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Autore: MusicAddicted    13/10/2013    5 recensioni
Cosa accade quando i ‘cavalieri di Cydonia’ incontrano gli dei di Asgard? Che il delirio abbia inizio! BellDom/Thoki e chissà che altro!
Tratto dal capitolo I:
' Tom sussultò, quando lo vide avvicinarsi, impugnando quello strano scettro.
“Che.. che vuoi fare?” balbettò, agitato, cercando di comporre un qualsiasi numero al telefono.
“Tu hai un cuore...” disse Loki, posando delicatamente al centro del petto dell’umano la punta del suo scettro che si illuminò d’azzurro, emettendo un suono sinistro. “E anche un’agenda.” sorrise, guardando la scrivania.
Per un istante gli occhi di Tom diventarono dello stesso colore della luce emessa dallo scettro, poi tutto sembrò tornare alla normalità, anche se forse qualcosa era cambiato.'
UN CONSIGLIO: leggetela solo se conoscete entrambi i fandom, altrimenti ci capireste poco o nulla e sarebbe solo una perdita di tempo.
SPECIAL GUEST del capitolo II: Tony Stark! ^^
AVVISO del 26 07 14: NON SO QUANDO AGGIORNERO' PERCHE' SONO ENTRATA UN PO' IN CRISI D'ISPIRAZIONE (e, lo ammetto, mi sto perdendo dietro altro ) MA POI TORNO, GIURO , ANCORA SCUSA MA E' PIù FORTE DI ME!
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy, Tom Kirk
Note: Cross-over, Nonsense, What if? | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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Buonanotte molto tardaaaa
Grazie infinite a tutti voi che seguite e/o commentate, significa mooooooolto per me ^^
Non mi dilungherò in chiacchiere, ho la febbre, il che mi giustifica sia per gli errori forse presenti (poi rileggo/correggo), sia  per la pazzia del seguente capitolo , LOL:
 
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Capitolo II: Guiding light (?)

“Bene, se avete finito con le vostre patetiche lagne, direi che ce ne possiamo andare via da qui.” commentò Loki, aprendo la valigetta che aveva con sé ed estraendone il prezioso contenuto.

“Hey, domina-menti, prima di portarci tutti quanti a BizzaroLandia, almeno aspetta un attimo!” alzò la mano Tom, con fare insolitamente autorevole, tanto da sbalordire Loki.

“Mi hai incasinato il cervello, ti sei divertito e ti ringrazio tanto!” proseguì il media-manager, in un misto fra cinico e sarcastico. “Fatto sta che ora mi hai causato un grosso guaio in agenda e noi non ci muoveremo da qui fino a quando il sottoscritto non avrà posto rimedio al danno che tu mi hai arrecato!” concluse la sua filippica, spazientito, estraendo il suo inseparabile iPhone, pronto a darsi da fare.

“Glen, sono io, per la serata di beneficienza è successo un gran casino, non ti posso dare i dettagli, ma mi devi aiutare... “ esordì, per poi allontanarsi dal suo ristretto pubblico, per poter parlare più agevolmente, mentre camminava nervosamente avanti e indietro.

Loki continuò ad osservarlo frastornato, seppur in silenzio.
Matt e Dom avevano deciso di raggiungere il loro amico mentre parlava al telefono, perciò Chris, rimasto solo, si avvicinò a Loki, valutando se fosse o meno una mossa saggia dargli una pacca sulla spalla.

“Ti credi tanto capetto, ma non conosci il nostro Tom!” ridacchiò il bassista.

“Forse non lo avrei mai dovuto liberare dal mio controllo mentale!” borbottò il dio delle Menzogne, facendo ridere il suo interlocutore.

Una volta conclusa la conversazione telefonica, i tre fecero ritorno.
“Ora sì che ce ne possiamo andare!” dichiarò il fotografo.

“Ce ne andiamo perché io dico che ce ne possiamo andare!” sbottò Loki.

“Tu, capetto con lo stupido nome che pare abbia anch’io per strane ragioni, reggi questo e voi datevi la mano fino a formare un cerchio. Tu, coi bei capelli, darai la mano a me!” li istruì Loki, allungando la maniglia del Tesseract a Tom.

