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Autore: adetiolina    13/10/2013    2 recensioni
Ziva nasconde un segreto da molto tempo, un segreto che è pronta a rivelare soltanto alla persona più importante della sua vita, che la dovrà aiutare a recuperare un rapporto che si è deteriorato con il tempo.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Eli David, Un po' tutti, Ziva David
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erano quasi otto ore che aveva portato Ziva in ospedale, gli avevano detto che avevano fatto tutto il possibile per salvare il bambino, ma ormai rimaneva loro soltanto aspettare.
Sperava che il bambino fosse forte come Ziva e ce la facesse ma i medici non gli avevano lasciato molte speranze, dicevano che c’era una forte sofferenza fetale e che il troppo stress le aveva indotto il travaglio. Se i farmaci non avessero fatto effetto, lo avrebbero dovuto far nascere.
Si sedette sulla poltrona affianco al letto di Ziva, le prese la mano e inizio ad accarezzarla delicatamente.
Non l’aveva mai vista così, indifesa, docile, debole, impaurita e disperata e non avebbe mai voluto vederla.
La vibrazione del cellulare nella sua tasca lo fece trasalire.
Guardò lo schermo era Anthony. Non aveva alcuna voglia di rispondergli, quello che era successo era in gran parte colpa sua.
Che cosa diavolo gli era saltato in mente di dirlo a Ziva in quel modo?
Il cellulare cessò di vibrare per circa trenta secondi e poi ricominciò: era Abby.
Sicuramente era preoccupata visto che sarebbero dovuti essere in ufficio un ora fa… decise di risponderle.
 
-Gibbs!- rispose uscendo dalla stanza per non svegliare Ziva
 
-Oh Mio Dio Gibbs! Mi vuoi fare morire?! Dove diavolo sei? Stai bene?- rispose lei quasi urlando, era davvero preoccupata e lui non sapeva come rispondere alle sue domande, ma aveva davvero bisogno di lei in quel momento. Di qualcuno che gli donasse la speranza ce sarebbe andato tutto bene, che Ziva avrebbe avuto il suo bambino sano e salvo.
 
-Abby, sto bene. Senti sei da sola in laboratorio?- rispose lui deciso a confidarle tutto
 
-Certo che no! Eravamo tutti preoccupati! Senti, a proposito… sai dove è Ziva? Non è ancora arrivata e non risponde alle chiamate- rispose lei su suggerimento di Tony.
Gibbs si ricordò che il cellulare di Ziva era rimasto accanto al letto dopo che aveva chiamato il 911 per l’ambulanza.
 
-Sisi è qui con me, oggi non veniamo al lavoro. Abby chiamami quando sei sola per favore- le disse
 
-Ok Gibbs. Ma state bene?- chiese lei sospettosa
 
-Chiamami dopo che ti spiego- rispose lui attaccando il cellulare.
 
 
 
Abby chiuse la chiamata ancora più preoccupata di quanto non fosse prima e si girò verso Tony e McGee che la guardavano con aria implorante.
 
-Sono insieme, non so dove, non so da quando, non so il perché.- decise di omettere il particolare della richiesta di richiamarlo quando i colleghi se ne sarebbero andati.
 
-Non può averti detto soltanto questo! Ma almeno stanno bene?- disse Tony che era più in ansia di lei.
 
-Non mi ha detto neppure questo- disse lei rassegnata – ha detto soltanto che oggi non verranno al lavoro loro due.
 
-Come non verranno?!- disse Tim preoccupato di dover passare una giornata intera solo con Tony da suo sottoposto.
Probabilmente sarebbe stato anche peggio del solito, Tony era nervoso e nonostante cercasse di fare il vago non riusciva a nascondere bene i suoi sentimenti.
 
-Pivello forse è meglio se torniamo al lavoro! Abbiamo un caso da risolvere!- disse Dinozzo dirigendosi verso l’ascensore.
 
-Arrivo- disse McGee con aria rassegnata, sapendo che avrebbe passato una giornata da inferno.
 
 
 
Intanto Gibbs era rimasto sulla soglia della stanza di Ziva, ad ascoltare il battito regolare del cuore del piccolo prodotto dai macchinari. Sentirlo così regolare lo tranquillizzava e lo faceva sperare.
Il suo cellulare, dopo poco che lo aveva riposto, ricominciò a vibrare.
 
-Gibbs vuoi dirmi che succede?- rispose Abby dall’altro lato
 
-Siamo in ospedale…- non riuscì a continuare che la scienziata iniziò ad urlare interrompendolo
 
-Come in ospedale? E cosa ci fareste in ospedale? Perché non me lo hai detto subito!- urlò lei con il cuore in gola.
 
