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Autore: Aquarius no Lilith    14/10/2013    4 recensioni
Yume ormai se ne è andata e ora Milo si è trovato da solo a combattere.
Un'oscura profezia pronunciata da un'antica veggente e nuove rivelazioni, li allontaneranno, forse per sempre...
La guerra procederà tra dolori e sofferenze per poi giungere finalmente alla pace.
Ma quale sarà il prezzo da pagare?
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La maledizione dell' amore eterno'
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Mi svegliai di soprassalto, subito dopo che la presenza di Yume sparì.
<< Yume, perché l’hai fatto e che cosa volevi dirmi? >>, dissi, mettendomi una mano, nei capelli, mentre trattenevo a malapena le lacrime.
La madre di Yume ed ex gran sacerdotessa di Artemide aveva visto giusto, infatti, Yume era stata torturata mentalmente.
Ma cosa mai poteva volere da lei la dea Artemide?
E perché, voleva riuscire a piegare la sua mente?
In fondo, Yume era la discendente e reincarnazione di colei che l’aveva tradita...
Che magari volesse prendersi la sua rivincita, su Cassandra, a distanza di secoli?
No, probabilmente c’era qualcosa di molto più oscuro dietro...
E ora Yume stava seriamente rischiando la sua salute mentale...
Quando era ancora con me, infatti, mi aveva detto che, dopo la sua prova finale, aveva dovuto mettere un sigillo parziale ai suoi ricordi...
Infatti, il rivivere interamente delle vite passate, una dietro l’altra, attraverso le visioni, avrebbe potuto portarla alla vera e propria pazzia...
Se pensavo, infatti, a ciò che mi aveva raccontato Yume, le visioni sulle vite passate, quando erano riportate alla mente, venivano vissute in prima persona...
E ora capivo anche perché coloro che subivano il fantasma di morte di Yume, morissero o impazzissero del tutto...
Chissà come stava ora, soprattutto dopo che la dea Artemide l’aveva scoperta...
Cosa mai avrebbe potuto farle, per l’atto che aveva compiuto?
Quella dea maledetta l’avrebbe pagata, per tutto ciò che aveva fatto a Yume e per tutta la sofferenza, che le stava volontariamente causando...
Dovevo al più presto risvegliare i miei più antichi ricordi, se volevo veramente aiutarla...
Ma in che modo avrei potuto farlo?
Né la Pizia, né le precedenti reincarnazioni di Yume, mi avevano detto come farlo...
Solo Endimione mi aveva detto che la visita a Delfi avrebbe potuto aiutarmi, ma purtroppo non era stato affatto così...
Inoltre aveva detto che, solo quando avessi avuto piena coscienza di me stesso, avrei potuto veramente salvare la mia amata Yume...
Mentre tutti questi pensieri mi giravano per la testa, andai in bagno a lavarmi la faccia e poi in cucina, a preparare la mia colazione.
Finito di mangiare, andai nella sala dov’era il mio cloth box e indossai la mia armatura.
Mi diressi dunque all’ingresso della mia casa e cominciai a fare la guardia, come era stato ordinato dalla dea Atena e dal gran sacerdote.
Passarono i giorni e le settimane, ma delle guerriere della dea Artemide non se ne vide nemmeno l’ombra.
Durante questo periodo di presunta pace e tranquillità, fecero il loro ritorno al Santuario tutti i restanti cavalieri d’argento e di bronzo, senza riportare alcun danno, durante il loro viaggio.
Io stesso vidi passare attraverso la mia casa molti cavalieri d’argento e di bronzo, che non avevo mai conosciuto e che venivano da ogni parte del mondo.
Per molto tempo, non subimmo alcun attacco, da parte delle guerriere della dea Artemide.
Quell’attesa era veramente snervante e tutti noi eravamo inquieti, poiché non sapevamo come e quando saremmo stati attaccati dai nemici.
Verso le nove di mattina di due mesi esatti dopo, sentii chiaramente l’apparire di un cosmo enorme all’interno del Santuario.
Mi posizionai allora al centro della mia casa, per aspettare la venuta dei nostri nemici.
<< Esci pure allo scoperto, guerriera di Artemide >> dissi, avendo sentito una presenza.
<< Vedo che hai sentito la mia presenza, cavaliere della dea Atena >>, sentii dire dalla guerriera di Artemide, mentre usciva da dietro una colonna, sulla mia sinistra.