“Hey, te l’ho già detto, il mio nome non è stupido!” brontolò Tom, dando la mano a Chris che a sua volta la diede a Dom.

“Almeno il tuo di nome lo conosce. Non si è nemmeno preso la briga di chiederci i nostri!” si lamentò il biondo, prima di stringere la mano di Matt.

“Non importa, mi piace esser chiamato Bei Capelli!” ridacchiò il frontman, prendendo la mano protesa di Loki.

Non appena anche l’ultimo contatto fu stabilito, il congegno s’illuminò di un’intensa luce azzurra che li avvolse tutti, facendoli svanire.

Riapparvero tra i bagliori della stessa precedente luce blu, ma stavolta lo scenario davanti ai loro occhi era totalmente diverso.
La prima cosa che non poteva sfuggire allo sguardo era un enorme, maestoso cancello dorato che marcava il confine di quel meraviglioso regno.

Posto a guardia di quel confine c’era un’imponente figura, che li scrutava con occhi diffidenti, occhi che miscelavano il rosso con il dorato.
La sua innata diffidenza era rivolta soprattutto a chi di quel regno bene o male faceva pure parte.

“Loki!” esclamò il custode, con tono solenne.

“E’ rincuorante sapere che ti ricordi ancora il mio nome, caro vecchio Heimdall!” replicò il dio più giovane. “Del resto, immagino che non si possa scordare facilmente chi ti congela quasi a morte, eh?” ridacchiò, rivangando il passato.

Heimdall non lo degnò nemmeno di una risposta, rivolgendosi ai visitatori.
“Chi sono questi?” domandò.

“Ti sembrano Giganti di Ghiaccio, forse? Guarda che l’ho perso quel vizio!” ribatté con strafottenza il dio degli Inganni, mentre i quattro Midgardiani assistevano immobili e ammutoliti a quel botta e risposta.

“Chi sono?” reiterò impassibile Heimdall

“Non sono alleati di nessun regno ostile, se è questo che ti cruccia. Fanno parte dell’occorrente che mi serve per preparare la festa.” spiegò Loki, sbuffando.

“Hey, nessuno ci ha mai definito ‘occorrente’. Per tua informazione, hai sequestrato una band che sulla Terra gode di un successo planetario e ...” puntualizzò Matthew, offeso nel suo immenso ego.

“Silenzio!” lo ammonirono all’unisono Loki e Heimdall, con lo stesso tono scocciato.

Per tutta risposta, l’orgoglioso frontman sussultò e si nascose dietro a Chris, che da sempre considerava la sua roccia, la sua fortezza e un rifugio dove cercare riparo dalle cose spiacevoli.
E infastidire due dei potenti saliva di diritto nella top three nella sua personale classifica delle cose spiacevoli.

Dominic si avvicinò cautamente al guardiano plurimillenario.
“Hey, amico, sai, io ho una batteria che ha delle parti dorate. Secondo te, starei altrettanto bene con un outfit dorato come il tuo? Devo dire che ti slancia un casino, per non parlare di come ti mette in risalto quegli occhi... “ disse con tutto l’aplomb che si confà a un buon Inglese.

Heimdall si limitò a rivolgergli un’occhiataccia così glaciale che anche Dom corse subito dietro a Chris, che in quel momento, più che il bassista della band e il loro migliore amico si sentiva di più la mamma chioccia di quei pulcini indisciplinati e combina guai.

Heimdall tornò a rivolgersi al giovane dio.

“Non mi piacciono!” sentenziò con voce baritonale.

“Oh, non piacciono nemmeno a me, stanne certo. Però mi servono. E’ diverso.” precisò sprezzante.

“E’ bello sentirsi così benvoluti quando si è turisti in terre straniere!” borbottò sarcstico Tom, mentre progettava già nella sua mente tutte le riprese e le foto che avrebbe fatto di quel posto.

Chris nemmeno prestava troppa attenzione a quel che stavano dicendo tutti.
Lui stava facendo ben altre importanti considerazioni nella sua mente.
 
