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Autore: gaia1986    14/10/2013    1 recensioni
Rivisitazione della storia del Port-to-Port killer.
Tony viene rapito dal killer che lo vuole trasformare in un suo adepto in quanto lo ritiene un suo fratello. Leon Vance, Ray Cruz e Philip Davenport saranno nel mirino dei due.
Gibbs, Ziva e il resto del team, nel frattempo, cercheranno di fermarli e farenno di tutto per riuscire a riportare Tony a casa, ma lui non sarà più lo stesso. Questa situazione avrà ripercussioni su tutto il team e sul rapporto tra Tony e Ziva, ma anche con Gibbs. Cosa succederà tra i Tiva? E con Gibbs? Riusciranno a tornare alla normalità? Sta a voi scoprirlo leggendo.
Nella storia compariranno anche la dottoressa Rachel Cranston, EJ e il suo team, Fornell e Sacks.
Buona lettura.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse, Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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CAPITOLO SEI
CASA VANCE
Jackie Vance aveva preparato le frittelle di patate per Kayla, Jared e Leon che era seduto a leggere il Washington Post e il NY Times, mentre suo figlio e sua figlia si prendevano in giro a vicenda. Inoltre, seduto al tavolo da pranzo con loro, c’era l’Agente Speciale McGee.
«Non ha un iPad signore?» chiese McGee.
«L’avevo, ma mia moglie l’ha rotto» sospirò.
«Io ne ho uno» disse Kayla.
«Pure io» intervenne Jared.
«Tirateli fuori e potrei confiscarveli» disse Leon.
«Mcgee, che stai facendo» chiese Ziva nell’auricolare.
McGee sollevò il braccio e parlò nel microfono nella sua manica. «Sto parlando col Direttore»
«Se stai facendo colazione mentre noi siamo qui fuori affamate, ti prendo a calci nel culo» disse Ziva.
Jackie Vance mise un piatto di frittelle davanti a McGee. «Grazie signora»
«Agente McGee cosa vuole l’Agente David?» chiese Vance.
«Voleva assicurarsi che non stessi facendo colazione» rispose con un pizzico di senso di colpa.
Vance si mise a ridere. «Le dica che si merita la colazione per aver aiutato i miei figli con i compiti di matematica»
«Si signore» disse, per poi assaggiare i pancake «Sono deliziosi»
«E lo sa» disse Vance.
«Mi piacciono i complimenti, Leon» replicò Jackie, mentre si sedeva per mangiare le sue frittelle «Grazie per il complimento McGee»
«Sono davvero deliziose, signora» ribadì l’Agente.
«Avete sentito voi due?» disse Vance «A vostra madre piacciono i complimenti!» Kayla e Jared risero.
«McGee» disse Vance «Gibbs è sempre stato così protettivo nei confronti di DiNozzo?»
«Signore?» chiese McGee, colto di sorpresa da quella domanda del suo Direttore.
«Gibbs è sempre stato così protettivo nei confronti di DiNozzo?» ripeté Vance «È una semplice domanda»
«Gibbs è protettivo con tutti i membri del suo team, ma lui è sempre stato particolarmente protettivo con Tony. Hanno una sorta di rapporto Mentore/Discepolo, ma ancora più forte» rispose McGee.
«Quell’uomo non ha mai mollato un attimo negli ultimi cinque mesi» disse Vance.
«Sembra che lo consideri come un figlio» disse Jackie.
«Non credo che Gibbs sia così sentimentale, tesoro» disse Vance.
«Ok, Leon. Tu lo conosci sicuramente meglio» rispose la moglie con un sorriso.
 
FUORI DA CASA VANCE
Ziva e EJ erano sedute nella Charger. EJ si mosse sul sedile del passeggero e guardò Ziva. Aveva un sorriso sul volto.
«Sembra che tu non ti fidi di McGee» disse.
«Io mi fido, ma Tony ha avuto una cattiva influenza su lui. So che è seduto al tavolo della sala da pranzo a mangiare la prima colazione, mentre noi siamo qui sedute con lo stomaco annodato»
«È questa l’influenza di Tony?!»
«Già» disse Ziva e poi sorrise «Sai com’è Tony quando vuole qualcosa. Lui piagnucola o affascina»
«O entrambe le cose» sorrise EJ «Dovresti vedere come diventa quando gli si nega il sesso!»
