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Autore: Hasya    14/10/2013    0 recensioni
Un errore cambierà le loro vite, facendole irrimediabilmente congiungere.
La loro storia era quanto di più spagliato ci possa essere al mondo e pure la passione, l’ossessione supera qualsiasi ostacolo. La voglia di volere ciò che è proibito attrae chiunque e Christian e Arianna ne rimangono fregati. Entrambi erano consapevoli che una volta entrati nel tunnel non ne sarebbero più usciti, erano consapevoli di essere in pericolo, erano consapevoli dell’errore che commettevano e pure nessuno dei due era capace di mettere un punto a quella strana storia, troppo deboli per resistere alla tentazione di possedersi. Sguardi maliziosi di giorno e amanti focosi di notte. Una scuola, un rapporto professore-alunna e un letto ad unirli.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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I don't live without you, quarto capitolo.

 

 

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Quella mattina il tempo era pessimo, pioveva e il cielo grigio non era di certo un fattore positivo, anzi era segno che probabilmente avrebbe piovuto per tutto il giorno. 
Non avevo indossato nulla di particolare, anzi sembravo uscita da uno di quei film horror. Indossavo una semplice tuta grigia con un maglia nera e le Vans, abbigliamento perfetto per la scuola. I capelli erano la parte peggiore probabilmente, avevo provato tutte le acconciature che mi passavano per la testa, ma niente era stato soddisfacente, così avevo optato per una coda di cavallo. 
Ero appena arrivata a scuola, era il giorno dell'interrogazione di inglese e dire che ero agitata era poco, dovevo recupare il cinque del compito speravo solo di riuscire a prendere un voto più alto. 
Maria non c'era quindi il viaggio in autobus l'ho dovuto affrontare da sola e mentre arrivavo in mente ripetevo i paradigmi dei verbi irregolari sperando di ricordarli per l'interrogazione e di non fare scena muta. 
«Buon giorno, Maria dov'è?»
Chiese Giuseppe quando mi vide arrivare.
«Oh lei non c'è, ha preferito restare a casa la principessina perchè pioveva.»
Borbottai poggiando la borsa sul banco scolastico. 
«Sei agitata?» 
Mi scrutò con il suo sguardo indagatore. 
«Cosa te lo fa pensare?»
«Il tuo abbigliamento, i tuoi capelli e il tuo viso.»
Strabuzzai gli occhi e spalancai la bocca, diventando ancora più rossa in viso e più agitata. 
«Grazie per la sincerità, sei un vero amico.»
«Inglese viene alle ultime due ore, è inutile agitarsi già da ora.»
«Così non mi stai aiutando Giuseppe.»
«Anche tu però non aiuti molto eh.»
Ad interrompere il nostro dibattito fu la professoressa d'italiano, la cara Martuccio, c'era un girone all'inferno per lei per tutte le volte che si è comportata da stronza. 
«Buon giorno ragazzi, perchè i libri non sono ancora sui vostri banchi?»
Chiese perfida, era probabilmente la professoressa più temuta dell'istituto, ma il lato positivo è che Maria gli era molto simpatica. 
«Facciamo l'appello.»
Mi sedetti al mio solito posto e vicino a me si mise Giuseppe. 