Come fu allo scoperto, la riconobbi come una delle guerriere, viste all’incontro a Delo.
Aveva capelli neri, come un’ala di corvo e occhi di un marrone scurissimo e l’armatura che portava era di colore argentato e rosso scuro.
<< Ci sarà un motivo se sono un cavaliere d’oro della dea Atena...
Piuttosto, tu chi saresti? >>.
<< Io sono Samia, prima guerriera di Ippodamia >>.
<< Allora non esitiamo e iniziamo il nostro scontro >>.
Ci mettemmo così entrambi in posizione di difesa, attendendo che l’altro facesse la prima mossa.
Nel frattempo, la mia unghia rossa scarlatta, con cui lanciavo lo Scarlet Needle, fece la sua comparsa, nel mio indice destro.
Ad un certo punto la guerriera di Ippodamia mi si lanciò contro, lanciando un urlo degno di un’Amazzone, qual’ era.
Cominciò così ad attaccarmi fisicamente e io scansavo tutti i suoi colpi, senza troppi problemi.
Dopo un po’ stufo, per come stava procedendo il nostro scontro, le bloccai il braccio sinistro e glielo torsi dietro la schiena.
<< Ahhhhhhhhhhhhhhh >>, gridò lei per il dolore e io la lascia andare, cosicché ella cadde rovinosamente a terra, tenendosi il braccio spezzato con quello sano.
<< Tu sia maledetto, cavaliere d’oro della dea Atena >>.
<< Io non faccio differenze tra i nemici, in battaglia.
Anche se sei una donna, non modererò i miei colpi, per questo motivo >>.
<< E fai bene, perché questo sarebbe motivo di disonore, per me >>.
<<  Scarlet Needle >>, gridai, mentre bruciavo il mio cosmo e lei spostandosi di lato cercò di evitare il colpo, ma non fece in tempo e la prima cuspide scarlatta si andò a imprimere, nella sua spalla destra.
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Hai ancora tempo per scegliere però, perché prima di arrivare a giustiziarti, dovrò colpirti ancora per quattordici volte.
Le ferite saranno anche grandi come piccoli aghi, ma il dolore che proverai sarà pari, se non maggiore, allo scorrere del veleno dello Scorpione, in tutto il tuo organismo >>.
Vidi così passare un lampo di puro terrore, nei suoi occhi...
<< Scarlet Needle >>, gridai e altre quattro cuspidi si conficcarono, nel suo corpo.
<< Aaah ! >>, gridò e cadde, sbattendo il volto contro la pietra del pavimento.
<< Ora mancano ancora dieci punture.
Morirai o ti arrenderai prima? >>, chiesi con sorriso sarcastico.
<< No, ora sarai tu a subire il mio attacco.
Prendi questo colpo, maledetto cavaliere d’oro della dea Atena.
Lance di fuoco >>.
Vidi il suo cosmo addensarsi intorno a lei e prendere la forma di lance fiammeggianti.
In poco tempo mi ritrovai a dover scansare una moltitudine di lance infuocate e anche se ne evitai la maggior parte, una mi ferì il braccio destro, dove l’armatura non lo copriva e un’altra mi lasciò un grosso taglio sanguinante, sulla coscia sinistra.
Quelle due ferite bruciavano e parecchio, ma non avrei mai dato l’opportunità alla mia avversaria di compiacersene.
<< E ora come farai ad attaccarmi con il braccio ferito, cavaliere d’oro di Scorpio?  >>
Me lo chiese pure con fare strafottente quella guerriera di Artemide...
<< Se pensi che una ferita così superficiale mi possa impedire nei movimenti, sei un’ingenua, Samia di Ippodamia.
Ora altre quattro punture: Scarlet Needle  >>.
La potenza del colpo fu tale, che la guerriera cadde di nuovo a terra.
<<  P-Perché non riesco a contrattaccare?
Possibile che questo uomo, un cavaliere d’oro della dea Atena, mi sia così tanto superiore, nell’arte della battaglia?
Che cosa avrà mai quest’ uomo maledetto più di me? >>
<<  Io a differenza tua combatto, per una causa giusta.
Noi tutti cavalieri della dea Atena vogliamo che l’umanità sopravviva e non sia tiranneggiata dalla vostra dea Artemide >>.
<< Mi dispiace, ma non condivido le vostre posizioni, cavaliere di Atena.
