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Autore: Kengha    13/10/2013    4 recensioni
DALLA STORIA:
- Oddio, che figura ci farò a presentarmi il primo giorno così? - Sbottò il nuovo arrivato, che continuava a portarsi una mano alla testa spaventato dai suoi stessi capelli.
Kurt rovistò nella sua borsa ed estrasse poco dopo una bottiglietta colorata. - Ecco qui! Fortuna che ne ho sempre almeno un tubetto a portata di mano! - Disse con un sorriso porgendo a Blaine il suo gel per capelli e un pettine.
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- Finn… - Sussurrò Rachel posando una mano sulla spalla del ragazzo, per consolarlo. Era chiaramente abbattuto e sconvolto, notizie del genere non erano facili da apprendere.
- Lei ha bisogno di te -. Disse con un filo di voce.
- Mi ha mentito! - Urlò improvvisamente il Grifondoro, con gli occhi carichi di rabbia - Mi ha mentito, Rachel! Sulla gravidanza e su tutto, tutto il resto -.
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Le arrivò al petto come una coltellata, fredda e tagliente. Rimase a fissarla con le gambe tremanti e gli occhi neri velati dalle lacrime senza rendersi conto di aver irrimediabilmente abbassato la guardia e sciolto l’incantesimo.
Venne spinta contro il muro da un corpo muscoloso e possente mentre la Maledizione Cruciatus echeggiava nell’aria.
- Lopez ma sei impazzita? Che accidenti pensavi di fare, eh? - Sbraitò Puck.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Quinn, Finn/Rachel, Quinn/Rachel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
Capitoli:
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Tricks and Butterbeer

La gita ad Hogsmeade prevista dalla bionda Direttrice dei Tassorosso ci fu poche settimane più tardi, il 31 Ottobre. Questo genere di feste erano molto sentite nel mondo della magia ed anche per i più piccoli, rimasti al castello, non sarebbe mancato il divertimento visto il Complemorte di Nick-Quasi-Senza-Testa.
I ragazzi arrivarono alla stazione del villaggio poco dopo l’ora di pranzo e, approfittando del caos generale, Kurt prese da parte Blaine e dopo avergli intimato qualcosa all’orecchio si allontanò con lui per le strade affollate.
<< Ehy! >> Provò a chiamarli Rachel, facendo per seguirli, ma venne presto bloccata da Chandler e Mercedes.
<< Dico ma ti sei bevuta il cervello? >> Ringhiò sprezzante la Jones, guardandola severa.
<< Perché? >> Rispose a tono la mora, confusa e seccata dal modo in cui le si era rivolta la compagna.
Chandler intervenne prima che Mercedes potesse passare alle mani, coraggiosamente si frappose tra le due e dopo aver cantato l’ira dell’amica si rivolse alla diva, con un’aria vagamente rassegnata.
<< Rach tu sai che a Kurt piace Blaine? >>. Iniziò, cautamente.
<< Certo! >> Sbottò la Berry ferita già dal fatto che Chandler fosse stato anche solo sfiorato dal pensiero che lei non sapesse, l’amico però non sembrò sconvolgersi e continuò:
<< E hai notato che probabilmente anche a Blaine lui non è indifferente? >>.
<< Ci mancherebbe: è così evidente >>. Continuò stizzita l’altra.
<< E allora… >> Chandler provò a concludere ma l’urlo esasperato di Mercedes lo sovrastò.
<< Per quale accidenti di motivo la tua zucca vuota non ha pensato che quei due vogliano stare un po’ da soli?!  Che magari uno dei due non aspetta altro per fare il grande passo? >>.
Dopo quell’inciso Rachel tacque. Per quanto potesse apparire inverosimile rimase immobile, in silenzio.
<< Oddio, Rach stai bene? >> Si preoccupò Chandler dopo quasi venti secondi in cui la moretta non proferì parola.
<< Ho fatto star zitta Rachel Berry! >> Esclamò Mercedes preoccupata ma orgogliosa di sé << HO FATTO STAR ZITTA RACHEL BERRY! >> Ripeté con enfasi e un gran sorriso.
Quella dichiarazione attirò l’attenzione di più di qualcuno e presto attorno a Rachel si raggruppò una piccola folla di amici.
<< Pensate che possa essere caduta in coma? >> Domandò Sam, guadagnandosi una gomitata da Mike, che lo guardò come a dirgli di star zitto.
