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Autore: SaraShawol1994    14/10/2013    4 recensioni
[JongKey, Accenni 2Min]
Vorrei tornare indietro nel tempo. Vorrei non fare lo stesso errore di nuovo. E' tutta colpa mia è se è finita così. Avrei dovuto farmi aiutare. Mi manchi, mi manchi tanto. Mi mancano tutti i momenti passati insieme... e solo ora... mi ricordo di quanto ti amavo davvero. Grazie dei bei momenti, ti amo... e ti amerò per sempre.
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Onew, Taemin
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 14: Diary pages


POV Jonghyun

“J-Jong...” balbettò un Kibum dall'aspetto strano. Era pallido in viso e tremava. Si comportava in questo modo da stamattina. Il maknae – che era andato a chiamarlo perché dovevamo recarci dal dottore – mi aveva consigliato di parlargli. Sosteneva che il comportamento di Kibum fosse strano, perché sembrava agitato da dopo il risveglio. Per rassicurare il piccolo, andai a parlargli poco prima di salire in macchina e partire. Anzi, fu lui a parlarmi per primo.

 

Presi le chiavi e chiamai tutti a rapporto. Minho ed il leader erano sulla soglia della porta a sistemarsi i cappotti. Il maknae arrivò di corsa chiedendomi di controllare Kibum e senza fare troppe domande, mi diressi verso di lui – che era ancora in camera – per parlargli.
Bussai ed entrai nella nostra stanza.

J-Jong...” mi disse con voce tremula. Era seduto sul bordo del suo letto con la nostra cornice tra le mani.

Mi avvicinai cauto, sorridendo – nascosi il velo di preoccupazione che mi aveva avvolto –. “Che succede Bummie?” Mi sedetti al suo fianco.
Tremava sempre di più. Il suo sguardo era triste e rivolto verso il basso, perso nel vuoto. “Credo di star recuperando la memoria completamente.”

“Ma è fantastico!!” mi alzai posizionandomi davanti a lui e poggiando le ginocchia a terra. Gli presi il viso con due dita, facendogli incontrare i miei occhi. “Non ne sei felice?”

“Si...” fece una pausa “...ma non riesco a distinguere sogno da finzione.”

Lo guardai stranito. Non avevo afferrato al volo cosa cercasse di dirmi, così chiesi di spiegarsi meglio.

“Jong, aiutami...”

“Certo, qualsiasi cosa!” mi tirai leggermente su e lo abbracciai. “Tranquillo Bum. Sono qui per te.” lo avvolsi con il mio corpo cominciando ad accarezzargli la schiena con fare dolce. “Racconta...” sentii la sua presa farsi forte sulle mie spalle. Aveva bisogno di un sostegno vero? Le mie braccia attorno ai suoi fianchi e le sue intorno al mio collo erano ben salde.
Rimanemmo così per un paio di secondi prima che lui si scollasse, imbarazzato.
Tornai ad osservarlo in ginocchio . “H-ho......” lo vidi riflettere un attimo e scuotere leggermente il capo. “Praticamente in questo sogno... mi sono svegliato... ed era tutto normale... però mi ricordavo delle cose... e penso fossero reali ma proiettate li per far intendere al mio subconscio che erano vere anche se sognavo, e quando mi sono svegliato... sempre nel sogno però eh, mi sentivo strano... e pure ora!” disse tutto d'un fiato.

“B-Bum... rallenta...” balbettai. Era difficile stare dietro al suo discorso. Era molto confuso e non riuscivo a capire cosa mi volesse dire. Mi sforzai. Avevo promesso di aiutarlo, e l'avrei fatto. Accarezzai la sua guancia destra. “Ricomincia.”
Sospirò. “Stupido dinosauro.” sorrise.
Ero sorpreso. Non usava nomignoli da davvero molto tempo. Rimasi inebetito per diversi secondi, osservando il suo comportamento cambiare. Dall'essere triste, ora sembrava più sereno e sorrideva dolcemente mentre mi insultava. E io mi sentivo felice per questo, il mio Kibum stava tornando. Sicuramente era una cosa stupida ma in quel momento mi aveva rincuorato... e dato una speranza.

“B-Bum...”

