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Autore: La Dame Blanche    13/10/2013    1 recensioni
Un'altra storia vera: il resoconto delle mie vacanze estive anno per anno; ovviamente non ricordo benissimo i particolari di ciò che successe anni fa, ma TUTTO ciò che ho scritto è la pura verità. Il campeggio esiste, i miei amici sono reali, veramente ci conosciamo da una vita, anche se per la maggior parte di loro ho usato i soprannomi che uso quando ci parlo. La dedico a tutti loro, e al nostro amato campeggio La Vecchia Torre di Gallipoli.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Me, myself and I'
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Memories_    ANNO 2008
 
Il 2008 per me è un' estate particolare; l'estate della mia rinascita, se vogliamo. Una delle due a cui ripenso con maggior piacere e divertimento.

Ci vuole però, stavolta, un minimo di antefatto. Con Luca era da tutta la primavera che non andava molto bene, che andava avanti per abitudine e forza d'inerzia: litigavamo troppo spesso perchè lui si sentiva, senza alcuno scopo o senso logico, semplicemente per consumare i 100 messaggi giornalieri, con Camilla la triestina, conosciuta anni e anni prima in vacanza e mai più rivista; aveva avuto il coraggio di lasciarmi il giorno in cui morì mio nonno e di tornare a riprendermi il giorno dei funerali, in giugno, e la faccia tosta di stare in vacanza studio in Irlanda per due settimane, senza farsi sentire una sola volta, raccontando a tutti che eravamo in pausa (anche se questo ovviamente l'ho scoperto dopo e per vie traverse). E come se tutto ciò non bastasse, tornato dall' Irlanda, affermando di non essere in grado di mettere +39 davanti al mio numero di telefono, pretese che io disertassi il campeggio e rimanessi a casa, da sola, perchè era tanto che non ci vedevamo. Ovviamente, non presi neanche in considerazione la proposta, e partii più offesa e delusa che mai, con mia madre che considerava sprecato un giorno se non mi diceva almeno una volta:

"Ma lascialo! Cosa ci fai con uno così?"

Il fatto è che io non avevo coraggio, e mi sembrava di non avere neanche un motivo sufficientemente valido.                                           Sia benedetta la vacanza in campeggio che me ne fornì uno più che valido.
Per tutti questi avvenimenti, arrivai in campeggio sentendomi come un evaso dai Piombi; anche se Elsa sarebbe arrivata una settimana dopo, anche se Julin si era portata un'amica, ero talmente contenta di essere di nuovo qui, libera e senza nessuno con cui litigare o di cui schifarmi per come andava in giro vestito, che mi pareva di camminare ad almeno 10 cm da terra.

Arrivai il sabato, e fin dalla domenica mattina, scoprii che io e Fra eravamo le più mattiniere del gruppo; per questo e per altri motivi, quell'anno ci attaccammo molto: passavamo il tempo ad ascoltare i Sonhora insieme, io le confidavo di Roby e Vincenzo e lei di Fabio.
La domenica sera, che sarebbe stato inoltre anche il mio anniversario dei 18 mesi, con i miei andammo a mangiare al ristorante vicino al campeggio, dove Luca mi tenne al telefono venti ore inutilmente, mentre intanto la mia pizza si freddava nel piatto; ero sempre più insofferente nei suoi confronti. Verso le dieci, tornammo in campeggio e io raggiunsi Michela e Fra e le altre in sala giochi, dove mi presentarono Roby, un ragazzo del mio anno, leccese, che era venuto per qualche giorno anche l'anno precedente, che aveva trascorso a farsi gli occhi dolci con Erika. Io non me lo ricordavo appunto perché ero impegnata a star dietro a Luca. Era proprio carino: alto, biondino, con gli occhi verdi, forse un po’ troppo magro. Ci fu un pesante scambio di sguardi e mezze parole tra noi, quella sera, che mi lusingò alquanto.
Tutto sembrava concorrere a rallegrarmi la vacanza: avevo Fra e Michela, Renato non mi faceva più un grosso effetto, Erika doveva ancora arrivare, ero finalmente lontana da Luca,..... e Roby, che l'anno prima stava con Erika, mi aveva guardata in modo molto esplicito.
Ed era solo il primo giorno!

