Jamie era sempre stato quel genere di ragazzo per cui le ragazzine prendono una cotta. Lui, con solo un sorriso, avrebbe potuto ottenere il mondo. Lui, con un solo sguardo, avrebbe potuto far crollare tutti ai suoi piedi. Non che gliene fregasse, però.
Frequentava da tempo l'ultimo anno del liceo. Bocciato, bocciato, bocciato e ancora bocciato. 
Ormai aveva 23 anni e non aveva comunque piani per la sua vita. 
Passava le giornate a rubare le macchine, a spacciare, a farsi picchiare.
Non aveva mai tempo per lo studio. 
Il tempo libero lo impiegava ad allenarsi sul ring o a suonare la sua chitarra.
Non aveva tempo persino per le ragazze che gli andavano dietro come ochette. Lui usa le ragazze, si fa fare piccoli favori, per così dire, e poi le molla. 

Sarah da un anno ormai lavorava in un negozio che doveva raggiungere con il treno. Era molto lontano ma era l'unica offerta che aveva ricevuto dopo che aveva lasciato la scuola, diplomata con il massimo dei voti.
Spesso si chiedeva se i suoi grandi occhi verdi la avrebbero portata da qualche parte, poi arrivava il treno e si rispondeva da sola.
"Certo che no, Sarah, queste sono cose che non capitano a ragazze come te" si ripeteva.

Eccolo il treno delle 15:00, è appena arrivato alla fermata. 
Sono ancora troppo lontana. Se avete visto alla stazione una tipa magra e bassina, con capelli mori che corre sempre, quella sono io.
Sarah la ritardataria, così mi chiamano.
Ohw, fanculo, devo sbrigarmi. 
"Non sei arrivata in orario questa volta." dice un ragazzo alle mie spalle.
All'inizio non credevo parlasse con me. 
Si avvicina e siamo spalla contro spalla. Sono troppo occupata a vedere il treno andar via senza di me per voltarmi verso il ragazzo che mi aveva appena rivolto la parola.
"Cosa farai ora?" la sua voce mi risveglia come fossi caduta dalle nuvole.
E con un tono nervoso e parecchio incazzato, "Benvenuto stalker, ora vuoi pure sapere di che colore sono le mie mutande?" gli grido e giro i tacchi. 
Lo sento ridere dietro di me. 
"Cosa... Dimmi cosa ridi? Anzi, no. Dimmi come fai a sapere che treno prendo." urlo ancora più forte di prima, la gente inizia a guardarmi.
"Vengo spesso qui a guardare le persone e tu sei una di quelle." ammette con un sorriso ironico sul suo viso che prenderei delicatamente a pugni.
"Inizi a farmi paura. Lasciami in pace." dico con riluttanza, quasi con tristezza. 
"Dove devi andare? Ti ci potrei accompagnare." forse non è una cattiva idea, se manco anche questa volta a lavoro, potrò scordarmi il posto.
Forse il biondo può darmi una mano.
Lo squadro per bene, osservo bene i suoi lineamenti, i suoi zigomi, il taglio dei suoi occhi e poi uno ad uno i suoi strani tatuaggi. 
"Accetto, biondo" sorride e insieme ci avviamo e corriamo piuttosto lontani, quasi fossimo estranei. 
Ma, aspetta, lo siamo.


BUONGIORNO MONDANI MIEI BELLI. 
STAMATTINA NON SONO ANDATA A SCUOLA E QUINDI MI E' VENUTA UNA SORPRENDETE VOGLIA DI SCRIVERE E DATO CHE HO GIA' TIPO DUE FANFICTION IN CUI SCRIVO SUI 5SOS, HO DECISO DI SCRIVERE SU JAMIE. 
IO SO CHE FA ABBASTANZA SCHIFO MA E' SOLO PER FARVI CAPIRE COME ANDRANNO PIU' O MENO LE COSE.
SE VI PIACE VI PREGO DI LASCIARMI ANCHE UN PICCOLO SEGNO PER FARMI CAPIRE DI CONTINUARE LA STORIA.
PLEEEASE. 

LEI E' LA MIA DOLCE SARAH. 

LOVE ALWAYS AND FOREVER.
1989.