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Autore: Stray    06/04/2008    7 recensioni
"Passa la storia, passano anche gli uomini che l'hanno scritta. Ma questa sabbia non vedrà mai il mare: quello che vi abbiamo scrito, non verrà mai cancellato del tutto..."
Ishvar, una guerra, l'inizio di tutto.
Quello che la Storia non ha riportato, ma che non si può dimenticare.
Genere: Generale, Introspettivo, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maes Hughes, Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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XX

Dopo tre mesi in quel luogo senza dimensione, la differenza con il mondo reale comincia a farsi sentire.

Alcune cose – anche le più stupide – della vita reale, la vita ordinaria, cominciano a mancare.

Il chiacchiericcio della gente per le strade, i colori, il caos delle città, i clacson delle auto, la folla che ti spinge nelle strade più affollate.

Le donne.

Quelle che ridono, quelle che passeggiano nei loro vestiti ondeggianti e colorati, lanciando sguardi distratti alle vetrine e ai passanti.

Quella categoria di donne che ti ispira leggerezza e vita e una promessa di attimi felici, anche se pochi ed effimeri.

Nulla a che vedere con le donne piangenti – vedove morenti, madri distrutte - negli angoli diroccati dei distretti in rovina. Ancora meno con gli strani esseri ermafroditi che si aggirano tra le tende, nelle pause tra le battaglie.

Sono creature fantastiche: soldati di giorno, femmine di notte, sotto le docce riservate, nell’angolo più appartato dell’accampamento, protette da sudici stracci appesi a mo’ di barriera dagli sguardi indiscreti e affamati dei colleghi.

Come le farfalle, la luce del giorno le trova infagottate in una crisalide mimetica, il pastrano informe e sporco della divisa, coperte dagli elmetti, nascoste sotto strati di fango, e armi e violenza.

Ma appena la sera rende la temperatura più mite – in quell’attimo del crepuscolo in cui il gelo della notte è solo una minaccia lontana, una brezza mite e leggera – si trasformano, scivolano via dalle pelli vecchie e sporche, si scoprono leggere e incerte visioni, confuse con i miraggi che la lontananza da mogli e fidanzate rendono incubi, durante il sonno dei soldati più giovani.

“L’hai sentita l’ultima?”

Maes scuote la testa ridendo, mentre si siede a fianco dell’amico, davanti alla sua tenda.

“Pare che i pezzi grossi abbiano deciso di distribuire contraccettivi alle donne dei vari reparti, per evitare incidenti di percorso. Devono aver capito che non basta una stupida regola militare, quando un uomo ha gli ormoni a palla… Mi fanno pena: è come se ammettessero di essere – e scusa il gioco di parole – impotenti davanti a una cosa come questa!”

Roy sorride, pensando a Riza: se qualcuno provasse ad avvicinarla, rimpiangerebbe di essere nato prima ancora di riuscire persino a pensare qualcosa di sconcio.

“Tranquillo, Roy: lei non è mica una stupida!”

“Lei chi?”

Maes decide di lasciare perdere. Non è più tanto sicuro se l’amico faccia il finto tonto di proposito, o non sappia davvero cosa stia succedendo, con quella ragazzina silenziosa.

“Al massimo sei tu, quello da tenere d’occhio…”

“Maes, che cavolo stai dicendo?”

“Niente…”

Non lo ammetterà mai, ma nella sua condizione di uomo fidanzato, Maes si diletta nell’osservare i goffi tentativi di corteggiamento dei suoi colleghi. In un luogo come quello non valgono gli approcci normali: si bruciano le tappe, tutto è più veloce, perché non c’è il tempo di aspettare, si muore con estrema facilità.

E’ il regno del Carpe Diem disinteressato, e amici come prima.

Alcuni pazzi cercano i fiori spinosi del deserto nelle loro pause, si graffiano le dita nel tentativo di farne dei mazzi almeno presentabili e stupire con quel gesto stupido ma romantico la prescelta: ma si sa, il maschio sentimentale – e Maes si aspetta che Roy rientri nella categoria, prima o poi: aspetta di vederselo comparire davanti con le dita sanguinanti e il mazzo di spine per la cecchina taciturna, la figlia del suo maestro, la stessa persona che si ostina a non voler chiamare amica, prima ancora che amante – piace alle donne, anche quelle in divisa, e la rada flora del deserto è già inesorabilmente in via di estinzione.

Non si può parlare di Amore: il solo concetto, la sola parola pronunciata è anacronistica in quella gabbia di matti, quel teatro di desolazione. Può solo arrivare da fuori, importato dai luoghi lontani della vita quotidiana, e come una merce di contrabbando, custodito gelosamente.

Quella terra senza più nome, quella terra senza più pietà, né gioia, né vita, non è più in grado creare nulla di simile autonomamente.

Ma – c’è sempre un ma, un’eccezione che conferma la regola, il casus experimenda che precede la rovina delle teorie scientifiche. E Maes guarda Roy come lo scienziato guarda la mutazione genetica, il risultato finale dell’evoluzione, l’ibrido inaspettato che mette in discussione l’intero concetto di scienza – forse l’anomalia è proprio davanti ai suoi occhi.

Maes è l’unico a vedere la nascita spontanea di quell’arbusto ancora debole, un’erbaccia senza identità né nome, nel ragazzo al suo fianco: non sa che genere di pianta ne verrà fuori, ma è sicuro che se l’acqua e il sole e la terra gli hanno dato vita, una ragione deve pur esserci.

“Doveva essere già rientrata cinque minuti fa: vado a cercarla…”

E come dice continuamente lui stesso, la ragione è sempre semplice.

Bonjour bonjour! Piccolo aggiornamento prima di rituffare la testa sui libri.

Intanto grazie per i commenti e scusate se arrivo come sempre in ritardo.

Questo è il primo di una serie di tre capitoli che ho scritto letteralmente uno dietro l’altro, in cui si comincia a intravedere qualcosa di più tangibile, e la distanza tra i nostri due beniamini comincia a diventare misurabile in centimetri. ^^”

Ho voluto usare il punto di vista di Maes, un po’ perché è un periodo in cui mi manca tantissimo, un po’ perché mi sembrava interessante provare a rendere i pensieri del miglior amico su questa “cosa” che sta nascendo tra i due.

Il titolo si riferisce ai cromosomi femminili (XX appunto, contrapposti a quelli maschili XY) perché il capitolo era nato inizialmente per affrontare il problema delle relazioni nell’accampamento durante una guerra. Poi da cosa nasce cosa, quindi… ^^”

Al prossimo aggiornamento, cercherò di non tardare troppo! Bacioni a tutte!!!

  
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