                                                                                                 *

Il lunedì pomeriggio conobbi i compagni di Roby: era venuto in tenda con le sue due cugine, Eli e Giorgia, suo cugino Andrea e un amico, Simo, e aspettava Vincenzo, il suo migliore amico, che sarebbe arrivato il giovedì insieme a Marco; li avevano sistemati dove una volta io mi mettevo col carrello tenda. Si erano già dati parecchio da fare: Giorgia stava con Mauri, che era tornato per qualche giorno ed era riuscito a litigare di nuovo con la sicurezza, facendosi perfino dare una lanternata in testa, fatto che portò il padre alla completa e definitiva rottura con il direttore, ed Eli aveva un mezzo inciucio con Renato. La svolta fu la sera, mentre cenavo, intorno alle 20.

Ero d'accordo di passare da Michela per le 21.30 per andare insieme in sala giochi; stavo appunto finendo di mangiare, quando mi arrivò un messaggio di Luca, che non sentivo dal pomeriggio. Il messaggio diceva che lui riteneva opportuno avvisarmi che il giovedì sarebbe andato a Trieste a trovare Camilla e a fare un pò di mare, e che sarebbe tornato il venerdì sera, dormendo da lei; inoltre, mi informava, non ci vedeva nulla di male, perché come io ero al mare con i miei amici, lui trovava giusto andarci con i suoi. Allora, tralasciando il fatto che i miei sono davvero amici, mentre per lui quella lì era più o meno nessuno, non esisteva minimamente che lui andasse a trovarla e a dormire da lei; mia madre, più tardi, disse che appena letto il messaggio fulminai l'albero che avevo di fronte. Comunque, decisi all'istante che non avrei tollerato una cosa del genere, < lo lascio >, mi ricordo che pensai; anche se a lui non dissi nulla, risposi solo, prendendolo in contro piede, dato che si aspettava quantomeno un mio messaggio avvelenato, < Fai come ti pare >, e lo ignorai per tutta la serata; durante la quale, tra l'altro, scardinato ormai l'ultimo, debole e insulso impedimento rappresentato da quello che per quanto mi riguardava non era più il mio ragazzo, misi da parte ritrosia e timidezza e mi dedicai a far capire a Roby che ero sia libera che ben disposta. L'unico problema stava nel non far andare le cose troppo velocemente, perché avevo deciso che avrei lasciato Luca soltanto dopo il suo ritorno da Trieste, quindi il venerdì: questa dilazione perché lo conoscevo, e sapevo che, se da un lato non mi avrebbe mai fatto le corna, dall'altro si sarebbe vendicato, se l'avessi informato della sua ritrovata condizione di single prima che lui partisse. Si può dire quindi che più che una disponibilità al corteggiamento il mio era equilibrismo.

                                                                                              *

La mattina dopo informai sia Michela che Fra dei miei programmi, e loro furono talmente d'accordo con me che si proposero addirittura per aiutarmi a preparare il discorso che gli avrei fatto: ero talmente delusa, talmente arrabbiata e schifata che non volevo dimenticarmi neanche una delle critiche che volevo muovergli, volevo riversargli addosso tutte le cose che non gli avevo mai fatto pesare o rimproverato in un anno e mezzo. Trascorremmo quindi tre piacevolissime mattinate in spiaggia a cercare il modo migliore per fargli notare difetti e mancanze; al pomeriggio, invece, continuavo la mia opera di conquista rallentata andando dai leccesi e passando il tempo da loro: una volta facemmo la ceretta a Simo; inoltre legai molto anche con Eli.

Intanto continuavo a non rispondere a Luca, che persisteva nello scrivermi chiedendomi se ero arrabbiata, rinfacciandomi che non gli dicevo più , nel chiamarmi a tradimento a tutte le ore. Il mercoledì sera decidemmo di andare al Cafè del Mar, un locale vicino al campeggio; non mi ricordo chi venne, di sicuro quasi tutti; comunque, io dovevo tornare prima degli altri, perché mia madre smise di mettermi il coprifuoco più o meno al mio 25esimo anno d'età, e Roby fu talmente carino che venne via con me per non farmi fare la strada da sola. Camminavamo piano, parlando, molto vicini, quando mi prese la mano col pretesto di ammirare il mio smalto rosso; compiacente e lusingata, non la tirai via appena esauriti i commenti sulle mie unghie; arrivammo alla sua tenda che ancora ci tenevamo per mano, e quando capii che ad un minimo incoraggiamento da parte mia mi avrebbe baciata, mi tirai indietro, molto spiacente ma ferma nel mio proposito di non mettere le corna nemmeno a uno che di fatto era il mio ex.