<< Se ci va bene resta muta! >> Esclamò Santana passando lì davanti con Puck, che rideva di gusto.
<< Vogliamo vedere se funziona anche con la tua faccia da schiaffi? >> Ringhiò Mercedes, che venne però bloccata dall’andare oltre da Joe, Sugar e Rory. La latina le rivolse un’occhiata sprezzante e dopo aver ridotto gli occhi a due fessure si avvicinò lentamente e portò le sue labbra vicinissime all’orecchio della Jones.
<< Attenta a quello che fai, potresti pentirtene e non sarai sempre così fortunata da avere i tuoi amichetti attorno >>. Sibilò prima di tornare al fianco di Puck con aria di superiorità e un sorrisetto di vittoria dipinto in volto.
<< Che ti ha detto? >> Chiese Tina, preoccupata.
<< Niente, a quanto pare ha voglia di farsi ridisegnare i connotati >>. Sbottò la Grifondoro indignata.
<< Lasciala stare, Mercedes, non è il tipo di persona che vorresti ritrovarti contro >>. Le disse Sam, posandole una mano sulla spalla, nel tentativo di calmarla almeno un poco.
<< Ehm, ragazzi, non vorrei sembrare inopportuno ma qui Rachel ancora non ha ricominciato a parlare >>. Sottolineò Artie, tirandosi su gli occhiali senza togliere gli occhi di dosso dalla diva, che fissava un punto lontano con le labbra serrate.
<< E se Blaine l’Usignolo si fosse arrabbiato per il tentativo di Rachel di sabotare la sua uscita con Kurt e l’avesse pietrificata? >> Disse Brittany, preoccupata.
<< Britt, per la sedicesima volta, Blaine non è il figlio di Medusa >>. Ripeté Artie, provando a mantenere la calma.
<< E perché Rachel è immobile? >> Chiese ovvia la bionda.
<< Perché… perché… già perché Rachel è immobile? Insomma le hai solamente urlato contro! >> Constatò Mike, perplesso.
<< E’ il potere dei Jones, bamboli! >> Esclamò Mercedes, orgogliosa di sé << Passerò alla storia come la prima persona che ha fatto star zitta per più di un minuto Rachel Berry >>.
<< Le ha solo urlato contro, perché non accettate il fatto che sia stata pietrificata da Blaine l’Usignolo? >> Disse Brittany a bassa voce, parlando all’orecchio di Mike che roteò gli occhi esasperato.
<< Don’t Rain On My Parade! >> Esclamò urlando Rachel, facendo prendere un mezzo infarto a tutti quanti.
<< Ma dico sei cretina?! >> Urlò Mercedes a sua volta, non prima di averle dato una sberla.
<< Oh ma che ne sai tu! Si da il caso che oltre che una grandissima Cercatrice sia anche un’ottima cantante e mi stavo figurando il matrimonio di Kurt e Blaine, ci ho messo un po’ ma ho finalmente deciso che canzone cantare! >> Esclamò allegra e fiera di sé, ignorando totalmente le pulsazioni sulla sua guancia fino a quando non ricevette un altro schiaffo, questa volta sulla guancia opposta.
<< Sì, sei completamente fuori! >> Sbottò di nuovo Mercedes, indignata.
La Jones si allontanò sbuffando senza aggiungere altro, seguita dai Corvonero e i Tassorosso. Sugar e Brittany, prima di andarsene, si avvicinarono alla diva e si complimentarono per l’ottima scelta, sebbene nessuna delle due conoscesse quella canzone.
Rimasta ormai sola con Rory e Chandler, accettò di buon grado il loro invito di andare a “I Tre Manici di Scopa” per una bella Burrobirra.
<< Ricordatemi di chiedere a Blaine se conosce Funny Girl! >> Esclamò decisa, mentre i due ragazzi annuivano vagamente esasperati.

<< E’ meravigliosa! Buonissima, davvero >>. Esclamò Will dopo aver bevuto un altro sorso di Burrobirra. Quando Holly aveva proposto di andare a bere qualcosa mai William Schuester aveva potuto immaginare che avrebbe assaggiato qualcosa di così buono.
<< Non avevi mai bevuto la Burrobirra? >> Domandò Shelby, perplessa.
