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Autore: xwaterfall    12/10/2013    1 recensioni
Melissa Ellis, 17 anni, ha un problema.
Non ha nessuna intenzione di partire con suo padre e la sua matrigna nella loro luna di miele...per sei mesi.
Ma quando scoprirà la soluzione al suo problema si chiederà: Ne vale davvero la pena?
Melissa dovrà vivere per sei mesi con i McKane, amici d'infanzia ma allo stesso tempo sconosciuti.
Riuscirà Melissa a non impazzire in una famiglia dove 9/10 dei suoi componenti sono maschi?
Saranno tutti in grado di superare le loro divergenze ed agire come una squadra?
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Non sono brava con le introduzione ma spero che vi abbia comunque incuriosito. :)
Storia ispirata al romanzo di Kate Brian - 7 ragazzi per me.
Questa non è una fanfiction in quanto i personaggi, gli avvenienti nella mia storia sono stati tutti frutto della mia fantasia.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 4


Se mi avessero detto che vivere con una famiglia tutta al maschile sarebbe stata un'esperienza così tranquilla (o perlomeno 'apparentemente tranquilla') di certo non li avrei creduto.
Invece era proprio questa la situazione in casa McKane.
A parte quel piccolo incidente con Adam del primo giorno, niente di particolare era successo.
Beh, escludendo il fatto che i gemelli mi avevano tenuto il broncio per un giorno intero quando avevano scoperto di dover condividere una stanza. Si erano poi resi finalmente conto di essere troppo grandi per cose del genere quindi se ne erano fatti una ragione. Adam aveva sgombrato la mia camera di tutte le sue cose quello stesso giorno.
Ero presente anch'io quando l'aveva fatto e penso sia proprio questo il motivo per cui non aveva controllato sotto il materasso. Più tardi quel giorno, mentre cercavo un nascondiglio adatto per il mio diario, ci avevo trovato una scorta di cioccolato ed un paio di riviste. Tette e culi a volontà! Ci ero rimasta male...cioè si, sapevo che i maschi in generale sono dei pervertiti dagli istinti animaleschi, però trovare ‘ste cose ti lasciano un po così... Hmm...però avrei potuto usare quelle riviste come ricatto.
Quella sera papà mi aveva telefonato da Londra. Mi raccontò di come lui e Silvie prendevano per il culo gli inglesi per il loro accento e di come avevano visitato decine di musei  e monumenti in un solo giorno. Mi venne quasi voglia di piangere ascoltandolo perché in fondo avrei voluto essere lì con lui, a ridere, scherzare e fare i turisti pazzi insieme. Mi limitai solo a dirgli quanto sia felice per lui. E lo ero, davvero.
Il resto del tempo lo avevo passato insieme a Cam e Meg, a studiare, ed a cercare di socializzare con la popolazione maschile di quella casa. Ciò sarebbe stato molto facile se i diretti interessati fossero stati più collaborativi. Invece no; non avevano il minimo interesse di fare conversazione!  Mi rispondevo con 'si', 'no' e vaghi 'hmm' ogni volta che chiedevo loro qualcosa e mi fissavano in continuazione quando pensavano non me ne accorgessi. Tutto ciò era molto inquietante. Questo riguardava soprattutto i tre ragazzi più grandi. Con i più piccoli invece stava andando meglio: quando avevo tempo giocavo con Austin e Alfie;  Aaron aveva finito Harry Potter 4 quindi gli avevo consigliato alcuni libri che io leggevo alla sua età. Seb era un tipo strano; stava sempre chiuso nella sua camera oppure usciva e semplicemente camminava da solo per ore.  Lo so perché lui ogni volta dice di uscire con gli amici ma, non lo dico per essere cattiva o altro, lui a scuola stava sempre da solo e non l’avevo mai visto in giro con amici. Era...strano.
Era arrivata domenica. Il giorno prima dell'inizio della scuola. Fuori faceva un freddo che avrebbe potuto ghiacciare un melone intero in pochi minuti, ma io stavo allegramente passeggiando in un parco vicino a scuola con Meg e Cam.