                                                                                               *

Il giovedì pomeriggio fu abbastanza burrascoso: il ragazzo di Michela, in vacanza ad Ibiza da una settimana, la lasciò con un SMS; ero molto dispiaciuta per lei, ma sinceramente mi stupii che resistette ben una settimana; in più, il patatrac accadde proprio ai campi da calcio, dove con lei, Fra e Julin eravamo andate a vedere la solita partita di calcio a 5 Napoli vs Resto Del Mondo che i nostri amici mettevano in piedi: ovviamente tifavo per il Resto Del Mondo, dove giocavano Miki e Renato. Ero seduta a bordo campo praticamente in braccio a Roby, quando arrivarono Fiore e Kikka tutte contente dicendo che la sera sarebbe arrivata Erika; mi montò subito l'ansia, e di sottecchi guardai Roby per spiarne la reazione, ma lui ascoltò la notizia tranquillamente, intervenendo nella discussione solo per dire che in serata sarebbe arrivato anche Vincenzo, il suo migliore amico. Mi bastò pensare che mi mancava una sera soltanto per essere libera per tranquillizzarmi del tutto.
Tornai in bungalow che erano quasi le otto, e mi preparai in fretta perché i miei amici giocavano la finale del torneo alle nove, e noi ragazze non potevamo mancare. Mi presi solo il tempo per telefonare a mia suocera: mia mamma aveva infatti avuto un'idea brillante. Tutta tranquilla, con voce innocente, col suo telefono chiamai a casa di Luca, e mi rispose il padre:

"Ciao Flavio, sono la Sophie, potresti passarmi Luca? Perché non mi risponde al cellulare.."

Interdetto, non sapendo che fare, dato che il figlio era momentaneamente a Trieste, scaricò la faccenda nelle mani della moglie e me la passò:

"Ciao Roberta, c'è Luca per favore? Perché non mi risponde al cellulare..."
"Eh... è via sai..."
"Ah si?? E torna tra poco? E' andato via con Marco?" dissi tutta innocente, trattenendo una risata.
"Eh, no... è andato a Trieste a trovare una sua amica... ma non te l'aveva mica detto?" mi rispose esitante.
"Ah!! E' andato dalla Camilla quindi?" mi accertai.
"Si si da lei.." replicò, contenta di sentire che poteva parlare.
"Ah ok.. no mi aveva accennato una cosa del genere, ma non pensavo che alla fine sarebbe andato, sa che mi da fastidio..."                                       
"Eh no poi è andato.."
"Ma quando torna?" mi informai.
"Eh domani sera, penso che prenda il treno sulle otto di sera..."
"Ah! Ma dorme lì quindi??" dissi, fintamente stupita.
"Eh si.." Poverina, sentiva che c'era qualcosa che non andava ma non capiva cosa!
"Ah ok, allora lo chiamerò domani, grazie!" e riattaccai.

Appena arrivai con Michela ai campi da calcio, scambiai con Erika un saluto reciprocamente svogliato, ma appena vide Roby venirmi incontro senza degnarla di uno sguardo, nei suoi occhi l'indifferenza divenne aperta antipatia; Roby mi presentò Vincenzo, il suo migliore amico appena arrivato, che mi fece un'ottima impressione: moro, con gli occhi neri, meno alto ma più muscoloso di Roby, era davvero davvero bello, anche se in maniera diversa da Roby: se Roby era carino e dolce, Vincenzo aveva più l'aspetto del figo di turno, del cattivo ragazzo.

Finito il torneo andammo tutti all'Havana a prendere la crepes, eravamo davvero un gruppo numeroso. Ad un certo punto mi accorsi che invece che camminare tra Michela e Fra come al solito, ero fiancheggiata da Roby e Vincenzo, il quale iniziò a parlarmi:

"E insomma Sophie quanti anni hai?"
"16, come Roby.. Tu invece?"
"Uno in più... Domani mattina che fai?"