<< E’ così insolita come cosa? >> Chiese di rimando il l’altro.
<< Beh… sì. Sei stato o no un Grifondoro? Vuoi dirmi che non hai mai bevuto una Burrobirra? >> Ribatté la Corcoran.
<< Sì, sono stato un Grifondoro, ma avevo solo dodici anni durante la battaglia di Hogwarts, dopo quell’episodio ho lasciato la scuola. È successo venticinque anni fa e non ero mai stato ad Hogsmeade. Mi sarebbe piaciuto, dei compagni più grandi parlavano spesso del “Negozio degli Scherzi di Zonko”, sembrava un bel posto… è un peccato che non abbia fatto in tempo a vederlo >>.
<< Il vecchio Zonko era un idiota, meglio che abbia chiuso. Tuttavia devo ammettere che vendeva delle Caccabombe spettacolari! Ne ho ancora alcune conservate, le tiro agli studenti che mi fanno particolarmente arrabbiare >>. Spiegò Sue, parlando per la prima volta da quando erano arrivati.
<< Ma è una cosa terribile! >> Esclamò Emma, sconvolta dalla crudeltà della Serpeverde.
<< Oh, ma sta’ zitta Bambi, quei ragazzi non sanno niente. Non sanno né cosa sia la crudeltà, né cosa li aspetterà là fuori. Rimpiangeranno le Caccabombe quando si troveranno a combattere contro un nemico che si avventerà contro di loro usando una delle tre maledizioni senza perdono, parola di Sue Sylvester >>.
<< Non credi di esagerare? Il territorio è sicuro, non ci sono aggressioni gravi da anni, ormai >>. Azzardò la Beiste, guardandola eloquentemente. Nessuno nominava più neppure i Mangiamorte, erano diventati una sorta di tabù così come l’Oscuro Signore prima di loro: il ministero sapeva che ce n’erano ancora, che erano pronti a tornare, ma fingeva che fosse tutto al sicuro e sottocontrollo per non alzare inutili polveroni in attesa di un attacco che sarebbe potuto arrivare dopo decenni. I Mangiamorte non avevano fretta, ormai era diventata una cosa chiara a tutti, che attendevano silenziosi il loro ritorno.
Sarebbero tornati, nessuno lo aveva mai detto esplicitamente… ma era una certezza.
<< Non siamo al sicuro. È solamente ciò che vogliono farci credere >>. Sibilò Sue, lasciando che nel tavolo cadesse un inquietante silenzio, spezzato qualche minuto dopo da Holly che chiamò il cameriere per ordinare un’altra Burrobirra e un bicchiere di Brandy.
<< E poi mi venite a chiedere perché voglio farla licenziare >>. Commentò l’altra bionda, acida.

Kurt e Blaine non avevano faticato a trovare un tavolino appartato dove poter discutere in pace senza preoccuparsi di sguardi o orecchie indiscrete. Kurt adorava la Sala di tè di Madama Piediburro e sapeva che anche Blaine l’avrebbe amata: era meno frequentata dei Tre Manici di Scopa, ma sicuramente era un posto migliore dove poter discutere di cose importanti con persone importanti… non per niente era stata definita “il rifugio delle coppiette felici”, o qualcosa del genere.
<< Devo ammetterlo, questo posto è meraviglioso >>. Disse l’Anderson con un sorriso, dopo aver posato la tazza di tè ormai vuota sul tavolino.
<< Già, molto meglio di quel vecchio pub e sicuramente meno frequentato >>. Concordò il Grifondoro con un sorriso.
<< Non direi, per essere frequentato è frequentato >>. Sottolineò Blaine con un sorrisetto furbo, alludendo ai fidanzatini che li circondavano.
<< Sì, c’è gente che ha ancora un po’ di stile >>. Fece spiccio Kurt, sperando di essere il più evasivo possibile, accorgendosi però dall’occhiata eloquente del compagno di aver dissimulato pessimamente.
<< Allora, come va’ tra i Tassi? >> Si affrettò a cambiare discorso.
<< Molto bene, mi trovo magnificamente… è sicuramente la Casa adatta a me >>. L’assecondò con nonchalance il moro, dopo aver captato l’imbarazzo dell’altro.
<< Mi fa piacere, è difficile ambientarsi da queste parti. O almeno, dipende dai Serpeverde, se decidono che dovrai passare un anno d’inferno è la fine >>.