"Ti stanno studiando." Era stata la replica di Meg per tutto il pomeriggio. "Devi capirli, sono maschi! Trovarsi una ragazza in casa così, da un giorno all'altro, deve essere stato traumatizzante per loro."
"Sono d'accordo con lei." Cam non era molto d'aiuto. Speravo che magari qualcuno dell’altro sesso mi avrebbe aiutata a decifrare quei comportamenti. Cam però non pensava al maschile. "Per loro tu rappresenti una minaccia, lo squilibrio, l'eresia in cui non hanno mai creduto, la loro..."
"Fermati Cam, che diavolo stai dicendo?!" Lo squilibrio? L'eresia? "Guarda, non mi interessa neanche più. Se hanno intenzione di ignorarmi per sei mesi, lo facciano pure. Io ci ho provato."
"Invece penso che dovresti fare qualcosa. Parla con quelli idioti, prendili a botte...qualsiasi cosa! Reagisci, donna!" Mi strattonò il braccio con forza e probabilmente mi avrebbe anche fatto male se non fossi stata vestita stile cipolla, con strati e strati di vestiti.
"Lasciamo perdere."
"Invece no. Dimmi che almeno ci proverai."
"...Ok. Adesso dimmi chi sei e cosa hai fatto alla mia Megan." La mia amica era decisamente quella più timida del gruppo. Arrossiva sempre quando era al centro dell’attenzione, anche per la più stupida delle cose.
"Non so, tutta questa storia...la tua situazione...è come guardare un film. Anzi, meglio! Quindi voglio vedere un po' di azione!" Agitava le mani in aria come una pazza.
"Tu non stai bene."
"Capisco quanto la specie 'McKane' sia affascinante ma possiamo cambiare argomento adesso?" Wow, Cam non voleva più parlare di ragazzi! Scandaloso! "Meli, cos'è che abbiamo aspettato noi per mesi e che inizia domani?"
"Oh no!"
"Oh si, baby." Mi cinse le spalle con un braccio quindi fece la stessa cosa con Meg. "E quel tono? Sei te che mi hai convinto a partecipare a quel corso di ballo."
Si, mi dichiaro colpevole. Il fatto è che io sono sempre stata una fannullona ed avevo visto quel corso come una sfida. Però nel frattempo avevo decisamente trovato altre sfide quindi quel corso non mi serviva più.
"Sai che non metterò piede in quella stanza senza di te, vero? Se devo proprio umiliarmi in quel modo mi assicurerò di trascinare giù anche te visto che mi hai messo tu in questa situazione." Mi sorrise nel modo più dolce ed innocente possibile, sbattendo pure le palpebre più volte.
Sapevo che sarebbe stato capacissimo di farlo.
“Ok, ok. Tranquillo. Non ho nessuna intenzione di sprecare tutti quei soldi.” Mi ci erano voluti mesi per trovare tutti i soldi. Da sola, senza l’aiuto di mio padre. Ero molto fiera di me stessa.
Camminammo ancora per circa dieci minuti fino a quando non sentimmo anche le nostre chiappe gelare. Andammo quindi in un bar a prenderci una cioccolata calda e rimanemmo lì per quasi due ore! Si stava troppo bene al calduccio.
Tornai a casa verso le sei. Meg e Cam non avevano voluto accompagnarmi perché ‘non si sentivano psicologicamente pronti’ per entrare in quella casa.
Entrai con il mio mazzo di chiavi che Anne mi aveva dato il giorno prima. C’era troppo silenzio.  Controllai prima in cucina, poi in soggiorno senza trovare nessuno,  anche se sapevo già dove avrei trovato tutti. Nella loro casa c’era una specie di seminterrato che i ragazzi avevano trasformato in una sala giochi! La prima volta che ci ero entrata ero rimasta a bocca aperta. C’era una libreria che occupava un’intera parete; sul pavimento erano sistemati un paio di materassi coperti da una serie di piumoni e cuscini che rendevano tutto così confortevole! Ai lati di questi materassi c’erano due piccoli divanetti e sulla parete opposta alla libreria c’era una TV gigante attacata a varie console.
Era il paradiso.