“Però, ho paura di star confondendo realtà e fantasia. Dopotutto, io non so cosa sia reale e cosa no dei miei sogni.”

“Raccontami tutto il sogno per bene, meglio che puoi... e io ti aiuterò a ricostruire la memoria.”

“Va bene hyung...”

Sorrisi. Non era ancora tornato normale, e me lo dimostrava lo “hyung” appena pronunciato. Prima di perdere la memoria non si sarebbe mai sognato di chiamarmi Hyung. Diceva che si sentiva inferiore... e ripeteva sempre che la Diva degli SHINee non era inferiore a nessuno (chiamava Hyung solo il leader, per rispetto).
Se davvero aveva ricordato gran parte delle cose, voleva dire che la sua memoria era frammentata in questo momento ed il suo cervello stava lottando per recuperarla. “Kibummie, andiamo in clinica. Così ci aiuteranno a capire cosa devi fare.” lo abbracciai per un'ultima volta prima di prenderlo per mano. Lo feci alzare e ci dirigemmo verso gli altri.

Gli tenni stretta la presa finché non salimmo in macchina. Chiesi a Minho di guidare, così da poter rimanere accanto a Kibum fino a destinazione. Mi sedetti al lato del finestrino sinistro mentre lui si mise in centro.

Durante il tragitto gli scrissi diversi messaggi. Glieli mostravo voltandomi verso il vetro per non far vedere agli altri – sopratutto al piccolo Taemin, che era seduto alla destra di Kibum – la nostra conversazione. Aveva le cuffie nelle orecchie il maknae, quindi, era perso nel suo mondo. Ma mi preoccupai lo stesso perché se ci avesse visto avere una conversazione tramite messaggi si sarebbe messo a fare domande e non avevo voglia di stare a cercare scuse.

To Bummie: Bummie, è tutto ok. Non essere spaventato. Andrà tutto bene.

Aveva preso un respiro profondo ed aveva tirato fuori il suo telefonino dalla tasca dei jeans per rispondermi.

To Jong: Tranquillo hyung.

Non ne ero convinto, e nemmeno lui. Gli avevo scritto quel messaggio perché avevo visto il tremolio delle sue gambe. Quel maledetto tic che gli veniva sempre quando cercava di nascondere l'agitazione. Un'altra cosa che mi fece notare il suo nervosismo furono le mani: le stava torturando.

To Bummie: Ricorda che ci sono io con te. ;)

To Jong: Grazie.

Sorrise.
Appoggiai istintivamente la mano destra sulla sua gamba sinistra. Sfregai un po', cercando di dargli coraggio. Mi scrisse un altro messaggio.

To Jong: Puoi tenermi la mano finché non scendiamo? :'(

La afferrai senza pensarci e con il pollice cominciai ad accarezzarla delicatamente. Il biondo si appoggiò alla mia spalla e chiuse gli occhi. Presi l'ipod e gli feci mettere una cuffia. Lasciai che la playlist scorresse da sé e capitò una canzone degli U-Kiss che ascoltavo sempre quando ero un po' triste. Non la tolsi. Non ne avevo voglia... e nemmeno al ragazzo seduto al mio fianco sembrava importare. Accoccolato sulla mia spalla, ascoltò la musica fino a destinazione.

Le note e le parole di questa canzone facevano battere il mio cuore velocemente, la malinconia trasmessa era tale da farmi avere gli occhi lucidi e sentii la mano di Kibum stringere la mia con forza. Vidi i suoi occhi lucidi e le labbra che venivano morse con insistenza.

When love stops era una canzone in grado di trasmettere molte emozioni.

 

Fine POV Jonghyun

 

***

 

Un diario. Questo mi aveva consigliato il dottore dopo un'attenta diagnosi. Mi aveva suggerito di scrivere i progressi e le varie azioni della giornata – a mio piacimento –, inserendo anche i sogni che avrei fatto, così da confrontarli pian piano con la veridicità degli eventi.

