Film > Alexander
Segui la storia  |       
Autore: Leptine    14/10/2013    1 recensioni
“Chiunque qui desiderava la sua morte. Chiunque qui lo odiava.” disse alzando il viso verso le persone intorno a lui, guardandoli come se fossero diventati improvvisamente tutti estranei “Chi è stato? Chi l'ha ucciso? Ditemelo!” urlò con tutta la forza mentre strinse convulsamente il corpo di Efestione, come se potesse proteggerlo ancora, per l'ultima volta.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Lentamente Alessandro si sdraiò nella vasca, allungando le gambe, cercando di ignorare il colore rosso che l'acqua aveva assunto. Chiuse gl'occhi e andò ad appoggiare il capo all'indietro, sul bordo della vasca. Nella sua mente ripercorreva i momenti di quella battaglia, avvenuta quando meno se lo aspettavano e non poté fare a meno di interrogarsi se ce ne sarebbero state altre. Fece un lungo sospiro e Bagoas, che stava preparando gli oli per il bagno si volse verso di lui.
“State bene mio signore?” chiese titubante.
Alessandro annuì e poi aprì gl'occhi andando a guardarlo, Bagoas abbassò lo sguardo arrossendo lievemente sulle guance e tornò a fare quello che aveva interrotto. Allora il re allungò una mano verso il suo viso, posò due dita sotto il suo mento e lentamente gli alzò il capo.
“Tieni sempre la testa alta Bagoas. Non permettere più che qualcuno te la abbassi.” sussurrò.
“Lei non è 'qualcuno', lei è un re. Il mio re.” disse Bagoas sorridendo, poi quando finì di preparare il tutto fece andare via un po' di acqua e tinse un pezzo di stoffa nell'acqua e iniziò a fregare il petto del re.
“Io sono un'uomo qualsiasi, con dei privilegi in più.” sorrise Alessandro, rilassando i muscoli al passaggio delle mani di Bagoas. Quest'ultimo non gli rispose e andò a guardarlo un'attimo negli occhi, prima di tornare a guardare quello che stava facendo.

Quella sera Alessandro fu' invitato al banchetto dei generali, ma non volle andarci. Rimase nella sua tenda a controllare le carte che gli avevano spedito dalla Grecia. Approvando nuovi progetti e modificandone altri. Trovò anche una lettera di sua madre, l'ennesima. La prese e la mise sotto una piglia di libri scuotendo appena il capo e poi si rigettò a capofitto nelle carte.
Finito il banchetto Tolomeo, decise di fargli visita.
“Disturbo Alessandro?” chiese scostando la stoffa che copriva l'entrata nella tenda del re.
“Niente affatto. Dimmi Tolomeo. Ah perdonatemi se non sono venuto al banchetto.” disse Alessandro, voltandosi verso l'amico a cui rivolse un piccolo sorriso.
“E' tutto okay amico mio. Ti vedo alquanto impegnato.” sorrise Tolomeo avvicinandosi al re, guardando le carte che aveva davanti.
“Stupida burocrazia. Questa è la parte che odio dell'essere re.” sospirò Alessandro passandosi una mano sulla fronte, poi andò a guardare Tolomeo “C'era Efestione questa sera? Hai sue notizie? Come sta?”
Tolomeo andò a guardarlo negli occhi e poi sospirò andando ad appoggiare una mano sulla sua spalla “Non era presente questa sera, ma sono stato a trovarlo prima di andare al banchetto.”
Alessandro annuì tornando a guardare le carte davanti a se “E come sta? Si è ripreso?”
“Mio buon Alessandro, hai coraggio per mille cose. Non ti fermi davanti a nulla, nemmeno il terrore di una battaglia ti blocca e ora hai paura da andare da lui e chiedergli come sta tu stesso?” disse Tolomeo alzando un sopracciglio.
Alessandro abbassò un'attimo lo sguardo.
“E non mi hai detto cosa c'è tra voi.” continuò Tolomeo.
Alessandro si tirò su rimettendo le carte a posto, in una scatola di legno scura, e andò a riporla insieme ad altre “Cosa ti devo dire? Vuoi che ti racconti quel qualcosa che potrebbe farti cambiare idea su di me. Vuoi che ti racconti quel qualcosa per cui mi ripudierebbero come re? Vuoi ridere? Dimmi.” disse voltandosi verso Tolomeo che aveva incrociato le braccia al petto.