-Abbs… se mi lasci parlare ti spiego! Ziva è incinta…- non riusciva a finire nemmeno una frase!
 
-Come è incinta? Da quanto? Di chi soprattutto? Ma non mi hai ancora detto perché siete in ospedale!- non era più tanto sicuro di avere avuto una buona idea.
 
-ABBY!! Se non mi lasci finire chiudo la chiamata! È la quinto mese e ieri sera si è sentita male, non sanno se riuscirà a tenere il bambino- disse lui riuscendo finalmente a spiegarle la situazione.
 
-Oh Gibbs, ma lei è forte, anche suo figlio lo è, ce la faranno vedrai e poi hanno te a proteggerli. Vedrai che staranno bene entrambi- era in questo che sperava quando aveva deciso di dirle tutto.
 
-Abby non dirlo a McGee e Tony, OK?!- disse lui, nonostante si fidasse di lei
 
-Certo! Acqua in bocca… ma posso venire a trovarla? – disse lei
 
-Stanza 256 reparto di ginecologia, 3° piano al Sibley Memorial Hospital- disse lui –Grazie Abbs-
 
-Prego, arrivo appena posso- rispose lei chiudendo la chiamata.
Iniziò a chiedersi chi lo sapesse oltre a lei e le balenò nella mente l’immagine di Annaelle.
Negli ultimi tempi si sentivano molto spesso, nonostante la differenza di età si capivano molto bene ed avevano instaurato un bel rapporto.
Sapeva che era tornata in America qualche settimana prima, abitava vicino a New York con il suo patrigno e lavorava per conto del Mossad, così decise di informarla dell’accaduto.
 
Buongiornooooo <3, come va?
 
Rispose quasi all’istante
 
ABBS <3 <3 io sto benissimo tu?
 
Io sto bene ma ti scrivo per un altro motivo L Ziva è in ospedale, ha avuto problemi con la gravidanza.
 
Che genere di problemi, dovrebbe essere soltanto al quinto mese!
 
Mmmh di preciso non lo so… so che tu e lei eravate molto vicine prima che tu te ne andassi.
Così se vuoi andarla a trovare è al Sibley Memorial Hospital, reparto di ginecologia 3°piano, stanza 256.
 
Grazie mille Abby <3 sei unica <3
 
Appena ricevuto il messaggio Annaelle avvisò l’aereoporto che sarebbe dovuta decollare con il suo Jet entro un’ora. Avvisò il pilota e prese un taxi.
 
Dopo due ore era atterrata senza problemi a Washington e con un taxi si fece accompagnare al Sibley Memorial Hospital, il viaggio durò circa mezz’ora e Annaelle non potè fare a meno di pensare a quanto le fosse mancata quella città, ma soprattutto a quanto le fosse mancata la sua mamma.
Le mancava il bacio della buonanotte, le lunghe chiacchierate sui ragazzi che le piacevano, sugli attori. Il non essere mai sola quando tornava a casa, aveva sbagliato ad andarsene e ora se ne rendeva conto.
Ma aveva una persona da proteggere ,in Israele prima e ora a New York, quella persona per cui sua madre aveva tanto pianto mesi orsono perché la credeva morta tra le sue braccia.
Ma lei aveva previsto tutto e aveva scambiato Eli David con un sosia e lui era stato messo sotto la protezione di soltanto due agenti: lei e Adam .
Solo loro due erano a conoscenza che Eli era ancora vivo.
Ed eccola arrivata davanti all’ospedale in fretta entrò e si diresse verso dove si trovava sua madre.
 
 
 
Intanto Ziva si era risvegliata dal sonno, e agitata aveva chiesto come stava suo figlio.
Al suo fianco aveva trovato Gibbs che con calma le aveva spiegato come stavano le cose e le aveva detto che lui per lei ci sarebbe sempre stata.
Così iniziarono a parlare sino a quando Gibbs non si ammutolì guardando la porta da cui provenì un flebile –shalom-
Ziva si girò lentamente sino a vedere la figura slanciata appoggiata alla porta, con i lunghi capelli biondi che le ricadevano sulle spalle.
 
-Annaelle, amore mio, cosa ci fai tu qui?- disse Ziva presa dalla gioia tanto da dimenticare che Gibbs non sapeva del suo passato.
 
-Cosa ci faccio secondo te?- rispose la ragazza sorridendo e avvicinandosi al letto della madre e baciandola in fronte –cosa combini? Ti lascio sola qualche mese e guarda dove ti ritrovo!-
Rispose sorridendo
 
-Ziva io ne approfitto per tornare a casa e farmi una doccia, tra un po’ dovrebbe arrivare anche Abby, io sarò qui il prima possibile ok? Non fare scherzi!- disse Gibbs recuperando il suo cappotto e dirigendosi verso la porta.
  
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