Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: sallythecountess    13/10/2013    1 recensioni
A qualche anno dal loro "matrimonio-non matrimonio" i due immaturi, irresponsabili e egomaniaci ritornano a far danni. Questa volta, tra bambini, baci saffici, sbronze con ottuagenari e liti familiari, si ritroveranno a fare i conti con un problema ben più serio: diventare adulti.
Ricordo a tutti che questa storia è il sequel di "La ragazza di Tokyo" che potete leggere qui: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3886156&i=1
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza di Tokyo'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 36: Bibi.

 

Era il primo di dicembre quando accadde quella specie di miracolo natalizio che cambiò la vita della nostra Ai. Era appena atterrata ad Edimburgo, ma il maltempo aveva letteralmente bloccato il suo autista, così era rimasta da sola in aeroporto e per ammazzare il tempo aveva iniziato a gironzolare per negozi. Fissava le vetrine con aria distratta, quell'aria di chi ha del tempo da perdere e si annoia tremendamente, quando qualcuno iniziò a tirare calci, proprio davanti alla vetrina di un negozio per bambini. Il primo calcio della piccola Dubois spaventò a morte sua madre per un istante, ma poi la fece sorridere come una sciocca. La sua bambina aveva già la mania per lo shopping, evidentemente. Un piccolo cappottino in peluche attirò la sua attenzione e la spinse a sorridere ancora di più. Era un oggetto rosso, con nastri e decori, e Alice ovviamente se ne innamorò subito.

Entrò in quel negozio ancora un po' confusa, ma ne uscì madre al cento per cento: aveva preso tantissimi abiti, ma anche giocattoli e tutine e bavaglini, ma forse la cosa più importante che aveva “preso” in quel negozio era un nome. Accanto a lei, infatti, si fermò una bambina dai capelli rossi e le guance rosee; una specie di piccolo angelo natalizio che le sorrise e le offrì uno dei suoi dolci. Quando Alice scoprì il nome di quella piccola, ebbe una specie di epifania e si disse che era perfetto: Beatrice Dubois. Era anche il nome della madre di Lor, in fondo, e a lui avrebbe fatto piacere.

Quando finalmente Matias la raggiunse, era piuttosto incerto su come comportarsi: sapeva della storia della bambina, Lor gli aveva parlato, e voleva aiutarli in qualche modo, ma appena i suoi occhi si posarono su di lei, capì che non c'era molto da aiutare. Alice era letteralmente raggiante e reggeva una lunga serie di sacchettini, che Matias scoprì essere di un negozio per bambini.

“Hai fatto shopping, eh?Volevi farti un regalo per tirare su il morale?”Le chiese in auto, francamente confuso da ciò che aveva sotto gli occhi, perchè Alice sembrava una mamma molto serena, ed infatti lei sussurrò “No, ho preso delle cose per Bibi. Ti piace come nome?”

Aveva anche scelto il nome? E Lor pensava che non fosse pronta ad avere un figlio? Matias, confuso, farfugliò che il nome era carino, ma rimase a pensare ad altro fin quando lei non aggiunse dolcemente “...ovviamente non è che voglio chiamarla Bibi, non all'anagrafe. Mi piacerebbe chiamarla Beatrice...è anche il primo nome di vostra madre, no?”

Già, era vero, anche se Matias lo aveva scoperto recentemente, insieme ad Alice, durante l'apertura del testamento di nonno Laurent. All'inizio lei stravolta aveva pensato ad un colpo di scena, ma Lor dolcemente le aveva spiegato che Beatrice era il primo nome di sua madre, che però preferiva farsi chiamare Sabine, perchè era meno diffuso. Alice detestava il nome Sabine, le ricordava le sardine e lo aveva escluso immediatamente, ma Beatrice era romantico e dolce e poi...le ricordava il suo personaggio femminile preferito di tutti i tempi: Beatrix Kiddo.

Per un po' lei e Mat rimasero a parlare tranquillamente, e lui le confessò di aver quasi preso un colpo, immaginando che volesse chiamarla “Bellatrix”.

“Insomma quando hai detto 'Be...' mi è venuto un collasso! Ne saresti capace!”

Entrambi risero per questa cosa, e Alice aggiunse che era sempre in tempo per cambiare idea.

“E come ti senti?”Sussurrò Mat dolcemente. Era un po' preoccupato di poter contrariare suo fratello, chiedendo l'aiuto di Alice, ma lei gli aveva giurato che non sarebbe successo nulla e questo lo aveva tranquillizzato.

“Bene, ma lo sai che mi ha preso a calci questa piccola iena?E vedessi quanti calci!Forse davvero mi toccherà chiamarla Bellatrix!”

