Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: NevillePupp    12/10/2013    0 recensioni
Una storia su come potrebbe essersi svolto il matrimonio di Augusta Paciock, divisa in tre capitoli.
"Chi lo avrebbe mai detto che mi sarei vestita in questo modo. Tutti questi fronzoli, ricami e merletti, ma chi me lo ha fatto fare?
Questa era ciò che pensava Augusta Paciock, in quella mattina estiva serena e soleggiata, ripetendoselo ogni minuto che passava.
Sfido a darle torto, chiunque avesse avuto il suo carattere si sarebbe trovato nell’imbarazzo nel vedersi vestito in quella maniera, fin troppo vistosa per i suoi gusti."
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Augusta Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sto per sposarmi e mi sento felice, avrei creduto di essere spaventata o confusa… anche se alla proposta lo ero, e tanto anche! Maledetto Hale, dichiararsi in quel modo, l’avrei ucciso!
In effetti, Augusta aveva ragione. Una sera di Aprile, precisamente il primo di Aprile, Hale era comparso sulla soglia della porta della sua casa, dicendo di aver qualcosa di molto importante da comunicare.
Augusta era appena tornato da un difficile incarico a Nocturne Alley e mancava di lucidità per la stanchezza accumulata durante la giornata. Malgrado ciò, lo fece entrare, credendo che la notizia fosse qualcosa di grave; tutto si sarebbe immaginata, tranne ciò che successe qualche attimo dopo.
Accadde tutto in un lampo, o almeno così lei lo ricordava. Vide Hale sfoggiare il migliore dei suoi sorrisi e parlare con tono serio e deciso. Lo vide prendere una minuscola scatoletta rossa dalla tasca destra della giacca, per poi afferrarle con gentilezza la mano ed inginocchiarsi di fronte a lei. Il suo sguardo si spostò sulla scatoletta, la quale si aprì automaticamente con la magia, mostrando un piccolo anello dorato con una piccola gemma incolore, ma scintillante anche alla fioca luce del fuoco che scoppiettava nel camino. Un diamante.
Spiazzata e stupita, guardò prima lui, poi l’anello e strabuzzò gli occhi per la sorpresa. Sentì distintamente il cuore martellare ad un ritmo accelerato e mosse le labbra nel tentativo di dire qualcosa, invano.
Fu in quel momento che lui pronunciò la frase decisiva e gli bastarono solo tre parole: “Augusta, vuoi sposarmi?”
I sospetti diventarono realtà, senza ombra di dubbio. Le stava chiedendo di sposarlo sul serio e non scherzava.
Sua madre, Dalia, che fino a quel momento era rimasta seduta sulla poltrona accanto al fuoco, osservando la scena con felicità malcelata, saltò in piedi sbattendo le mani e lanciando un gridolino emozionato.
Augusta avrebbe tanto voluto scoccarle un’occhiataccia, ma era troppo occupata a tenere la bocca spalancata, in cerca di un modo per uccidere Hale.
<< E’ uno scherzo, vero? >> boccheggiò Augusta senza parole e senza fiato.
Il malcapitato Hale, che scambiò l’espressione e le parole di stupore sul viso di Augusta per felicità, tentò di infilarle l’anello al dito, senza aspettare risposta, tanto era impaziente e carico di gioia. Fu, forse, un errore madornale.
A quel gesto, Augusta ritrasse la mano e si riscosse dalla confusione, assumendo un’espressione furente e autoritaria, allontanandolo.
<< HALE PACIOCK! COSA DIAVOLO TI SALTA IN MENTE! IO TI DISINTEGRO! >>
Neanche il tempo di rispondere, che il povero ex studente di Grifondoro si ritrovò scaraventato fuori con una fattura, vedendosi la porta chiusa in faccia con violenza.
Dalia, la quale aveva assistito a tutto quanto, rimase esterrefatta dalla reazione della figlia. Subito si avvicinò e la afferrò per il braccio con decisione.
<< AUGUSTA! >>
Il tono severo della madre non lasciava presagire niente di buono. Augusta si sentì subito in colpa per come aveva trattato Hale, ma di ammetterlo non se ne parlava proprio.
<< Ho esagerato? >> chiese Augusta con tono neutro.
<< Mi aspettavo una reazione un “tantino” diversa, lo ammetto, ma non c’era comunque bisogno di buttarlo fuori in quella maniera!  Mi aspetto che ti scusi domani stesso! >>
In fondo, lo sapeva che sarebbe finita così. Lo aveva già deciso dopo aver buttato il ragazzo fuori con molta malagrazia.
