Lentamente
Alessandro si sdraiò nella
vasca, allungando le gambe, cercando di ignorare il colore rosso che
l'acqua aveva assunto. Chiuse gl'occhi e andò ad appoggiare
il capo
all'indietro, sul bordo della vasca. Nella sua mente ripercorreva i
momenti di quella battaglia, avvenuta quando meno se lo aspettavano e
non poté fare a meno di interrogarsi se ce ne sarebbero
state altre.
Fece un lungo sospiro e Bagoas, che stava preparando gli oli per il
bagno si volse verso di lui.
“State bene mio signore?” chiese
titubante.
Alessandro annuì e poi aprì gl'occhi andando a
guardarlo, Bagoas abbassò lo sguardo arrossendo lievemente
sulle
guance e tornò a fare quello che aveva interrotto. Allora il
re
allungò una mano verso il suo viso, posò due dita
sotto il suo
mento e lentamente gli alzò il capo.
“Tieni sempre la testa
alta Bagoas. Non permettere più che qualcuno te la
abbassi.”
sussurrò.
“Lei non è 'qualcuno', lei è un re.
Il mio re.” disse Bagoas sorridendo, poi quando
finì di preparare
il tutto fece andare via un po' di acqua e tinse un pezzo di stoffa
nell'acqua e iniziò a fregare il petto del re.
“Io sono un'uomo qualsiasi, con dei
privilegi in più.” sorrise Alessandro, rilassando
i muscoli al
passaggio delle mani di Bagoas. Quest'ultimo non gli rispose e
andò
a guardarlo un'attimo negli occhi, prima di tornare a guardare quello
che stava facendo.
Quella
sera Alessandro fu' invitato al
banchetto dei generali, ma non volle andarci. Rimase nella sua tenda
a controllare le carte che gli avevano spedito dalla Grecia.
Approvando nuovi progetti e modificandone altri. Trovò anche
una
lettera di sua madre, l'ennesima. La prese e la mise sotto una piglia
di libri scuotendo appena il capo e poi si rigettò a
capofitto nelle
carte.
Finito il banchetto Tolomeo, decise di fargli
visita.
“Disturbo Alessandro?” chiese scostando la stoffa
che
copriva l'entrata nella tenda del re.
“Niente affatto. Dimmi Tolomeo. Ah
perdonatemi se non sono venuto al banchetto.” disse
Alessandro,
voltandosi verso l'amico a cui rivolse un piccolo sorriso.
“E'
tutto okay amico mio. Ti vedo alquanto impegnato.” sorrise
Tolomeo
avvicinandosi al re, guardando le carte che aveva davanti.
“Stupida burocrazia. Questa è la
parte che odio dell'essere re.” sospirò Alessandro
passandosi una
mano sulla fronte, poi andò a guardare Tolomeo
“C'era Efestione
questa sera? Hai sue notizie? Come sta?”
Tolomeo andò a guardarlo negli occhi e
poi sospirò andando ad appoggiare una mano sulla sua spalla
“Non
era presente questa sera, ma sono stato a trovarlo prima di andare al
banchetto.”
Alessandro annuì tornando a guardare
le carte davanti a se “E come sta? Si è
ripreso?”
“Mio buon Alessandro, hai coraggio
per mille cose. Non ti fermi davanti a nulla, nemmeno il terrore di
una battaglia ti blocca e ora hai paura da andare da lui e chiedergli
come sta tu stesso?” disse Tolomeo alzando un sopracciglio.
Alessandro abbassò un'attimo lo
sguardo.
“E non mi hai detto cosa c'è tra
voi.” continuò Tolomeo.
Alessandro si tirò su rimettendo le
carte a posto, in una scatola di legno scura, e andò a
riporla
insieme ad altre “Cosa ti devo dire? Vuoi che ti racconti
quel
qualcosa che potrebbe farti cambiare idea su di me. Vuoi che ti
racconti quel qualcosa per cui mi ripudierebbero come re? Vuoi
ridere? Dimmi.” disse voltandosi verso Tolomeo che aveva
incrociato
le braccia al petto.
“Mi ferisci Alessandro. Perchè pensavo mi
conoscessi. Tu davvero pensi che, quel qualcosa, possa cambiare il
fatto che sei un grande uomo? Che hai conquistato più tu che
qualsiasi altra persona su questa terra? Può far cambiare
idea sul
fatto che mai nessuno sarà come te? Che sono onorato di
essere al
tuo fianco e che morirei per difenderti? Mi ferisci.” scosse
il
capo fissandolo negli occhi.