E sapevo che di solito si radunavano tutti lì quando non avevano niente da fare.
Scesi piano le scale pensando al perché lo stessi facendo, quando un frase di Chris mi bloccò.
“Si certo, andiamo pure a chiederle: E’ una terza o una seconda?”
Oh oh, Meli...non devi origliare!
“Ma va! E’ evidente che è una seconda!” Adam.
“Ma hai visto quelle tette?” Chris.
Ma stavano davvero parlando di taglie di...
“Scommettiamo?” Adam.
“Ok. Chi perde laverà i piatti al posto dell’altro per una settimana.” Chris.
“Affare fatto.” Adam.
“Secondo me vi scopre e vi uccide entrambi.” Alex.
E aveva ragione! Li avrei strangolati se fossi stata nei panni della ragazza in questione. Perché i ragazzi sono sempre così...maschi?!
"Ma lei non dove saperlo. Non è ancora tornata, giusto? Non ci va molto ad entrare nella sua camera." Potevo sentire Adam che si sfegava le mani.
Qualcosa mi diceva che ero  io quella di cui parlavano. Ooh, giuro che li avrei strangolati in quel momento!
"Io continuo a pensare che la cosa finirà male." No Alex, non finirà male. Finirà MOLTO male.
"Manderemo Alfie in missione così non sospetterà niente di noi. Facile, eh?" Adam, non sai contro chi ti stai mettendo.
Non avevo bisogno di sentire altro. Salii  in fretta e silenzio le scale fino in camera mia. Mi nascosi dietro la pronta e pensai ad un piano d'attacco. Ma non era difesa quella?
Ma chi se ne importa!
Avevo alcune opzioni:
Fare la spia e dire tutto ad Anne; anzi no, questa non era un’opzione. Non mi piaceva fare la spia, mi sarei sentita in colpa.
Lasciarli fare questa cosa e far finta di niente;
Oppure far vedere loro di che pasta è fatta Melissa Ellis.
Ovviamente l’ultima.
`Hmmm...cosa posso fare?`
Non ebbi modo di pensare molto in quanto sentii qualcuno bussare alla porta. Era Alfie di sicuro.
Quando la porta fu aperta, un Alfie con aria da James Bond entrò in camera mia guardandosi intorno continuamente.
Era troppo carino!
A quel punto iniziai a chiedermi perché avessero mandato il piccoletto; come se lui sapesse dove tenevo io la mia bianch...OH MIO DIO, COSA STAVA FACENDO?
Era andato subito al cassetto giusto, senza pensarci neanche un attimo!
Quei bastardi erano entrati in camera mia!
Non riuscii più a resistere. Chiusi piano la porta andando poi in punta di piedi dietro al bimbo, che stava guardando confuso la mia biancheria. Volevano per caso traumatizzarlo?!
"Alfie?"
Quello fece letteralmente un salto dallo spavento. Mi guardò terrorizzato per un attimo poi il suo sguardo si posò sulla porta.
"Non puoi scappare, Alfie!' canticchiai mentalmente.
Gli afferai le piccole spalle e lo guardai negli occhi rivolgendogli lo sguardo più dolce che riuscivo a fare.
"Chi ti ha mandato qui?"
"Non p-posso..."
"Non dirò a nessuno che me l'hai detto, ok?"
"Ehmm..."
"Se me lo dici ti do un cioccolatino." Ecco cosa avei fatto da grande: ricattatrice di bambini.
"Otei! E' stato Adam!" Si coprì il faccino con quelle sue piccole mani.
Quel ragazzo era entrato nella mia stanza ed aveva rovistato tra le mie cose? Aveva guardato la mia biancheria?!
Non pensiamo subito male però... forse era entrato perché aveva dimenticato qualcosa o magari per riprendersi  quelle riviste. QUELLE riviste!
Volevano guerra? Eccola la vostra guerra!
"Alfie? Puoi portare ad Adam questo?" Gli chiesi mentre prendevo un foglio di carta e ci scrivevo sopra 'HAI VINTO TU, CHRIS!'. Questo voleva dire che stavo continuando il loro gioco? Speravo proprio di si, così avrebbero smesso di trattarmi con tanta indifferenza e avrebbero capito che non mordo.  Ok, forse quella non era la miglior scelta di parole ma va be’.