Entrambi abbiamo giurato fedeltà alla nostra rispettiva dea e combatteremo fino alla fine, anche a costo della nostra stessa vita >>.
<< Allora alzati e combatti.
Spero che il nostro duello non sia già finito qui >>.
<< Ora assaggerai un altro dei mie colpi e questa volta, non ti sarà facile evitarlo, come hai fatto con le mie lance di fuoco >>.
Mentre affermava ciò, usò un tono molto beffardo...
<< È tutto da vedere, Samia di Ippodamia >>.
Così cominciammo a bruciare il nostro cosmo e gridammo nello stesso momento:
<< Scarlet Needle >> e << Vortice di fuoco >>.
La guerriera di Artemide fu presa in pieno dalle ultime cinque punture e si accasciò a terra.
Io invece fui investito dal suo vortice di fuoco e, per proteggermi da esso, ricoprii in un attimo il mio corpo dalla punta dei capelli ai piedi, con il mio cosmo.
Espandendo il mio cosmo, che mi fungeva anche da scudo, riuscii a uscire dal vortice di fuoco e ciò che vidi davanti ai miei occhi, mi sconvolse.
Accanto a Samia di Ippodamia si trovava una guerriera con la stessa armatura di Yume e che fisicamente le assomigliava, come una goccia d’acqua.
<< Chi siete voi, che avete invaso l’ottava casa e indossate l’armatura di Cassandra? >>
A quelle parole l’interpellata si girò verso di me e mi venne un colpo, perché riconobbi immediatamente il volto di Yume.
<< Sono Yume di Cassandra, prima guerriera della dea Artemide e tua mortale nemica.
Soffrirai ora, per ciò che hai fatto a Samia >>, mi rispose, fredda.
<< Che cosa stai dicendo, Yume?
E perché combatti per la dea Artemide e non porti più la maschera? >>
<< Non prenderti tutte queste confidenze con me, lurido cavaliere d’oro della dea Atena.
Io sono una delle prime guerriere di Artemide e mi devi rispetto >>, mi rispose, irata.
<< Cosa mai stai dicendo, Yume?
Tu sei un cavaliere d’argento della dea Atena e non una guerriera della dea Artemide >>, le risposi di rimando, sconvolto per ciò che aveva appena detto.
<< Non provare a mentirmi, insulso cavaliere d’oro e preparati a combattere >>, mi rispose, mettendosi in posizione di difesa.
<< Sai bene che non potrei mai combattere con te, per ciò che provo, nei tuoi confronti.
Cosa ti hanno fatto, per portarti ad essere così? >>, gli dissi con espressione triste.
<< Mi starai di certo confondendo con qualcun’altra, perché non ti conosco assolutamente.
Quindi non dire stupidaggini e combatti con me, insulso cavaliere d’oro della dea Atena.
Oppure hai paura di combattere con me, perché sono una donna? >>, mi rispose, beffarda.
<< Non ti sto confondendo con nessun’altra, Yume.
Piuttosto sei tu ad aver dimenticato la tua vera natura e i tuoi veri  sentimenti... >>
<< Non sono qui per parlare con te, ma per combattere.
E poi se speri di confondermi con le tue parole, sappi che sbagli.
Quindi preparati ad assaggiare la potenza dei miei colpi >>, disse e mi si scagliò contro.
Mi ritrovai così a combattere in una battaglia corpo a corpo con lei.
Io schivavo solo e non rispondevo ai suoi attacchi, perché non riuscivo ad attaccarla...
Mai e poi mai, infatti, sarei stato in grado di attaccarla, per ferirla...
Io amavo Yume a tal punto, che se le avessi fatto del male, lo avrei fatto anche a me...
Mentre pensavo questo, continuai ad evitare i pugni e calci di Yume.
Ad un certo punto un suo pugno stava per abbattersi sulla mia mascella, allora glielo bloccai con la mia mano destra e stessa cosa feci con l’altra sua mano, che stava per tirarmi un altro poderoso pugno.
<< Vuoi fermarti, Yume?
Continuando ad attaccarmi, non otterrai nulla di buono >>, dissi, guardandola negli occhi.
<< Smettila di schivare i miei colpi e combatti, Milo di Scorpio.
Io sono una tua nemica e per questo combatterò con te, a costo della mia stessa vita >>.