Continuava a parlarne con entusiasmo, ed era veramente dolce. Dopo un po' realizzò che il padre avrebbe voluto saperlo, perchè fino a quel momento non si era mai mossa, mai in modo così chiaro. Erano passati solo due giorni da quella dolcissima serata a casa di lui, e così gli scrisse un sms che lo spinse prima a commuoversi come un idiota, e poi a chiamarla.

“Che vuol dire che sei a Edimburgo?”chiese lui francamente stravolto, ma Alice seria aggiunse “La mamma di Ava è prossima e...hanno bisogno di me. Mi sono offerta io, mi mancavano i bambini e...”

“Capito...”avrebbe voluto aggiungere “sei apprensiva con i figli degli altri” ma non lo fece, e le disse solo di chiamarlo se ci fossero state novità, cosa che purtroppo accadde molto presto: a sole sei ore dall'arrivo di Ai, Madame Lumpkin esalò il suo ultimo respiro.

Quando Lor arrivò, il mattino dopo, gli si strinse il cuore: quella casa colma di gente era esattamente la stessa in cui erano successe tante cose tra loro. La cosa peggiore era che non riusciva a trovarla da nessuna parte. Alice sembrava svanita nel nulla e solo dopo un paio di giri di sala, Mat gli si avvicinò e sussurrò “Ai è con i bambini al piano di sopra...terza stanza a sinistra.”

Ringraziò suo fratello e, afferrando un bicchiere di qualunque cosa fosse, scappò al piano di sopra, dove assistette ad una scena tenerissima: Alice era seduta sulla sedia a dondolo e aveva il piccolo Morice tra le braccia. Lor, il piccolo, invece era a terra accanto a lei e continuava a farle domande.

“...ma quindi non possiamo più venire a casa tua?”chiese, spaventato e triste, ma Alice scosse la testa e sussurrò “stai scherzando? Voi dovete venire a casa mia, sempre! Altrimenti chi insegnerà le cose alla mia Bibi?”

Per un attimo Lor letteralmente tremò. Aveva una mano sulla pancia e parlava di quel bambino con un amore immenso. E poi...le aveva dato un nome?

Alice continuò, spiegando che Bibi non gli avrebbe mai soffiato le attenzioni, ma che anzi loro avrebbero dovuto aiutarla ed educarla, perchè in fondo erano i suoi cugini maggiori. Questa cosa parve inorgoglire entrambi, ma presto Lor ebbe un'altra domanda.

“E il suo papà non c'è?”

“Credo sia arrivato o comunque stia per arrivare...”sussurrò lei un po' confusa, ma Morice aggiunse “e chi è il suo papà?”

“Ma sono io. Che domande fate?”sussurrò Lor, apparendo all'improvviso e spaventando a morte sua moglie.

Rimasero insieme tutta la giornata, e non andarono neanche al funerale per occuparsi dei bambini, ma neanche ebbero modo di parlare. Lor riuscì a sussurrare solo “Bibi, eh?” ma in risposta ebbe solo un enorme sorriso e niente di più. Soltanto dopo cena, quando la casa tornò quieta, ebbero modo di parlare da soli, in quel giardino dove mille anni prima Alice aveva scoperto che lui aveva intenzioni serie con lei.

“Bibi sta per Beatrice...non ti piace?”sussurrò lei, cogliendolo di sorpresa. Credeva di essere rimasto solo a fumare, e voleva schiarirsi un attimo le idee, ma lei l'aveva sorpreso.

Beatris...”sussurrò immerso in quella che sembrava una lunga meditazione, ma poi con un dolce sorriso aggiunse “è bellissimo.” Continuava a darle le spalle, eppure non riusciva a smettere di sorridere.

“Lo so...e neanche ho dovuto pensarci tanto. E' venuto così...mentre compravo delle cose per lei...”

Questo era un colpo di scena. Lor confuso si girò e la fissò negli occhi allora, poi chiese bruscamente “ma che cosa vuoi fare, allora? Insomma...il nome, lo shopping...”

Non voleva farsi false speranze, ma lei sembrava radiosa, e prendendogli la mano aggiunse “ancora non lo so...ma...”

Quel 'ma' avrebbe potuto cambiare molte cose, se non li avessero interrotti. Già, ma tanto c'era tempo, Bibi non sarebbe arrivata prima di tre mesi, mentre i suoi cuginetti avevano deciso di venir fuori quella notte. E così, alle tre del mattino, la povera Ava mise al mondo Roger e Steven Dubois, gli ennesimi maschi della famiglia.

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: sallythecountess