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Autore: Do_Not_Touch_My_Patria    04/10/2013    4 recensioni
E' cosa rara che un Angelo Custode si innamori del proprio protetto, ma ogni volta che una simile condizione si è verificata le conclusioni non sono mai state rosee e felici.
Jehan, giovane Angelo Custode, ha fatto del suo meglio per ignorare il sentimento che prova nei confronti del solare Courfeyrac, ma adesso l'opportunità di scendere sulla Terra per potergli parlare, per poterlo sfiorare, si è fatta più vicina che mai.
Riuscirà Jehan, con l'aiuto di un demone dalle oscure intenzioni, a far sì che il suo protetto pronunci le fatidiche parole "ti amo", o il suo sentimento finirà per condurlo alla rovina?
Questo e molto altro ancora nell'ultima titanica fatica di Do_Not_Touch_My_Patria!
Genere: Angst, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prologo~












Era il tramonto quando giunse la fine.
Il ragazzo lo fissava sgomento mentre lentamente se ne andava. Non pensava che quell’avventura sarebbe finita così, forse in cuor suo sperava che, nonostante tutto, sarebbe riuscito a rimanere con lui per sempre… Ebbene, sbagliava.
Un calda lacrima gli rigò la guancia mentre un dolcissimo sorriso andò a dipingersi sulle sue labbra.
-Grazie di tutto…Ti amo.-
L’altro ragazzo cercò di afferrarlo ma i suoi sforzi non furono sufficienti.
Si lasciò trascinare dal calore e poi fu il nulla.

 

Sei mesi prima


Ci sono molte teorie riguardo il Paradiso. Alcuni credono nella sua esistenza, altri no.
Alcuni lo immaginano come un luogo di pace eterna, altri come un enorme prato fiorito, altri ancora lo vedono semplicemente come una luccicante città di cristallo.
In verità non esiste un solo Paradiso, ne esistono tanti.
Ogni essere umano degno di vedere aprire i grandi cancelli dorati, accede a un Paradiso personale, creato dagli angeli appositamente per lui.
Sogni mai realizzati, dolci ricordi, vite mai vissute, ogni angelo custode attinge ai sentimenti che risiedono nell’anima del proprio protetto per riuscire a creare il Paradiso perfetto.
Ogni Angelo Custode nasce, cresce e muore con il proprio protetto.
Anche Jehan era nato Angelo Custode.
Non appena aveva disteso le piccole ali bianche e aveva aperto gli occhi su quel minuscolo Mondo laggiù, gli avevano mostrato il piccolo bambino a cui era stato affidato.
Jehan era sicuro che mai avrebbe dimenticato quel momento. Il suo piccolo protetto era appena nato eppure non piangeva, anzi, un enorme sorriso era dipinto sulle sue labbra e le sue piccole manine afferravano tutto quello a cui riuscivano ad arrivare.
Jehan passava le giornate ad osservare quel bambino. Lo guardava mentre dormiva nella culla, piangeva, rideva, reclamava cibo.
Era sempre con lui, in qualsiasi momento della sua ancora breve vita.
Gli anni passavano e come il suo protetto, anche il giovane angelo custode cresceva.
Erano diversi, molto diversi.
Ai lunghi capelli rossicci di Jehan si contrapponeva una zazzera indomabile di riccioli castani. Gli occhi dolci dall’innaturale color verde acqua dell’angelo si perdevano sempre più spesso in quelle pozze ambrate, vispe e allegre.
Jehan era molto alto, forse troppo per la sua essenza, mentre la crescita di Courfeyrac si era fermata un po’ troppo presto.
Erano l’opposto, l’angelo sapeva perfettamente che la loro “relazione” non era come quella dei suoi colleghi: loro assomigliavano al loro protetto, lo plasmavano e lo crescevano come meglio credevano, Jehan invece no. Aveva lasciato una gran libertà al ragazzo sotto la sua protezione. Non aveva interferito nella sua vita per indirizzarlo sulla retta via. Gli aveva lasciato fare i suoi errori e gli aveva fatto conoscere le gioie della vita.
E più Courfeyrac cresceva più il petto di Jehan si riempiva di gioia e uno strano sentimento di cui non comprendeva la natura.
Avrebbe venduto la sua anima inesistente per riuscire a sfiorarlo, tenergli la mano anche solo per un secondo, riuscire a posare le labbra su quelle dolci e carnose dell’altro.
Si era forse innamorato? Quindi anche gli angeli possono amare?
Non vi era una risposta logica a questa domanda. Lui sapeva ciò che provava, e quello era sicuramente amore.