- Non mi sono spaccato! Nessuno si è spaccato! grazie a Dio! Beh, grazie al mio Dio, ma un po’ grazie anche a questo, in fondo. –  ponderava, tastandosi le spalle, le braccia e i muscoli, conscio di due minute presenze rannicchiate dietro di lui, ancora in stato di semi shock.
 
“Cosa mi dici del mio stupido fratellastro?” riprese il discorso con il guardiano il dio delle Malefatte, fingendo disinteresse.
 
“E ancora in giro per i pianeti a cercarti. Ne ha già perlustrati due interi.” rispose Heimdall.
 
“Quello stupido!” sghignazzò il moro. “Ottimo. Questo mi dà il giusto tempo per tutto. Ora, se non ti dispiace, sistemo il mio occorrente.” aggiunse, portando via i suoi ospiti, o forse i suoi ostaggi, sotto lo sguardo indispettito del custode millenario.
 
“Sono tutti così ospitali qui?” domandò ironicamente Matthew, riprendendosi e acquisendo più sicurezza nelle sue azioni.
 
“Se incontraste madre, lei vi trascinerebbe a un banchetto di benvenuto che farebbe allestire in vostro onore, riempiendovi di tutte le leccornie possibili, e non accetterebbe alcun rifiuto!” spiegò Loki con un sorriso.
 
“Bene, allora dov’è questa gentile Signora?” chiese Chris, che tutto sommato avvertiva un certo languorino.
 
“Non accadrà. Non stasera almeno. Adesso vi sistemo nelle vostre stanze e mi accerterò che non possiate uscire da lì a causare danni in giro!” ribatté scorbutico il dio del Caos.
 
“Stai scherzando, vero? Io voglio fare un giro del regno. C’è così tanto da vedere qui!” protestò Tom.
 
“No, non sto scherzando. Voi ve ne starete qui, buoni, buoni. Non ho tempo per voi adesso e in più voi necessitate di riposo. E soprattutto ne necessito io!” insistette Loki. “Insomma abbiamo attraversato i regni, non siete provati dal viaggio?”
 
“Mi prendi in giro?” scoppiò a ridere Dominic. “Hai una vaga idea di quante ore di aereo o tour bus ci sorbiamo quando siamo in tour o dobbiamo rilasciare qualche intervista? Questa è stata una vera pacchia a confronto. Magari potessimo sempre viaggiare così!” sfoderò un sorrisone entusiasta.
 
“Non è possibile!” borbottò fra sé e sé Loki, mentre, percorrendo un sentiero opportunamente isolato, li conduceva a un complesso di quattro stanze che evidentemente doveva aver fatto allestire per l’occasione.
 
“A noi ne serve una soltanto!” ammiccò Matt, stringendo Dom a sé, romanticamente.
 
Il biondo gli sorrise dolcemente e i due cominciarono a guardarsi come erano soliti fare, vale a dire escludendo il resto dell’universo.
 
“Uh!” sussultò Loki, capendo... e anche sottilmente invidiandoli un po’. “Ok, fate un po’ come volete.” fece spallucce. “Dimenticavo: qualora cercaste di uscire non ci riuscireste, perché ho circoscritto le vostre stanze in un confine magico che non potete varcare, se non su mia concessione.” sogghignò l’ingegnoso dio, con disappunto profondo dei suoi quattro interlocutori, avviandosi all’uscita.
 
“Loki?” lo chiamò Tom.
 
“Che altro c’è?” si voltò seccato l’interpellato
“Però non è un po’ strano? Mi hai raccontato che quando hai lasciato il tuo regno, sei andato alla Stark Tower a riprenderti il tuo scettro.” cominciò il fotografo, attirando così l’attenzione del suo interlocutore. “Quindi lì Tony Stark esisteva davvero, come il resto degli Avengers, suppongo.”
 
“Dove vuoi arrivare?” ridusse i suoi grandi occhi smeraldini a due fessure il bel dio.
 
“Quando sei venuto a cercare me, sei finito in un posto dove le cose che ti sono successe non sono altro che dei film interpretati da attori... “ continuò Tom.
 
“Attori che, per qualche inspiegabile ragione, sono esattamente identici a voi.” sottolineò Chris.
 