Tirai fuori un paio di cioccolatini ed una rivista dal loro nuovo nascondiglio segreto, cioè la mia valigia.
Avvolsi il foglio di carta intorno alla rivista per nascondere il più possibile le oscenità che avrebbero potuto traumatizzare il piccoletto, e gliela diedi. Poi gli infilai un cioccolatino nella piccola taschina dei pantaloni.
"Ecco il tuo premio, campione! Adesso devi portare questo a Adam, va bene?" Poi ci pensai un attimo. "Anzi, vengo con te." Per nulla al mondo mi sarei persa le loro facce quando avrebbero visto quella roba.
Scendemmo insieme le scale fino al seminterrato ed io mi fermai nel punto in cui avevo origliato prima, mentre Alfie entrò nella stanza dei giochi lanciandomi occhiate nervose.
Mi sentivo un po' in colpa a sfruttare così il bambino.
“Hey, hai fatto in fretta!” Adam.
“Si, tieni.”
"E bravo Alfie! ...Però questo non è quello che...oh, non ci credo!" Chris scoppiò in una risata incontrollabile mentre Alfie saettò fuori dalla stanza.
Osai guardare quello che stava succedendo: Chris stava letteralmente rotolando per terra tenendosi la pancia e con le lacrime agli occhi per le risate; Alex stava sfogliando la rivista confuso mentre Adam fissava il foglio che avevo scritto sconvolto. Perfetto.
Entrai nel seminterrato scartando un cioccolatino ed attirando l'attenzione di tutti.
"Siete così...maschi!" Mangiai il cioccolato sghignazzando come una pazza.
"Sei stata tu! Hai preso la mia roba!" Adam sembrava...sollevato?
"Sei tu che le hai lasciate lì, invece."
"Non puoi aver tenuto questa cosa nella tua stanza." Alex era passato da confuso a schifato.
"Si che posso, così come tu puoi tenere una foto di Megan Fox sotto il cuscino. E non provare a negarlo" Aggiunse in fretta. "L'ho vista con i miei occhi."
"Ricordati che devi lavare i piatti al mio posto per una settimana!" Chris finalmente aveva smesso di ridere.
“Pensavo la mamma avesse trovato quelle cose. Grazie Melissa.” Non capivo se il tono era ironico oppure sincero. Adam alzò all’improvviso la mano davanti alla mia faccia. Voleva schiaffeggiarmi?! Ma era solo uno scherzo! Io non...
“Sai, questo si chiama ‘dare il cinque’.” Era diventato decisamente ironico.”Adesso devi alzare anche tu la mano e...”
“So cosa significa, non sono stupida.” Dissi dandogli il cinque. Però in quel momento mi sentii davvero stupida ed ero diventata rossa come un pomodoro.
Figura di merda.
 
 Lunedì mattina, primo giorno di scuola.
Confusione in casa McKane.
Mi ero svegliata con quasi un’ora di anticipo per non dover fare la coda per il bagno e per poter stare un po’ di più nella doccia ma a quanto pare anche tutti gli altri avevano avuto la mia stessa idea.
C’erano ragazzi che giravano in giro per la casa mezzi nudi, bambini che urlavano perché non riuscivano a trovare quaderni e robe varie.
Cucina sovraffollata dove nessuno ci capiva più niente. Anne che stava sgridando Aaron perché non voleva indossare l’uniforme e contemporaneamente aggiustava la cravatta al Signor McKane (non riuscivo ancora a chiamarlo Anthony, nonostante me l’avesse chiesto un milione di volte).
Il caos.
E poi c’ero io che stavo bevendo il mio latte in un angolo della cucina ed osservavo la scena. Riuscivo solo a pensare a come sarei andata a scuola quel giorno. Non so perché ma mi sembrava troppo strano andare da Chris e chiedergli un passaggio. Continuavo ad immaginarmi la scena una volta arrivati a scuola: io che scendo dall’auto dei McKane aka i ragazzi più popolari della scuola, la gente che avrebbe iniziato a parlare ed a fissarmi tutto il giorno. Non mi era mai piaciuto essere al centro dell’attenzione e di solito facevo il possibile per evitare certe situazioni imbarazzanti.