Le tre ore che passarono furono probabilmente le più silenziose della mia vita. Dalla mia bocca non uscì una singola parola, ma nella mia mente c'era un via vai di verbi irregolari di inglese. 
E quando la campanella della terza ora suonò ed annunciò il cambio d'ora, le gambe inziarono a tremarmi e lo stomaco a contorcersi. 
Solitamente ero sempre agitata per le interrogazioni, ma non mi sono mai ridotta in questo stato.  Continuavo a ripetere i verbi in modo meccanico, cercando di non guardare la fotocopia che tenevo poggiata sul banco dalle otto di stamattina.
«Good morning.»
Salutò sorridente il professor Mancini entrando in classe ed in un attimo tutta l'ansia accumulata diminuisce magicamente.
«Quante belle faccie sorridenti stamattina, vero Lombardi?»
Alzai lo sguardo sentendomi chiamata in causa incontrando i suoi occhi, spontaneamente sorrisi.
«Sei davvero così agitata per la mia interrogazione?»
Chiese con un misto di divertimento e stupore nella voce, annuì meccanicamente. 
«Non devi se hai studiato.»
Mi rassicurò sorridendo, diamine ma questo non è un uomo. 
Le chiacchiere continuarono per altri cinque minuti, il tempo che il professore  concede per uscire.
«Basta ragazzi, fatemi segnare gli assenti e poi interroghiamo la Lombardi altrimenti non mi arriva a fine lezione.»
Scherzò mentre apriva il registro. 
Di solito in quei cinque minuti che ci concede io sono una delle prime ad uscire, deve essersi accorto della mia agitazione probabilmente anche da questo. 
Segnò rapidamente gli assenti mentre io mi decisi finalmente a mettere da parte la fotocopia dei verbi irregolari, ero sicura su tutto, il mio unico punto debole erano questi stramaledetti verbi. 
Lo guardo mentre mette il tappo alla sua Bic nera e alza gli occhi dal registro incontrando i miei. 
«Vieni.»
Mi rassicurò con lo sguardo mentre io mi alzai prendendo i due libri di inglese, il primo di grammatica e il secondo di civiltà. 
«Giordano fai il gentleman e prendi una sedia alla tua amica, coraggio.»
Disse a Giuseppe indicandomi, che subito si alzò, afferrò una sedia al volo e la posizionò vicino la cattedra, lo ringrazia e gli sorrisi.
Poggiai i libri sul ripiano liscio e mi accomodai sulla sedia iniziando a torturami le mani. 
«Da che cosa vogliamo iniziare Arianna?»
Pronuncia il mio nome con una sensualità che non è un pregio di tutti gli uomini. 
«Civilità.»
Sussurrai soltanto, lui annuì e afferrò il mio libro di civiltà, che in relatà era di Giuseppe, iniziando a sfogliare le pagine. Poggiai le mani sulla cattedra e involonariamente quando si fermò sulla descrizione di Londra le incrociai, lui le osservò e poi guardò me.
«Parlami di Londra.»
Rimasi di sasso quando lo sentì chiedermi la descrizione di Londra, vide chiaramente che incrociai le dita sperando che scegliesse quella descrizione e mi accontentò. 
Annuì e iniziai a parlare di Londra. Della sua posizione, di com'è divisa e di The City of London and The City of Westminster.  
«Fermati basta così.»
Mi bloccò ossesrvandomi attentamente.
«La civiltà l'hai studiata brava, passiamo alla grammatica adesso, dimmi come si forma il passato dei verbi.»
«Aggiungendo ed alla forma base del verbo.»
«Sempre?»
«No, alcuni verbi sono irregolari.»
«Tipo quali? Se mi fai cinque esempi senza sbagliare vai a posto con sette.»
Sorrise furbo, mentre io felice iniziai a dire i cinque paradigmi che mi ricordavo. 
«Ottimo, vai a posto e continua a studiare.»
Annuì e lentamente iniziai a riuchiudere i libri, cercando di non affrettarmi per vedere se davvero il mio voto era sette. 
«Come mai cosi lenta? Vuoi accettarti che ti metta sette?»
Arrossì di colpo mentre abbassavo lo sguardo. 
«No prof.»
Dissenti sperando di dargliela a bere. 
Aprì la sua Bic nera e cercando il mio numero sul registro, scrisse in una perfetta caligrafia un preciso numero che altri non poteva essere che sette.
«Contenta?»
Chiese sorridente guardandomi attentamente. Annuì ancora ricambiando il suo sorriso e decidendomi ad andare al mio posto.
«E brava la piccola rimorchiatrice.»
Mi prese in giro Giuseppe sorridendo, di conseguenza gli diedi un pugno sulla gamba. 
L'ora proseguì in modo calmo, il professore spiegò e mi chiamò un paio di volte per chiedermi qualche paradigma o semplicemente per fare qualche battuta.