“E’ vero.” borbottò Loki.
 
“Che cosa può significare?” domandò Dom, incuriosito.
 
Tutto a un tratto, Matt fu colto da una grande illuminazione.
 
“Forse che il Governo ci vuole nascondere verità scomode e quello che è accaduto è accaduto sul serio, ma loro ci hanno fatto un lavaggio di cervello generale, facendoci credere che si sia trattato solo di film? E gli attori non sono veri attori, ma sono i reali supereroi ...o supercattivi.” fece una  pausa, rivolgendosi a Loki, che sembrò apprezzare il gesto. “Che fanno solo finta di essere tali. E’ una copertura infallibile, un alibi di ferro. E’ la regina di tutte le cospirazioni!” si esaltò il frontman, gesticolando come un forsennato.
 
“Deduco che questi siano gli effetti dello stancante viaggio che hai dovuto affrontare e ora stai delirando!” sentenziò Loki, guardandolo con qualcosa di molto simile alla compassione.
 
“No, Loki, nessun effetto post-viaggio. Lui è sempre così!” alzò gli occhi Tom.
 
“Se non peggio!” aggiunse Chris, ridacchiando.
 
“Perché non mi volete credere? E’ la più pura verità, dovreste solo aprire un po’ di più gli occhi e...” borbottò il frontman, risentito.
 
“Matteh, tesoro, non puoi sempre cercare una spiegazione logica a tutto.” gli diede una pacca di conforto Dominic. “A volte la logica non esiste, le cose accadono e basta. Anche le più improbabili.” proseguì.
 
“Non è vero. C’è sempre una logica. In tutto.” obiettò Loki, facendosi più pensieroso. “E ora che ci penso meglio, il Tesseract non si è illuminato della solita luce blu, quando sono atterrato nella vostra città. Era una luce rossa.” rivelò, passandosi frustrato una mano fra i capelli corvini di media lunghezza.
 
“Credi che un semplice cambio di luce sia così rilevante?” sbuffò Matthew, scocciato nel vedere così brutalmente bistrattata quella che lui considerava la più brillante delle sue teorie.
 
“Sì. E molto. E so anche chi può aiutarmi a capirci qualcosa in più. Ammesso che il Tesseract mi porti ancora lì.” farfugliò Loki. “Voi restate qui e riposatevi. Ci rivedremo domani e dovrete lavorare sodo.” aggiunge imperioso l’affascinante dio, uscendo.
 
“Credo che seguirò il consiglio di Loki. In effetti sono esausto!” sbadigliò Chris, salutando gli amici e dirigendosi nella sua stanza.
 
“Me ne vado nella mia stanza anch’io, ma più che dormire, voglio riuscire a capire se c’è un modo per connettersi al web anche qui!” borbottò Tom, armato del suo fido iPhone, congedandosi.
 
Dom entrò nella sua stanza, che era quella che i due amanti avevano deciso di condividere.
 
“Beh, che si fa?” domandò allusivo Matt, raggiungendo il grande letto con un balzo, per poi togliersi giacca e scarpe.
 
“Si dorme. Che altro vorresti fare?” replicò il batterista, seguendo il suo esempio.
 
“Ma come? Non vuoi fare sesso planetario?” insistette il frontman, strusciandosi contro di lui, voglioso.
 
“Non stasera. E poi ho dimenticato la mia faff bag a casa! Posso solo ricorrere a un lungo sonno di bellezza e tu non me lo impedirai!” impose risoluto l’altro.
 
“Guarda che il processo di invecchiamento non lo potrai arrestare in eterno.” ridacchiò il moro.
 
“Bells!” sbottò Dominic.
 
“Rilassati. Guarda che se ti arrabbi troppo potrebbe spuntarti una ruga!” rincarò la dose Matthew, dispettoso come un gatto.
 
“Ne ho abbastanza. Questa è la goccia che fa traboccare il vaso. Fuori di qui!” sfuriò il biondo, buttandolo giù dal letto e spintonandolo  fino a fargli raggiungere a ritroso la porta.
 
“No, dai, Dommie, farò il bravo, te lo prometto!” si ravvide Matt, restio all’idea di passare la notte da solo.
 