All'inizio pensavo che sarebbe stato difficile ed inutile, ma lo trovai piuttosto appagante. Il dottore incaricò il mio adorato pargolo (Taemin) di leggere ed aiutarmi a capire se quello che sognavo era parte della realtà. All'inizio il ragazzo mi chiese il motivo per cui avessi scelto lui invece del mio compagno di stanza. Bè, la situazione era chiara. Nei miei sogni c'era spesso e volentieri quella faccia da schiaffi di Jonghyun (anche se sapevo che certe cose non erano vere ma frutto del mio cervello bacato, pertanto, non erano mai accadute). Di conseguenza, non potevo fargli leggere delle pagine dove scrivevo:

 

Stanotte ho sognato che Jong mi faceva **** e io poi gli ho fatto **** così poi con **** abbiamo ***** sempre di più **** finché alla fine lui **** ed io ****............

 

NO.

Non avrei mai scritto tutto interamente. Non ero - e non sarei - mai entrato nei particolari a descrivere certe cose. Anche perché le doveva leggere il mio piccolino... e non volevo spaventarlo o compromettere la sua innocenza. (anche se mi ricordo di aver sentito che lui e Minho erano intimi. TROPPO INTIMI. oihojihgbfp)

Le giornate da quel giorno erano passate tranquille, niente di strano era successo. Sognavo Jong una notte si e l'altra pure... ma grazie al diario – dove potevo sfogarmi – riuscivo a rimanere tranquillo. Ogni sogno era sempre più intenso e passionale del precedente e la vicinanza con il ragazzo mi metteva sempre più in soggezione. Mascheravo bene questa cosa però, grazie alla mia sfacciataggine ed al mio caratteraccio – che stavo recuperando con il passare dei giorni –.
Ormai ero certo. Ero cotto di lui, e secondo me, lo ero anche prima di avere la perdita di memoria. Taemin mi aveva parlato del mio comportamento e mi aveva raccontato diverse vicende. Non mi aveva detto esplicitamente che ero innamorato di lui, ma me lo aveva fatto capire. E io, mi fidavo del mio piccolino.
Cosa potevo fare però? Probabilmente la mia era una semplice infatuazione dovuta al fatto che lui mi prestava tante attenzioni dal mattino appena suonava la sveglia a quando si addormentava la sera stremato. Il problema è che anche gli altri si comportavano così con me (non ai suoi livelli) ma per loro non sentivo niente in quel senso... erano la mia famiglia... ma non ho mai provato attrazione fisica per uno di loro. Solo Jonghyun mi causava strane fitte alla pancia che non mi facevano chiudere occhio la notte. Poi, il modo in cui mi sorrideva. Il modo in cui si rivolgeva a me. Il modo in cui mi toccava. Con gli altri non faceva così. Forse, ero io che mi ero messo troppo al centro dell'attenzione e mi stavo immaginando tutto. Ma sono convinto che anche io, per lui, sono speciale. Spero di esserlo almeno un po'.

Dio, che delirio! La testa stasera mi esplode. Penso che andrò a dormire, così stacco la spina per un po'.
Caro diario, grazie del supporto che mi dai. Spero che tutto si risolva al meglio.

 


 

POV Jonghyun

Kibum si stava comportando in modo strano dal giorno in cui il dottore gli aveva suggerito di tenere un diario. Ogni notte, sentivo il cigolio del suo letto che si prolungava per ore. Il che significava che si girava più volte e che non riusciva a dormire. Lo sentivo sbuffare o mugolare qualcosa a bassa voce. Altre volte sentivo il brusio della musica dell'mp3, a volte lo vedevo alzarsi ed andare in bagno. Ci stava per molto tempo. Stava passando diverse notti insonne.

Non sapevo che fare, avevo paura a chiedergli se qualcosa non andasse. Magari era una mia sensazione e non volevo apparire pesante. Non sapevo come approcciarmi con lui.