Rimasi un attimo interdetta: che domanda era? Siamo in campeggio, cosa si fa la mattina se non andare al mare? Per di più, queste domande mi puzzavano di secondo fine, e se non volevo essere scortese, non volevo neanche dare a Roby l'impressione di essere troppo amichevole.

"Andrò in spiaggia, credo... Cosa vuoi che faccia al mare?"
"Beh, io la mattina dormo, per esempio.. Per che ora vai? Magari ti raggiungo"

A questo punto iniziavo a preoccuparmi: Vincenzo diventava sempre più esplicito; di sicuro Roby non gli aveva detto niente, primo perché non ne aveva avuto il tempo, secondo perché in realtà non è che ci fosse chissà cosa da dire.

"Eh, per le dieci di sicuro sono là.. Quando vi svegliate mi raggiungete" proposi avendo cura di usare il plurale.
"Mattiniera la ragazza! Dammi il tuo numero va..."

E adesso? Non avevo alcun motivo di rifiutarmi, dato che era un amico, ma vedevo Roby sempre più immusonito. Per di più, anche a me piaceva Vincenzo, ed ero ben contenta che ci provasse; iniziavo a mangiarmi le mani per essere stata così esplicita con Roby da non potermi più tirare indietro, e benedivo Luca che, avendo programmato il viaggetto per il venerdì, mi aveva trattenuto dal dare via libera a Roby.
La scena migliore fu quando venne l'ora, per me, di tornare in campeggio; all'una e mezza mi alzai dicendo che tornavo a casa, e Vincenzo disse davanti a tutti:

"No dai resta ancora! Tra poco ti accompagno a casa io, rimani ancora un po’!"

Scambiai uno sguardo angosciato con Michela, che con un unico cenno mi indicò Roby già mezzo alzato per accompagnarmi, Erika che fumava dalle orecchie e tutto il resto del gruppo in aspettativa: tutti si erano accorti della situazione tra me e Roby; senza dispiacermi troppo (in fondo a me piaceva anche Roby, anche se Vincenzo mi ispirava diversamente), salutai tutti e mi avviai verso il campeggio insieme a Roby.

                                                                                             *

Il giorno dopo era il grande giorno, ero elettrizzata, e fui un po’ delusa, quando scesi in spiaggia, di trovare solo Michela e Fra, delle ragazze, piene di aspettativa; le altre, non c'erano proprio; perfino Miki e Renato, che come tutti sapevano tutti i fatti miei, si dimostrarono interessati. Di quelli di Lecce ovviamente non c'era neanche l'ombra.
Verso le undici e mezza, Fiore scese in spiaggia coi capelli sciolti, come una regina scortata da Erika e Kikka, e si diressero subito tutte in acqua; noi le raggiungemmo e avemmo una sorpresa: era piena di succhiotti sul collo. Michela pretese subito di sapere e lei, soddisfatta, raccontò di essere tornata al camper alle quattro, di essere stata in spiaggia... con Vincenzo! A questa notizia tutte mi guardarono, dato che avevano notato il comportamento di lui la sera prima, che poteva definirsi perlomeno ambiguo, se non opportunista, come confermò lui poi; ma l'unico effetto che mi fece fu il farmi pensare di aver travisato i segnali che lui mandava, e di avere comunque Roby.

                                                                                               *

Il pomeriggio passai dai leccesi a vedere se Eli o Roby volevano venire in spiaggia, perché le ragazze stavano tutte ancora dormendo, ma trovai solo Simone che mi disse che Roby dormiva e che Vincenzo ed Eli stavano facendo il bagno. Li raggiunsi. Appena in acqua, Eli mi venne incontro e insistette che stessi con loro, anche se non ne avevo molta voglia dato il comportamento di Vincenzo; eravamo lì da circa venti minuti quando arrivò Miki che manovrò le cose in modo da portarsi via Eli, per cose sue, lasciandoci lì da soli. Vedendo che aveva lo stesso sguardo furbo della sera prima, mi arrabbiai e iniziai la schermaglia:

"Ho sentito che avete fatto tardi ieri sera.." buttai là.
"Eh si.. Penso che saranno state le 4" si vantò.
"Si, Fiore diceva che si è divertita un sacco.." continuai, ed ebbi la soddisfazione di vederlo trasalire.
"Ah si?.. ehm... ma non siete mica amiche voi due vero?"
"Oh si invece, ci conosciamo da 4 o 5 anni sai.." proseguii sadicamente.
"Ah?? Bene.." rimase senza parole, evidentemente preoccupato da questo fattore che non aveva calcolato.

