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Autore: Asuka chan    22/07/2003    1 recensioni
Da non leggere se siete fan di Rukawa con la lacrima facile (come me: piangevo mentre la scrivevo).
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sky

Autore: asuka_chan

- E ricordati di non giocare a basket. Con il raffreddore che hai avuto ti beccheresti la polmonite. Mi hai sentito Kaede? Hai capito? OGGI NIENTE BASKET!

- Sei una vera palla, mamma

- Non parlare così a tua madre. – Hisashi Mitsui entra nella cucina dove Ayako e suo figlio stanno animatamente discutendo.

- Ma guardati la dentiera. – ribatte Kaede. Si passa nervosamente la mano tra i capelli corvini e poi guarda il padre… oh-uh. Meglio fare una fuga di classe.

- Oh, ecco l’autobus. Ciao a tutti. – strappa la merenda dalle mani di sua madre e corre via.

- Finalmente un po’ di pace. – Ayako si butta su una sedia.

- Beh è solo un po’ vivace, ma è un bravo ragazzo. E poi ha solo otto anni.

- Se ti sente sei spacciato. È fermamente convinto che SOLO non è un aggettivo che si addica alla sua età.

- Dovrei avere più pazienza con lui. – Hisashi si siede su una sedia.

- PIU’ PAZIENZA? Dio non so se te ne rendi conto ma quel ragazzo fa praticamente quello che gli pare. E tu non gli hai mai fatto nemmeno una ramanzina. Ti ha fatto esplodere la macchina nuova. Lo hai addirittura difeso dalle mie grida. Ha praticamente superato ogni record delle sospensioni, il più delle volte perché ha mandato a quel paese tutte le maestre (compresa, mia sorella alias sua zia) e non ha mai ricevuto da te neanche l’ombra di una punizione. Quel bambino in quanto a condotta e educazione è un disastro. Già come madre sono un po’ chioccia io, poi tu lo tratti come un divo. Un vero disastro in questo campo.

- Ma nel resto è perfetto. – Non ce la faceva a sentire tutte queste lamentele sul figlio.

- Già. – la sincerità d’Ayako non le permetteva di negarlo. – Bellissimo, intelligente, un asso del basket. Ed è una goccia d’acqua con lui. Sakuragi aveva ragione. Aspetto, carattere, talento. Tutto coincide.

- Ayako ti avevo pregato di non parlarne più- il ragazzo iniziava ad incupirsi.

- Dio, Hisashi, sono passati anni.

- Mi è morto tra le braccia. Capisci non l'ho sentito dire, ero lì. Come Hanamichi, come Ryota. – con questo Hisashi considerò conclusa la discussione. Prese la palla ( Da basket ovviamente N.d.A N.d.Mit_chan N.d.Hana_chan N.d.A).

 

A quei tempi il club di basket stava andando bene Ryota era diventato il capitano, Mitsui era stato bocciato e, aprite bene le orecchie, Rukawa e Sakuragi era ormai amiconi. Durante le partite compievano azioni spettacolari: il rosso non faceva che prendere rimbalzi e poi passava la palla a Rukawa che, con classe impeccabile segnava. Era stato un periodo felice per la squadra. Niente più rivalità, solo gioco di squadra. Inoltre Mitsui, Hanamichi, Miyagi e Rukawa si vedevano anche fuori dalla scuola. Non erano compagni, erano amici. Ma come tutte le cose belle, tutta questa felicità era destinata a finire. Tutto successe d’inverno. Dopo l’allenamento decisero di andare a mangiare qualcosa. Correvano per sfuggire alla pioggia, quando Miyagi si fermò.

- Hei ragazzi guardate lì..- disse indicando una cabina telefonica.

- senti razza di tappetto non ho intenzione di prendermi un raffreddore perché tu provi un improvvisa attrazione per le cabine telefoniche. – disse Hanamici.

- Non dicevi che dovevi.. – Miyagi si guardò intorno (le fan di Rukawa li seguivano sempre. Infatti, anche oggi non mancavano all’appello.) – finalmente confessarti a Haruko?

- Beh… ecco.. io… si. – e si unì hai capelli trasformandosi in un pomodoro.

Rukawa gli tirò una spinta – E allora? La cabina è lì! – tirò fuori un sorriso malizioso – guarda che se non la chiami non sono più tuo amico. – e incrociò le braccia.

- Ma ci sono tutte quelle là… - e indicò con la testa le “macheficomicificco” del suo amico, che erano ancora sotto gli effetti del sorriso del loro divo – se mi sentano… lo DIRANNO A TUTTA LA SCUOLA.

- Pazienza tanto prima o poi lo scopriranno lo stesso – Ryota gli passò una scheda telefonica – e ora, a meno che tu non voglia rimanere solo come un cane, chiama.

- Luridi ricattatori – sbottò Hanamichi, ma telefonò lo stesso. Entrò nella cabina telefonica e quando uscì tirò un urlo.

- Hei,Hei cosa cazzo urli? – Rukawa lo guardò come si guarda un pazzo. – Allora che ti ha detto?

- Di andare a farmi vedere da un dottore, possibilmente di un manicomio.

- Cosa?- tutti erano increduli. La Akagi che parla così? Cos’è successo si sta oscurando il sole?

- Si ho telefonato e ho detto tutto di un fiato se si voleva mettere con me. Il gorilla non è stato molto felice della mia dichiarazione. Aveva risposto lui e io non me ne ero accorto. Cosa diavolo c’è da ridere?

Fradici come polli tutti gli amici del rosso si stavano letteralmente sbellicando dalle risate.

- hai fatto la dichiarazione al Gorilla? Non ci posso credere!

- Zitta Kitsune!

- Mi hai dato la conferma che sei un Do’ahu.