Che si trattasse di una camera d’Hotel o di un pianeta che fino al giorno prima riteneva potesse esistere solo nell’immaginario collettivo della gente, per Matt non faceva differenza alcuna: voleva Dominic con sé. Sentire il suo calore riscaldargli le mani e i piedi che lui aveva sempre gelati, sentilo spingersi contro di lui nei suoi spostamenti nel sonno, sentirlo emettere quel leggerissimo russare che aveva un che di infantile; ma soprattutto osservarlo mentre dormiva o incontrare il suo viso sorridente a pochi centimetri dal suo, non appena riapriva gli occhi il mattino dopo.
 
Matthew desiderava fortemente avere ancora tutto questo, ma Dominic non sembrava disposto a concederglielo.
 
“Oh sì, farai il bravo. Non ne dubito. Ma lo farai nella tua stanza, non qui.” precisò Dom, spingendolo oltre la soglia. “E per la cronaca, Mattie, è sesso quando io sono con uno dei miei amanti occasionali o tu con la tua diva di Hollywood. Tu ed io facciamo solo l’amore!” precisò, punto sull’orgoglio, prima di sbattergli la porta in faccia e lasciare il suo partner tanto basito quanto insoddisfatto.
 
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“No, Steve, è inutile che insisti, non ti vengo a trovare mentre sei in missione.” borbottò Tony al telefono. “Sì che sei molto valoroso, no che non sei un eroe solo grazie a una provetta di laboratorio ...e sì, mi manchi anche tu. E queste affermazioni che mi stai estorcendo ti costeranno care, soprattutto l’ultima!” mormorò, con tono più suadente.
 
“Signore, temo che abbiamo visite.” li interruppe Jarvis.
 
“Ti richiamo.” sussurrò Tony, riattaccando. “Visite a quest’ora? Non dev’essere nessuno di amichevole.” dedusse il plurimiliardario.
 
“Beh, Signore, l’ultima volta che è stato qui, Lei ha fatto un volo dalla finestra di un numero considerevoli di metri.” replicò l’ingegnoso congegno elettronico.
 
“Oh, lui?! Ma davvero?” ridacchiò sorpreso il suo ideatore.
 
“Dovrei farlo entrare? Anche perché sembra molto intenzionato a farlo in ogni caso.” lo avvertì Jarvis.
 
“Sì, procedi pure. Del resto mi sentivo solo stanotte!” fece spallucce il geniale inventore.
 
Pochi minuti dopo, Loki fece il suo trionfale ingresso, con lunghi passi ben distesi, vestito come quando lo aveva visto a Stoccarda.
 
“Piccolo cervo!” lo salutò festoso Tony, facendo alzare gli occhi al dio facilmente irritabile. “Ti avviso subito che ho fatto riparare le finestre, quindi non ho alcuna intenzione di vederle infrante di nuovo!” aggiunse.
 
“Non accadrà stavolta. Difficile da credere, ma non ho intenzioni ostili.” fece un sorrisetto Loki.
 
“Hai ragione. E’ difficile da credere!” ribatté Tony, avviandosi all’angolo bar. “Un drink? L’ultima volta che sei stato qui non l’hai accettato.”
 
“E non lo accetterò nemmeno stavolta.” rispose Loki, per poi osservarlo un po’ confuso. “Ma... non hai nessuna brusca reazione? Del resto sono le quattro di mattina!” borbottò, perplesso.
 
Tony fece spallucce.
 
“Che vuoi che ti dica? Ormai non dormo più da molto tempo.” ammise il Midgardiano, a denti stretti.
 
“Incubi legati ai Chitauri, eh?” dedusse il perspicace dio del Caos.
 
Stavolta fu Tony a guardarlo frastornato.
 
“Ma tu... come?”
 
“Ci sono passato anch’io. A dire il vero, ci sto passando ancora. So com’è.” replicò l’Asgardiano.
 
I due si fissarono empaticamente. Era strano per entrambi trovare qualcosa che li accumunasse. Li faceva sentire in qualche modo....legati.
 
Infatti non furono necessarie ulteriori parole sull’argomento.
 
