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Autore: Do_Not_Touch_My_Patria    12/10/2013    4 recensioni
E' cosa rara che un Angelo Custode si innamori del proprio protetto, ma ogni volta che una simile condizione si è verificata le conclusioni non sono mai state rosee e felici.
Jehan, giovane Angelo Custode, ha fatto del suo meglio per ignorare il sentimento che prova nei confronti del solare Courfeyrac, ma adesso l'opportunità di scendere sulla Terra per potergli parlare, per poterlo sfiorare, si è fatta più vicina che mai.
Riuscirà Jehan, con l'aiuto di un demone dalle oscure intenzioni, a far sì che il suo protetto pronunci le fatidiche parole "ti amo", o il suo sentimento finirà per condurlo alla rovina?
Questo e molto altro ancora nell'ultima titanica fatica di Do_Not_Touch_My_Patria!
Genere: Angst, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo I~










Jehan aprì gli occhi di scatto.
Una forza a lui sconosciuta lo schiacciava contro il terreno. Si alzò a fatica stropicciandosi gli occhi. Che diamine era successo? L'unica cosa che ricordava erano gli occhi verdi di Montparnasse mentre gli stringeva la mano e poi il nulla più totale.
Fece per sistemarsi la tunica bianca quando notò che era sparita lasciando posto a un paio di jeans chiari e un maglione decisamente grande. Allarmato l'angelo si guardó le spalle e notò con tristezza che le sue adorate ali bianche erano sparite.
Poi si illuminò.
Era diventato umano. Montparnasse lo aveva effettivamente mandato sulla Terra... E quella strana forza doveva essere quella che gli umani chiamavano Forza di gravitá.
Dopo un profondo respiro Jehan abbandonò il vicolo dentro il quale si era risvegliato e imboccò una delle strade principali della cittá.
C'era molta gente, decisamente troppa per gli standard del ragazzo, abituato agli immensi spazi del Paradiso. Iniziò a camminare senza una vera e propria meta guardandosi in giro un po' curioso, un po' spaventato. La gente gli sfrecciava vicino ad una velocitá impressionante, cosa avevano tutti da correre?
Fu in quel momento che Jehan capì che nonostante avesse osservato gli umani per tutta la sua esistenza, non sapeva niente del loro stile di vita. Il panico sopraggiunse.
Cosa doveva fare? Dove doveva andare?
Non aveva niente se non quei vestiti e il ricordo del suo protetto piantato nella testa. E se Montparnasse lo avesse mandato in un'altra cittá? Come avrebbe fatto a trovare Courfeyrac?
Il respiro si fece improvvisamente piú veloce, mentre una strana sensazione a lui sconosciuta lo colpì alla testa. Tutto il mondo intorno a lui girava. Si portò istintivamente una mano alla fronte e l'altra alla bocca dello stomaco. Tutta quella gente e quelle paure lo stavano facendo sentire come mai si era sentito. Si appoggió ad un muro quando avvertì il tocco leggero di una mano sulla sua spalla e una voce che gli stava dicendo qualcosa.
Maledetto ronzio nelle orecchie.
Combattendo contro quella sensazione di nausea che lo attanagliava Jehan alzò lo sguardo e incontrò due occhi color cioccolato, decisamente preoccupati. Una fitta al cuore lo sorprese quando si rese conto che erano i suoi occhi.
-Ehy, va tutto bene?- domandò Courfeyrac abbassandosi leggermente per vederlo meglio in volto. L'angelo boccheggió nel tentativo di trovare una risposta a quella domanda, ma la sua mente si rifiutava di collaborare.
Da quanto tempo aveva sognato questo momento? Potersi trovare così vicino al suo protetto, poterlo toccare, poter sentire la sua voce. Non poteva credere che stesse succedendo davvero.
Dopo un attimo di esitazione riuscì a muovere almeno la testa in segno d'assenso. La lingua era completamente impastata e sentiva il volto andare in fiamme.
-Sei sicuro? Non hai una bella cera... Vieni, ti accompagno in un posto meno affollato-.
Jehan sentì il cuore scoppiargli nel petto quando Courfeyrac lo afferrò per la vita e si passó un suo braccio intorno alle spalle per aiutarlo a sorreggersi. Le gambe si fecero improvvisamente molli e nemmeno si rese conto dell'altro ragazzo che lo prese dall'altro lato aiutandolo a stare in piedi. Continuò a fissare Courfeyrac per tutto il tragitto che lo condusse in un parco, su una panchina lontano dal caos della cittá.
Ancora non riusciva a parlare troppo occupato a fissare il ragazzo che gentilmente gli si era inchinato davanti.
-Ti senti meglio?- Domandò mostrando un enorme sorriso che tolse il fiato al giovane angelo.
Jehan degluitì sonoramente riuscendo finalmente a spiccicare parola.
– S-si… Mi sento decisamente meglio. Grazie... – e un piccolo sorriso si dipinse anche sulle sue labbra, mentre le gote si coloravano di un rosso acceso.
Courfeyrac si voltò verso l’amico, e solo in quel momento Jehan si accorse della sua presenza. Era più alto del suo protetto anche se non di troppo. Anche lui aveva una testata di ricci indomabili, ma i suoi erano neri come l’abisso, tremendamente in contrasto con gli occhi azzurri che brillavano poco sotto ad essi. 
-Taire, andresti a prendere qualcosa da bere alla macchinetta laggiù?- gli chiese l’amico porgendogli una moneta e indicandogli le bibite con un cenno della testa.
Il ragazzo si avviò senza nemmeno dare il tempo all’angelo di ribattere.
-Non… Non c’è bisogno che tu faccia questo per me… Ora… Ora sto meglio!- Jehan abbassò lo sguardo imbarazzato per tutte quelle attenzioni. Non credeva di certo che sarebbe stato così semplice incontrare il suo protetto. Questo ragazzo dava decisamente troppa confidenza al suo prossimo.
-Certo che c’è bisogno! Stavi quasi per morire in mezzo alla strada, mica potevo lasciarti lì!- Courfeyrac si alzò passandogli amichevolmente una mano tra i capelli; il suo amico era tornato con una lattina di tè in mano. Gliela porse tentando a sua volta un sorriso.
Jehan l’afferrò ringraziando in un sussurro. Chissà cosa gli aveva portato, non aveva mai bevuto cose umane prima di allora… Anzi, non aveva mai bevuto, punto.
Grantaire diede una piccola pacca sulla spalla dell’amico richiamando la sua attenzione.
-Courf dobbiamo andare, la lezione inizia tra poco.- non ricevette risposta se non un segno d’assenso.
-Mi raccomando, stai qui fino a che non ti sei ripreso completamente e cerca di evitare i luoghi affollati all’ora di punta!-
Il ragazzo passò nuovamente la mano tra i suoi capelli, donandogli una leggera carezza.
Grantaire lo salutò con un cenno del capo, poi insieme si diressero all’uscita del parco lasciando l’angelo seduto su quella panchina a fissare il nulla, con il cuore a mille e nuove speranze nell’anima.
-Hai visto che occhi che aveva?- domandò improvvisamente Courfeyrac varcando il cancello del parco.
-Si, li ho visti. Inumani.- affermò Grantaire velocizzando leggermente il passo
Courfeyrac passò l’intera giornata a pensare a quel colore impossibile e a quello sguardo completamente perso. Forse sarebbe stato meglio se fosse rimasto con lui per il resto della mattinata.