 

 

Stavo giocando alla playstation con quella rana dagli occhi a palla quando il maknae venne a sedersi – buttarsi – sul divano tra di noi. Come un gattino che fa le fusa, si era accoccolato al braccio di Minho, impedendogli di giocare come si doveva. Vinsi la partita e me ne andai fiero. Avevo capito che il piccolo voleva restare solo con il compagno di stanza, così, decisi di andare a letto prima.
Lo hyung e Kibum erano in cucina a lavare i piatti e piuttosto che restare solo tra i due piccioncini – o lavare le stoviglie – mi diressi nella mia camera.
Feci la doccia e mi sdraiai sul letto spegnendo tutte le luci.
Accesi il telefono e misi gli auricolari. Abbassai la luminosità per non bruciarmi le retine e digitai un paio di volte sul touch screen per accendere la musica. Spensi lo schermo e chiusi le palpebre. Il braccio destro finì sui miei occhi mentre con l'altro ticchettavo sul petto il ritmo della musica.
Ripensai a tutta la mia vita da quando avevo conosciuto Kibum. Molte volte era rimasto sveglio la notte per la tensione e il nervosismo ma mi aveva sempre svegliato per tenergli compagnia – a volte lo maledicevo perché il giorno dopo quello stanco ero io –.
Mi si inumidirono gli occhi. Singhiozzai. Mi mancava il mio Kibum. Quella diva capricciosa che facevo arrabbiare con un nonnulla. Quel ragazzo tanto stronzo, ipocrita ed egocentrico quanto sensibile, dolce e maturo. Mi mancava tanto.
Non che l'attuale fosse male. Ma tutti i ricordi, le emozioni, le sensazioni... erano svaniti... ed io ero impaurito come non mai. Il mio sentimento non era cambiato... ma avevo paura che qualcosa non andasse in lui. Lo sentivo distante in alcuni momenti. Aveva spesso la testa tra le nuvole e a volte addirittura mi evitava (lo faceva anche prima, ma c'era sempre un motivo più che valido.)

 

 

Sentii cigolare la porta ed il flebile rumore della luce che veniva accesa. Mi girai verso il muro ed asciugai le lacrime sul cuscino. Feci finta di dormire. Non avevo voglia di parlare, mi sentivo così stanco mentalmente. Avevo promesso di aiutarlo... ma lui non si sfogava con me. Dopo quel giorno non mi aveva più parlato di tutta questa storia.. e non era entrato nei dettagli. E persino Taemin non diceva nulla. “Mi controlla quando leggo... e mi fa leggere solo alcune pagine!” diceva. Perché nemmeno al suo adorato Minnie faceva leggere interamente quel fottuto diario? Avrei facilmente potuto corromperlo con dei dolci o del latte alla banana se avesse saputo qualsiasi cosa... ma così non valeva la pena.

“Jong?” sentii dei passi muoversi verso il mio letto. “Stai dormendo?”

Appesantii il mio respiro per farlo allontanare. Allontanati per favore. Lo implorai mentalmente.

“Vabbè... buona notte...” sentii cigolare il letto ed una nuova presenza su di esso che l'aveva costretto ad abbassarsi di qualche millimetro. Sentii qualcosa di vagamente umido posarsi sulla mia guancia ed un piccolo schiocco, quasi impercettibile. Sentii anche i miei capelli venir scostati dalla fronte. “Vorrei parlarti uno di questi giorni... ma ho tanta paura... io... non so cosa fare.” la sua voce era tremante. “Non ce la faccio più... ho paura che potresti odiarmi se ti raccontassi certe cose...”

Sospirai un po' più forte. Mi stavo tormentando le labbra, mordendole con insistenza: se mi alzavo dicendogli che stavo facendo finta di dormire mi avrebbe probabilmente dato dello scemo e si sarebbe arrabbiato; e se non avessi risposto alla sua richiesta d'aiuto sarei stato uno stupido e mi sarei sentito un verme. Cosa dovevo fare? Ero combattuto tra l'orgoglio di fare la figura del deficiente e la preoccupazione che si attanagliava in me.

“Scusa se ti ho disturbato... so che non mi senti... ti lascio in pace. Ancora buona notte cucciolo...” sentii il letto cigolare ancora ed il materasso alzarsi nuovamente di qualche millimetro.
La luce venne spenta nell'istante in cui si accese quella del bagno. Scomparve quando chiuse la porta.
Mi voltai quando sentii lo scrosciare dell'acqua della doccia. Ci avrebbe messo una buona oretta ad uscire così presi il cellulare e scrissi un messaggio. Sospirai. Cosa dovevo fare ora? Ripresi le coperte rannicchiandomici dentro e aspettando – al buio – che il mio compagno di stanza uscisse.

