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Autore: claudineclaudette_    07/04/2008    0 recensioni
La storia che state per leggere è basata su uno degli avvenimenti più importanti di Final Fantasy VII...il recupero dei suoi veri ricordi da parte di Cloud.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sephiroth, Tifa Lockheart, Tseng, Zack Fair
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Discalamer: La storia non è mia, sebbene sia stata scritta effettivamente da me, essa è la trascrizione (o come la volete chiamare) del lavoro della Square "LAst Order".

Presente: Prologo

La fatica… non sapeva dove fosse o cosa stesse facendo. Semplicemente continuava a camminare, sorretto da qualcuno che non conosceva. Guardava fisso davanti a sé senza riuscire comunque a vedere, non distingueva chiaramente le forme e tutto era avvolto da una nebbia verde. All’improvviso scivolò e quasi cadde al suolo, ma il suo compagno arrestò la sua caduta, cingendogli meglio la vita con il braccio.

- Whoops! - esclamò. - Errore mio. Vorrei lasciarti riposare, ma sembra non ci sia abbastanza tempo.

Ricominciarono a camminare, erano due giovani uomini. Lui era piccolo di statura e i capelli biondi riuscivano a brillare anche sotto quella flebile luce offerta dalla luna. La sua età si aggirava intorno ai vent‘anni. Il suo compagno invece era molto diverso da lui: alto e austero, il fisico, nascosto da una divisa scura, perfettamente modellato. Teneva legata sulla schiena un’enorme spada con la lama larga, i lunghi capelli neri solleticavano gentilmente l’elsa dell’arma. Era un Soldier.

Nella selva, completamente immersa nell’oscurità, il silenzio era assoluto. Gli unici rumori che riuscivano a percepire era il lento trascinarsi dei loro passi e il respiro affannoso del giovane biondo. Eppure il SOLDIER, udì qualcos’altro: forse il fruscio di una foglia, un ramo che veniva spezzato, lo scalpiccio degli stivali sul terreno sterile. Erano circondati, ma questo non rallentò ulteriormente la loro andatura. Un numeroso gruppo di soldati, armati di spada, vestiti della rigida e scura divisa imposta…con uno scatto furono loro addosso. Il giovane braccato non si fermò, non si voltò neppure. Accentuò la presa intorno alla vita del suo giovane compagno e accompagnò lentamente la sua mano sulla presa della Buster Sword.

 

 Distante numerose miglia, si stagliava l’immensa città di Migdar. La metropoli che ospitava la sede della multinazionale nota con il nome di Shin-Ra.

- Le truppe? Hanno avuto un contatto con gli obiettivi - ci fu una pausa. - Esatto - seguì un’altra pausa nella conversazione telefonica di un uomo vestito di nero. - Rude e gli altri, procedete per il luogo della missione pianificato. Il resto di voi ritorni per il momento al Quartier Generale - parlava con molta calma. Gli occhi socchiusi ed un’espressione seria sull’elegante volto dell’uomo. La luce di fanali oltrepassò le scure vetrate dello studio, lasciato in penombra, e illuminò l’uomo e i riflessi bluastri dei suoi capelli scuri, raccolti sulla nuca in una severa coda di cavallo. - Riguardo la posizione attuale degli obiettivi…

 

Era gia terza truppa che abbatteva. Da solo, con il solo ausilio della propria spada. La pesante lama veniva agitata freneticamente, con una tecnica impeccabile. Colpiva i nemici e nel roteare lasciava dei profondi solchi nel terreno. Con un ultimo, violento colpo, scaraventò lontano l’ultimo soldato. Si sentì il gracchiare si un corvo. Accasciato a terra, poco lontano, il giovane dai capelli biondi gemette, senza la forza o la volontà di issarsi in piedi.

- Come se un soldato semplice possa competere con me - sbuffò il Soldier avvicinandosi al compagno. Si mise un suo braccio dietro il collo e lo tirò su. - Giusto? - gli sorrise. Ma la sua espressione mutò molto in fretta, diventò dolce e malinconica mentre fissava il volto del suo compagno, il suo miglior amico, che, in uno stato catatonico, non sembrava in grado di riconoscerlo.

- Eccoli!! - sentì gridare da lontano, ma la voce era riuscita a giungere fino a loro.

- Che gruppo di persone insistenti… - commentò scuotendo la testa, ricominciano con solerzia la marcia. I soldati però non rinunciarono, lasciate cadere a terra le spade imbracciarono i fucili e cominciarono a sparare contro i due fuggitivi.

- Come se potessero colpirmi… - li biasimò il Soldier cominciando a correre, trascinando con sé il suo giovane compagno. Si guardò intorno: non aveva intenzione di continuare così, sotto il fuoco di decine di soldati. Individuò uno strapiombo e vi si gettò, senza un attimo di esitazione.

 

Tseng firmò l’uomo della Shinra e lasciò cadere una goccia di cera sul foglio, in modo da porre il proprio sigillo. Stava finendo si stendere il proprio rapporto.

72 ore faNoi, la sezione Investigazioni del Dipartimento degli Affari Generali, meglio conosciuti come Turks, abbiamo ricevuto lordine di inseguire gli esemplari fuggiti dal controllo della Shinra. I soggetti che sono scappati sono due maschi adulti. Uno di loro è esperto nel combattimento, un tempo classificato come un Soldier di Prima Classe.

Si fermò. Chiuse gli occhi e si spinse lontano dalla scrivania. Era irrequieto e se ne rendeva conto. Con una calma autoimposta, uscì dal proprio ufficio e pagò una bevanda calda al bar dello stabilimento. Lentamente tornò al suo posto. La tazza fumava ma bevve comunque, normalmente si sarebbe fatto servire dalla segretaria, ma quel giorno fece da sé: gli serviva qualcosa per svagare, anche di poco. Rifletteva.

Ho avuto a che fare con questi due, che attualmente sono i miei obiettivi, nellincidente avvenuto cinque anni fa.

Posò la tazza sul freddo legno della scrivania e posò lo sguardo su una vecchia raccolta di fascicoli. La aprì flemmatico e voltò alcune pagine.

Se quellincidente non fosse mai esistitosarebbe stato più probabile che il loro destino non sarebbe cambiato. Se solo quelluomo non fosse mai esistito

S fermò: aveva trovato la pagina che cercava. Scritto molto fitto, erano in realtà diverse tavole, tappezzate di immagini e fotografie.

Quel soldato eccellente che veniva acclamato come un eroe

Una di queste, più grande delle altre, raffigurava un uomo, alto con un’espressione seria. Guardava fisso davanti a sé, direttamente nella camera fotografica. Degli abiti di pelle nera, gli occhi chiari e i lunghi capelli argentati gettati con noncuranza dietro le spalle.

Sephiroth.

   
 
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