Era una mattina di Novembre quando Jehan si ritrovò a fissare Courfeyrac dormire. Era diventato davvero molto bello. Troppo preso dalle sue fantasie non si accorse che un altro angelo gli si era fatto vicino.
-Jehan, cosa stai facendo? Dovresti essere a stilare il tuo resoconto-.
Una voce dolce lo riportò con i piedi sulle nuvole. Jehan si voltò mostrando un piccolo sorriso alla donna che gli stava davanti.
-Scusa Fantine! Non mi ero accorto che era già ora del rapporto!- Si passò una mano tra i capelli, alzandosi in piedi e stropicciando le lunghe ali bianche.
-Stavi di nuovo fissando il tuo protetto?- Domandò la giovane tentando uno sguardo contrariato ma non riuscendo a trattenere un dolce sorriso.
Il rossore che inondò le guance di Jehan fu una risposta più che sufficiente.
-Lo sai che non dovresti farlo Jehan. Nessun angelo che si è innamorato del proprio protetto ha mai fatto una bella fine. È pericoloso, devi superare questa fase...- sospirò Fantine, preoccupata.
-Come se non ci avessi provato. Non hai idea di quante volte mi sia ripromesso di lasciarmi questo sentimento alle spalle, eppure quegli occhi, quei capelli, quel sorriso, continuano a popolare la mia mente. Non so davvero più cosa fare...-
Nonostante Fantine fosse un angelo di grado superiore, Jehan sapeva che con lei poteva essere sincero. Lei era l’unica a sapere di quei sentimenti che albergavano nel suo cuore. Lei lo stava ad ascoltare mentre lui esaltava quell'amore che aveva covato per così tanti anni. Certo, ogni tanto arrivava quella paternale chilometrica che lo metteva in guardia di tutti i pericoli, ma a quanto pare tutto quello che la donna diceva gli entrava da un orecchio e gli usciva, immediatamente dopo, dall’altro.

Fu quella mattina di Novembre, mentre stava andando a consegnare il suo rapporto, che Jehan passò troppo vicino ai grandi cancelli dorati oltre i quali regnavano gli oscuri esseri dell’Inferno.
Non vi era una grande separazione tra il Paradiso e l’Inferno.
Nessun mondo in mezzo, nessuna grande muraglia, semplicemente un cancello e una sottospecie di ringhiera.
Non era raro vedere un angelo e un demone conversare. A parte la loro indole subdola e malvagia erano dei gradi intrattenitori.
Jehan non si era mai inoltrato così lontano dal suo piccolo angolino d’osservazione, e nemmeno si era accorto di essere così vicino al grande cancello fino a quando una voce non lo chiamò da lontano.
-Ehy! Visetto d'angelo! Io ti conosco! Qui si parla molto di te, sai?-
Jehan si immobilizzò voltandosi lentamente. Un diavolo dai capelli neri e gli occhi verdi e penetranti gli stava facendo segno di avvicinarsi da oltre le sbarre dorate.
Rimase a meditare sul da farsi per qualche istante, poi decise di accettare l’invito dello sconosciuto.
-Come fai a conoscermi? Perché dovrei essere l'argomento del giorno nel girone dei dannati?- Domandò Jehan con un tono un po’ troppo acido per la sua persona. Sapeva esattamente che nonostante molti angeli rivolgessero loro la parola, era meglio evitare la troppa confidenza.
Il demone sorrise maligno, passandosi una mano tra i capelli, spalmandoli, se possibile, ancora di più sul cuoio capelluto