<< Tu non sei mia nemica e mai lo sarai, per me >>, le risposi infuriato.
Lei allora mi osservò con uno sguardo vacuo, come se non ricordasse proprio nulla di me...
Fino a che punto si era spinta la dea Artemide nella sua vendetta, verso colei che aveva avuto il fardello involontario dell’essere discendente e reincarnazione di Cassandra?
Possibile che quella maledetta dea fosse riuscita a cancellare la memoria di Yume, non lasciandone alcuna traccia, nel suo subconscio?
Approfittai di quel suo momento di distrazione, per bloccarla con il peso del mio corpo e della mia armatura, contro la colonna dietro di lei.
<< Che cosa ti passa per la mente, maledetto cavaliere d’oro? >>, mi disse, con tono irato.
<< Voglio solo evitare che ci facciamo del male, a vicenda, mentre cerco di riportarti alla normalità >>, le dissi, sorridendole, in modo misterioso.
<< Riportarmi alla normalità?
Ma vuoi capire ch... >>
Non le lasciai finire la sua ennesima frase senza senso, posando le mie labbra sulle sue.
A quel contatto lei cerò di ritrarsi, ma io la strinsi ancora di più a me...
Sentire che lei cercava di scappare da me, fu l’esperienza più devastante della mia vita...
Quando però schiuse le sue labbra e mi permise di approfondire il nostro contatto, rimasi seriamente allibito...
Che forse in lei si fosse risvegliata la mia amata Yume?
Allora aprii gli occhi, che avevo chiuso, quando l’avevo baciata e rimasi sconvolto...
Yume aveva gli occhi completamente sbarrati, ma il colore dei suoi occhi era spento e la sua anima sembrava essere volata non si sa dove...
A quel punto lei sembrò risvegliarsi dal suo stato di trance e mi spinse lontano da lei probabilmente con tutta la forza, che aveva.
<< Che cosa mi hai fatto maledetto?
Quale stratagemma hai usato, per sottomettermi alla tua volontà? >>
Mi aveva appena parlato con uno sguardo pieno d’ira e rancore, che mai le avevo visto...
<< Non ha fatto assolutamente nulla, Yume.
Infatti, se tu hai ricambiato il suo bacio, è dovuto solo al fatto che lo ami.
Avrai anche perso i ricordi del cervello, ma quelli del tuo cuore e della tua anima sono intatti >>, sentii dire da una voce ben conosciuta, da dietro una colonna.
<< Chi sei tu, che dici queste assurdità?
Mostrati subito o sei forse un codardo? >>, disse Yume, con voce stralunata.
<< Non pensavo che mi avresti mai dato del codardo, Yume.
In fondo, se tu sei diventata un cavaliere d’argento, lo devi solo a me, che ti feci conoscere questo mondo nascosto ai più >>, disse Saga, mostrandosi finalmente a noi.
<< Eccone un altro, che sostiene di conoscermi molto bene...
Ma possibile che voi tutti cavalieri d’oro della dea Atena, soffriate di allucinazioni? >>, gli rispose lei, ridacchiando malignamente.
<< Possibile che la dea Artemide ti abbia tolto il senno, mia vecchia allieva?
Non ti ricordi nemmeno questa, allora? >>, chiese Saga, tirando fuori qualcosa dalla sua veste di gran sacerdote.
Guardando meglio, la riconobbi come la collana di grani neri, che da piccola Yume aveva regalato a Saga, per il suo quindicesimo compleanno...
A quella vista la vidi sbiancare di colpo e poi cominciò ad agitarsi, come se fosse stata in preda a delle convulsioni terribili e si teneva la testa con entrambe le mani...
Sembrava che ci fosse una guerra all’interno della sua anima...
Ad un certo punto, continuando a tremare, alzò la testa e guardò me e Saga.
<< M-Maestro Saga, M-Milo >>, disse lei con voce tremante.
<< Yume lotta contro il potere mentale della dea Artemide.
So che puoi farcela, tu hai la forza necessaria >>, disse Saga, avvicinandosi a Yume.
<< S-Statemi lontano maestro, ve ne prego...
N-Non so tra quanto tornerò ad essere sotto il controllo della dea Artemide...
I-Io purtroppo vi ho deluso tutti, facendomi soggiogare da lei...
M-Ma se avessi continuato a resisterle ad oltranza, non mi sarebbe rimasta la forza necessaria né mentale né  fisica, per proteggere lei...