Le aveva fatto piacere, avrebbe voluto accettare la proposta, ma qualcosa glielo aveva impedito, qualcosa l’aveva bloccata. Forse era stata la presenza di sua madre, forse il gesto di Hale un po’ troppo affrettato, o forse ancora non sapeva semplicemente cosa fare o dire ed aveva reagito d’istinto.
L’indomani sarebbe andata a casa di Hale per scusarsi, ma non solo per quello. Gli avrebbe detto che avrebbe accettato di sposarlo, che ne era felice, che lo voleva al suo fianco fino alla fine dei suoi giorni. Lui era l’unico che la capiva, che accettava il suo carattere anche se veniva trattato male, che continuava a tornare da lei malgrado ciò. Tutto questo per il semplice fatto che l’amava. Qualunque cosa fosse successa, lui era sempre stato là, sempre al suo fianco, pronto a proteggerla, a sostenerla, ad incoraggiarla. Sarebbe sempre stato il suo scudo e la sua spalla; avrebbe sempre offerto la sua spalla nel raro caso lei avesse avuto bisogno di conforto; si sarebbe sacrificato o avrebbe sacrificato i suoi obiettivi per far sì che i suoi si realizzassero.
Chiunque con un briciolo di buon senso avrebbe lasciato perdere subito, l’avrebbe abbandonata, lasciata da sola a combattere contro tutti gli innumerevoli ostacoli che si prospettavano lungo la sua strada.  Lui no, lui aveva abbandonato la ragione, o meglio, aveva deciso di accantonarla per lasciar spazio al suo sogno, lasciandosi guidare dai sentimenti. Non sembrava rimpiangerlo, al contrario, sembrava trarre forza dalla sua scelta, sfoderando sempre quell’allegro e caloroso sorriso, per il quale Augusta aveva nutrito sempre un debole.
Fu così che la mattina dopo il suo errore, Augusta percorse a passo svelto la stradina polverosa che portava alla dimora dei Paciock, per chiedere perdono e confessare ciò che aveva intenzione di dire già dopo la proposta di matrimonio, accantonando l’orgoglio per ciò che desiderava davvero e considerava giusto fare. Bussò alla robusta porta di legno, attese pazientemente sulla soglia, finché sentì un rumore di passi affrettati e veloci scendere lungo le scale per precipitarsi ad aprire. La figura di Hale comparve davanti e sul suo volto si poteva chiaramente vedere un’espressione mista tra lo stupore e la felicità.
<< Augusta, io…>> cominciò lui, iniziando a biascicare un tentativo di scuse per quanto era accaduto la sera precedente.
Augusta alzò una mano per zittirlo e sospirò, fingendo poi di sistemarsi la lunga gonna di un bel rosso vivo.
<< Hale >> iniziò lei con il suo tono duro e severo, - di essere gentile proprio non se ne parlava - << voglio dirti che accetto di sposarti. Ti chiedo scusa per la mia reazione improvvisa l’altra sera, sono stata colta di sorpresa, non succederà più. >>
A tradire il suo tono formale e rigido, però, furono le sue guance pallide, ora tinte di un rosso acceso, e le sue mani remavano leggermente per l’emozione.
Non poteva negare che, ogni tanto, aveva fantasticato su degli eventuali momenti romantici con Hale, tenerlo per mano, abbracciarlo e anche baciarlo. In quei momenti si dava della sciocca e si ripeteva che i suoi erano solo pensieri da ragazzina, fantasticherie inutile per una donna come lei, anche se una parte di lei desiderava moltissimo che si realizzassero. Su una cosa era abbastanza inflessibile, però, dovevano essere soli, completamente soli.
Hale, che ormai conosceva bene il carattere di Augusta, sorrise con affetto e si accarezzò i capelli biondi nella parte inferiore della testa, guardandola comprensivo.
<< Sei venuta qui per questo? Perché? Non c’era bisogno che ti scomodassi, sarei venuto io fra poco per scusarmi…>>
Il ragazzo, però, non riuscì a completare la frase, a causa di un evento talmente inaspettato da lasciarlo a bocca aperta. Eppure, Augusta lo aveva detto sul serio.
<< Perché ti amo, Hale! >>. Aveva esclamato Augusta, quasi senza pensarci.
Se ne vergognò subito dopo, arrossendo come mai aveva fatto in vita sua. Lasciarsi andare in quel modo, ma che le aveva preso? Non era quel genere di ragazza, di sicuro era stata colpa del nervosismo e dell’imbarazzo che già aveva addosso.
<< Io, ecco … volevo dire …>> balbettò, tentando di ricomporsi e di riacquisire il suo solito aspetto, invano.
