle ragazze.
Così si rassegnò e continuò i suoi esercizi di seduzione insieme alle altre cortigiane.
In tutto questo, Luigi finì con il rimanere molto in disparte. E, data la sua indole, era solito fare l’offeso sperando di richiamare l’attenzione dell’assassina. Più volte aveva chiesto di fare da “cavia” per le serate in cui la ragazza doveva farsi notare da Semproni, ma, sia Flora stessa che le altre ragazze, avevano rifiutato categoricamente, ritenendolo non all’altezza.
- Se ti dovesse scappare un’occhiataccia nei confronti di Tullio – gli aveva detto una sera Giada, per farlo ragionare – lui potrebbe anche decidere di non volerla per non rischiare di scontrarsi con te.
Ciò l’aveva tenuto buono per un po’, ma, raggiunto il giorno decisivo, prese a fare lo stupido ogni volta che incrociava Flora.
Quando finalmente le ultime “prove” si conclusero, la ragazza decise di farsi un bagno, dato che in quello stato di certo non avrebbe attirato nessun uomo. Luigi, però, non la pensava allo stesso modo. Senza farsi sentire, la seguì fino nella stanza da bagno, rivelandosi solo poco prima che lei iniziasse a spogliarsi.
- Diamine! Io capisco che sappiate sfruttare le vostre abilità da assassino, ma così è davvero troppo! Placate questa vostra gelosia, altrimenti per questa sera vi farò rinchiudere da qualche parte pur di tenervi a bada.
- Non lo fareste mai, ne sono certo.
La ragazza, che si era voltata per guardarlo, abbassò la testa e tornò a dargli la schiena. In parte aveva ragione. In parte, perché per quanto gli volesse bene, non era ancora certa di amarlo. Magari poteva farcela, ma prima doveva dimenticare Ezio, altrimenti i sentimenti per Luigi sarebbero stati solamente una menzogna di ripiego.
- Luigi…non nascondo di sentire qualcosa per voi, ma…ancora non posso considerarmi innamorata. E, perciò, voi non potete considerarvi il mio uomo e non potete pretendere che io sia fedele. Se vorrete aspettarmi, ne sarò lieta, ma sappiate che non vi assicuro nulla. E, in ogni caso, la gelosia che provate ora è completamente insensata: Semproni è un informatore e una vittima, non è colpa mia se l’unico modo di incastrarlo e comportarmi da cortigiana con lui- disse tutto d’un fiato.
L’assassino si sentì leggermente ferito nell’orgoglio. Era ormai convinto di aver fatto breccia nel cuore i Flora e sentire quelle parole gli fece crollare il mondo addosso. Certo, non gli aveva detto che non aveva alcuna speranza, ma dopo la sera sulla spiaggia e la notte seguita a quel bacio, aveva sperato di essere ormai l’unico uomo per lei.  Provò ancora ad insistere, tentando di svestirla così da finire insieme a lei nella vasca, ma, delicatamente, Flora spostò la sua mano e lo guardò in modo da fargli capire che proprio non era il momento.
 
La sera arrivò in fretta, ma il momento di agire sembrò non avvicinarsi mai. L’assassina se ne stava sopra ad aspettare e, ogni volta che il portone si apriva, sbirciava l’arrivo di un nuovo cliente dallo spiraglio della sua porta. Eppure, Semproni sembrava non arrivare mai. Iniziò addirittura a pensare che ci fosse una spia che era riuscita ad avvisarlo e che, quindi, non sarebbe mai arrivato. Ma, ovviamente, si sbagliava. Lei sue erano solo paranoie, che furono appianate all’arrivo della mezzanotte. Infatti, Semproni, si presentò circa a quell’ora, gioioso come non mai e pronto a fare baldoria. Lasciò il suo mantello a una delle ragazze e, subito, Giada lo fermò.
- Mio caro! Questa è la vostra serata fortunata!
Lui sembrò leggermente spaesato, ma lasciò che la padrona del bordello continuasse a parlare.
- Ho notato che, ultimamente, avete riservato parecchi sguardi a una delle mie ragazze. Sapete, lei è speciale, non si dà a tutti. Diciamo che è quasi una cortigiana privata. Ma voi, l’avete colpita…lusingata, se si può dire. Vorrebbe offrirvi i suoi servigi.
- E, sentiamo, quanto mi verrebbe a costare? – chiese ridacchiando leggermente.
La sua voce era profonda, baritonale. Sensuale, certo, ma anche piuttosto lugubre. Aveva i capelli castano scuro e lunghi, legati da un appariscente laccio dorato. La pelle era tipicamente meridionale: di una naturale abbronzatura, non troppo scura. Gli occhi, invece, risaltavano perfettamente in tutto quel contesto: erano di un azzurro così intenso da sembrare finti. Era un peccato che tutte queste meravigliose caratteristiche si presentassero su di un uomo di mezza età1, perché, seppur molto affascinante, iniziava a mostrare diverse rughe e qualche capello bianco nascosto tra tutti gli altri. Questo suo particolare modo di apparire, contribuiva a rendere Flora una belva pronta ad uccidere, dato che le sembrava proprio il tipico uomo in grado di raggirare sua madre così da poterla uccidere indisturbato. Aveva capito, insomma, perché Susanna si era lasciata trarre in inganno così facilmente.
- Assolutamente nulla in più del solito – rispose subito Giada - Flora è “solitaria” per sua scelta, non vedo perché far pagare di più…
Sembrava convinto. Avrebbe pagato il solito prezzo per provare una nuova cortigiana, una cortigiana che aveva fissato con ardore per quasi due settimane.
Flora richiuse la porta e vi si appoggiò per prendere fiato. Sentiva il corpo tremare e aveva paura che, allontanandosi dalla porta, sarebbe caduta a terra. Ma sapeva di potercela fare. Si era preparata a lungo per affrontare quel momento e, pur di vendicare sua madre, avrebbe fatto qualsiasi cosa. Il pensiero di aver quasi raggiunto il suo scopo la vece rinsavire, così riuscì a dirigersi verso il letto. Alessandra le aveva comprato un vestito molto più sensuale di quello delle sue colleghe: la forma era la stessa, ma era tutto nero con decori bianchi e rossi. “Mi ricorda una veste da assassino che ho visto una volta” le aveva detto. I suoi capelli si abbinavano meravigliosamente e il rossetto rosso sangue che le aveva fatto mettere avrebbe steso qualsiasi uomo, a detta sua.
Ed eccolo. Sentì i passi sulle scale che man mano si facevano più forti. Poi, la porta iniziò ad aprirsi lentamente. Probabilmente, una qualsiasi donna avrebbe perso la testa per uno come lui, ma lei riusciva ad odiarlo ogni secondo di più. Odiava il modo in cui la guardava, il modo in cui sorrideva, certo che l’avrebbe fatta godere. Odiava il modo in cui si avvicinò al letto e il modo in cui la afferrò con violenza. Odiava, con tutta se stessa, il modo in cui quella notte la trattò come fosse di sua proprietà. Ma anche lei sorrise. Sorrise in un modo nuovo, malignamente. Sorrise pensando al futuro immediato, pregustando il momento in cui avrebbe affondato la lama nella sua carne.

Cherrie's notes 
1. Come alcuni di voi sapranno, nel medioevo la mezza età era considerata attorno ai 35-40 anni, dato che l'età massima che si raggiungeva erano i 70 anni circa 
 
  
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