E questo non me lo sarei mai potuto perdonare >>, disse Yume, a fatica.
<< Chi è lei, Yume? >>, chiesi con impazienza.
<< Milo, lei è...
Nooooooooooooooooooo >>, urlò e perse l’equilibrio, a causa delle convulsioni.
La afferrai appena in tempo, perché non sbattesse la testa contro il pavimento.
Sul suo viso regnava un’espressione di grandissima sofferenza e questo mi fece infuriare.
Come si permetteva Artemide di farle questo?
Possibile che credesse di poter manovrare gli altri, a suo piacimento, solo perché era una delle dodici divinità olimpie?
<< Tu sia maledetta per ciò che stai facendo alla mia donna, dea Artemide.
Ti giuro sul mio onore di cavaliere d’oro, che vendicherò Yume, a costo della vita >>, dissi, guardando l’espressione sempre più sofferente del mio unico amore.
Ad un certo punto vidi apparire un bagliore accecante, che avvolse il corpo di Yume.
Non potei muovere un muscolo, che già il suo corpo era scomparso, inghiottito da quella stranissima luce e riportato quasi certamente a Delo...
<< La sparizione di Yume dev’essere certamente stata causata dalla dea Artemide...
Infatti, nemmeno la sua più forte guerriera sarebbe riuscita a portare via lei e l’altra guerriera della dea Artemide, con la barriera attivata su tutto il Santuario da parte della nostra dea Atena >>, disse Saga, con fare pensieroso.
Solo allora così mi accorsi che anche il corpo di Samia era scomparso.
<< Vero, gran sacerdote.
Ora, con il vostro permesso, vado a medicarmi, nei miei appartamenti >>, risposi atono.
<< Vai pure a curarti e medicarti, Milo >>, rispose Saga, guardandomi.
Mentre gli passavo accanto, lui mi toccò il braccio destro e io mi girai a guardarlo.
<< Non devi farti una colpa per ciò che è successo a Yume, Milo.
Lei ha fatto ciò che credeva giusto e che le diceva di fare il suo cuore...
E per questo nessuno di noi potrà mai condannarla... >>, mi disse con tono quasi dolce.
<< Non posso condannare la sua decisione, perché anche io, se mi fossi ritrovato nella sua stessa situazione, avrei agito allo stesso modo...
Yume, infatti, nonostante fosse un’abile ed esperta guerriera, ha avuto sempre un cuore gentile e generoso, fin dalla più tenera età...
Quello che mi fa arrabbiare però, è il fatto che la dea Artemide, facendo leva proprio su queste sue qualità, l’ha ricattata, per farla sua prigioniera...
E io non ho potuto fare nulla... >>
<< Anche io sono preoccupato per Yume, ma ho accettato la situazione...
E tu devi fare la stessa cosa, perché sei il suo uomo e lei non vorrebbe vederti mai, ridotto in questo stato, proprio a causa sua...
Ricorda che la speranza è sempre l’ultima a morire, Milo.
Ora vado a riferire alla dea Atena ciò che è successo qui, poco fa >>, rispose.
<< Grazie, Saga >>, dissi, sorridendo amaramente, mentre lui se ne andava.
Detto questo mi diressi nei miei appartamenti e, dopo essermi tolto la mia armatura d’oro, presi l’occorrente, per medicarmi le ferite, causatemi dall’attacco di Samia.
Come passai il cotone imbevuto di disinfettante sulle ferite, mi venne quasi da urlare, per il dolore, ma non lo feci...
Avevo il mio orgoglio di cavaliere d’oro da difendere, in fondo...
Mentre cercavo nella cassetta dei medicamenti, osservai come tutti i barattoli degli unguenti curativi avessero i nomi, scritti da Yume e tutto ciò mi riportò alla mente un lontano ricordo di cinque anni prima.
Eravamo appena tornati dal Tartaro, dove avevamo combattuto contro l’esercito dei Titani ed eravamo tutti stremati e pieni di ferite.
Soprattutto Aiolia era messo molto male, a causa dei tanti scontri affrontati...
Il gran sacerdote ci attendeva davanti alle scale, che portavano alla prima casa.
<< Avete combattuto valorosamente, cavalieri d’oro.
Ora ritiratevi pure nelle vostre rispettive case e riposatevi e curatevi le ferite.