Alessandro mantenne lo sguardo e andò
a mordersi il labbro inferiore all'interno, portandosi una mano sul
fianco “Ti chiedo perdono Tolomeo, non intendevo
ferirti.”
Tolomeo annuì e sciolse le braccia
avvicinandosi al re “Fidati di me.”
Alessandro annuì e andò ad appoggiare
una mano sulla sua spalla, che strinse.
“Mi sono sempre fidato di te. Cosa
vuoi sapere allora?” gli chiese sorridendogli.
Tolomeo sorrise a sua volta e poi
storse un po' le labbra “Tu ed Efestione, cosa
siete?”
Il re sorrise ancora di più e poi,
inclinò il capo lievemente da un lato “Sai
già la risposta a
questa domanda vero?” chiese.
Tolomeo annuì lentamente e poi
appoggiò anche lui una mano sulla spalla dell'amico
“Lo ami?”
Alessandro fece un lungo respiro e poi
abbassò lo sguardo, poiché provava vergogna in
quel momento “Non
pensavo potesse accadere ma è successo.”
Tolomeo rise nel vedere
quell'atteggiamento da Alessandro, atteggiamento che poche volte gli
aveva visto assumere. Allora appoggiò le mani sulle sue
guance e gli
alzò il viso “Non vergognarti di un'amore. Non
vergognarti se ami
la persona più importante che hai nella tua vita. Non
vergognarti di
parlarne con me Alessandro.”
“Ora dubito che quel qualcosa possa
continuare, dal momento che Efestione neanche mi vuole
vedere.”
sospirò Alessandro staccandosi dall'amico e si
passò lentamente una
mano tra i capelli.
Tolomeo si appoggiò le mani sui
fianchi e lo seguì con lo sguardo “Dagli tempo. La
notizia ha
scioccato anche me e se posso permettermi di dirlo, io indagherei su
ciò. Roxane è gelosa, troppo.”
Alessandro si voltò nuovamente a
guardarlo a quelle parole “Pensi che non sia mio, quel
figlio?”
“E' un'ipotesi. Ultimamente avevo
notato Cassandro sempre nei suoi paraggi.” annui.
“Lurido verme. Se così fosse
potrei..” disse Alessandro ma venne interrotto da Tolomeo
“Calma
Alessandro. Ancora non c'è nulla di certo. Quando torneremo
a
Babilonia indagheremo, ora in questo posto non possiamo fare
null'altro.”
Alessandro scosse il capo camminando
avanti e indietro.
“Ciò che importa ora Alessandro e
che tu vada in quella maledetta tenda e tiri fuori le palle. O hai
intenzione di aspettare fino a quando veramente le tue
opportunità
siano esaurite?” continuò Tolomeo, seguendolo con
lo sguardo. Poi
gli fece cenno con il capo di uscire. Alessandro lo ascoltò
e uscì
dalla tenda.
“Che cosa vuoi che gli dica o faccia?
Vado lì e gli dico 'Scusa Efestione se mia moglie
è incinta?' è
assurdo.” disse Alessandro spalancando le braccia e
guardandolo in
viso.
“Alessandro. La tenda è quella.” gli
disse indicando
una tenda e poi dopo avergli dato delle pacche sul braccio si
allontanò.
Alessandro rimase immobile con la bocca semi aperta.
Poi si volse verso di lui “Tra te e Aristandro mi state
uccidendo.
Me la pagherete!” gli urlò appena. Poi sorrise nel
vedere Tolomeo
alzare una mano come per salutarlo.
Scosse
il capo e poi andò a voltarsi
verso la tenda che Tolomeo gli aveva indicato. Notò ancora
un luce
al suo interno. Abbassò il viso e poi fece per rientrare
nella
tenda, ma si bloccò.
“Che razza di idiota sono? Ho paura
di parlare con qualcuno. Avanti Alessandro, sei meglio di
così.”
sussurrò e poi tornò a voltarsi incamminandosi
verso la tenda e
quando vi arrivò davanti si guardò attorno
“Efestione?” disse
lievemente, ma non udì nulla. Allora andò verso
l'entrata e fece un
lungo respiro prima di entrarvici. Ma non vi trovò nessuno
al suo
interno.
“Stai cercando qualcuno per caso?”
disse qualcuno dietro di lui.
Alessandro rabbrividì nel sentire
quella voce e poi lentamente si volse. Davanti a lui Efestione,
teneva tra le mani dei pezzi di legna che gli servivano per il fuoco.
“Io..stavo..” abbassò un'attimo lo
sguardo cercando di parlare e poi fece un lungo respiro, tornando a
guardarlo in viso “Stavi cercando te.”