Il ragazzo, di certo, non contribuì a migliorare le cose.
Su di giri, molto entusiasta di quelle parole, si avvicinò alla ragazza, fissandola insistentemente negli occhi castani con i suoi profondi occhi azzurri.
<< Ti amo anche io, Augusta. >> le disse, sorridendo. Un sorriso di felicità pura e spontanea, che avrebbe contagiato chiunque nel giro di un chilometro.
Augusta lo guardò un po’ stordita; tutte quelle emozioni estranee tutte d’un colpo non miglioravano le sue capacità riflessive e il suo autocontrollo. Gli ci vollero due minuti buoni per riprendersi e per rispondere a tono, tornando pian piano ad essere l’Augusta autoritaria e minacciosa di sempre.
<< Paciock, togli le mani da lì, o ti ritroverai la bacchetta magica su per là dove non batte il sole, chiaro?! >> disse, scandendo le parole con tono minaccioso e severo, anche se il gesto non le era dispiaciuto del tutto.
Hale, capendo che l’Augusta dolce e imbarazzata di poco prima era tornata quella di sempre, si affrettò a togliere le mani, nascondendole dietro la schiena.
<< Non so di cosa parli, io le mani le ho qua, vedi? >> rispose il giovane con fare scherzoso e allegro.
Augusta scosse la testa con aria rassegnata e sconfortata.
<< Sei un caso perso, Paciock! >> disse, spingendolo dentro casa e richiudendosi la porta alle spalle.
Hale, preso alla sprovvista, si chiese dove la ragazza volesse andare a parare. Non dovette attendere molto, prima di scoprire che cosa avesse in mente. Di certo, quello era il giorno più bello che gli era capitato e sicuramente ciò che stava accadendo non sarebbe successo per molto tempo, conoscendo il carattere della giovane.
Augusta lo aveva abbracciato di sua spontanea volontà, la testa poggiata contro il petto robusto e caldo di Hale e le braccia cinte attorno al suo corpo.
<< Se vuoi abbracciarmi, almeno fallo per bene e … soprattutto dove non ci vede nessuno…>> mormorò lei, imbarazzata e con lo sguardo fisso sulla camicia bianca del ragazzo.
Hale, riscuotendosi dalla sorpresa del gesto improvviso, la cinse per la vita e la convinse ad alzare il viso verso il suo. Le sorrise con dolcezza, portando una mano dalla vita alla sua guancia rossa e morbida, accarezzandola con dolcezza.
<< Credo che dovrò approfittare di questo momento, non credo ce ne saranno spesso, giusto? >> chiese lui con tono divertito.
<< Vedo che capisci al volo, Paciock! >> rispose lei, ma sorrideva timidamente mentre lo diceva.
Lui rise e si sporse in avanti verso il suo volto, prendendo le sue labbra tra le proprie, e la baciò con entusiasmo ed energia insieme. La strinse forte a sé, tenendola saldamente tra le braccia, sentendo premere il suo corpo contro di lui.
Augusta, spiazzata da quel bacio, rispose comunque a quell’invasione di sentimenti improvvisa. Riusciva a sentire ciò che lui provava per lei e sperava che lui riuscisse a captare lo stesso. I baci non erano proprio il suo forte.
A poco a poco il baciò si affievolì, lasciando spazio ad uno più dolce e lento, e infine solo le labbra continuavano a sfiorarsi.
Augusta, poi, prese Hale per la camicia e lo guardò dritto negli occhi con aria decisa e che non ammetteva repliche.
<< Se lo dici a qualcuno, non solo la bacchetta finirà laggiù, ma ti affatturerò così tanto che vorrai desiderare affrontare un esercito di draghi, piuttosto di me! Sono stata chiara? >> disse con tono aggressivo e molto, molto convincente.
Il giovane Grifondoro, ben sapendo che era meglio non ribattere, annuì con la testa, sussurrando un fievole sì.
Lei, soddisfatta dalla sua risposta e dalla sua intimidazione, si sciolse dal suo abbraccio e lasciò che il suo apparire tornasse quello di sempre.
<< Devo tornare, mia madre starà sicuramente aspettando il mio ritorno e vorrà sapere cosa è successo. Non una parola su tu-sai-cosa. Ci vediamo, Hale. >>
<< Tutto chiaro, a presto, Augusta. Ci vedremo presto per organizzare tutto. >>
La ragazza annuì e torno a passo calmo e sicuro verso casa sua, reprimendo a stento un sorriso, che sfoggiò appena sparì alla vista del ragazzo. 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: NevillePupp