Tra due giorni alle 8 e mezza di mattina si terrà un Chrysos Synagein, dove parleremo di tutto ciò che è accaduto, nel Tartaro.
Ora andate e riprendete le forze >>, disse e poi ci precedette, verso la tredicesima casa.
Io mi guardai intorno, aspettandomi di vedere Yume tra i vari cavalieri d’argento e di bronzo, che si erano lì raggruppati, ma non la scorsi.
Nascosi una smorfia di disapprovazione e seguii Aldebaran, Aiolia, Shaka, Shura, Camus e Aphrodite, per le scale, dirette alla casa dell’Ariete.
Durante il tragitto nessuno di noi aprì bocca...
Come arrivai alla mia casa, salutai Shura, Camus e Aphrodite e mi congedai da loro.
Entrando nei miei appartamenti, feci subito per dirigermi  in camera mia, per prendere la cassetta dei medicamenti con le fasciature e gli unguenti curativi.
Sentii però, non appena varcai la soglia, una presenza, nelle mie stanze.
Non feci in tempo a dire una sola parola, che Yume uscì dalla porta della mia camera.
Era vestita con gli abiti di allenamento e non portava la sua maschera.
Ci guardammo per un tempo indefinito e poi lei corse ad abbracciarmi e io feci lo stesso.
Restammo abbracciati per un po’ e poi sentii Yume iniziare a piangere.
<< Yume, tutto bene? >>, chiesi preoccupato, tirando su il suo volto con la mano destra.
<< Scusami Milo, ma ero preoccupatissima.
Sono riuscita a seguire il vostro scontro solo fino a quando Aiolia ha terminato il suo duello con Iperione, il nero.
Da lì in poi la mia capacità di vedere ciò che sarebbe accaduto non ha più funzionato ed ero seriamente in pena, per tutti voi.
Io confidavo nella vostra enorme forza di cavalieri d’oro, ma ero comunque preoccupata...
Ho seriamente temuto, che voi non sareste tornati dal Tartaro >>, disse, piangendo.
<< Siamo tornati però, anche se un po’ malconci, ma vivi.
E poi era nostro dovere, in quanto cavalieri d’oro della dea Atena, combattere contro Crono e i Titani, anche a costo della nostra vita...
Però ora sono qui e mostrami il tuo sorriso più bello, amore mio >>, le risposi, sorridendo, mentre le asciugavo le lacrime.
Yume allora mi sorrise e il mio cuore si sentì più leggero.
Lei aveva proprio il potere di rilassarmi con uno solo dei suoi splendidi sorrisi...
<< Togliti l’armatura e poi vieni in camera tua, così ti medico le ferite >>, mi disse, osservando critica le parti del corpo non coperte dall’armatura e ferite.
<< D’accordo, vado a togliermela >>, dissi e andai nella sala dell’armatura.
Essa si sganciò dal mio corpo e si ricompose nella forma caratteristica dello Scorpione.
La raggiunsi allora in camera mia e, dopo essermi tolto la maglia, le mostrai i numerosi tagli e lividi, che presentavo sul petto e sulla schiena.
Lei tirò fuori da non so dove tutta una serie di unguenti pazzesca, che avevano colori e odori, che mai avevo sentito prima.
Il suo tocco era sicuro e delicato allo stesso tempo, mentre ricopriva i tagli e i lividi con delle pomate e copriva le ferite più gravi con candide bende.
Yume fu molto paziente e, dopo avermi curato, si sedette sulla sedia, vicino al letto.
<< Ora dovresti stare per almeno due ore a letto, senza muoverti.
Così le pomate naturali cominceranno a fare il loro effetto e le ferite inizieranno a cicatrizzarsi >>, mi disse, sorridendo.
<< Puoi togliermi una curiosità, Yume? >>, le chiesi.
<< Chiedi pure, Milo >>.
<< Non mi hai mai detto che ti intendevi di rimedi naturali.
Chi ti ha istruito a tal proposito? >>
<< Fu il mio maestro Saga a spiegarmi quali erano le piante curative e le loro funzioni.
In questi anni ho anche letto diversi libri sull’argomento, per tenermi informata.
Cosicché, se mai ci fosse bisogno di quel tipo di conoscenza, non avrei alcun problema, a riguardo >>, rispose, sorridendo.
<< Io invece non le so distinguere, per niente.
Camus ha un ottimo occhio, ma io sono proprio negato >>.