Efestione annuì passandosi appena la
lingua tra le labbra e anche lui abbassò lo sguardo per
qualche
attimo.
“Posso parlarti o vuoi che me ne
vada?” gli chiese il re, inclinando il capo.
“Una voce di me
dice che preferirei che te ne andassi.” disse lasciando
cadere la
legna vicino alla tenda, pulendosi le mani. Alessandro andò
a
guardare altrove a quelle parole e poi fece per andarsene, ma
Efestione lo bloccò da un polso “Ma la mia voce
dice che puoi
restare.” sussurrò andando a guardarlo negli
occhi. Alessandro
fece altrettanto e tornò ad avvicinarsi a lui.
Efestione rimase a guardarlo ancora un
po' poi gli lasciò andare il polso e riprese la legna,
entrando
nella tenda. Alessandro lo seguì e si andò a
sedere sul letto,
guardando Efestione che sistemava i pezzi di legna sul fuoco,
inginocchiato davanti ad esso “Mi potrai mai
perdonare?” sussurrò
dopo un po'.
Efestione andò a guardarlo con la coda
dell'occhio, finendo di sistemare la legna “Cosa
c'è da
perdonare?” chiese prima di voltare il viso verso di lui
“Non è
colpa tua. Anzi a dir la verità non è colpa di
nessuno. E' la vita
e bisogna prenderla così.” allargò
appena le braccia.
“Eppure ti ho ferito.” disse subito
Alessandro, notando che Efestione non sapeva come rispondere.
“Vedi?
Quindi qualcosa da perdonare c'è.”
annuì appoggiandosi in avanti
sulle gambe, andando a guardare il fuoco.
“Non so cosa dirti Alessandro.
Non..non ho più parole. So' solo che non avrei mai pensato
che
potessi arrivare a provare quello che provo per te. Ma tu, essendo
quello che sei, non puoi concedermi l'onore della priorità.
Io non
posso pretendere.” sospirò Efestione andando a
sedersi a terra e
piegò le gambe sulle quali ci appoggiò le braccia.
“Non dire così, te ne prego.”
sospirò Alessandro, andando a guardarlo. Efestione
alzò le spalle,
fissando le fiamme ardenti vicino a se “La verità
fa' male, lo so'
molto bene. Ma tu hai degli obblighi. Hai una faccia e una
dignità
da mantenere. Chi sono io per rovinare tutto?” disse e poi si
alzò
in piedi pulendosi le mani sulle cosce.
Alessandro continuò a guardarlo e
ancora una volta non trovava le parole, non sapeva ciò era
giusto
dirlo. La sua parte razionale continuava ad elaborare frasi perfette
e giuste da dire in quel momento, ma nulla sembrava quella giusta. Si
portò il volto tra le mani e strinse i capelli sopra la
fronte.
“Aaaah,” gemette, stringendo
gl'occhi. Efestione chiuse gl'occhi facendo un lungo respiro e poi
abbassò il viso prima di uscire dalla tenda tirando un
calcio alla
legna che era rimasta fuori e si allontanò verso il deserto.
Alessandro rimase come impietrito per
qualche istante, poi si alzò di scatto e velocemente lo
seguì.
“Io non so cosa fare Efestione.”
gli disse camminandogli dietro.
“Ti ho detto che non devi fare nulla.
Sei un re e non devi spiegazioni.” gli rispose Efestione,
senza
accennare a fermarsi.
“Invece devo, le devo a te.”
ribatté il re, guardando il ragazzo da dietro.
“Basta Alessandro!” urlò Efestione
voltandosi verso di lui e strinse la mani a pungo
“Basta.”
Alessandro si bloccò e sgranò
gl'occhi. Non aveva mai visto Efestione così.
“Fai quello per cui sei nato. Sposa
quante ragazze vuoi. Fai tutti i figli che vuoi. Mi farò
passare
questa ossessione da te. Te lo prometto!” continuò
ad
urlargli.
Alessandro notò i suoi occhi riempirsi di lacrime e si
sentì stringere la gola.
“No..” sussurrò ma Efestione non
lo udì.
“Conquista il mondo. Fai che sia tuo. Lo vuoi sin da
quando eri piccolo. Prenditi ciò che è tuo. Non
fermarti davanti a
nulla.” continuò Efestione prima di crollare sulle
ginocchia e
portarsi le mani sul viso.
“Efestione..” Alessandro gli corse
incontro e si inginocchiò davanti a lui e portò
le mani sulle sue
guance, sentendo i proprio occhi gonfiarsi di lacrime.