<< E voi Grifondoro? >>
Kurt rifletté qualche istante prima di rispondere << La nostra Casa è divisa in due fazioni, per così dire. Non siamo uniti come dovremmo, non siamo i Leoni di cui parla la storia… almeno non lo siamo più da quando alcuni di noi hanno iniziato a dare più importanza del dovuto alla purezza del sangue e agli ideali delle Serpi >>. Disse secco ma deluso nel profondo.
<< Mi sarebbe piaciuto essere uno di voi >>. Confessò Blaine, con un pizzico di imbarazzo.
<< Fidati se ti dico che è meglio così, i Tassorosso sono una vera famiglia e credo sia la Casa migliore per sentirsi accettati >>.
<< Sì, l’amicizia è tutto per noi. Ma credo che avrei corso volentieri il rischio di ricevere della Burrobirra in faccia pur di poterti vedere più spesso >>.  Disse l’Anderson con un sussurro, guardandolo appena mentre arrossiva leggermente per quel piccolo segreto. Kurt si fece coraggio e posò la sua mano su quella del ragazzo, invitandolo con quel semplice gesto ad alzare lo sguardo verso di lui. Quando Blaine tornò a guardare Kurt si perse nei suoi immensi occhi azzurri, così profondi da sembrare infiniti. Un brivido gli percorse la schiena mentre non riusciva a distogliere lo sguardo dagli occhi del ragazzo: il primo aggettivo che Blaine pensò per definirli fu bellissimi. Poi magnetici. Prese un profondo respiro, deciso più che mai a non lasciarsi sfuggire quell’occasione.
<< Senti Kurt, io volevo parlarti di una cosa… >>. Iniziò cautamente, sperando di non apparire né banale, né affrettato. L’Hummel perse qualche battito, non sapeva esattamente cosa Blaine avesse intenzione di dirgli, ma da come aveva cominciato prometteva bene. Davvero molto bene.
Strinse un po’ di più la mano attorno quella del Tassorosso, come ad intimargli di andare avanti, accompagnando quel semplice gesto con un dolce sorriso.
L’Anderson provò a concentrarsi sul volto del ragazzo che sedeva di fronte a lui, evitando dunque di guardare le loro mani intrecciate o di pensare a quanto caldo facesse improvvisamente. Seppur con la bocca asciutta riuscì a parlare:
<< Beh, ecco, io… >>.
<< Buon pomeriggio, ragazzi, non vi dispiace se mi unisco a voi, vero? >>. Nessuno dei due aveva sentito arrivare Sebastian che, ancor prima di ricevere una risposta, aveva già aggiunto una sedia al tavolo di Kurt e Blaine e si era seduto con loro.
<< Ma no, fa’ pure >>. Disse sprezzante Kurt, senza preoccuparsi di mascherare la sua disapprovazione. I Serpeverde avevano un tempismo perfetto quando si trattava di dover rompere le palle. Gli venne voglia di urlargli di andar via, però, solamente quando sentì la mano di Blaine slacciarsi lenta dalla sua, per tornare a stringere la tazza di tè fumante.
<< Non dovresti essere con i tuoi amici Purosangue? >> Domandò ancora l’Hummel, sperando di liquidarlo in fretta.
Il Serpeverde finse di non notare il suo fastidio e gli sorrise –in maniera falsa, meschina e manipolatrice-;
<< Sì, dovrei, Puck e Santana sembrano essere spariti in qualche locanda e sono rimasto solo ho pensato che era una buona occasione per fare amicizia col nuovo arrivato! Sempre se anche lui ha voglia di essere mio amico >>. Spiegò, spostando lo sguardo da Kurt a Blaine, sorridendo a quest’ultimo in maniera più sincera e ammaliante.
<< Sì… certo! >> Esclamò un po’ incerto il Tassorosso, che era certamente più propenso ad avere degli amici che dei nemici.
<< Fantastico allora >>. Rispose Smythe senza lasciar spegnere il proprio sorriso e lanciando a Kurt un’occhiata vittoriosa, durante un momento di distrazione di Blaine.

<< Sai che quella petulante nanerottola della vostra Cercatrice si sta sentendo con Jesse St. James? >> Disse Quinn, guardando Finn in maniera fin troppo eloquente.