<< Se vuoi posso provare a insegnartelo io >>.
<< No, so già che non ne ricaverei nulla.
Questo non per incompetenza tua, ma per incapacità mia.
Anche mia madre diceva che ero proprio negato >>, dissi, sospirando.
<< Allora, facciamo così.
Essendo tu imbranato, per quanto riguarda le piante curative, mi occuperò sempre io di rifornire la tua scorta personale di unguenti, con le pomate fatte da me.
E ti metterò anche delle etichette, dove indico i casi, in cui usare ognuna >>.
<< Grazie Yume, sei gentilissima >>, dissi, sorridendole in risposta.
E lei mi sorrise a sua volta, in una silenziosa risposta.
Così da quel giorno, Yume cominciò a prepararmi lei gli unguenti curativi.
E sinceramente non ho mai avuto da ridire a riguardo, poiché hanno sempre funzionato.
Mentre mi tornava alla mente quel ricordo, presi dalla scatola l’unguento fatto apposta, per curare le bruciature.
Lo spalmai allora sulle parti lese delle braccia e delle gambe, trattenendo le smorfie di dolore, mentre la mettevo sulla carne viva.
Quelle ferite provocate da Samia di Ippodamia erano molto profonde, anche se poco estese.
Terminato di spalmare gli unguenti sulle ferite, mi sdraiai sul letto, per riposare un po’.
Il duello contro Samia, infatti, era stato molto impegnativo e mi aveva tolto molte energie.
Dopo pochissimo tempo, caddi nel mondo dei sogni.
Mi ritrovai così a camminare nuovamente per il corridoio, che affianca le stanze inutilizzate della casa da me presieduta.
Ad un certo punto si aprì una porta, sulla mia destra ed entrai.
Mi ritrovai così in un ambiente, che poteva essere considerato una camera da letto.
Contro la parete destra si trovava un letto a due piazze, ricoperto da candide lenzuola; contro la parete sinistra invece un armadio e una cassapanca in legno; e proprio vicino ai piedi del letto, si trovava una culla di legno, vuota...
Rimasi lì ad osservare il contenuto della stanza e mi sembrò tutto così familiare e così lontano, allo stesso tempo...
Ad un certo punto, ci fu come un lampo, nella stanza e la scena cambiò.
Le candide lenzuola del letto cominciarono a inzupparsi di un liquido rosso scuro, che non poteva essere altro che sangue...
E la culla era scomparsa, nel nulla...
Quella scena mi sconvolse e qualcosa si spezzò definitivamente, in me...
Il sigillo dei miei ricordi delle vite precedenti si ruppe e i ricordi cominciarono a fluire...
E la scena cambiò nuovamente, mostrandomi una parte del cimitero del Santuario...
Vidi così davanti a me Endimione, chinato davanti ad una lapide...
<< Mi sai dire come ho fatto a sopravvivere senza di te, amore mio?
Per me e Francesca, che siamo rimasti soli, è stato terribile...
Ormai l’ombra dei Berseker di Ares, si è allungata, sul nostro Santuario...
E io non potrò nemmeno stare accanto a nostra figlia...
Mia sorella Alea nemmeno può occuparsi di lei, perché anche lei, come me, scenderà in battaglia, per mettere fine a questa guerra...
Il nostro giuramento e la nostra lealtà verso la dea Atena, infatti, molto probabilmente ci porteranno alla morte, tra non molto tempo...
E così molto presto mi riunirò a te, amore mio...
Mi dispiace solo per Francesca, che dopo la tua perdita, dovrà sopportare anche la mia...
Ma entrambi siamo guerrieri e abbiamo sempre saputo che non saremmo di certo morti per la vecchiaia, ma per una ferita mortale, riportata in battaglia... >>, disse, mentre guardava la tomba, che si trovava davanti a lui, con numerose lacrime, che gli scorrevano in modo copioso, sulle sue guance...
<< Sai a volte, mi sembra di sentire ancora la tua presenza accanto a me, Cassandra.
Forse sarà così, perché il nostro amore era ed è ancora grandissimo...
Non potrò mai perdonarmi di essere stato una causa di sofferenza enorme, per te...
Forse sarebbe stato meglio, se i nostri destini non si fossero mai incrociati ed ognuno di noi due avesse continuato a vivere la propria vita, senza l’altro...