“Mi ferisci Alessandro. Perchè pensavo mi conoscessi. Tu davvero pensi che, quel qualcosa, possa cambiare il fatto che sei un grande uomo? Che hai conquistato più tu che qualsiasi altra persona su questa terra? Può far cambiare idea sul fatto che mai nessuno sarà come te? Che sono onorato di essere al tuo fianco e che morirei per difenderti? Mi ferisci.” scosse il capo fissandolo negli occhi.
Alessandro mantenne lo sguardo e andò a mordersi il labbro inferiore all'interno, portandosi una mano sul fianco “Ti chiedo perdono Tolomeo, non intendevo ferirti.”
Tolomeo annuì e sciolse le braccia avvicinandosi al re “Fidati di me.”
Alessandro annuì e andò ad appoggiare una mano sulla sua spalla, che strinse.
“Mi sono sempre fidato di te. Cosa vuoi sapere allora?” gli chiese sorridendogli.
Tolomeo sorrise a sua volta e poi storse un po' le labbra “Tu ed Efestione, cosa siete?”
Il re sorrise ancora di più e poi, inclinò il capo lievemente da un lato “Sai già la risposta a questa domanda vero?” chiese.
Tolomeo annuì lentamente e poi appoggiò anche lui una mano sulla spalla dell'amico “Lo ami?”
Alessandro fece un lungo respiro e poi abbassò lo sguardo, poiché provava vergogna in quel momento “Non pensavo potesse accadere ma è successo.”
Tolomeo rise nel vedere quell'atteggiamento da Alessandro, atteggiamento che poche volte gli aveva visto assumere. Allora appoggiò le mani sulle sue guance e gli alzò il viso “Non vergognarti di un'amore. Non vergognarti se ami la persona più importante che hai nella tua vita. Non vergognarti di parlarne con me Alessandro.”
“Ora dubito che quel qualcosa possa continuare, dal momento che Efestione neanche mi vuole vedere.” sospirò Alessandro staccandosi dall'amico e si passò lentamente una mano tra i capelli.
Tolomeo si appoggiò le mani sui fianchi e lo seguì con lo sguardo “Dagli tempo. La notizia ha scioccato anche me e se posso permettermi di dirlo, io indagherei su ciò. Roxane è gelosa, troppo.”
Alessandro si voltò nuovamente a guardarlo a quelle parole “Pensi che non sia mio, quel figlio?”
“E' un'ipotesi. Ultimamente avevo notato Cassandro sempre nei suoi paraggi.” annui.
“Lurido verme. Se così fosse potrei..” disse Alessandro ma venne interrotto da Tolomeo “Calma Alessandro. Ancora non c'è nulla di certo. Quando torneremo a Babilonia indagheremo, ora in questo posto non possiamo fare null'altro.”
Alessandro scosse il capo camminando avanti e indietro.
“Ciò che importa ora Alessandro e che tu vada in quella maledetta tenda e tiri fuori le palle. O hai intenzione di aspettare fino a quando veramente le tue opportunità siano esaurite?” continuò Tolomeo, seguendolo con lo sguardo. Poi gli fece cenno con il capo di uscire. Alessandro lo ascoltò e uscì dalla tenda.
“Che cosa vuoi che gli dica o faccia? Vado lì e gli dico 'Scusa Efestione se mia moglie è incinta?' è assurdo.” disse Alessandro spalancando le braccia e guardandolo in viso.
“Alessandro. La tenda è quella.” gli disse indicando una tenda e poi dopo avergli dato delle pacche sul braccio si allontanò.
Alessandro rimase immobile con la bocca semi aperta. Poi si volse verso di lui “Tra te e Aristandro mi state uccidendo. Me la pagherete!” gli urlò appena. Poi sorrise nel vedere Tolomeo alzare una mano come per salutarlo.

Scosse il capo e poi andò a voltarsi verso la tenda che Tolomeo gli aveva indicato. Notò ancora un luce al suo interno. Abbassò il viso e poi fece per rientrare nella tenda, ma si bloccò.
“Che razza di idiota sono? Ho paura di parlare con qualcuno. Avanti Alessandro, sei meglio di così.” sussurrò e poi tornò a voltarsi incamminandosi verso la tenda e quando vi arrivò davanti si guardò attorno “Efestione?” disse lievemente, ma non udì nulla. Allora andò verso l'entrata e fece un lungo respiro prima di entrarvici. Ma non vi trovò nessuno al suo interno.
“Stai cercando qualcuno per caso?” disse qualcuno dietro di lui.