<< E dai, non chiamarla così, Rachel è una apposto >>. Si affrettò a difenderla il ragazzo, leggermente infastidito dall’atteggiamento che la sua fidanzata aveva assunto da un po’. Quinn sbuffò roteando gli occhi verdi, ma l’Hudson finse di non farci troppo caso, sapendo che in caso contrario a causa di un solo commento sbagliato si sarebbe dovuto sorbire ore e ore di insulti per averla trattata con superficialità. Bevve un sorso dal boccale di Burrobirra fumante che aveva davanti e solo dopo qualche secondo decise che non era il caso di lasciar cadere l’argomento in quel modo.
<< Come sai che si sta sentendo con St. James? >> Domandò con fin troppo interesse, cosa che non sfuggì alla bionda Serpeverde, che ridusse in un istante gli occhi a due fessure.
<< Perché ti interessa saperlo? >> Chiese lei di rimando, pronta a fulminarlo.
<< Così, hai aperto tu l’argomento >>. La liquidò il moro, accorgendosi della brutta piega che quella discussione stesse prendendo.
Era sempre così con Quinn: apriva un discorso, faceva una domanda e se –per caso o per azzardo- il suo interlocutore si dimostrava un po’ troppo coinvolto iniziava una sfuriata.
La Fabray sbuffò e dopo essersi sistemata dietro l’orecchio una ciocca di capelli sfuggitale dalla coda di cavallo rispose:
<< E’ una cosa che sanno tutti, ormai. La fama del Corvonero ha aiutato a far sì che la voce si spargesse rapidamente… e per quanto mi dolga ammetterlo anche la piccola Babbana non è proprio argomento da ultima pagina. Almeno non più da quando è Cercatrice >>.  
<< Credi che a lei piaccia? >> Domandò a bruciapelo Finn, pentendosi immediatamente dopo della domanda << Insomma, voglio dire… >>. Provò a riparare, venendo però interrotto e fulminato dalla ragazza.
<< Non mi piace dove stai cercando di andare a parare, Finn >>. Ringhiò, senza smettere un istante di guardarlo trucemente.
<< Forse mi sono espresso male… >>. Balbettò l’Hudson, fuggendo lo sguardo inquisitorio della Fabray. Quinn, seccata dalla mancanza di attenzioni, si alzò dalla sedia e girò attorno al tavolo per ritrovarsi di fronte alla sedia del ragazzo. Gli concesse un rapido sorriso prima di sedersi sulle sue gambe per potergli sussurrare: << Tu mi ami, Finn Hudson? >>.
Il Grifondoro deglutì un istante per via dell’eccessiva e improvvisa vicinanza con la Purosangue.
Cavolo com’era buono il suo odore.
<< S-sì… certo >>. Balbettò, cercando di ignorare il fatto che tenesse le sue mani strette attorno la vita della bionda.
<< E allora vedi di tenermi stretta, riceverai le giuste ricompense con me >>. Rispose suadente lei, strusciandosi leggermente poco prima di dargli un bacio a fior di labbra.
Adorava Quinn, era bellissima e anche se un po’ pazza e magari vendicativa, non era riuscito a starle lontano: era da quando stavano insieme che voleva approfondire quei contatti e magari spingersi un po’ più in là, ma la rispettava e stava aspettando i suoi tempi… tempi che probabilmente si sarebbero prolungati fino a dopo il matrimonio. La Fabray non faceva altro che ripetere che il sesso non doveva essere la base del loro rapporto, che una relazione dovesse essere fondata su molto altro, che non dovevano diventare come Puck e Santana… e lui si era ritrovato d’accordo con lei: quei due erano davvero un’esagerazione!
Anche se nel profondo sapeva di invidiare almeno un po’ il suo migliore amico.

<< Ma guardatela, sembra una gatta in calore! >> Sbottò Mercedes, disgustata dalla scena che le si stava ponendo davanti agli occhi.
<< Secondo me sono carini >>. Disse Brittany con un sorriso.
<< Lei lo sta usando solo perché vuole diventare la Strega più promettente dell’anno e Caposcuola, il prossimo anno >>. Spiegò Artie, senza tradire alcuna emozione.
<< Io non penso che Quinn sia una cattiva ragazza, secondo me è solamente troppo presa da sé stessa e dalla sua posizione nella scuola >>. Tentò di giustificarla Joe, beccandosi un’occhiataccia da quasi tutti i suoi compagni.