“Allora, me lo dici perché sei qui?” cambiò argomento Tony.
 
“Intanto per restituire questo. Ho detto che l’avrei fatto.” disse Loki, consegnandogli il suo scettro.
 
“Uh, ma che bravo. Pare che la mamma ti abbia insegnato a mantenere le promesse!” commentò sardonico Tony, prendendo in consegna la temibile arma. “Comincio a credere sul serio che tu stavolta non abbia intenzioni ostili. Allora, l’altro motivo per cui sei qui qual è? E perché il tuo Super Paparino ti ha lasciato a piede libero?” lo interrogò.
 
“Quello non è mio padre!” ringhiò Loki. “Quanto al resto...”
 
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“E così ora vuoi sapere se il tuo giocattolino che viaggia nello spazio è difettoso!” riassunse Tony alla fine del riepilogo da parte del dio.
 
“Esattamente.” disse Loki, porgendogli con fiducia il Tesseract, perché lui lo esaminasse.
 
“Bene, credo che per questa cosa avrò bisogno di un consulto!” rifletté il Midgardiano, estraendo il suo tecnologico cellulare per aprire una videoconferenza con una determinata persona. “Prima che tu me lo chieda, lui è a Londra al momento, quindi nessuna brusca reazione da Midgardiano svegliato nel cuore della notte!” ridacchiò Tony.
 
“Anche perché lui è l’ultima persona dalla quale vorrei reazioni rabbiose!” borbottò Loki, irrequieto.
 
“Ti brucia ancora, eh?” ridacchiò Tony, attendendo che la videochiamata iniziasse.
 
“Pronto?”
 
“Hey, Bruce, fratello di scienza! Sono io. Non indovinerai mai chi è qui con me e di cosa ha bisogno.” esordì il geniale inventore, prima di dargli tutte le dovute informazioni.
 
I due iniziarono una discussione con tanti di quei termini strettamente tecnici e un linguaggio così scientifico/fisico che Loki non riuscì a coglierne nemmeno un decimo di quel che si stavano dicendo. E sì che lui era uno assetato di conoscenza.
 
Tuttavia, capì che stavano parlando del suo Tesseract e la cosa gli bastava.
 
“Sì, Bruce, è quello che pensavo anch’io, ma volevo comunque il tuo parere. Ti ringrazio.” lo congedò Tony.
 
“Caro il mio viaggiatore interspaziale, ti spiego in breve cos’è successo. Quando sei venuto a prendere lo scettro ti sei spostato dal tuo regno a questo, così come hai fatto ora ... e fin qui tutto okay.” cominciò e Loki annuì.
 
“Ma quando sei andato alla ricerca di quella band, per trovarli sei finito non solo nel loro regno,ma addirittura nella loro dimensione, che è parallela alla nostra. E’ solo lì che li avresti trovati. Hai fatto un viaggio nel viaggio.” gli spiegò.
 
“Oh. Sapevo che il Tesseract fosse molto potente e avesse un potenziale infinito, ma... attraversare le dimensioni!” si stupì il bel dio.
 
“Già. Pare che il tuo giocattolino sapesse di cos’avessi bisogno, anche meglio di te.” gli fece l’occhiolino Tony.
 
“Non mi è solito farlo, ma... ti ringrazio... cuore anomalo!” borbottò Loki, indicando la luce azzurra pulsante che proveniva dal centro del petto dell’umano, facendolo ridere.
 
“Non così in fretta, Piccolo Cervo!” lo fermò, prima che potesse far ritorno al suo regno.
 
“Che cosa c’è?” si accigliò l’Asgardiano.
 
“Cos’è questa storia che nella dimensione in cui sei atterrato le nostre copie sono tutti attori?”
 
TBC
 
 
è deliratamente (??) delirante , lo so, e non smetterà di esserlo XD
 
Posso dire che Matt che sfotte Dom sul fatto di invecchiare e Dom che si inviperisce li trovo molto IC? XDD l’ho detto.
 
Per il resto, aspetto di sapere che ne pensate voi, suvvia, non siate timidi, ditemi anche le peggio cose XDD
 
notte..  :X
 
 
 
 
 
 
   
 
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