- Ah, ah…- tutti si sbellicavano dalle risate.

Alla fine si calmarono e decisero di lasciare il rosso in pace e si incamminarono. Mitsui vide un vicolo in cui tagliava spesso la strada da bambino per arrivare al centro, dove abitava sua nonna. La zona in cui l’anziana signora viveva era piena di pub.

- Tagliamo di qua. – disse.

Ma i suoi amici non erano sicuri.

- È probabile che troviamo qualche banda di teppisti – fece Hanamichi, incerto.

- Cos’è avete paura?

- No, certo che no!

- E allora andiamo.

Si inoltrarono per quella strada, quando si trovarono davanti a una banda di uomini molto più vecchi di loro.

“ ECCOCI QUA. ORA CI TOCCA FARE A BOTTE PER COLPA TUA.” Sussurrò Hanamichi.

“ci faranno passare, che male gli facciamo?” Mitsui non voleva ammettere che il suo amico aveva avuto pienamente ragione. “ andiamo, non rivolgetegli la parola” aggiunse.

- Sembri mio padre. – Rukawa non si era degnato neanche di abbassare la voce.

Cercarono di passare normalmente, come se quegl’uomini non fossero lì. Nessuno aveva voglia di fare a botte.

Ma la banda non era d’accordo. Uno di loro mise la mano sulla faccia di Sakuragi e lo spinse indietro con forza.

- Hei pel di carota dove stai andando?

- Levami le mani di dosso stronzo.

-Guarda, guarda ha la lingua lunga…. E cosa abbiamo qua? Un tappetto..

- vai a farti sfottere..- disse Miyagi.

-…..oh, il vecchio Hisashi Mitsui.. ti dicevano un uomo di prima categoria.. guarda come si riduce la gente.

-… si a far del male a un gruppo di ragazzini.

- hei, capo, guarda qua, quanto ci daranno per questo…- un uomo sulla trentina che era evidentemente il più giovane di tutti spinse Rukawa verso il più anziano. Quest’ultimo prese il viso del ragazzo tra le mani.

- Mmm…. È un bel pezzo.. capelli ribelli, occhioni blu zigomi alti…. – gli alzò la maglietta- ed ha anke un bel fisico. Questo se lo vendiamo alla vecchia Hitomi frutta un bel po’. È il meglio pezzo che vedo in giro da una quarantina d’anni.

Rukawa spinse via il vecchio.

- Mi spiace, non sono in vendita.

-Questo lo dico io, tesoro.

Per Rukawa quel tesoro era un affronto. Lasciò cadere la sacca e sferrò un pugno alla suo “compratore”. Lui non la prese molto bene.

- Il vostro amico ha firmato un bel contratto per il paradiso –disse rivolto a Hanamichi, Mitsui e Miyagi che erano dietro a Rukawa. Così tirò fuori un coltello dalla lama troppo lunga per essere da cucina. Un vero pugnale.

- CRISTO, ANDIAMOCENE. – e si voltò indietro. Si accorse però che Rukawa non si muoveva – cazzo Rukawa quello fa sul serio muoviti ho detto!- ma il ragazzo rimaneva lì davanti. Fermo. –Non è il momento di fare l’eroe! Rukawa, mi stai ascoltando?

- Forza- Mitsui lo prese per la maglia –vieni! Diavolo Rukawa non stanno scherzando.

Miyagi lo prese per i capelli. –Stupido quelli ti ammazzano. Ma se credi che ti lasci qua hai fatto un errore di calcolo.

- Lasciami. – Rukawa era di nuovo freddo come un tempo. Freddo di fronte alla morte. –Preferisco morire che vivere nella vergogna.

-Dio, Rukawa, non siamo nel 300 a.c. (N.D.A ). Forza, ora piantala. –Mitsui mentre diceva quelle parole assistette alla scena che lo avrebbe segnato per il resto della vita. Rukawa fece un passo in avanti verso il pugnale. L’uomo lo guardò e disse:

- Oh, oltre che a bello sei anche coraggioso. Mi dispiace proprio ucciderti. – così dicendo uccise Rukawa con un solo colpo. Mitsui vide solo molto sangue. Poi il ragazzo in terra e Hanamichi e Ryota che lo soccorrevano. Poi si sentì dei passi e la banda scappo. Dall’angolo del vicolo arrivò il fan club di Rukawa che chiamò l’ambulanza.

- E’ inutile –disse hanamichi fra le lacrime. Era una scena impressionante. Mitsui si accorse che stava piangendo, come Ryota.

- Ormai c’è solo una speranza; pregate che mia madre non mi abbia detto cazzate. Mi serve uno di voi. Io forse posso rincarnare Kaede in uno dei vostri figli.

Miyagi si fece subito avanti:

-Farò tutto il possibile.

-No è colpa mia. Sarà mio figlio. Gli darò tutto l’affetto che suo padre non gli ha dato. Cosa devo fare?

-Vieni- si mise tra Mitsui e Rukawa –pensa a lui solo questo.

Il ragazzo dai capelli rossi mise la mano sopra il cuore di Rukawa. L’altra su quello di Mitsui. Poi quest’ultimo svenne.

- Ora avrai un’altra vita, un'altra opportunità – disse Sakuragi.

In quel momento Rukawa fece il suo ultimo sospiro. Poi il tremito si fece più forte. Infine spalancò gli occhi blu e disse:

- Non mi meritavo neanche il paradiso.

Poi morì.

 

Mitsui disse il suo segreto ad Ayako solo quando insistette per chiamare il bambino Kaede. All’inizio penso che la donna avrebbe fatto le valige e se ne sarebbe andata lasciandogli il bimbo. Ma Ayako disse solo:

-Mi toccherà ritirare fuori il ventaglio.

FINE

  
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