<< Insomma, quello che voglio dire è che magari, un giorno, quando avrà finito la scuola si renderà conto che questo non era tutto il suo mondo… potrebbe diventare una persona diversa >>. Si affrettò ad aggiungere, suscitando le risate degli altri.
<< Una persona diversa, Quinn Fabray! Buona questa, amico! >> Esclamò Sam ridendo, faticando a non strozzarsi con la sua stessa saliva.
<< Sa blaterare solamente “io, io, io” >>. Aggiunse Tina, facendo il verso alla bionda e provocando altre risate.
Mercedes fu la prima a smettere di ridere ed iniziò a guardarsi intorno, alla ricerca di qualcosa… o di qualcuno.
<< Qualche problema, baby? >> Le domandò Shane, notando la sua distrazione.
La ragazza tornò a concentrarsi sul suo ragazzo e sui suoi amici, scosse la testa:
<< Quando Tina ha citato l’egocentrismo della Fabray non ho potuto non pensare a Rachel… per quanto possa essere petulante e magari a volte anche peggiore della bionda, mi dispiace di saperla così male >>. Spiegò con gli occhi bassi e un sorriso amaro.
<< Dovrebbe smetterla di pensare a Finn >>. Disse Sam, esprimendo un suo pensiero ad alta voce.
<< Già, soprattutto adesso che ha Jesse >>. Constatò Artie, facendo sì che le attenzioni di tutto il tavolo fossero ora rivolte su di lui << Che c’è? >> Domandò, perplesso dall’improvviso interesse.
<< Tu sei molto amico di Jesse >>. Iniziò Joe.
<< Sì, certo che lo sono, da anni ormai… e allora? >>. Chiese ancora l’Abrams.
<< E allora vogliamo sapere tutti i pettegolezzi >>. Ghignò Sugar porgendogli una manciata di galeoni.

<< Grazie per avermi portato fuori di lì >>. Disse Rachel mestamente, gettando un’occhiata a Rory e a Chandler, che erano usciti dai Tre Manici di Scopa poco dopo l’arrivo di Finn e Quinn.
<< Non preoccuparti >>. Le sorrise Chandler, stringendola con un braccio e lasciandole un veloce bacio sulla tempia.
Tanti avrebbero potuto dire che fosse un tipo timido, magari avevano ragione, ma il legame che aveva con Rachel, Kurt e Mercedes era qualcosa di così profondo e sincero che non bastava tutto l’imbarazzo del mondo ad impedirgli di mostrare ciò che provava per loro.
Rory, dal canto suo, era entrato rapidamente nel gruppo: era diventato immediatamente vittima degli scherzi dei Serpeverde e i ragazzi l’avevano preso sotto la loro “ala”, anche se spesso e volentieri era l’Irlandese a combattere per loro. Comunque non importava, il Flanagan voleva davvero bene ai suoi nuovi compagni e avrebbe affrontato tutti i Serpeverde da solo, pur di difenderli, pur di continuare a sentirsi parte di qualcosa esattamente come lo era in quel momento.
<< Fa’ davvero paura come dicono >>. Constatò quando si ritrovarono a passare nei pressi della Stamberga Strillante.
<< Non così tanto >>.
La voce arrivò dalle spalle dei tre ragazzi, non l’avevano sentito arrivare ma ormai quel tono caldo e suadente non era più una sorpresa, Rachel sorrise ancor prima di voltarsi mentre Rory e Chandler si scambiarono una veloce occhiata e con un tacito accordo decisero di congedarsi.
<< St. James, come mai da queste parti? >> Domandò Rory, sorridendo.
<< Bighellonavo >>. Sorrise di rimando il Corvonero.
<< Beh, allora direi che è perfetto! Va bene se Rachel resta con te mentre io e Rory andiamo a prendere una Burrobirra? Sarebbe un peccato tornare a casa senza averne potuta bere nemmeno una >>. Disse immediatamente Chandler, iniziando ad allontanarsi con l’Irlandese ancor prima di aver ricevuto una vera risposta da parte del nuovo arrivato o dalla compagna.
<< Ci vediamo sul treno! >> Salutò Rory, quando ormai erano abbastanza distanti.
<< Che soggetti >>. Constatò il ragazzo, avvicinandosi a Rachel mentre il sorriso divertito non accennava a lasciargli il volto.