Decisi di buttare alle ortiche i giochetti e andai dritta fino in fondo:

"Anche a lei hai chiesto il numero, o eri troppo impegnato a fartela?"
Lui si girò subito, preso in contro piede, anche se mascherò subito mettendosi a ridere, e mi si avvicinò:
"Sei gelosa per caso?"
"Io?" domandai indignata, "Certo che no!"
"E allora cos'è questo comportamento?" mi disse, e si avvicinò ancora di più.
"Quale comportamento?" ero impegnata a indietreggiare senza inciampare negli scogli, quindi non mi uscì niente di più intelligente.
"Questo.." concluse, mi prese per un braccio e mi baciò, lì, in mezzo al mare, alle tre del pomeriggio, con circa tre quarti di campeggio in spiaggia.

Quando mi lasciò andare, stupidamente gli chiesi:

"E Fiore?"
"Fiore? E' stato solo perché tu eri andata via" rispose con una faccia tosta incredibile.

E io, invece di indignarmi per la mia amica, o per la sua cafonaggine, fui talmente lusingata nel sentire che lei era solo un tappabuchi, una riserva, da perdonargli il comportamento da stronzo e fregarmene di cosa avrebbe detto Fiore. A mia discolpa, devo dire che avevo 16 anni ed ero tutta gasata dalla faccenda di Luca, non stavo ragionando.

Mi dovette importare di cosa avrebbe detto Fiore quando la vidi, dalle braccia di Vincenzo che mi stava portando in spiaggia in braccio, ancora con l'asciugamano in mano, circondata dalla sua corte, nera di rabbia. Cercando di mettermi su una faccia preoccupata e desolata, magari con un pò di rimorso, le andai incontro le spiegai cos'era successo, riferendo anche parola per parola il discorso di Vincenzo, preferendo rinunciare al tatto piuttosto che alla schiettezza. Lei giustamente si arrabbiò con tutti e due, non mi rispose e si sedette con le altre lontano da noi; io ero troppo su di giri per prendere con la dovuta considerazione la situazione, e pensai che prima o poi le sarebbe passato: in fondo, non era colpa mia, e lui non era il suo ragazzo. Lo stesso pensai di Roby: non c'era stato niente tra noi, non poteva pretendere niente, e se lui non aveva ritenuto di raccontare a Vincenzo quello che stava succedendo, voleva dire che in realtà non c'era niente. No?

No, evidentemente: dopo un'ora Roby fece una comparsata in spiaggia, scoprì cosa era successo e se ne andò; Fiore era ancora zitta sul suo asciugamano. Allora, per testare l'aria che tirava, le proposi di accompagnarmi alle docce, pensando che rifiutasse; invece mi accompagnò, e in assoluta falsità mi disse che non ce l'aveva con me e che non gliene fregava niente di Vincenzo; ma io più di scusarmi per una colpa che non avevo non sapevo che fare, quindi fu in piena tranquillità che andai con tutto il gruppo a salutare la partenza di Fabio. Francesca era disperata, e anche a tutte noi venne la lacrimuccia, e seguimmo la macchina che andava a passo d'uomo verso il cancello, meditando di metterci davanti per impedire che se ne andassero, fin quando papà Franco si stufò e ci disse di andarcene, chè tanto sarebbero partiti comunque.
Mesti, uniti dal cordoglio, ce ne tornammo in spiaggia; pareva che lo sconforto avesse fatto dimenticare a Fiore di essere arrabbiata con me, infatti lei e le altre ricominciarono a comportarsi come al solito.