“Va' Alessandro. E dimenticati di
quello che è stato.” gemette Efestione spingendolo
appena
via.
Alessandro appoggiò una mano sulla sabbia per non cadere e
piangendo silenziosamente si tirò indietro, prima di
alzarsi. Gli
diede le spalle e lentamente si allontanò da lui,
asciugandosi le
lacrime dal viso e socchiuse gl'occhi nel sentire i pesanti
singhiozzi di Efestione dietro di se.
Quella
sera, ritornato nella tenda, si
abbandonò al vino. Bevendo fino a perdere prima coscienza di
se e
poi cadde a terra, in un sonno profondo. Bagoas quando lo
trovò in
quello stato lo mise a letto e rimase al suo fianco fino al giorno
dopo.
Quando Alessandro si svegliò si
ritrovò con un forte dolore alla testa e una brutta
sensazione
addosso. Consapevole a cosa era dovuta cercò di scacciare
quei
pensieri.
“Signore vuole qualcosa di caldo
prima di ripartire?” disse Bagoas avvicinandosi a lui con una
ciotola in legno, in mano.
“Potrei vomitare.” disse
in una smorfia allontanando la ciotola da se e poi si tirò
su seduto, passandosi le
mani tra i capelli.
“Le consiglierei di evitare il vino
per scacciare la tristezza. Insieme fanno una brutta
reazione.”
annuì Bagoas, appoggiando la ciotola sulla scrivania e
aiutò il re
a mettersi in piedi.
“Dov'è la mia armatura? È tutto
pronto?” chiese il re, appoggiandosi con una mano al ragazzo.
“E' tutto pronto.” annuì Bagoas.
Poi lo aiutò a vestirsi.
Quando ebbe finito uscì dalla tenda e
si dovette portare una mano sugli occhi per via del forte sole e
della passata sbornia. Con un'aiuto salì su Bucefalo e
galoppò
verso i suoi generali, fermi al centro del campo.
Lo salutarono tutti e Alessandro li
passò in rassegna uno per uno con lo sguardo. Poi
tornò a guardare
Efestione, fermo sul suo cavallo che guardava a terra. Per un'attimo
gli mancò il respiro, poi come se se lo sentisse si volse
verso
Tolomeo che li stava guardando.
“Bene ragazzi miei, a breve
partiamo. Dove siamo diretti lo sapete e speriamo che questa volta
nessun'altro si azzardi ad attaccarci. Credo che ci aspettino ancora
diverse ore di viaggio, quindi puntate l'orizzonte e pregate Zeus che
tutto vadi bene.” disse continuando a fissare Tolomeo, che
aveva
capito.
Tutti annuirono e lentamente si
congedarono per raggiungere il proprio gruppo.
Tolomeo ne
approfittò per avvicinarsi al re.
“Qualcosa mi dice che non è andata
affatto bene.” sussurrò guardandosi attorno.
“Qualcosa mi dice che la prossima
volta ci penserò qualche volta in più prima di
darti retta.”
rispose Alessandro, impassibile in volto.
“Sfoga la tua ira su di me, va bene.”
annuì Tolomeo, restando al suo fianco.
“Guarda scommetto anche che hai visto
o sentito tutto, o sbaglio?” chiese Alessandro voltandosi
verso di
lui. Tolomeo abbassò lo sguardo senza dire nulla.
“Come non detto.
Quindi non c'è nemmeno bisogno che io ti dica
nulla.” ribatté
prima di stringere le briglie nelle mani.
“Non pensi che lui stia cercando da
te l'esatto opposto di quello che ha detto?”
sussurrò Tolomeo
fissando il profilo del re.
A quella parole Alessandro si irrigidì
spalancando appena gl'occhi. Non ci aveva affatto pensato.
Non aveva pensato che forse Efestione
aveva solo bisogno di sentirsi dire che in realtà lui lo
voleva
veramente. Che aveva bisogno di lui.
“Che stupido idiota.” sussurrò
scuotendo il capo.
“Grazie anche a te Alessandro.”
sorrise Tolomeo e poi si allontanò da re, per aggiungersi
all'esercito che si stava lentamente spostando.
Rieccomi
qui da voi, come ben sapete
nel weekend difficilmente posto qualcosa ma diciamo anche tanti di
voi non leggerebbero il capitolo, poiché giustamente
impegnati.
Comunque ecco a voi il nuovo capitolo, spero non deluda
le vostre aspettative come sempre.
Fate tante belle recensioni eh
AHAHA.
Kiss. <3