<< Già >>. Rispose di rimando la ragazza, arrossendo e sorridendo senza neppure accorgersene. I due ragazzi avevano già bevuto una Burrobirra, Jesse li aveva visti, ma non poteva che esser loro grati per avergli concesso un po’ di intimità con la loro amica.
Da quella giornata in biblioteca avevano cominciato a frequentarsi sempre più spesso, era diventato una presenza fissa per lei, sapevano tutto l’uno dell’altra e il ragazzo le aveva promesso che avrebbe provato a farle dimenticare Finn, in un modo o nell’altro.
Rachel, dal canto suo, sapeva che in quel momento Jesse fosse uno dei suoi pochi punti fissi: non gli aveva chiesto niente e lui le stava dando tutto ugualmente, gli era grata di ciò e non poteva che adorarlo.
<< Voi del settimo anno non avete un compito in classe, domani? >> Domandò la Berry con un sorrisetto, avendo saputo da Shane il motivo dell’assenza di gran parte degli studenti più grandi.
<< Sta spiando i piani alti, signorina? >> La prese in giro il ragazzo, lanciandole un’occhiata furba.
<< Può darsi… secondo lei c’è qualcosa di interessante da spiare? >> Chiese a sua volta lei, stando al suo gioco.
<< Mi faccia pensare, c’è un ragazzo intelligente e carino a cui non è proprio indifferente >>. Le confessò con un sorriso, ricambiato immediatamente.
<< Lo conosco? >>.
<< No, non credo, però mi ha detto di chiederle se poteva essere il suo migliore amico >>. Rispose l’altro, fingendosi pensieroso sulle prime.
<< Mi dispiace, dovrà dire a questo ragazzo che il posto è già occupato >>. Disse dolcemente Rachel, prima di avvicinarsi a lui ed incontrando a metà strada le sue braccia, che la strinsero forte.
<< Non capisco davvero cosa ci trovi Hudson in quella bisbetica >>. Ringhiò Jesse, furioso per aver visto la sua Rachel triste a causa dei comportamenti di Finn e Quinn.
<< E’ bella >>.
<< Ancora con questa storia? >> Domandò secco il Corvonero, prendendole il mento con due dita e alzandole leggermente il viso per fare in modo che lo potesse guardare negli occhi.
<< Quante volte devo ripeterti che non hai nulla da invidiare a Quinn Fabray? >>. Le sussurrò senza smettere di guardarla neppure per un istante.
<< Mmmh… credo dovrai continuare ancora per un po’, non sono totalmente convinta >>. Scherzò lei, guadagnandosi un bacio sul naso da parte dell’amico, che rise di gusto.
<< Sei una piccola manipolatrice! Inizierò a pensare che è tutta una scusa per farti dire quanto sei bella >>.
<< Non sarebbe da me! >> Esclamò la Berry, fingendosi ferita, poco prima di scoppiare in una sonora risata che contagiò il Corvonero.
<< Ti va se facciamo un salto da Mielandia? Ti compro un po’ di Gelatine Tuttigusti+1! >> Propose Jesse, dopo qualche istante di silenzio.
<< Va bene, comincia ad andare, ti raggiungo lì >>. Sorrise Rachel, lasciando che il Corvonero si allontanasse e la lasciasse da sola.
Non era mai da sola, per un motivo o per un altro era sempre motivo di attenzione per qualcuno e –nonostante la lusingasse estremamente- questo le aveva lasciato davvero pochissimo tempo per riflettere e per fare chiarezza.
Si sedette a terra, il prato era freddo e il clima sempre rigido nei pressi della Stamberga, non aveva mai amato quel posto ma comunque era uno dei pochi luoghi in cui era certa di poter essere da sola. Spesso riusciva a staccarsi dal gruppo e a rintanarvisi quando venivano ad Hogsmeade, non era necessario che superasse la palizzata e si addentrasse nella casa degli spiriti, già la sua vicinanza bastava ad intimorire molti ragazzi e ad assicurarle un certo livello di privacy.
Stese la schiena a terra e chiuse gli occhi, i suoi pensieri affollati dai volti di Finn e Quinn che si baciavano, Jesse che le sorrideva, Kurt che le diceva di lasciar stare l’Hudson, la sua stessa voce che le ripeteva che era destinata a grandi cose.