                                                                                                   *

Quella sera era il mio momento; con Michela, Julin e Fra avevo preparato un lungo ed esauriente discorso, che decisi di trasformare in messaggio: Luca non si meritava neanche i soldi della telefonata. Cenai presto, perché alle nove e mezza iniziava il torneo di beach-volley, a cui avrei partecipato con Andrea, Roby e Renato, e quindi avevo anche poco tempo. Alle otto gli scrissi e lui rispose ; passati i 15 minuti, gli scrissi quel bel messaggio chilometrico, preparato con tanta cura, che ebbe una risposta veramente meschina, in confronto alla mia verbosità e complessità, che d'altronde denotava lo scarso quoziente intellettivo dell'autore: a tre pagine di recriminazioni, rimostranze, esaltazione di difetti e di mancanze, qualche insulto e la schietta dichiarazione dei miei sentimenti inesistenti nei suoi confronti, lui rispose con < cosa vuol dire mi stai lasciando?> . Al che mi rifiutai di proseguire questa conversazione e utilizzai meglio il mio tempo preparandomi per andare a giocare la mia partita; ai campi da beach trovai i miei compagni e affidai a Michela il mio cellulare, che nel frattempo aveva continuato a squillare. Gasata com'ero, la vittoria fu facile; i complimenti del pubblico, e le 7 chiamate perse da parte di Luca, mi convinsero a fare trentuno e proposi un bel bagno serale, che alla fine facemmo solo noi che avevamo giocato, mentre gli altri ci guardavano dalla spiaggia.
Luca nel frattempo continuava a chiamare: dopo averlo ignorato per quattro o cinque chiamate, gli risposi distaccata e indifferente alle sue lacrime, dicendogli che non mi interessava quello che aveva da dirmi, pregandolo di lasciarmi in pace. Avevo appena fatto in tempo a mettere giù, che il telefono squillò ancora e Michela esclamò:

"Fammici parlare!"

E da lì iniziò quella che fu una vera e propria stronzaggine da parte mia: il mio telefono passò di mano in mano, tutti dicevano qualcosa a Luca, ma il meglio arrivò quando, per l'ennesima volta, Luca chiamò e rispose Vincenzo:

"Senti la vuoi finire di telefonare? Stiamo in spiaggia a fare il bagno, e Sofia non può stare al telefono con te, si deve divertire con me... Non siete più insieme, quindi vedi di finirla e di lasciarci divertire!!", corredato da Miki e Renato che urlavano "Sophie vestiti!!" come sottofondo.
Quella sera non ero in me; anzi, è meglio dire che non sono stata in me per tutto agosto: lasciare Luca mi aveva come dato alla testa.

                                                                                    *

Il weekend proseguì tranquillo, se tranquillo si può definire il weekend di un gruppo in cui due migliori amici non si parlano, due che fanno finta di essere amiche, Mauri che protesta di essere stato stuprato da Giorgia, ed Eli che rimbalza da Renato a Miki a Daniele, il cugino di Michela. Diciamo che la situazione si era stabilizzata.

Il lunedì poi arrivò pure Elsa, che venne subito aggiornata sugli sviluppi avvenuti in sua assenza e sulla passione sfrenata di Fra per Fabio, che però non voleva ancora accorgersi che lei gli moriva dietro da tipo due anni.
Il lunedì sera però accadde che Eli venne a dirmi che non trovavano Roby dal pomeriggio; io ed Elsa iniziammo a cercarlo e lo vedemmo sulla panchina vicino ai campi da tennis; lo raggiungemmo e scoprimmo che stava piangendo; scambiandoci uno sguardo, ci sedemmo ai suoi lati e cercammo di capire cosa fosse successo.
Dopo un pò, Elsa riuscì a farlo parlare:

"Non è niente, è che Vincenzo mi ruba sempre tutto, ce l'ha sempre vinta lui!"

Al che io ci rimasi davvero male; feci capire ad Elsa di lasciarmi sola con lui e lei si alzò; non ricordo cosa ci dicemmo, ma ricordo benissimo che alla fine, un po’ per senso di colpa, un po’ per tenerezza, lo baciai. Presi addirittura l'iniziativa.
Questo era un ottimo palliativo momentaneo, ma aggravava la situazione: che cosa avrei fatto??

Per fortuna Roby mantenne la promessa e non disse nulla a Vincenzo, che però il mercoledì sera iniziò a sospettare qualcosa: avevamo organizzato una grigliata in spiaggia, e quando Vincenzo mi mandò a prendere la lampada alla sua tenda, Roby venne con me e tornammo dopo un quarto d'ora; appena mi sedetti vicino a Vincenzo e lui mi prese per mano, Roby si mise all'altro mio lato. Vedevo che era in allerta, ma non disse mai niente: continuò a cercarmi, a stare con me, a chiamarmi monella come prima.

