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I Hope Your Poo is Good – Part I
Attenzione:
questo
capitolo
raggiunge livelli di traash imbarazzanti,
non a caso ha il compito di introdurre quello che sarà il
gran finale.
Frattanto, ringrazio tutti, ma proprio tutti quelli che continuano a
leggere questa storia e di cui purtroppo non
ho il tempo per
rispondere alle
recensioni.
Che la Cacca Rosa sia sempre con voi!
La
Cacca Rosa Luigi Gigante mi svegliò dal sonno nel
cuore della notte e mi costrinse a correre in bagno, come un
bimbominkia quando
vede il suo idolo preferito.
Considerata l’intensità della merda e la sua
durezza, dovevo capire che si
trattava di qualcosa di serio, molto serio.
Aprii la porta, richiusi la porta, mi appoggiai sul cesso e inizia il
mio lungo
rito di gratitudine ai cibi che avevo mangiato quel giorno. Giusto due
minuti
di dolori e poi comparse il mio pseudo Angelo in un elegante smoking
color
rosa, con una cravatta tempestata di piccoli WC e un diamante a forma
di culo
nel taschino sinistro.
Adorabile.
“Presumo che tu debba andare ad un evento
importante” azzardai con un sorriso,
ricevendo in cambio forti scosse di natura marrone.
“E’ per il matrimonio, idiota”.
Giusto, il matrimonio.
In quei giorni non si parlava d’altro che del matrimonio
del secolo, il primo di una lunga serie. Dovete sapere
che la Cittadella l’Upper East Side
è un piccolo paesino, quasi un buco,
dove tutti si conoscono e sanno i fatti di ognuno, per cui era facile
che una
chiacchiera facesse il giro delle bocche di ogni essere vivente del
posto. Per
quanto riguarda la cerimonia, non sapevo se esserne entusiasta o meno,
forse
semplicemente non me ne fregava un cazzo, anzi, sembrava che importasse
più
alla mia Cacca Rosa Mondana che a me.
“Come sto, stronzetto?”.
“Stai bene. Sei eccitante”.
E salterò il resto della conversazione per le solite regole
di EFP e del buon
vivere quotidiano. Fidatevi, se sapeste di cosa parlo mi ringraziereste.
In ogni caso, mancavano ancora tre mesi al matrimonio e, per il
momento, non
sembrava un problema mio.
**
“Devo dire che comincia a piacermi fare la troia”.
Pasquale, credetemi, era
tanto convinta della sua femminilità che mostrare la vagina
ai quattro venti
sembrava essere divenuto il suo nuovo sport preferito.
“Tesoro, tu sei brava, ma dovresti seriamente scegliere un
nome d’arte
diverso”. Francesca (e imparate bene questo nome) sembrava
l’unica ad aver un
po’ di buon senso in quel locale, d’altronde si
esibiva solo per i vecchi over
90.
“Perché? Cos’ha il mio nome che non
va?”.
“Beh… come spiegartelo… non so come
fartelo capire. Diciamo che è troppo, troppo…
femminile. E gli uomini che frequentano questi locali non hanno bisogno
di una
Cacca Femminile, ma hanno bisogno di una Cacca Troiesca, non so se mi
spiego”.
“Come posso chiamarmi, allora?”.
“Beh, i nomi di repertorio sono sempre quelli. Hai mai
pensato a…”
Signori e signori, signore e trans, vi
presento l’unica, inimitabile, incredibilmente
sexy… GENOVEFFA. Andiamo
piccola, sculetta bene quel sedere, facci vedere quanta merda
può defecare!
Vedere ma non toccare ragazzi, questa donna è già
promessa ad un’altra in fondo
alla sala…
Ebbene
si, mia Nonna aveva preso il vizio di
sorvegliare Pasquale tutte le volte che si esibiva. Diciamo che era
piuttosto
gelosa della sua relazione e avrebbe smembrato chiunque si fosse messo
tra lei
e la sua amata. Tutt’ora non so spiegarmi come questa storia
d’amore sia andata
in porto, però, credetemi, è passato molto tempo
e le due stanno ancora
felicemente assieme.
Quando due ore dopo il turno di Pasquale finì, lei si
rintanò nel suo camerino
dotato di una tazza color oro e diede libero sfogo alle sue
preoccupazioni.
D’altronde stava per diventare padre e doveva affrontare un
cambio di vita
radicale. Poco dopo, arrivò Blair che sorprese
l’amata a fare Diarrea.
“C’è qualcosa che ti preoccupa,
zuccherino?”. Sorvoliamo sull’ultima parola e
semplicemente andiamo avanti, grazie.
“Sono solo spaventata”.
Seguì un intenso bacio durante il quale la cacca
scivolò via nel modo più
delicato possibile…
**
Uscii
dal… beh, ormai avrete capito da dove e
due minuti dopo rientrai in… beh, sicuramente non
c’è bisogno che ve lo dica.
Quando mi sedetti sulla tazza, la Cacca Rosa Gigante comparve di nuovo
davanti
a me.
“Luigi, come credi che mi faccia sentire il fatto che ogni
volta che mi calo i
pantaloni tu compari?”.
“E tu come credi che mi faccia sentire il fatto che stai
vomitando dall’ano un
mio simile?”.
Come non detto… colpito e
affondato.
Quello scambio di battute, però, fu irrilevante ai
fini di quello che
sarebbe successo dopo. Udii il suono del campanello, poi i passi di
Serena
verso la porta, ancora la serratura che veniva aperta, il cigolio della
maniglia, lo strisciare del legno sul pavimento e… lo sparo
di una pistola.
**
Tempo di ginecologo per Blair. E, soprattutto, tempo di cattive notizie.
“Lei è incinta di due gemelli,
signorina” disse il medico scioccando tutti
nella sala, e non perché avesse rivelato la nascita di due
bambini, ma perché
avesse chiaramente chiamato “signorina” quella
vecchia baldracca di mia nonna.
Continua il 20 Ottobre con l’Ultimo Caccoso Capitolo!