Jehan rimase seduto su quella panchina per ore.
La lattina di tè ancora stretta tra le mani, lo sguardo perso in un punto impreciso del parco e uno strano sorrisetto dipinto sulle labbra. Le gote erano ancora tremendamente rosse, un po’ per l’aria fredda che percepiva sulla sua pelle per la prima volta e un po’ per quell’incontro avvenuto quella mattina.
Ancora non poteva credere a quello che era successo. Tra tutte le persone che avrebbe potuto incontrare proprio il suo Courfeyrac era accorso in suo aiuto.


Erano passati ormai due giorni da quando Jehan era caduto sulla terra e nonostante il primo giorno la fortuna gli fosse stata compagna, successivamente lo aveva completamente abbandonato.
Non aveva più visto Courfeyrac da quel giorno, e come se non bastasse i crampi della fame erano diventati insopportabili così come la tremenda stanchezza e il freddo nelle ossa che non voleva andarsene nemmeno stando tutto il giorno sotto il sole, per quanto il sole di Novembre possa scaldare.
Jehan tentava di ricordare i luoghi dove bazzicava solitamente il suo protetto, ma niente, sembrava che il vuoto più totale si fosse impossessato della sua mente.
Faceva freddo quella sera, più freddo degli altri giorni. Il cielo non era limpido e quei nuvoloni scuri minacciavano pioggia.
L’angelo si era raggomitolato sotto l’albero che gli aveva dato riparo dal vento e dal freddo della notte da quando era arrivato, ma quella sera il vento era troppo forte anche per le sue basse fronde.
Jehan tentò di riscaldarsi con le mani, sfregandosi ripetutamente le braccia e le gambe senza però ottenere alcun risultato.
La gioia che lo aveva colto incontrando Courfeyrac il primo giorno era completamente sparita, una tristezza e una solitudine infinita gli avevano colmato il cuore.
Un angelo non sa piangere, non conosce la tristezza; Jehan quella sera scoprì esattamente cosa volevano dire quelle parole.
Il cielo vide piangere un angelo, e anch’esso si unì al pianto.
Jehan tentò inutilmente di alzarsi e di andare a cercare un riparo per la pioggia, ma le sue forze non erano sufficienti a reggerlo e lentamente si abbandonò al freddo.