Alessandro rabbrividì nel sentire quella voce e poi lentamente si volse. Davanti a lui Efestione, teneva tra le mani dei pezzi di legna che gli servivano per il fuoco.
“Io..stavo..” abbassò un'attimo lo sguardo cercando di parlare e poi fece un lungo respiro, tornando a guardarlo in viso “Stavi cercando te.”
Efestione annuì passandosi appena la lingua tra le labbra e anche lui abbassò lo sguardo per qualche attimo.
“Posso parlarti o vuoi che me ne vada?” gli chiese il re, inclinando il capo.
“Una voce di me dice che preferirei che te ne andassi.” disse lasciando cadere la legna vicino alla tenda, pulendosi le mani. Alessandro andò a guardare altrove a quelle parole e poi fece per andarsene, ma Efestione lo bloccò da un polso “Ma la mia voce dice che puoi restare.” sussurrò andando a guardarlo negli occhi. Alessandro fece altrettanto e tornò ad avvicinarsi a lui.
Efestione rimase a guardarlo ancora un po' poi gli lasciò andare il polso e riprese la legna, entrando nella tenda. Alessandro lo seguì e si andò a sedere sul letto, guardando Efestione che sistemava i pezzi di legna sul fuoco, inginocchiato davanti ad esso “Mi potrai mai perdonare?” sussurrò dopo un po'.
Efestione andò a guardarlo con la coda dell'occhio, finendo di sistemare la legna “Cosa c'è da perdonare?” chiese prima di voltare il viso verso di lui “Non è colpa tua. Anzi a dir la verità non è colpa di nessuno. E' la vita e bisogna prenderla così.” allargò appena le braccia.
“Eppure ti ho ferito.” disse subito Alessandro, notando che Efestione non sapeva come rispondere. “Vedi? Quindi qualcosa da perdonare c'è.” annuì appoggiandosi in avanti sulle gambe, andando a guardare il fuoco.
“Non so cosa dirti Alessandro. Non..non ho più parole. So' solo che non avrei mai pensato che potessi arrivare a provare quello che provo per te. Ma tu, essendo quello che sei, non puoi concedermi l'onore della priorità. Io non posso pretendere.” sospirò Efestione andando a sedersi a terra e piegò le gambe sulle quali ci appoggiò le braccia.
“Non dire così, te ne prego.” sospirò Alessandro, andando a guardarlo. Efestione alzò le spalle, fissando le fiamme ardenti vicino a se “La verità fa' male, lo so' molto bene. Ma tu hai degli obblighi. Hai una faccia e una dignità da mantenere. Chi sono io per rovinare tutto?” disse e poi si alzò in piedi pulendosi le mani sulle cosce.
Alessandro continuò a guardarlo e ancora una volta non trovava le parole, non sapeva ciò era giusto dirlo. La sua parte razionale continuava ad elaborare frasi perfette e giuste da dire in quel momento, ma nulla sembrava quella giusta. Si portò il volto tra le mani e strinse i capelli sopra la fronte.
“Aaaah,” gemette, stringendo gl'occhi. Efestione chiuse gl'occhi facendo un lungo respiro e poi abbassò il viso prima di uscire dalla tenda tirando un calcio alla legna che era rimasta fuori e si allontanò verso il deserto.
Alessandro rimase come impietrito per qualche istante, poi si alzò di scatto e velocemente lo seguì.
“Io non so cosa fare Efestione.” gli disse camminandogli dietro.
“Ti ho detto che non devi fare nulla. Sei un re e non devi spiegazioni.” gli rispose Efestione, senza accennare a fermarsi.
“Invece devo, le devo a te.” ribatté il re, guardando il ragazzo da dietro.
“Basta Alessandro!” urlò Efestione voltandosi verso di lui e strinse la mani a pungo “Basta.”
Alessandro si bloccò e sgranò gl'occhi. Non aveva mai visto Efestione così.
“Fai quello per cui sei nato. Sposa quante ragazze vuoi. Fai tutti i figli che vuoi. Mi farò passare questa ossessione da te. Te lo prometto!” continuò ad urlargli.
Alessandro notò i suoi occhi riempirsi di lacrime e si sentì stringere la gola.
“No..” sussurrò ma Efestione non lo udì.
“Conquista il mondo. Fai che sia tuo. Lo vuoi sin da quando eri piccolo. Prenditi ciò che è tuo. Non fermarti davanti a nulla.” continuò Efestione prima di crollare sulle ginocchia e portarsi le mani sul viso.