<< Rachel Barbra Berry >>.
Una voce rauca e terrificante le fece accapponare la pelle, balzò in piedi e con un gesto deciso estrasse la bacchetta.
<< C-chi.. chi va là? >> Balbettò, spaventata.
<< La morte, piccola Berry >>. Rispose la stessa voce, parlando dalle sue spalle.
Rachel si voltò e le si gelò il sangue quando non vide nessuno alle sue spalle, fatta eccezione per un teschio umano che levitava nell’aria.
Qualcuno l’attaccò alle spalle con un incantesimo di discreta potenza e con orrore si rese conto di essere circondata.
Non riuscì ad alzarsi, qualcosa era sopra di lei, ma tutto ciò che riusciva a vedere era il teschio che volava ad un palmo dal suo naso e, senza quasi accorgersene, si ritrovò ad urlare.
<< Mossa sbagliata, nana >>. Ringhiò il teschio, poco prima che un incantesimo scagliato dagli alberi facesse nascere delle radici che le legarono mani e piedi al pavimento.
<< RACHEL! >>
La voce di Jesse precedette quella di Kurt e di tutti gli altri compagni. Erano accorsi tutti quanti, spaventati dalle urla della ragazza, il Corvonero e il professor Schuester furono i primi a correrle in contro e proprio in quel momento il teschio cadde a terra e il peso svanì dal corpo della ragazza, permettendole finalmente di respirare a pieni polmoni.
<< Rach, oddio Rach che è successo? >> Domandò Kurt preoccupato, mentre Jesse e Will tagliavano le corde che costringevano la Berry a stare allungata.
La ragazza abbracciò istantaneamente St. James e finalmente si lasciò andare ad un pianto liberatorio.
<< Gli spettri… >> Iniziò singhiozzando << Gli spettri della Stamberga… volevano uccidermi >>. Riuscì a biascicare, senza staccarsi dal ragazzo.
Un brusio generale si levò dalla piccola folla che era accorsa e molti studenti sembrarono entrare nel panico fino a quando la Holliday non riportò l’ordine:
<< Nessuno spettro! >> Si affrettò a dire, arrivando trascinando per le orecchie David e Puck << Questi due idioti si stavano divertendo a fare uno scherzo di pessimo gusto >>. Spiegò, portando i due ragazzi al centro dell’attenzione.
<< N-no… >> Disse Rachel, scuotendo la testa e staccandosi finalmente da Jesse << C’era davvero uno spettro! E-era seduto addosso a me! Il teschio volava e… mi minacciava! >> Balbettò, indicando spaventata il teschio che giaceva immobile a terra. La Corcoran si avvicinò lentamente e lo prese in mano, scrutandolo attentamente.
<< E’ di plastica. Qualcuno deve averlo preso dal vecchio negozio di Zonko >>. Spigò la Direttrice di Corvonero, sicura.
Il silenzio avvolse gli studenti e per qualche istante nessuno fiatò. Will improvvisamente si voltò, come attirato da qualcosa, con velocità mai vista estrasse la bacchetta.
<< Stupeficium! >> Esclamò con sicurezza, colpendo un punto apparentemente vuoto.
Si udì un piccolo tonfo e con rapide falcate Schuester si affrettò a raggiungere il punto dove aveva lanciato l’incantesimo. Con decisione si piegò e allungò una mano che afferrò il nulla, nessuno si permise di parlare, tanto sembrava concentrato, fu questione di pochi secondi e nella mano del Grifondoro comparve il mantello che aveva reso invisibile fino a quel momento il vero artefice dello scherzo.
<< Ciao, Santana >>.
Ringhiò Will, guardando severamente la ragazza che era ancora allungata a terra per via dello Schiantesimo appena subito.

<< Estoy en la mierda >>. Biascicò la Serpeverde.
<< Fino al collo >>. Confermò Schuester.


-L'angolo di Kengha-
Di nuovo in ritardo, ma ormai non credo sia proprio una novità!
Capitoletto che mi è capitato di pubblicare proprio oggi, che sono tre mesi.
Non ho molto da dire, oggi sono di poche parole, spero vi sia piaciuto e ringrazio tutti coloro che hanno recensito, che stanno seguendo, che hanno aggiunto tra i preferiti la storia o che anche solo la leggono silenziosamente.
A presto,

Besos

 
   
 
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