-Ah, maledizione! Ha iniziato a piovere!- Courfeyrac si alzò il cappuccio della felpa sulla testa, mentre tratteneva una risata nel vedere Grantaire tentare inutilmente di salvare dall’acqua i fogli da disegno appena comprati.
-Dammi una mano invece di stare lì impalato a guardare!- gli ringhiò contro l’amico mentre si infilava i rotoli di fogli sotto la giacca.
Courfeyrac si lasciò scappare una risata per poi afferrare uno dei due rotoli e infilandoselo a sua volta sotto la felpa.
I due iniziarono a correre verso il Musain, il cafè solito luogo di ritrovo, quando Courf propose di passare per il parco sperando di trovare un po’ di riparo sotto le fronde degli alberi vicino al sentiero.
Grantaire seguì il ragazzo dentro il parco tentando in tutti i modi di salvare quel poco di salvabile che rimaneva, quando qualcosa attirò la sua attenzione. Si fermò di colpo fissando intensamente il ragazzo seduto a terra avvolto in un maglione che l’artista ricordava più che bene.
-Ehy, Courf… Non è il ragazzo dell’altra volta quello?- domandò, indicandolo con un gesto della testa.
Courfeyrac indietreggiò di qualche passo, affiancandosi all’amico e portando lo sguardo al ragazzo sotto l’albero.
–Oddio, è lui…-
Nel vederlo lì sotto tutto bagnato e infreddolito gli si strinse il cuore.
Si tolse il rotolo di fogli da sotto la felpa e gli si fece vicino, inchinandosi davanti a lui.
 –Ehy! Ehy, stai bene?-
Gli poggiò una mano sulla spalla scuotendolo appena. Non ricevendo risposta lo scosse un po’ più forte per poi poggiargli una mano sul collo nella paura che fosse morto.
Si voltò verso Grantaire che subito notò una scintilla di terrore nello sguardo dell’amico.
-E’ congelato e non si sveglia. Dobbiamo portarlo al Musain subito! Joly saprà cosa fare!-
Courfeyrac afferrò il giovane nello stesso identico modo in cui lo aveva sorretto al loro primo incontro.
Grantaire imprecò e lasciò cadere a terra i suoi fogli nuovi per poi andare ad aiutare l’altro.
In meno di dieci minuti stavano varcando la soglia della saletta sul retro del Musain nel quale avevano appuntamento con gli altri.
-Joly! Abbiamo bisogno di una mano!- Gridò Courfeyrac  posando Jehan su un divanetto.
Il ragazzo accorse insieme al resto del gruppo e senza chiedere spiegazioni afferrò il polso del ragazzo privo di sensi e gli strinse il polso.
Enjolras, il giovane leader, si fece strada tra gli Amis fermandosi accanto al Centro.
 –Chi è?- domandò con il suo solito serio tono di voce.
Courfeyrac scosse appena il capo prima di rispondere
–E’ quel ragazzo che io e Taire abbiamo soccorso due giorni fa. Ricordi? Ve ne avevamo parlato.-
Fece un secondo di pausa poi aggiunse senza distogliere lo sguardo dal giovane medico che continuava a trafficare intorno allo sconosciuto.
 –Non conosco il suo nome-.
Prima che Enjolras avesse il tempo di aggiungere altro, la voce di Joly attirò la loro attenzione.
 –Bisogna togliergli i vestiti bagnati e spostarlo vicino al caminetto. Ha un principio di ipotermia, mi occorrono delle coperte.- sbottò iniziando a togliere il magione completamente zuppo di Jehan.
Grantaire, con l’aiuto di Bahorel e Bossuet afferrarono il divanetto e lo spostarono fino al camino, mettendo abbastanza vicino da fargli arrivare tutto il calore possibile, nel frattempo giunsero Courfeyrac e Combeferre con in braccio una decina di coperte.
Insieme, il Centro e la Guida, avvolsero il giovane con esse, mentre sul viso di Joly apparve un piccolo sorriso segno che il peggio era passato.
 –Ora bisogna solo aspettare che riprenda conoscenza-. 










 
Note:

Bonjour à tous!
Nel caso non ve ne foste accorti, beh... la puntualità non è il nostro forte... xD
Sappiate che il capitolo, in teoria, era già pronto da un pezzo, solo che quando Ame ha aperto il file per le ultime correzioni... metà del testo era scomparsa. Sparita. Puff!
Non vi dico gli strepiti e il nervoso che si è fatta... xDDD
Comunque sia, nonostante tutte le peripezie, eccoci qua con il primo capitolo!
Jehan è finalmente arrivato sulla Terra e... ta-daaaaan! Ecco che ha incontrato il suo Courf! Dai, Montparnasse ha fatto il bravo e lo ha spedito nel posto giusto...
Ma la vita da umano non è facile per chi ha sempre svolazzato beato in Paradiso, e il nosto angioletto se ne sta rendendo conto... Per fortuna che c'è Courf, sembra quasi che i ruoli si siano invertiti e l'Angelo Custode adesso sia lui! xD
Come andrà avanti la storia? Confesso che pure io sono all'oscuro degli sviluppi della trama, ragion per cui... stay tuned! (... Come se non le avessi mai raccontato cosa dovrebbe succedere.. Sono sempre più convinta che soffra di memoria a breve termine =3= by Ame) A Venerdì prossimo -si spera xD- con il capitolo 2! <3

Come al solito grazie mille a chi recensisce, preferisce, segue, legge, spulcia, blablabla la nostra storia. Vi vogliamo bene!!! <3 <3 <3

Au revoir et Vive la France!
Ame&Koori
  
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