«Non potrei saperlo» disse Ziva irrigidendosi
EJ ridacchiò. «Tu e Tony... non avete mai...?»
«No, non l’abbiamo mai fatto» rispose Ziva.
«Wow! Ho sempre pensato che voi due l’aveste fatto. voglio dire lui è pazzo di te e gli piace davvero tanto fare sesso» disse EJ.
«Non voglio saperlo» disse Ziva.
«Ma è vero!» esclamò lei «Posso assicurarti che lui è pazzo di te»
«Intendevo la parte del sesso» chiarì Ziva.
«Non pensavo fossi una puritana» disse EJ.
«Non sono una puritana, ma non mi va di parlare della vita sessuale di Tony. aveva l’abitudine di parlarne abbastanza senza che gli fosse richiesto» disse Ziva.
«Faceva solo l’esibizionista. Quell’uomo è un amante incredibile» continuò EJ.
«Mi sembrava di aver detto di non volerne parlare» disse Ziva.
«Va bene. Comunque sono sorpresa che tu non abbia mai fatto l’amore con lui» disse EJ «Quell’uomo è pazzo di te. Questa cosa mi ha sempre fatto incazzare, perché mentre lui usciva con me, si preoccupava sempre per te. Dovresti davvero trascinarlo fuori e farvi una buona scop...»
«Per favore possiamo smettere di parlarne» urlò scocciata Ziva.
«Ok, va bene» disse EJ.
Ziva ora si muoveva sul sedile. Quella conversazione con EJ l’aveva messa a disagio per diversi motivi, non ultimo il fatto che avrebbe davvero voluto trascinare Tony nel suo letto e farci l’amore quando fosse tornato. Ma quello non sarebbe stato Tony. sarebbe stato qualcuno che avrebbe avuto bisogno del loro aiuto.
«Pensi che Tony cercherà davvero di uccidere Ray Cruz?» chiese EJ.
«Proverà con uno di loro» rispose asciutta Ziva.
«Già, credo di si» constatò EJ. Poi guardò il suo orologio. «Dov’è Gibbs?» chiese.
«Non ne ho idea!» rispose brusca Ziva.
«Qualcuno è di cattivo umore» disse EJ «Mi spiace averti messo di cattivo umore»
«Non è colpa tua» disse Ziva.
«Hai davvero bisogno di andare a letto con DiNozzo dopo che l’avremmo riportato a casa. siete fatti l’uno per l’altra»
La testa di Ziva scatto verso la sua destra e fissò EJ che stava cercando di non ridere. Ci volle qualche istante, ma finalmente EJ riuscì a riprendere il controllo di se stessa.
 
UNION STATION
Tony aveva preso un pullman per DC. Il pullman si era fermato all’Union Station al 50 di Massachusetts Avenue NE.
Con una barba lunga di quattro giorni e i capelli un po’ troppo lunghi, scese dall’autobus con il suo zaino in spalla. Conosceva già la routine del suo bersaglio e aveva deciso sul bus di colpirlo al suo rientro a casa alla sera. Il Navy Yard era troppo problematico e colpirlo al mattino voleva dire rischiare di colpire i suoi figli. Figli. “Vance ha dei figli” pensò Tony. Era un padre e, da quello che aveva potuto vedere, era un buon padre, a differenza del suo. Non solo stava per ammazzare il Direttore di un’Agenzia Federale, che sentiva istintivamente come una cosa sbagliata, ma stava per far fuori un padre.
Tony iniziò a camminare. Gli venne in mente il Capitano Bennett Marco . il film The Manchurian Candidate. Cobb l’aveva trasformato nel protagonista di quel film, ma gli sembrava così giusto. Vance era uno di quelli che aveva creato Cobb insieme al SecNav e a Ray Cruz.
Già Ray Cruz. Per qualche ragione disprezzava molto più questo Cruz di Vance. Cruz aveva Ziva.
No, doveva smettere di pensare a Cruz e Ziva. Il suo problema era Vance. Doveva uccidere Vance. Se lo avesse fatto tutto sarebbe andato bene e tutto quello che aveva passato negli ultimi mesi avrebbe avuto senso. Tutto quello che doveva fare era uccidere Vance, non Ray Cruz che stava con la donna che amava e che la strava usando, ma Vance. Avrebbe preferito fosse stato quel figlio di cagna di Ray Cruz, ma non lo era. No, Cobb voleva che lui punisse Vance perché era un buon padre.