“Efestione..” Alessandro gli corse incontro e si inginocchiò davanti a lui e portò le mani sulle sue guance, sentendo i proprio occhi gonfiarsi di lacrime.
“Va' Alessandro. E dimenticati di quello che è stato.” gemette Efestione spingendolo appena via.
Alessandro appoggiò una mano sulla sabbia per non cadere e piangendo silenziosamente si tirò indietro, prima di alzarsi. Gli diede le spalle e lentamente si allontanò da lui, asciugandosi le lacrime dal viso e socchiuse gl'occhi nel sentire i pesanti singhiozzi di Efestione dietro di se.

Quella sera, ritornato nella tenda, si abbandonò al vino. Bevendo fino a perdere prima coscienza di se e poi cadde a terra, in un sonno profondo. Bagoas quando lo trovò in quello stato lo mise a letto e rimase al suo fianco fino al giorno dopo.
Quando Alessandro si svegliò si ritrovò con un forte dolore alla testa e una brutta sensazione addosso. Consapevole a cosa era dovuta cercò di scacciare quei pensieri.
“Signore vuole qualcosa di caldo prima di ripartire?” disse Bagoas avvicinandosi a lui con una ciotola in legno, in mano.
“Potrei vomitare.” disse in una smorfia allontanando la ciotola da se e poi si tirò su seduto, passandosi le mani tra i capelli.
“Le consiglierei di evitare il vino per scacciare la tristezza. Insieme fanno una brutta reazione.” annuì Bagoas, appoggiando la ciotola sulla scrivania e aiutò il re a mettersi in piedi.
“Dov'è la mia armatura? È tutto pronto?” chiese il re, appoggiandosi con una mano al ragazzo.
“E' tutto pronto.” annuì Bagoas. Poi lo aiutò a vestirsi.
Quando ebbe finito uscì dalla tenda e si dovette portare una mano sugli occhi per via del forte sole e della passata sbornia. Con un'aiuto salì su Bucefalo e galoppò verso i suoi generali, fermi al centro del campo.
Lo salutarono tutti e Alessandro li passò in rassegna uno per uno con lo sguardo. Poi tornò a guardare Efestione, fermo sul suo cavallo che guardava a terra. Per un'attimo gli mancò il respiro, poi come se se lo sentisse si volse verso Tolomeo che li stava guardando.
“Bene ragazzi miei, a breve partiamo. Dove siamo diretti lo sapete e speriamo che questa volta nessun'altro si azzardi ad attaccarci. Credo che ci aspettino ancora diverse ore di viaggio, quindi puntate l'orizzonte e pregate Zeus che tutto vadi bene.” disse continuando a fissare Tolomeo, che aveva capito.
Tutti annuirono e lentamente si congedarono per raggiungere il proprio gruppo.
Tolomeo ne approfittò per avvicinarsi al re.
“Qualcosa mi dice che non è andata affatto bene.” sussurrò guardandosi attorno.
“Qualcosa mi dice che la prossima volta ci penserò qualche volta in più prima di darti retta.” rispose Alessandro, impassibile in volto.
“Sfoga la tua ira su di me, va bene.” annuì Tolomeo, restando al suo fianco.
“Guarda scommetto anche che hai visto o sentito tutto, o sbaglio?” chiese Alessandro voltandosi verso di lui. Tolomeo abbassò lo sguardo senza dire nulla. “Come non detto. Quindi non c'è nemmeno bisogno che io ti dica nulla.” ribatté prima di stringere le briglie nelle mani.
“Non pensi che lui stia cercando da te l'esatto opposto di quello che ha detto?” sussurrò Tolomeo fissando il profilo del re.
A quella parole Alessandro si irrigidì spalancando appena gl'occhi. Non ci aveva affatto pensato.
Non aveva pensato che forse Efestione aveva solo bisogno di sentirsi dire che in realtà lui lo voleva veramente. Che aveva bisogno di lui.
“Che stupido idiota.” sussurrò scuotendo il capo.
“Grazie anche a te Alessandro.” sorrise Tolomeo e poi si allontanò da re, per aggiungersi all'esercito che si stava lentamente spostando.



Rieccomi qui da voi, come ben sapete nel weekend difficilmente posto qualcosa ma diciamo anche tanti di voi non leggerebbero il capitolo, poiché giustamente impegnati.
Comunque ecco a voi il nuovo capitolo, spero non deluda le vostre aspettative come sempre.
Fate tante belle recensioni eh AHAHA.
Kiss. <3

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Alexander / Vai alla pagina dell'autore: Leptine