 

 

La porta scricchiolò. Chiusi gli occhi velocemente, tornando a fingere di dormire.
Aprii in una leggera fessura l'occhio sinistro (quello più nascosto dal cuscino) e spiai le mosse del ragazzo. Era buio e quindi non poteva vedermi (non che io lo vedessi tanto meglio eh!)
Lo osservai dirigersi verso il comodino. Prese qualcosa tra le mani. Si illuminò. Probabilmente aveva messo il cellulare sotto carica e lo stava scollegando.

“Jong...”

Sussultai.

“S-sei sveglio?” si girò verso di me.

“Si.” risposi.

Accese l'abatjour. Le sue gote si erano colorite di rosso. “D-da quanto sei sveglio?”

“Non mi sono ancora addormentato...”

“P-prima...?”

“Si.” risposi. Sapevo che voleva intendere 'prima quando mi sono avvicinato eri sveglio?' gongolai.

I suoi occhi divennero lucidi.

“Vieni qui.” dissi dolcemente tirandomi su.

Si avvicinò lentamente, con lo sguardo puntato nei miei occhi. Il suo viso era dolcissimo. Era imbarazzato da morire mentre io, sentivo una strana calma interiore.
Mi spostai di più verso il muro e gli feci spazio. Alzai le coperte e lo invitai a sdraiarsi. Era titubante. Mi sollevai e gli tesi una mano. “Forza... vieni qui.” ripetei facendogli cenno di sedersi.
Prese un respiro profondo e si sdraiò. Lo coprii premurosamente. “Dimmi...” dissi sorridendogli.
Mi mostrò il cellulare.

To Jong: Bummie, io ci sarò sempre per te.
Non aver paura di confessarmi le cose. Non ti odierei mai. Non potrei. Ti prego, non aver paura di me. Voglio solo aiutarti. Se vorrai parlarmi, io sarò disponibile. p.s. Una volta finita la doccia, ti posso ascoltare. Parlami solo se vorrai aiuto.

Singhiozzò.
Lo abbracciai forte. “hei Bummie....” gli diedi un bacio sulla testolina bionda illuminata dalla lieve luce proveniente dal comodino.

“C-cosa vuol dire questo?! Perché non mi hai detto che eri sveglio? MI ODI?!? Perché mi hai fatto fare quella figura?!”

Lo strinsi di più. “Avevo paura che tu ce l'avessi con me per non so che cosa. Come potrei odiarti, si può sapere?!” inventai una scusa che non stava in piedi.

“I-io...” si fece sempre più piccolo mentre il suo viso veniva rigato dalle lacrime. “J-Jjong... questo è un sogno vero?”

“Cosa?” chiesi un po' confuso.

“SI!! Non ci sono spiegazioni alternative! Sto di nuovo sognando!! Non è possibile che io sia tra le tue braccia! E che ti ho dato un bacio sulla guancia e tu non ti sei schifato!!”

Il mio cuore prese a sussultare.

“E sai perché è un sogno?”

“K-Kibum...”

Si alzò e si mise sopra di me. “J-Jong... q-questo è per forza un sogno... se non lo fosse non saremmo in questa posizione!”
Rimasi ammutolito. Non sapevo come reagire. Kibum sembrava davvero sul punto di una crisi di nervi. Era confuso vero? Probabilmente il recupero di memoria gli stava giocando un brutto scherzo.

“J-Jong... io...” si abbassò sulle mie labbra, rubandomi un bacio che sapeva di dolcezza e timore. “i-io... non ne posso più di sognarti... smettila di tormentarmi!” si sollevò di poco lasciando cadere piccole goccioline sulle mie guance.

Gli presi il viso tra le mani, asciugandolo con i pollici “Bummie... questo non è un sogno, questa è la realtà!!”

“Non è vero!” cominciò a picchiettare sul petto con le sue mani fredde. Le chiuse a pugno, appoggiando la testa sul torace. “Jong... non ce la faccio più... esci dai miei sogni...”

