Capitolo 22 - Cosa pensa Zoro?


La nave era silenziosa, doveva essere un bel po' tardi. Le scarpe le avevo ancora in mano, quindi salii quatta quatta il ponticello, quando mi sentii abbracciare e urlare nell'orecchio prima che potessi accorgermene:
< NAMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII ero così preoccupato per te!!!!! Dove sei stata??? Va tutto bene??? Ti è successo qualcosa????? >
< SANJI!!!! Mi vuoi forse rompere un timpano???? E vuoi svegliare tutto il paese??? >
< Ma tesoro mi stavo letteralmente sciogliendo di paura e disperazione!!! > aveva quasi le lacrime agli occhi
< Sono qui ora...ok??? > non volevo che tutti corressero a vedere cosa succedeva, volevo solo infilarmi sotto le coperte e non dare nell'occhio.
< Nami sul serio, stai bene? > ora non faceva più il cascamorto e non aveva più gli occhi a cuoricino, era serio.
< Si..ho solo fatto una passeggiata! Guarda che non sono una ragazzina che ha bisogno della balia.. >
< Non volevo dire questo!! Ma ho saputo cosa è successo..e quind.. > non lo lasciai terminare la frase
< Non è successo niente..ho solo voglia di dormire.. >
Lui capì che non era vero, dovevo avere una cera orribile, ma mi diede la buonanotte e mi lasciò defilare.


Appena Sanji rientrò in cucina Law gli chiese: < E' tornata? Sta bene?? >
< Si...tutto ok... > disse il cuoco chiudendosi la porta a soffietto alle spalle.

Qualche ora prima, Law aveva cercato la navigatrice, ma quando aveva capito che non l'avrebbe trovata e che forse lei NON voleva farsi trovare, era tornato sulla nave, sicuro che li avrebbe fatto ritorno.
Zoro non aveva dato alcuna spiegazione alla ragazza che accompagnava ed era tornato subito sulla Sunny, incazzato nero, ma non con Nami, bensì con se stesso, per averle detto quelle cose schifose.
Non le pensava, non ne pensava neanche UNA, ma quando l'aveva vista per l'ennesima volta con quel cretino e per di più con quel " vestito ", se così si poteva definire..gli era montata una rabbia dentro indescrivibile e incontrollabile! Non che le stesse male, ma sembrava una spogliarellista! Che intenzioni aveva? Era sicuro che quella sera quel medico da strapazzo non si sarebbe fermato a un semplice bacio, e lui non ci aveva più visto. Nero. Le aveva sputato quelle parole addosso per rabbia, angoscia, tutti quei sentimenti d'amore per lei repressi per troppo tempo: perchè si, l'amava. La adorava. La voleva.
Non smetteva un solo attimo di pensare ai suoi occhi, alle sue labbra, ai suoi capelli, alle sue mani, ai suoi fianchi, alle sue gambe, cavolo! A tutto!
Due anni prima, quando tra di loro c'era stata una relazione, se era quello il termine giusto, aveva voluto chiuderla immediatamente. Non voleva farle del male, non voleva distrarla dai suoi lavori e dal suo sogno ed egoisticamente non voleva " distrarsi " neanche lui.
In quei due fatidici anni di distanza ci aveva rimuginato e ripensato migliaia di volte. Non poteva torgliersi dalla testa quella notte stupenda, quando la bellissima navigatrice dai capelli rossi era stata sua. Non poteva dimenticare il suo sapore, il suo calore e, quando era stato il momento di rincontrarsi, stava per morire al pensiero di rivederla. Si era ancora più innamorato di lei quando aveva scoperto che era cresciuta, che era diventata una donna, che si era data da fare anche lei per diventare più forte, più esperta, ma lei invece? Non l'aveva minimamente considerato. Non che si aspettasse chissà che cosa, ma almeno uno sguardo, per fargli capire che tra di loro c'era ancora qualcosa. Niente.
Per non parlare di quando l'aveva vista avvicinarsi a quel Law! Avrebbe voluto ammazzarlo! Avrebbe voluto scaraventarlo a mare come cibo per pesci e farlo morire di una morte lenta e dolorosa! E quando erano sbarcati su quella stra-maledetta isola la situazione era esponenzialmente degenerata e sfuggita dalle sue mani.