No, non era quella la ragione. Non riguardava i padri. No, Vance doveva essere punito perché aveva ideato l’Operazione Frankenstein. Lui dovrebbe essere elogiato perché era un buon padre. Già, quello aveva molto più senso. Non era così male quel tipo, pensò Tony, no lui era un capo duro, a volte sleale, ma sarebbe stato punito per un’idea.
La testa di Tony iniziò a fargli male mentre camminava. Vance viveva in un sobborgo della Virginia. Doveva trovare il modo di arrivare là. Probabilmente poteva prendere un treno. Aveva tra le mani un biglietto per un treno, Strangers on a train, Delitto per delitto. “Mi chiedo se riuscirei a convincere qualcuno ad uccidere Vance per me” pensò.
 
CANTINA DI GIBBS
Gibbs aveva l’abitudine di usare la pialla da legno anche per modellare il legno. Era un processo semplice e ripetitivo che consisteva nel far correre la pialla sul legno finché non era tutto liscio.
Tony odiava i lavori manuali come quelli, ma lui ne aveva bisogno e ne aveva bisogno soprattutto quando il suo istinto gli dice che qualcosa non andava.
Cobb era troppo intelligente per commettere l’errore di lasciare un indizio tanto evidente che indicava che Tony avrebbe ucciso Ray Cruz. Lui voleva qualcosa di più subdolo di quello. Cobb avrebbe voluto che l’NCIS uccidesse l’NCIS. Avrebbe avuto molto più senso se Cobb avesse voluto che Tony uccidesse Vance e non Cruz. DiNozzo che uccide Vance sarebbe stato come un delitto in famiglia ed era quello che lui voleva, anche per quello chiamava Tony “fratello”. Fratricidio. Cosa ci sarebbe stato di più soddisfacente nei profili di Cobb e Tony? uccidere il padre, l’uomo che aveva abusato di loro o che non aveva mai avuto tempo per loro. Già, quello avrebbe avuto molto più senso.
Ora, tralasciando i suoi indizi sulla situazione, rimaneva la scritta “Capitano Bennett Marco” intagliata nel muro. Dannazione, il povero bastardo era consapevole che stava per essere usato e probabilmente aveva ancora un po’ di controllo. Cobb era un esperto nel lavaggio del cervello. Aveva potuto farlo a lui a diversi livelli e aveva avuto DiNozzo per quasi cinque mesi. Pensandoci bene, cinque mesi di torture, cinque mesi di “Poliziotto buono e poliziotto cattivo”. La mente di DiNozzo non poteva fare a meno di essere confusa, sfocata, alla ricerca di chiarimenti. Aveva bisogno di qualcuno che gli mostrasse la via del ritorno verso chi era. Aveva bisogno della famiglia che erano lui, Abby, McGee, Ducky, Jimmy e Ziva.
Gibbs smise di lavorare il legno. L’attrezzo aveva fatto tutto quello che doveva fare. Il legno era uniforme e il suo istinto aveva capito tutto. ore era arrivato per lui il momento di smettere che DiNozzo rialzasse la testa. Quando non lo avrebbe fatto, lui avrebbe avuto bisogno di ricevere istruzioni. Una volta che lo avesse fatto, lui avrebbe dovuto mostrare a DiNozzo la strada di casa. E sarebbe stato un lungo viaggio, ma lui era DiNozzo. Un ospedale non poteva riuscirci, nemmeno un dottore. No, doveva essere quelli di cui aveva fiducia, che erano pochi e diversi tra loro. Si sarebbe preso cura di DiNozzo.
 
NCIS
«È ora di smettere di lavorare» disse Vance all’MCRT entrando nel loro bullpen. Gibbs lo guardò alzando gli occhi dai suoi rapporti arretrati. Aveva a lungo lavorato su piste riguardanti DiNozzo perché era sicuro che Tony fosse sulle tracce di Vance. McGee, EJ e Ziva afferrarono le loro giacche e la loro attrezzatura, mentre Gibbs metteva lentamente a posto le sue cose. Lui si alzò in piedi. «Ziva, tu sei con Vance» ordinò Gibbs.