Ma non avevo altra scelta, almeno per quel giorno. Cam mi aveva offerto un passaggio, ma abitava dall’altra parte della città quindi avevo rifiutato. Avevo in mente di fare un salto a casa e prendere la mia bicicletta per il giorno dopo.
“Hey, terra chiama Meli!” Chris era a due centimetri dalla mia faccia (come diavolo avevo fatto a non vederlo arrivare?!) e faceva dei gesti strani con le mani per attirare la mia attenzione. Arrossii immediatamente. “Vieni o no?”
“Si, certo.” ‘Se proprio devo.’ Aggiunsi mentalmente.
Quei dieci minuti che abbiamo fatto fino a scuola erano stati molto...silenziosi diciamo. Ero schiacciata tra Alex e Seb stile hot-dog sul sedile posteriore dell’auto; riuscivo a guardare solo davanti a me e a volte lanciavo qualche occhiata nello specchietto retrovisore e trovavo Chris che mi fissava facendo delle smorfie strane. Stavo morendo dentro dal ridere ma non osavo aprire bocca per non rompere quel silenzio.
Arrivati davanti alla scuola successe proprio quello che mi ero immaginata: occhiate strane, ragazze che mi additavano. Insomma, una di quelle situazioni in cui avrei voluto sotterrarmi.
Una volta scesa dall’auto mi precipitai dentro la scuola senza salutare gli altri. Volevo solo andare a rifugiarmi nel mio ultimo banco nell’aula di scienze.
Ed è esattamente quello che feci.
Riuscii a parlare con Cam e Meg solo all’ora di pranzo. Li trovai seduti in mensa al nostro solito tavolo.
“Ma ciao Miss Popolarità Improvvisa!”
Posai il mio vassoio sul tavolo e mi sedetti vicino a Meg. “Non è divertente, Cam sai quanto piacciono a me queste cose.”
“E tu non sai cosa si dice di te in giro!” Meg era troppo entusiasta. “Alcuni dicono che sei, cito,  ‘la nuova tipa di Adam/Chris/Alex’. Ho sentito tutte e tre le varianti.”
“Ma Adam ha la ragazza! Perché dovrei essere...?”
“Corinne del corso di storia ha praticamente fatto credere a tutti che Adam sta tradendo Chrissy con te.” Continuò Cam. “E Chrissy pensa che tu sia nuova qua, l’ho sentito dire durante mate.”
“Oh mio dio, perfetto.” Mi misi le mani nei capelli dopodiché lanciai uno sguardo al tavolo occupato dai McKane. Non so perché ma mi sentivo un po’...non so, tradita. Di certo non mi aspettavo di sedermi con loro per pranzo ma potevano almeno rivolgermi la parola. Neanche un saluto tutto il giorno.
“Tranquilla, che tra qualche giorno nessuno si ricorderà di te.” Molto incoraggiante Cam, davvero.”Non pensarci più adesso. Dobbiamo concentrarci suuuuul balloooou!”
Ah già. Non avevo voglia di fare niente in quel momento.
Cam si alzò dalla sedia e mi prese per le spalle. “Su, un po’ di vita. Ho sentito dire che il professore è un figo assurdo.” Solo questo mi mancava. Un altro maschio.
“Ragazzi, ci vediamo all’uscita.” Meg prese il suo vassoio incamminandosi verso l’uscita. “Ho educazione fisica adesso, devo scappare. Divertitevi!”
Lanciai un ultimo sguardo al tavolo dei ‘popolari’ per poi uscire dalla mensa insieme a Cam.


 

WASSUP?!
Chiedo perdono. Non ho avuto proprio tempo di scrivere questa settimana.
Ma eccomi qua :)
Il capitolo fa un po' pena, lo so. Il prossimo sarà più interessante, lo prometto.
Poooi, niente... ditemi cosa ne pensate :)

 
   
 
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