Il mio cuore continuava a fare i capricci. Era completamente preso dal panico e allo stesso tempo era felice.
Chiusi gli occhi e avvicinai il suo viso al mio. “Ti mostrerò che questo non è un sogno, Bummie.”
Feci scivolare una mano dietro la sua nuca per avvicinarlo. Non oppose resistenza. Chiuse gli occhi. Li chiusi anch'io. Unimmo nuovamente le bocche in un bacio casto e tenero. Le sue labbra morbide e lisce si scontrarono e schioccarono con le mie, ruvide e carnose.
Feci scendere la mano sulla sua schiena, accarezzandola con una lentezza che poteva risultare frustrante. Lo sentii mugolare sulla mia bocca a quel contatto.

“J-Jong...” pronunciò con voce fioca, quasi nulla. I suoi occhi divennero strani, si illuminarono di una luce tremendamente sensuale. Lo sguardo cambiò.

“Kibum...” ripetei anch'io il suo nome.

Gli sollevai dolcemente la maglia facendola scivolare verso l'alto. Il suo corpo era aderito sul mio pochi minuti prima e quindi mi venivano limitati i movimenti. Accarezzai dolcemente la sua schiena con le punte delle dita, provocandogli dei piccoli brividi.

“D-devo dirti una cosa...” disse tremando.

Sorrisi. “Dimmi...”

“C-credo...”

“Credi?” ero stranamente tranquillo. Troppo.

“Credo di... am....” sospirò, rosso in viso “...” lo vidi fare una pausa e poi una smorfia. “Non ci riesco! Non riesco a dirlo!” la sua espressione era così carina. Si stava arrabbiando con se stesso. Era deciso fino a poco fa ed ora si stava vergognando. La sua incoerenza era adorabile.

“Credi di amarmi?” mi stupii delle mie parole.

Avvampò.

“Se è un si, baciami. Ora.”

Tutto mi lasciava intuire che la sua risposta sarebbe stata affermativa. Tremava sul mio corpo ed aveva brividi ad ogni mio tocco. Il suo sguardo viola dall'imbarazzo mi metteva tenerezza.

“J-Jonghyun...” i suoi occhi continuavano ad essere lucidi ed imbarazzati. “Ho... paura...” affermò.

Lo strinsi forte a me. “Non devi avere paura... come te lo devo far capire?” sospirai. “Kibum... io... voglio che tu mi dica si o no. Ho bisogno di saperlo.”
Mi guardò dritto negli occhi. “E-e-e... s-se fosse u-un s-s-si... cosa mi risponderesti t-tu?” balbettò.
Non parlai. Sorrisi ed aspettai paziente continuando a massaggiargli la schiena nuda con i polpastrelli.
Lo vidi sospirare otto volte (si, le avevo contate tutte) prima di vederlo sollevarsi. Si sedette sul mio bacino, continuando a tenere gli occhi dal taglio felino incollati ai miei. Il suo viso non aveva più un colore definito. La tavola dei colori avrebbe dovuto aggiungere una nuova tonalità di rosso.

“Aiutami... sto impazzendo. Non capisco più niente... la realtà ed i sogni si uniscono e non distinguo più nulla...”

Alzai il braccio destro, accarezzandogli una guancia senza parlare. Sorrise. Ero felice. Quando sorrideva sinceramente gli si formavano, sotto gli zigomi, due adorabili fossette. Prese la mia mano e le diede un bacio. Si abbassò lentamente su di me, appoggiando le sue labbra sulle mie. Il cuore cominciò a impazzire sempre più.

“Lo prendo come un si.”

 

 

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 

 

Ciao a tutti!!
Scusate il ritardo... avrei voluto pubblicare entro sabato ma non ce l'ho fatta a finire il capitolo! XD
Un paio di canzoni che mi hanno aiutata a scrivere questo capitolo: Wedding Dress di Taeyang e Everybody degli SHINee. (ma quanto è bella quella nuova canzone?! *-*)
Vi ringrazio per il sostegno e per le belle recensioni ricevute nello scorso capitolo!! Wow, siamo al 14. La storia penso che terminerà tra un paio di capitoli (non so di preciso, magari si prolungherà C: dipende dalla mia mente bacata.)


Un bacione a tutti. Al prossimo capitolo.

 

   
 
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