«Si, Gibbs»
«McGee, EJ, voi prenderete la macchina di testa» ordinò.
«Si boss»
«Sembra che tu rimarrai solo in macchina, Gibbs» disse Vance con un sorrisetto.
«Te lo immagini, Leon?» sorrise Gibbs.
«Non che stia male con te, ma non vedo l’ora di poter guidare di nuovo la mia macchina» disse Vance.
«Il peso dell’autorità» sentenziò Gibbs.
 
CASA DI VANCE
Quaranta minuti dopo, erano arrivati davanti alla casa di Vance. Mentre Ziva e Vance parcheggiavano la macchina nel vialetto, Gibbs rimase indietro a controllare l’area. McGee e EJ scesero dalla loro macchina per controllare che tutto fosse libero. Aprirono la porta dell’abitazione trovandola stranamente silenziosa.
«Signora Vance» chiamò McGee. Nessuna risposta. «Jackie» provò di nuovo. Ancora nessuna risposta. EJ sollevò la pistola ed iniziò la procedura per controllare la stanza. Quando entrò nel soggiorno, qualcuno le afferrò i polsi. Sentì una gomitata allo stomaco, poi una dietro al collo e si ritrovò sul pavimento incosciente. McGee si precipitò nella stanza dove trovò EJ svenuta e Tony che gli puntava contro una pistola.
«Tony, cosa stai facendo?» gli chiese.
«Indossi il giubbotto antiproiettile, McGee?» gli domandò in risposta Tony.
«Si» rispose McGee.
«Bene» disse Tony. Sparò due colpi nel petto di McGee lasciandolo disteso sulla schiena e incapace di muoversi. Proprio in quel momento Ziva, Gibbs e Vance entrarono dalla porta. Tutti e tre puntavano le loro armi contro Tony.
«Dov’è la mia famiglia, DiNozzo?» urlò Vance.
«Non ho intenzione di far loro del male» sentenziò Tony. «Sono qui per te!»
«DiNozzo mi spiace che tutto questo sia capitato a te» disse Vance «Mi assumerò le mie responsabilità, se ti sarà d’aiuto, ma non buttare via la tua vita per uccidermi»
Tony aveva la sua arma puntata alla testa di Vance. Sapeva di poterlo colpire.
«Tony» iniziò a parlare Gibbs «sei come il Capitano Bennett Marco. Stai combattendo la programmazione. Continua a farlo» Gibbs aveva sollevato la sua pistola. Sollevò le mani e iniziò ad andare verso DiNozzo. «Ora, io so che tu non hai intenzione di spararmi, Tony, e lo sai pure tu. Quindi metti giù la pistola, figliolo» disse Gibbs.
«È così difficile, Capo» dichiarò Tony.
«Lo so, figliolo» disse Gibbs.
«Lui... lui continuava a farmi cose, cose dolorose e poi lui è diventato la mia unica... famiglia» disse Tony.
«Lui non è della famiglia, Tony. Io lo sono, McGee lo è, Ducky, Palmer e Abby lo sono. Ziva lo è» disse Gibbs.
«Sono confuso, Capo»
Vance e Ziva guardavano i due uomini in silenzio. Si sentivano quasi di troppo, come se non avessero dovuto vedere quella scena. Quella era una cosa tra padre e figlio. Gibbs aprì le braccia e rimase immobile. «Vieni qui, Tony. Vieni da me» disse Gibbs.
«Capo, sono tanto confuso, la mia testa fa male» si lamentò Tony.
«Lo so, figliolo. Mi prenderò cura io di te» disse Gibbs.
Tony abbassò l’arma lungo il suo fianco e poi la lasciò cadere. Una volta fatto quello si avvicinò a Gibbs che lo avvolse in un abbraccio e lo tenne stretto quando lui iniziò a piangere. Vance finalmente comprese il rapporto tra Gibbs e DiNozzo.
«Ziva, controlla McGee ed EJ» disse Gibbs mentre Tony piangeva tra le sue braccia. Con le lacrime agli occhi fece quello che le era stato detto.
«Dov’è la mia famiglia, Tony?» gli chiese Vance dolcemente.
«Chiusa... in camera da letto, al piano superiore» disse piangendo. Vance mise via la pistola e corse su per le scale.
«È tutto ok, figliolo. Mi prenderò cura di te» disse Gibbs dolcemente.
  
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