Il giovedì arrivò Gloria, l'ex di Vincenzo, un'altra spina nel fianco; ero gelosissima, e per tutto il pomeriggio ero stata costretta a sopportare che Vincenzo stesse con lei perché ero stata occupata con Elsa, Eli e Julin a organizzare la festa a sorpresa di Roby, che il giorno dopo avrebbe compiuto gli anni; alla fine riuscii a levarcela dai piedi solo la sera, quando convinsi Vincenzo a seguire Fiore e Marco, con cui lei stava da qualche giorno, a prendere le crepes.

                                                                                                 *

Venerdì. Compleanno di Roby, mio ultimo giorno di vacanza, penultimo per i leccesi; la ciliegina sulla torta me la regalò Gloria, che andò non so dove e non si fece vedere per tutto il giorno.
Peccato che gli avvenimenti della sera abbiano cancellato i ricordi della giornata.

Il piano era che tutti si facessero trovare in spiaggia, dove i ragazzi avevano preparato i tavoli per la torta e le bibite, alle nove e mezza, ad aspettare me, che dovevo passare da Roby verso le dieci meno quindici e attirarlo, con una fantomatica passeggiata, in spiaggia.
I primi segnali che qualcosa non andava per il verso giusto li riscontrai, appena giunta in prossimità delle tende dei leccesi, in Elsa ed Eli, che invece di essere nascoste al buio in spiaggia, pronte a cantare Tanti auguri!, mi correvano incontro, ben in vista, gridandomi:

"Torna indietro! Torna indietro!"

Interdetta, mi bloccai sul posto e chiesi spiegazioni:

"Ma cosa fate qua?! Perché non siete in spiaggia? Se continuate a urlare Roby vi vede!"
"No no, vieni via, non farti vedere, è successo un casino.."
"Ma cos'è successo? Spiegatemi!"
"Si, ma prima spostiamoci, non devi farti vedere.."

Ma fummo interrotte da Simone che correva verso i bagni pubblici con del ghiaccio in mano; cercai di fermarlo ma mi scansò gridandomi:

"Fatti spiegare da loro, devo andare da Roby!"

Se prima ero incerta e quasi divertita, adesso ero davvero preoccupata.

"Ma insomma, mi dite cos'è successo?"

Finalmente Elisabetta si degnò di spiegarmi:

"Allora, eravamo tutti alle tende e ci stavamo preparando, Simo era già in spiaggia a sistemare le cose, quando Roby è uscito dalla sua con la maglietta che aveva l'altro giorno, e Vincenzo gli ha detto < Ma cambiati, è il tuo compleanno!> e Roby, invece di ignorarlo come al solito, gli fa < Fatti gli affari tuoi tu, che sei talmente occupato con quella troia della Gloria che non ti accorgi neanche di quello che ti succede sotto al naso!>; allora abbiamo cercato di cambiare discorso, ma Vincenzo gli si è avvicinato e gli ha chiesto < Cosa vorresti dire?> e Roby gli ha risposto < Che io faccio quello che voglio, con chi voglio!>"

Qui la interruppi perché non ero riuscita a trattenere un gridolino; lei riprese:

"Allora, c'è stato un momento di silenzio paralizzato, poi Vincenzo ha preso Roby per la maglia e l'ha scaraventato sopra la tenda di Simo, che ovviamente è crollata; poi Vincenzo se n'è andato per la spiaggia con Gloria, Simo, che dalla spiaggia aveva sentito il casino e aveva visto la tenda afflosciarsi, è tornato qui mentre noi aiutavamo Roby ad alzarsi e ci siamo accorti che sanguinava da uno zigomo. Volevo venire a chiamarti ma non volevo allontanarmi da lì in caso fossero tornati tutti e due contemporaneamente, e per fortuna stava passando lei per andare in spiaggia, e la stavo mandando da te per avvisarti."

Inorridita, dispiaciuta per Roby e incazzata nera con Vincenzo, che oltre ad avergli rovinato il compleanno aveva avuto anche il coraggio di sparire in spiaggia con quella là, iniziai subito a pensare:

"Ragazze, niente panico. La festa la facciamo lo stesso, che Vincenzo rimanga pure in spiaggia con quell'altra; Eli, vai a vedere se è tutto pronto e portati gli altri in spiaggia; Elsa, vai a chiamare Miki, Julin, Renato eccetera; a quelle che stanno dall'altra parte, Fiore, Michela eccetera mandate un messaggio; io raggiungo Roby in bagno, vedo come sta e poi lo porto in spiaggia.."