 

***************


La settimana era passata con una velocità stravolgente ed era finalmente arrivato sabato sera. Ero immersa sotto il getto dell'acqua calda della doccia e mi stavo preparando per la serata al Discopub. Afferrai il mio shampoo alle albicocche e insaponai i capelli, li massaggiai per un po', poi li legai con una pinza mentre insaponavo anche il corpo con un bagnoschiuma, anch'esso alle albicocche, le amavo. 
Dopo essermi insaponata tutta, tolsi la pinza dai capelli e mi sciacquai per poi uscire dalla cabina della doccia e avvolgermi nell'asciugamano. 
Uscì dal bagno e mi diressi nella mia stanza, mio padre era a lavoro, mia madre come al solito era uscita. 
Mi asciugai velocemente e indossai l'intimo, scelsi un reggiseno a fascia perchè era l'unico adatto all'abito che dovevo indossare, per poi prendere una maglia più lunga ed iniziare ad asciugare i capelli. 
Presi la pistra per lisciare i capelli e misi in spina anche quella per i boccoli, sicuramente le avrei usate entrambe. 
A distrarmi fu il suono del campanello, segno che le ragazze dovevano essere arrivate. 
Andai alla porta e le aprì. Tutte e tre reggevano tra le mani delle buste che contenevano gli abiti che avrebbero indossato. 
«Hai già fatto la doccia? Non è che sei impaziente di vedere qualcuno?»
Domandò ironica Maria. 
In tutta la restante settimana il professor Mancini non venne più a fare lezione in classe, ma ogni mattina lo incontravo nei corridoi o nell'aula dei professori e ci scambiavamo sorrisi che venivano fraintesi da Maria e Giuseppe. 
«Ti stai fissando con questa storia, vai avanti.»
Apostrofai io stufa, mentre lei si dirigeva nella mia stanza sussurrando un "Sese" seguito da uno sbuffo. 
«Andiamo ragazze.»
Le invitai io dirigendoci nella mia camera. 
Ci lisciammo tutte e quattro i capelli e avendo una piastra impiegammo un po' più di tempo per poi iniziarci a vestire. 
Io indossavo un vestitino nero di pelle a fascia, che lasciava intravedere a causa di due piccole aperture sotto il seno, un po' di pelle in più, abbinato con dei tacchi neri.
Maria indossava invece un vestitino azzuro tagliato sotto il seno con dei brillantini nella gonna e gli aveva abbinato dei tacchi neri anche lei; Marianna aveva optato per un vestitino blu notte semplice e indossava dei tacchi beige: Sabrina invece aveva un vestito simile al mio, ma non era fatto di pelle e aveva lo scollo a cuore. 
Finimmo di sistemarci i capelli e di truccarci in tempo record poichè eravamo in ritardo e velocemente uscimmo da casa mia. 
Per arrivare al locale prendemmo due macchine diverse, infatti noi ragazzi ci dividemmo. 
Io e Maria andammo in macchina con Giuseppe, Pietro e Sandro; mentre Sabrina e Marianna con Salvatore e Raffaele.
«Ciao ragazzi.»
Salutammo io e Maria una volta entrate in macchina, i ragazzi sorrisero in segno di saluto. 
«Questo sarà un sabato sera coi fiocchi.»
Urlò Sandro partendo. 


Read me, please.
Buona sera a tutte :)
Ho modificato un tantino la storia se ci avete fatto caso, ho unito alcuni capitoli ed ho il piacere di annunciarvi che dal prossimo capitolo avrà inizio la vera e propria storia. Spero di ricevere il vostro parere tramite una recensione, nel frattempo vi lascio i link degli account dove potete trovarmi. 

 

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Alla prossima. xx

 

   
 
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