E tu non avresti dovuto abbandonare alcune cose, tra le più importanti, per te e nemmeno uccidere due tue ex compagne di battaglie, in duello...
Sei sempre stata una donna forte, ma mi chiedo dove tu sia riuscita a prendere la forza...
Non dev’essere certamente stato facile, per te e io spero solo di essere riuscito a starti accanto, nel modo migliore possibile...
Non sai quanto l’ottava casa ora sembri enorme, sia a me che a Francesca...
La tua morte ha lasciato un vuoto incolmabile, nelle nostre esistenze...
A volte mi sembra ancora di sentire la tua voce o il tuo passo, nella nostra casa...
Poi però vengo riportato sempre alla dura realtà dal tuo ciondolo che mi affidasti, prima di andartene da questo mondo, per sempre...
Oggi saranno solo tre anni che te ne sei andata, ma a me sembra passato un secolo...
Questa sarà la mia ultima visita alla tua tomba, prima di partire per Sparta.
Infatti, ora ci recheremo lì, insieme alla dea Atena e a tutti gli altri cavalieri e sacerdotesse, per la battaglia finale contro Ares...
So già che ci sono scarse speranze, che io ritorni da questo scontro...
Non ho avuto il coraggio di dirlo però a nostra figlia...
Anche, se probabilmente lei lo sa già, poiché ha ereditato i tuoi poteri di preveggenza...
Ora devo andare, perché non c’è più tempo...
Probabilmente già stasera ci rivedremo, nell’Ade...
Abbi un po’ di pazienza, perché tra poco saremo di nuovo insieme, però per sempre >>, disse Endimione, che dopo aver posato un mazzo di rose bianche accanto alla lapide, se ne andò, con sguardo triste e rassegnato.
La visione del ricordo, riportato alla luce, si chiuse lì e io mi ritrovai, nella stanza di prima.
<< Sono felice, che tu abbia risvegliato i tuoi ricordi, Milo.
Ora sono sicuro che riuscirai a salvare la reincarnazione della mia amata e tutti noi dalla maledizione di Artemide >>, sentii dire da Endimione, che mi era apparso davanti.
Non feci in tempo a rispondergli, perché mi svegliai di soprassalto.
Rimasi dieci minuti buoni a fissare il soffitto, intontito da ciò che avevo appena visto e vissuto sulla mia pelle, in sogno.
Solo ora potevo capire, anche se in piccolissima parte, ciò che Yume doveva aver provato, a causa della rievocazione forzata delle sue vite passate...
Rivivere un solo episodio di quella che era stata una mia vita di così tanto tempo prima, era stato, a dir poco sconvolgente.
Di una cosa però ero felice: avendo sciolto il blocco sui miei ricordi passati, ora avrei potuto salvare Yume dalla dea Artemide.
Non avrei permesso che mi portassero via Yume, come invece era accaduto al mio avo Endimione con la sua amata Cassandra...
Dopo aver un po’ riflettuto, mi recai nella stanza vista in sogno.
Anche lì come nell’altra stanza che avevo precedentemente visto c’era moltissima polvere, ma di quello che era il mobilio di un tempo, nulla era rimasto...
Tutto ciò se lo ero portato via il tempo ed ora restavano solo i miei ricordi e quelli di Yume, di quando Cassandra ed Endimione, ancora abitavano lì con la loro unica figlia Francesca, felici e contenti di ciò che avevano.

Nota dell'autrice: e rieccomi qui, dopo una latitanza durata per 1 mese e 17 giorni.

Mi dispiace veramente tanto di non aver aggiornato prima, ma vi giuro l'ispirazione era completamente svanita nel nulla...

Inoltre tra l'inizio dell'università e la mia salute che non è stata delle migliori, non ho avuto molto tempo, per scrivere...

Milo è riuscito a sbloccare i suo ricordi, ma Yume è passata della parte del nemico...

Chi o cos'è che Yume ha voluto proteggere a tutti i costi e come procederà la guerra sacra?

Per queste risposte e altre scoperte vi rimando al prossimo capitolo.

Ringrazio come sempre tutti i miei lettori e lettrici, che abbiano messo la mia storia tra le seguite/preferite o che siano silenziosi.

Un altro grandissimo grazie a 2307 e Lady Yoru che hanno recensito lo scorso capitolo.

Ciao e alla prossima,
Lilith.

 
  
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