Mi diressi ai bagni pubblici e ci trovai sia Roby, con un occhio nero, sia Simo, che gli tamponava lo zigomo e mi guardava male: in fondo, ero io la causa di tutto.
Mandai avanti Simo e cercai di sistemare Roby, mentre mi facevo raccontare cos'era successo; lo portai in spiaggia facendo il giro più lungo e, un po’ per metterlo di buon umore, un pò per vendetta verso Vincenzo, ci baciammo.
Arrivammo al buffet che Roby sorrideva, e iniziammo in ritardo quella festa un po’ improvvisata; eravamo talmente tanti, che nessuno si accorse che, oltre a Vincenzo e Gloria, all'appello mancava anche Andrea.

Ci rendemmo conto del fatto solo una mezz'oretta dopo, quando lo vedemmo correre sul bagnasciuga verso di noi, gridando: "Mi ha rotto il naso, mi ha rotto il naso!"; fece appena in tempo ad arrivare vicino a noi che si accasciò per terra; dopo due secondi di silenzio raggelato, ci avvicinammo e vedemmo che non solo aveva perso gli occhiali e sanguinava, ma aveva davvero il naso rotto.
Thias, in quanto il più grande, prese in mano la situazione e gli chiese:

"Dov'è?"

Nessuno chiese di chi si parlava; Andrea indicò l'altro capo della spiaggia e tutti i ragazzi, Thias in testa, corsero lì in fondo; dopo aver aiutato Andrea, anche io li seguii, insieme a quasi tutte le altre; quando arrivammo, vedemmo Thias che teneva Vincenzo per il colletto della camicia e gli urlava addosso:

"Tu non puoi venire nel nostro campeggio e fare un bordello simile! Chi ti credi di essere? Lo sai che gli hai rotto il naso? Lo sai che hai distrutto una tenda, rovinato la serata a tutti?"

Ma Vincenzo, invece di rispondere, provò a farci a botte; né Miki né Renato intervennero; ma quando vidi Gloria dietro Renato che urlava addosso a Thias non ci vidi più e marciai verso di lei, decisa a farla stare zitta. Peccato che lei non era dell'avviso, e iniziò a urlarmi dietro:

"E tu! Che cosa vuoi ancora? E' tutta colpa tua, e ancora stai qua? Ma non ti vergogni?"

E allora, invece di urlarle dietro di rimando, iniziai prenderla a schiaffi, e non so come sarebbe finita se non ci avessero divise.

Comunque, alla fine della fiera, Vincenzo e Gloria ritornarono alle tende con la coda tra le gambe, e noi, grazie all'intervento del padre di Andrea e delle torce della sicurezza, accorsa a causa del chiasso che avevamo fatto, dopo mezz'ora di ricerche ritrovammo gli occhiali di Andrea e glieli riportammo; anche se, giunti alle tende, trovammo l'ennesima brutta sorpresa: il direttore in persona.
Rendendoci conto che l'orario del silenzio era iniziato da un pezzo, ci sorbimmo la sgridata per il casino che avevamo fatto, certi che fosse l'unica punizione. Invece no: dato che i leccesi avevano già dato problemi, e che erano lì, minorenni non accompagnati, solo perché i genitori di Roby e di Eli conoscevano non so chi dei proprietari, li mandarono via.
Non aspettarono neanche il giorno dopo: chiamarono i genitori, gli fecero fare le valigie e li cacciarono in piena notte; erano le due quando i genitori arrivarono a prenderli.

Io me ne andai il giorno dopo, abbastanza scombussolata: da un lato mi sentivo tremendamente in colpa, dall'altro però ero molto lusingata da questa lotta fatta per me. Ho già detto, mi pare, che di solito il mio cervello funziona, e che quell'estate ero su di giri per il fatto di Luca.

Se all'epoca questa fu una vera e propria tragedia greca, è inutile dire che adesso è una gran bella storia a cui ripensare e su cui fare battute e frecciatine tra di noi.
  
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