–Sei quello innamorato del suo protetto, no?-
Jehan trasalì a quelle parole. Come faceva questo sconosciuto a sapere del suo segreto più profondo? Che Fantine avesse parlato? E ora che sarebbe successo?
-C-come fai a saperlo?- domandò con un filo di voce, indietreggiando di un passo.
Il diavolo si lasciò scappare una risata profonda che fece venire i brividi al giovane angelo.
-Dovresti stare un po’ più attento a dove confidi i tuoi segreti, angioletto. Noi diavoli abbiamo orecchie ovunque, ricordalo-. Si leccò le labbra con la sua lingua biforcuta, per poi avvicinarsi maggiormente al cancello e posare le mani sulle lunghe sbarre dorate.
-Piccolo angioletto sperduto. Vorresti tanto andare dal tuo amore ma non puoi, dico bene?-
Jehan gli rivolse un’occhiata carica d’odio e fece per andarsene, quando la voce profonda del demone richiamò nuovamente la sua attenzione.
-E se ti dicessi che esiste un modo per raggiungere il tuo amore?-
L’angelo si congelò sul posto spalancando gli occhi. Aveva capito bene?
-Come, scusa?-
-Avanti, mi hai senti benissimo. C’è un modo per andare sulla Terra, anche per gli angeli. Da voi il termine usato è “cadere”-.
Rabbrividì istintivamente al sentir pronunciare quella parola. Loro, gli angeli, non la pronunciavano quasi mai. Cadere era come rinnegare la propria esistenza. Perdere la grazia e tutto quello che loro Padre gli aveva donato creandoli.
Se si decideva di cadere si veniva istantaneamente rinnegato dal Paradiso. Per sempre.
Ma soprattutto, per diventare un Angelo caduto si doveva commettere il crimine più grave che un essere celeste avesse mai potuto compiere. Si doveva uccidere. Un umano o un proprio simile, non aveva importanza la razza, ma in qualche modo ci si doveva macchiare le mani di sangue.
-Si, so cosa vuol dire. E so anche cosa si deve fare per cadere. Non sono un assassino.- sussurò con tono serio.
-Vedo che sei informato nonostante la tua giovane età. E se ti dicessi anche che io posso farti cadere per un periodo limitato senza che tu debba uccidere chicchessia?- Gli occhi vispi del demone notarono subito quel luccichio in quello sguardo dolce.
-Come puoi farlo?- domandò Jehan in risposta, lasciandosi sfuggire una nota di impazienza.
-Posso farlo e basta. Sono un demone, posso stringere patti, avverare desideri. Ma mi serve un pagamento in cambio.-
Jehan esitò un secondo prima di portare a sua volta le mani sulla ringhiera dorata e avvicinarsi maggiormente allo sconosciuto.
–Cosa vuoi in cambio? Mi hanno insegnato a non fidarmi di voi. Dove sta l’inghippo?-
-Come sei diffidente. Perché dovrei truffarti? Ascolta il mio contratto. Ti darò sei mesi di tempo. Se riuscirai a farti dire dal tuo amato la frase “Ti amo” allora potrai rimanere per sempre con lui. Se allo scadere dell’ultimo giorno quelle parole non saranno ancora state pronunciate allora tu tornerai qui e io mi prenderò la tua grazia. Un punto a me e un punto a te.- Una fila di denti bianchi apparve tra quelle labbra velenose.
Nella testa di Jehan i pensieri si rincorrevano veloci. Accettare o non accettare? Poteva essere l’opportunità della sua esistenza, oppure poteva perdere tutto quello che aveva in Paradiso.
Doveva scegliere se seguire il cuore o la ragione.
Ma quegli occhi castani che gli apparirono nella mente pilotarono tranquillamente la decisione.
-Accetto. – Affermò, stendendo una mano oltre il cancello in attesa che l’altro la stringesse.
-Affare fatto allora. A proposito, non mi sono presentato. Che maleducato che sono, non si fanno contratti prima di dire almeno il proprio nome- Con un inchino teatrale afferrò la mano che gli veniva tesa e la baciò galantemente

– Montparnasse, felice di essere al tuo servizio dolce….?-
-Jehan. Mi chiamo Jehan.-
Montparnasse si rialzò, passandosi nuovamente una mano tra i capelli scuri. Con la mano libera afferrò quella dell’angelo, stringendola appena.
Un filo argentato scaturì dal suo corpo e andò ad avvolgersi attorno al polso di Jehan, rimanendo lì come se fosse un semplice braccialetto umano.
-Buona fortuna, Jehan. Non vedo l’ora di poterti avere qui con me-. Sussurò nuovamente il diavolo puntando i suoi occhi in quelli dell’altro.
Poi per Jehan fu il buio.









 

Note:


Salve a tutti, adorati lettori!
Qui è Koori che vi parla!
Mi chiedo per quel motivo Ame mi lasci sempre a scrivere le note di fine capitolo... Cosa c'entro io? Questa storia l'ha scritta lei!
Cioè, sì, insomma, mi sfrutta biecamente...(Bugiarda! Ti sei proposta tu di scriverle! Mi fai passare per una perfida sfruttatrice! Ehi no... aspetta. Io sono una perfida sfruttatrice. Ok, vai pure avanti v.v. By Ame) 
La Mademoiselle chiede scusa se la storia non sarà bella come TAUM, ma ha l'autostima di un criceto in crisi esistenziale quindi leggete questo disclaimer e datele la soddisfazione di farle credere che siete d'accordo con lei.
Io personalmente ho adorato questa storia... <3
Ma chissenefrega delle mie opinioni personali e passiamo a commentare il capitolo! V.V
Beh, questo chiaramente è soltanto il Prologo, ergo non è successo niente di... come dire.... epocale...
Eppure...! Eppure ecco che la nostra trama inizia a delinearsi. 
Ah, Montparnasse... Piccolo diavoletto satanico... Ricordate le sue parole sibilline(?), ticordatele... -suspence-
Jehan sarà riuscito a cadere? Ce la farà a trovare il suo protetto? Questo ed altro nel prossimo capitolo! 
Ok, sembra sempre di più un televendita. Forse è il caso di piantarla qui.
Come al solito i commenti sono sempre bene accetti, siano positivi o critiche costruttive!
Grazie mille a chi ha letto! ~ <3

Au revoir et Vive la France!

Ame&Koori
  
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